venerdì 17 luglio 2009

Legge sulla sicurezza e prudenza di Napolitano

17/07/09

Il Presidente della Repubblica promulga la legge sulla sicurezza, ma invita le Camere e il Governo a una riflessione su reato di clandestinità e ronde.


http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/politica/ddl-sicurezza-8/napolitano-15lug/napolitano-15lug.html

I motivi addotti da Napolitano per la promulgazione della legge sono che i tre max articoli sulla sicurezza approvati dalle camere contengono anche norme condivisibili e necessarie in tema di lotta alla mafia e su altri spinosi argomenti.
Nel post sotto riportato di Maggio mettevo in evidenza proprio la questione del metodo, la tecnica di fare passare un dispositivo di legge accompagnandolo ad altri dispositivi. Proprio questo metodo, a mio avviso estorsivo della volontà del Parlamento, poteva essere una motivazione per non promulgare la legge. Evidentemente Napolitano avrà considerato che la mancata promulgazione della legge sulla sicurezza avrebbe solo portato a una ripetizione della sceneggiata e ad una riproposizione della stessa legge e con gli stessi meccanismi.
Le questioni di metodo nell’approvazione delle leggi sono essenziali per la democrazia. Si può accettare che dei dispositivi di legge così diversi tra loro vengano messi insieme per approvazioni in blocco? Con questi metodi a cosa serve il mandato dei singoli parlamentari? Lo stesso Parlamento dovrebbe ripensare a se stesso e al suo ruolo.

Segue il post di Maggio


A colpi di fiducia
lo svuotamento della democrazia parlamentare


Il 14 maggio la Camera ha approvato con la procedura della fiducia il cosiddetto decreto sicurezza: voti favorevoli sono stati 297,i contrari 255, tre gli astenuti. Il provvedimento si compone di tre maxiemendamenti presentati dal Governo e su cui il Governo mercoledì aveva posto la triplice fiducia. Il provvedimento ora passerà nuovamente al Senato per l’approvazione definitiva. Successivamente dovrà essere il Presidente della Repubblica a promulgare questo complesso dispositivo di legge. Napolitano, se vuole, può rimandare alle Camere questa legge. La presidenza potrebbe individuare diverse motivazioni: il meccanismo del ricorso alla fiducia ha evitato il dibattito e il voto su singoli importanti dispositivi; l’approvazione è avvenuta su tre blocchi eterogenei; nei fatti i deputati sono stati costretti ad approvare sotto la minaccia di una crisi di governo un cumulo di norme su diversi problemi e di diversa natura.
Il decreto sulla sicurezza che è stato approvato non ha niente di paragonabile ad una finanziaria; in una finanziaria l’intreccio dei diversi capitoli di entrata e di spesa può dare una giustificazione per un’approvazione in blocco; ma nel caso di questo decreto sicurezza non c’era certamente alcuna necessità tecnica di mettere insieme: norme di tutela dell’infanzia, norme stradali, aggravanti penali di vario genere, procedure antimafia, con norme istitutive delle ronde e del reato di clandestinità.
Il Parlamento è stato mortificato nella libertà di discernere tra le diverse norme da approvare o
respingere. Siamo di fronte ad un altro pericoloso svuotamento della democrazia parlamentare.

francesco zaffuto


Per valutare la complessità delle norme globalmente approvate

consultare il testo intergale su




(immagine “coercizione” fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/ )

mercoledì 15 luglio 2009

Silenzio Blog del 14 luglio 2009


15/07/09
Ieri, 14 luglio 09, ho partecipato alla giornata di silenzio dei blog contro le misure del decreto Alfano.
Se qualcuno mi chiede di fare una rettifica sul mio blog, e se la richiesta corrisponde a verità di fatti, sono ben lieto di fare la rettifica e chiedere scusa.
Ma il decreto Alfano impone dei termini non facilmente rispettabili, nei fatti potrei trovarmi nella condizione di non riuscire ad adempiere ad un obbligo per diversi motivi: non curo il mio blog con frequenza quotidiana, spesso mi funziona male il computer, potrei avere cessato di occuparmi di un blog. I termini posti da Alfano potrebbero nei fatti impedirmi di rispettare un obbligo e mi esporrebbero a una sanzione di peso elevato.
Il decreto Alfano nei fatti, istituisce una sorta di incertezza della possibilità di adempiere ad un obbligo, ed ha il potere di:
- invogliare verso una autocensura preventiva (tipo, di certe notizie è meglio non occuparsi)
- invitare i grandi gestori ad operare forme di sorveglianza per evitare di essere chiamati in causa.
Nei fatti il decreto, pur volendo garantire un interesse legittimo alla rettifica crea condizioni di grave detrimento alla libertà di espressione e inserisce un elemento di incertezza giuridica.
Se si vuole garantire la libertà di espressione e anche la libertà di non essere offesi gli strumenti intanto già esistono ed è sempre possibile fare una querela per danni ricorrendo al giudice. Se poi si vuole istituire un obbligo di rettifica anche per i blog vanno dati:
- certezza della notifica di richiesta di smentita e certezza che la rettifica contenga elementi evidenti di provata verità;
- tempi per l’attuazione che non possono essere rapidi considerato il carattere non professionale di chi opera con un blog (almeno un mese dalla notifica di richiesta di smentita)
- decadenza dell’obbligo di rettifica in caso di cessazione dell’attività di un blog.
francesco zaffuto

lunedì 13 luglio 2009

I GENI E LE PALLE


13/07/09
«Questa catena di stupri seriali si poteva evitare con la castrazione chimica. Bianchini andava sottoposto al trattamento». A parlare così è il criminologo e psicopatologo forense Francesco Bruno, che prosegue: «non c'è altro rimedio per le persone come lui, che soffrono di impulsi sessuali incontrollabili, pensieri ossessivi e compulsivi».
Il ministro Calderoli subito ripropone la sua brillante soluzione: «Quando proposi io la castrazione chimica, peraltro già in uso in vari Paesi nel mondo, sembravo pazzo. Oggi leggo con soddisfazione che anche dal mondo scientifico arrivano proposte in questo senso». Il Calderoli, tra l’altro anche lui medico, prosegue: «Se l'uomo arrestato a Roma fosse stato sottoposto alle cure adeguate fin da quando a 19 anni venne coinvolto in una vicenda di questo tipo, non si sarebbe arrivati alle conseguenze odierne».
Pare che sappiano tutto del funzionamento dei geni e delle palle e individuano con sicurezza i rimedi: basta togliere le palle e il toro diventa bue. Ma come possono credere che misure di questo genere possano ingenerare una quiete nella complessa mente dell’uomo. Basta fare una riflessione su altre gravi patologie e questa sicurezza diventa estremamente fragile. Esistono impulsi sessuali nell’uomo ed esistono anche tutti i complessi meccanismi della mente: pensiamo per un attimo ai serial killer, molti non abusano sessualmente delle loro vittime, si limitano a provocare su di loro estremo dolore per provare la loro potenza. Spesso la loro volontà di verificare con il dolore la loro potenza è anche il sintomo di una impotenza ad esplicare gli impulsi sessuali. L’uomo è molto complicato ed ogni uomo è complicato a suo modo. Le strade semplici possono addirittura portare a conseguenze contrarie; si può ben ipotizzare che alcuni soggetti sottoposti a castrazione chimica si possano trasformare in elementi ancora più pericolosi come i serial killer.

Che si possa andare verso cure non è certo da escludere, ma ogni cura non può essere effettuata senza la collaborazione consapevole del paziente, altrimenti si trasforma in nuove forme di perversione. Non si può ricondurre alla ragione, alla consapevolezza e alla compassione saltando la ragione, la consapevolezza e la compassione.francesco zaffuto
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(immagine “La cacciata dal Paradiso terrestre” china e cera © francesco zaffuto link nel tempo )

OBAMA - AFRICA - G8


13/07/09
Secondo i dati di un rapporto della Bank of England “Financial Stability Review “ gli stanziamenti di USA, paesi dell’area euro e Gran Bretagna, per fronteggiare la crisi sono stati 14.800 miliardi di dollari. Il G8 per gli aiuti in Africa ha stanziato 20 miliardi di dollari (solo lo 0,14%, per chi è in procinto di morire di fame, ed in tre anni). Non si capisce neanche bene se trattasi di somme nuove o di somme che includono aiuti promessi precedentemente e mai effettuati.Obama, durante il recente viaggio in Africa, ha indicato agli africani di liberarsi dalla politica corrotta, molto giusto; ma molti leader africani non fanno altro che imitare i comportamenti di americani ed europei: il godimento, il grande lusso, la gratificazione del potere, l’indifferenza per chi è debole e sfortunato.
Obama per tanti africani è la figura mitica del riscatto della negritudine, può mettere in moto dei sogni ma i sogni dovranno essere accompagnati da alcune realizzazioni; se non saranno accompagnati da qualche realizzazione possono portare a nuovi deserti depressivi.
La crisi mondiale si può superare mettendo in moto il continente Africano. Molto possono fare gli Usa ma molto deve fare l’Europa, con stanziamenti ed idee che superino la carità. E’ soprattutto l’Europa, per la sua vicinanza al continente africano, che è direttamente interessata dallo sviluppo dell’Africa: una grande potenzialità umana che potrà diventare un grande mercato capace di spingere la vecchia Europa.
L’Europa al posto di scacciare i rifugiati, dovrebbe fare un piano ordinato di accoglienza, un patto di formazione lavoro per qualche anno e un piano di ritorno in Africa dopo avere imparato un mestiere. Chi dall’Africa arriva in Europa invece o viene scacciato o viene inserito in attività di lavoro che non hanno alcun carattere di formazione o viene utilizzato per le sue caratteristiche fisiche per fare il guardiano e il buttafuori.
In Africa pare che ci siano sostanzialmente due problemi: l’urgenza e il futuro. L’urgenza per le persone che in questo momento periscono per fame va affrontata sul piano internazionale con immediatezza e non con piani triennali. Il futuro va affrontato rendendo autonome le nuove generazioni di africani e investendo soprattutto in formazione. Rendere autonoma l’Africa e gli africani significa investire in cultura umanistica e tecnologica per le nuove generazioni di africani. Imparare tecnologie per l’uso delle acque e diventare dei buoni agricoltori è la strada maestra per liberarsi in futuro dalla fame e anche dalla stessa carità.
francesco zaffuto
un interessante articolo sulle reazioni in Africa al G8


http://www.unimondo.org/Notizie/Il-G8-visto-dall-Africa
un post di questo blog
blog interessanti sull'Africa
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(immagine – “uomo con poche cose da vendere” acquarello © francesco zaffuto link Uomo con poche cose)

venerdì 10 luglio 2009

G8, un successo per Berlusconi


10/07/09


I terremotati non avevano bisogno di un G8 all'Aquila, ma Berlusconi e leader mondiali avevano bisogno di uno scenario particolare per rilanciare l'attenzione sul G8.

Berlusconi, che aveva scommesso sulla sua idea di un G8 nel luogo del terremoto, è riuscito a rilanciare la sua immagine a livello internazionale. E' riuscito a vendere il suo prodotto ancora una volta e grazie ad una grande operazione di pubblicità.

Sui risultati del G8 su: clima, disarmo e Africa, è opportuna qualche riflessione meno ottimistica.
Il clima di cordialità e di attenzione dei vari leader mondiali è stato positivo, ma molti obiettibi sono rinviati nel tempo.
- Riguardo al clima, i primi risultati dovrebbero concretizzarsi tra il 2020 e il 2050; (saremo ancora vivi?).
- Riguardo all'Africa forse un primo concreto aiuto, ma resta da capire se si tratta di 20 miliardi di nuovi stanziamenti per combattere la fame nel mondo o se si tratta di rimessa in campo di precedenti stanziamenti mai effettivamente impiegati (un paio di mesi addietro si era evidenziato un mancato rispetto degli impegni pro Africa di Francia ed Italia). Gli USA con l'amministrazione Obama pare che si impegneranno con nuovi tre miliardi. E' tutto da vedere.
- Sul disarmo nucleare le decisioni sono rinviate a un prossimo summit tra USA e Russia.
Un G8 pervaso di grandi promesse e di una gestualità commovente; una sorta di miracolo Berlusconi-Obama, con qualche inserimento sporadico di Napolitano.
Anche i manifestanti anti - G8 sono stati meno rumorosi del solito, il clima pesante delle case terremotate ha fatto un certo effetto a tutti; anche questo secondo le previsioni di Berlusconi.
(f.z.)

il precedente post
I terremotati non hanno bisogno del G8 inserito il 24 aprile 09

“ E i no global non avranno il coraggio di venire a fare casino fra i terremotati. Capite? Risparmiamo soldi e siamo più sicuri”. Con questa frase Berlusconi annuncia un G8 tra i terremotati. Peccato che già quasi tutti soldi del G8 sono stati investiti e, forse , questa nuova idea si tradurrà un ulteriore spreco.
http://www.corriere.it/politica/09_aprile_23/spostamento_g8_reazioni_maddalena_sardegna_3e267c8a-3011-11de-8d39-00144f02aabc.shtml


Non si capisce come mai, giorni addietro, il presidente Berlusconi chiedeva ai politici di non andare a fare passerelle e ora è disposto a organizzare un intero impianto strategico e organizzativo per ospitare i leader mondiali; impianto che per le conseguenze logistiche può portare solo disagio nelle zone terremotate. I leader mondiali sanno cosa comporta un terremoto e se vogliono possono dare una mano anche senza recarsi sul posto.I grandi del G8 si possono incontrare in qualsiasi albergo - ristorante d’Italia, prendere le decisioni necessarie, rispondre con sincerità come mai una volta si è G20, una volta G8, e una volta G7. Meno spettacolo e più umanità per i diseredati della terra e ci saranno meno contestazioni. Non sono certo i no global che impediscono scelte ponderate sulla crisi economica, scelte ponderate per salvare l’Africa dalla catastrofe umanitaria, scelte ponderate verso il disarmo e un mondo migliore.
francesco zaffuto
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(immagine – “angoscia del futuro” cera e china © francesco zaffuto link Altre allegorie)

mercoledì 1 luglio 2009

L'incidente probabile e l'inutile sacrificio


01/07/09
Sull’esplosione di GPL a Viareggio.
Questo nostro vivere pericolosamente.


Migliaia e migliaia di treni e autotreni, con gradi contenitori di GPL e di altre micidiali sostanze, viaggiano nel giorno e nella notte; i cieli sono solcati da aerei che permettono di trasferire in poche ore le nostre esistenze da una parte all’altra del globo; milioni e milioni di autovetture sfrecciano veloci nelle nostre strade.

Il continuo movimento di noi uomini attorno a noi stessi è quello che ci affascina e che chiamiamo “progresso”. Di fronte a questa specie di “dio” siamo disposti a fare dei sacrifici umani. A questi sacrifici abbiamo dato un nome particolare: “incidente”. Per praticare senza orrore questi sacrifici ricorriamo a una giustificazione che pare inoppugnabile: la probabilità matematica. A questa pratica sacrificale siamo a tal punto abituati fino a viverla come una quotidiana normalità.

Oggi, 1 luglio 09, leggendo il giornale, restiamo esterrefatti per “l’incidente” di Viareggio, la violenta esplosione ci ha scosso e pare non rientrare nella nostra normale pratica sacrificale. Sempre oggi, 1 luglio 09, sullo stesso giornale in secondo piano, leggiamo dell’ennesima sciagura aerea con 151 morti. Per questo secondo incidente restiamo meno scossi, segue di poco un altro grave incidente aereo, stiamo entrando nell’arco del risaputo, nell’arco della nostra quotidiana abitudine del vivere pericolosamente. La quotidiana pericolosità ci fa normalmente digerire 1.220 morti l’anno sul lavoro (dati 2008 in Italia) e i 5.131 morti l’anno per incidenti stradali (dati 2008 in Italia).

L’incidente di Viareggio, con la sua grande esplosione, ci ha come ricordato anche il possibile grande incidente nucleare che cova nell’animo delle possibilità matematiche umane e che già nel mondo si è manifestato nella guerra e con Chernobil .
Il fragore dell’esplosione ci ha riportato dentro una sana paura per l’incidente e per il sacrificio che siamo costretti a praticare al “dio progresso”. Si apre a qualche riflessione il nostro cervello, ottenebrato dalla quotidianità. Qualche dubbio ci sorge. Si tratta veramente di “progresso” o del contrario del “progresso”? La tecnologia dovrebbe aiutarci a migliorare la nostra vita e non a peggiorarla. Allora perché non applicare la tecnologia e il “progresso” per limitare ed eliminare gli incidenti?

Non si tratta di ritornare indietro al carro con i muli, ma si tratta di mettere la tecnologia al servizio del benessere umano, applicare tutti i migliori aspetti della tecnologia stessa per aumentare la sicurezza e rendere l’incidente un evento difficilmente probabile. Non può essere considerato normale lo spezzarsi dell’asse di un vagone di un treno; già esiste una tecnologia appropriata per evitarlo. Non può esser considerato normale l’esistenza di una lista nera per i voli aerei; alle compagne che non rispettano gli standard ottimali di manutenzione deve essere proibito l’esercizio stesso di volare. La strage quotidiana dei morti per lavoro e per incidenti stradali può essere evitata con l’applicazione di norme sulla sicurezza e sulla limitazione della velocità. Se ciò è ragionevolmente buono ed anche ragionevolmente possibile, perché non si pratica? Per due motivazioni: perché ha un costo economico e perché ci siamo abituati alla quotidianità dell’incidente al punto di considerarlo come un normale evento del nostro vivere.

Quando capita un incidente che per i suoi aspetti spettacolari viene enfatizzato dalla stampa e dalle televisioni si comincia a inseguire la pista delle responsabilità, come una sorta di necessaria vendetta. Si cercano i responsabili. E’ giusto che sia fatto, ma non basta a scongiurare i futuri incidenti. Va perseguita non solo la responsabilità tecnica per l’incidente accaduto, ma anche la responsabilità tecnica per i nuovi possibili incidenti futuri.

Quando parliamo di responsabilità tecnica non possiamo soffermarci ad essa, esiste una più grande responsabilità che è quella fatta sulle scelte economiche; l’abbattimento dei costi per sicurezza e manutenzione è il motivo che sta alla base dell’espansione numerica degli incidenti. Esiste poi la più vasta area della responsabilità politica, la responsabilità di chi doveva produrre norme, farle applicare ed esercitare i necessari controlli. Infine esiste la responsabilità culturale di tutti quegli intellettuali che reputano addirittura insignificante occuparsi di questi problemi o trovano poca utilità nell’indicare una strada alla politica e all’economia.
francesco zaffuto
(immagine “coercizione” fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/ )