lunedì 31 maggio 2010

Siamo un paese inquietante 2

Siamo un paese inquietante
non riusciamo a disvelare nulla della nostra Storia
restiamo senza parole
dobbiamo solo giocare
un assurdo gioco dell'oca
per vincere un antidoto
che ci convinca della necessità dei segreti (f.z.)

ricevo da libomast questa immagine a commento di "siamo un paese inquetante"

("2010_odissea_italiana © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)
per vedere il video di libomast "che cos'è questa crisi" vai al link

http://libomast1949.blogspot.com/2010/06/ma-cos-e-questa-crisi.html


domenica 30 maggio 2010

Siamo un paese inquietante


Il 2 giugno è la festa della Repubblica, si accavalleranno alcuni discorsi retorici; ma insieme ai discorsi retorici quest’anno, vicino alla data della festa della Repubblica, ci sono anche dei discorsi inquietanti.

Recentemente le dichiarazioni del procuratore antimafia Piero Grasso hanno puntato il dito sulla necessità di proseguire con le inchieste sulle bombe del 1993 e sugli attentati a Falcone e Borsellino. Ecco il link dell’articolo de La Repubblicahttp://www.repubblica.it/cronaca/2010/05/27/news/stragi_93-4363758/

Successivamente c'è stata l’intervista rilasciata da Walter Veltroni sugli stessi argomenti.http://www.repubblica.it/cronaca/2010/05/28/news/dubbi_tremendi_su_quelle_morti_fforse_un_pezzo_dello_stato_trad-4395225/

Infine un intervento angosciato del presidente Ciampi che ricorda gli attentati nel momento in cui rivestiva la carica di presidente del Consiglio “...ebbi paura che fossimo a un passo da un colpo di Stato. Lo pensai allora, e mi creda, lo penso ancora oggi...”.http://www.repubblica.it/politica/2010/05/29/news/notte-golpe-4418306/?ref=HREC1-1

Questo paese ha una sua necessità storica: conoscere i lati oscuri della sua storia occulta dalla strage di piazza Fontana del 1969 fino agli attentati del 1994. Una grande fetta della vita di questa repubblica (quasi trent’anni) è stata costantemente pervasa da atti distruttivi su cui non si è riusciti a fare chiarezza.
Che nella storia di un paese ci possano essere dei lati oscuri è possibile; che nella Storia ci siano dei lati oscuri certo a chi studia la Storia non può destare meraviglia. Quello che è atipico in Italia è la grande quantità di fatti oscuri accaduti, il suo ripetersi nel tempo, la loro gravità, l’atteggiamento rassegnato dell’opinione pubblica all’impossibilità di capirci qualcosa.
Probabile che gli interventi di Grasso, Veltroni e Ciampi abbiano rovinato un qualche brindisi augurale per l’anniversario del 2 giugno, ma ben venga un ritorno di memoria su fatti che non vanno dimenticati.

30/05/10 francesco zaffuto
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(immagine – “muri” photo © arianna veneroni) l’immagine per comprenderla necessita di una osservazione attenta, solo così si disvela una ragazza che muove velocemente le braccia.Altre foto di Arianna Veneroni su http://www.flickr.com/photos/arive11/

sabato 29 maggio 2010

sulla immortalità


«A monsignor Gerardo Pierro, arcivescovo primate metropolita di Salerno Campagna Acerno al compiersi del suo 75˚anno di età con viva gratitudine l’arcidiocesi eresse», è scritto sul piedistallo.
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/notizie/cronaca/2010/26-maggio-2010/pierro-inaugura-sua-statua-seminario--1703085331107.shtml
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http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=103777&sez=CAMPANIA

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Il caso accaduto a Salerno, dove in pompa magna è stata scoperta la statua di un vescovo vivente al momento del suo compleanno e delle sue dimissioni, fa sorridere. Rivela la contraddizione tra la ricerca di una silenziosa immortalità nell’al di là e la ricerca di una immortalità sulla terra meno silenziosa e più altisonante.
Il riconoscimento degli altri e la ricerca della immortalità sulla terra spesso guidano il comportamento umano. Nella Storia uomini pervasi dal bisogno di riconoscimento e dalla ricerca di immortalità hanno costruito grandi opere e grandi catastrofi. Tra Napoleone e il vescovo Pierro, con l’ottica del meno danno, forse sceglierei il secondo. Riguardo poi alla pratica di fare statue a chi è disposto a farsi da parte proporrei subito una statua per Berlusconi con scritto sul piedistallo “grazie, può bastare”.
29/05/10 francesco zaffuto

venerdì 28 maggio 2010

Mussolini, il cavallo e Berlusconi


Per dire che la manovra di tagli non è roba sua Berlusconi cita Mussolini
Se diventa di moda citare i “grandi” predecessori anche quelli un po’ discutibili:
a Putin tocca citare Stalin,
alla Merkel tocca citare Hitler,
a Benedetto XVI tocca citare Bonifacio VIII.

Berlusconi la citazione non l'ha fatta dinanzi a un bicchiere di vino in una trattoria di Trastevere, ha scelto di farla in un luogo ufficiale, in una conferenza a margine del vertice Ocse di Parigi : «Chi è nella posizione di capo del governo di potere vero non ne ha praticamente nulla - ha detto il premier durante la conferenza stampa -. Oso citarvi una frase di colui che era ritenuto un grande e potente dittatore, e cioè Benito Mussolini. Nei suoi diari ho letto recentemente questa frase: "dicono che ho potere, non è vero, forse ce l'hanno i gerarchi ma non lo so. Io so che posso solo ordinare al mio cavallo di andare a destra o di andare a sinistra e di questo devo essere contento"».


In altre occasioni abbiamo sentito Berlusconi vantarsi delle sue capacità di comando. Questa volta per fare digerire la pesante manovra finanziaria descrive le sue possibilità di potere limitate dai suoi “gerarchi”: Tremonti, Bossi, Fini (specie oggi che uno dei suoi potenti “gerarchi” ha deciso di ostacolarlo e un altro ha guadagnato peso nelle ultime elezioni).

Ed ecco che al Berlusconi che doveva tagliare le province per un grande risparmio di 12 miliardi l’anno si sostituisce un Berlusconi che forse non riesce neanche ad eliminare alcune piccole province. Poi continua con la sua pubblicità di non avere messo le mani nelle tasche degli italiani come se gli impiegati statali non fossero italiani: nei fatti il blocco del rinnovo dei contatti è una forma diversa di operare sulle tasche ma sempre sulle tasche si sta operando.

La scelta di Berlusconi di citare Mussolini è tutta da ascrivere alle sue simpatie; in quanto alla sua mancanza di potere si può dire che coincide con la sua preoccupazione di perdere il potere.

Mussolini, anche lui, era dominato dalla preoccupazione di stare sempre a capo del suo potere; di conseguenza doveva accontentare i suoi, ma nel contempo i suoi uomini erano tutti pervasi dalla voglia di accontentare Lui, si trascinavano insieme nell’avventura di grandezza, avventura che tanto costò all’Italia. Certo il Berlusconi odierno non è paragonabile a Mussolini, forse piacerebbe tanto allo stesso Berlusconi e a La Russa, ma il contesto è un po’ diverso: non c’è una Grecia a cui “spezzare le reni”, neanche degli inglesi da “stramaledire”, e in Germania ci sta la Merkel che credo non abbia tanta voglia di fare citazioni di Hitler in conferenze stampa a Parigi.
28/05/10 francesco zaffuto
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immagine foto dell'epoca

giovedì 27 maggio 2010

Altro che bamboccioni, sono Neet



Si rischia un salto generazionale

L'Istat, nel rapporto annuale presentato oggi 26 maggio, denuncia che: sono 2 milioni in Italia i giovani che non lavorano e non studiano, stanno in attesa del loro futuro. Hanno trovato anche una definizione all’americana “sono i Neet” (Non in education, employment or training).Questi giovani sono coinvolti nell'area dell'inattività (65,8%).
Hanno un'età fra i 15 e 29 anni (il 21,2% di questa fascia di età), per lo più maschi.
Nel 2009, a causa della crisi economica sono 126 mila in più.
Anche al Nord nel 2009 c’è stato un aumento +85 mila.
Tuttavia il maggior numero di questi giovani, oltre un milione, si trova nel Mezzogiorno.
I laureati (21% della classe di età) e diplomati (20,2%).
Già dal 2007 (dati Ocse), l'Italia registrava il 10,2% di Neet contro il 5,8% dell'Ue.
Questi giovani quando perdono il lavoro, più dura lo stato di inattività e più hanno difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro.
Tra il primo trimestre del 2008 e lo stesso periodo del 2009 la probabilità di rimanere nella condizione di Neet è stata del 73,3% (l'anno precedente era il 68,6%).
Altro che 'bamboccioni', sono conviventi forzati con i genitori per motivi economici. I 30-34enni che rimangono in famiglia sono quasi triplicati dal 1983 (dall'11,8% al 28,9% del 2009). Rilevante è anche la crescita dei 25-29enni, dal 34,5% al 59,2%.
Sempre secondo il rapporto Istat i giovani non sposati fra i 18 e 34 anni che vivono con i genitori sono passati dal 49% al 58,6%. Dal 2003 al 2009 sono calati di ben nove punti i giovani (18-34 anni) che per scelta vogliono vivere nella casa dei genitori: la prolungata convivenza dei figli con genitori dipende da questioni economiche per il 40,2% e dalla necessità di proseguire gli studi per il 34%. La percentuale di giovani che dichiara di voler uscire dalla famiglia di origine nei prossimi tre anni cresce dal 45,1% del 2003 al 51,9% del 2009. Tra le motivazioni economiche per restare nella famiglia di origine, le difficoltà nel trovare casa per il 26,5% e quella di trovare lavoro 21%.
Nel 2009, circa 16,5 milioni di occupati (72,4%) svolgono una professione adeguata al livello d' istruzione, 1,7 milioni (7,4%) ha un lavoro relativamente più qualificato, il 20,2% (4,6 milioni) è sottoinquadrato. Rispetto al 2004, il fenomeno del sottoinquadramento interessa oltre un milione di persone in più. I sottoinquadrati sono giovani per il 31% (+6,8% rispetto al 2004).
In realtà il fenomeno della disoccupazione giovanile è arginato dalle famiglie di origine. Si trovano tra i disoccupati molti giovani con titoli di studio elevati che aspirano alla possibilità di inserirsi in lavori che possano riconoscere un qualche merito per i loro studi, ma i ritardi di inserimento aumentano le difficoltà. Anche l’accettazione di piccole attività di lavoro di collaborazione in attesa
di una migliore collocazione fa parte del fenomeno.
Intanto nel nostro paese si è teorizzato il blocco del turn over, l’assenza di concorsi pubblici e l’aumento dell’età pensionabile. Questo significa far saltare possibilità di occupazione ad un’intera generazione.Nel contempo abbiamo la realtà dei lavoratori extracomunitari, i lavori rifiutati dai giovani che sperano in qualcosa di meglio vengono occupati dai disperati che sono disposti ad accettare qualsiasi tipo di lavoro; si possono scoprire anche realtà di lavoratori extracomunitari con elevata cultura che sono disposti ad accettare qualsiasi tipo di occupazione.
La proletarizzazione moderna ormai non ha più le regole del passato; non solo per ceto, per livelli di istruzione, ma anche per degli strani e capricciosi livelli di fortuna. Un giovane con due lauree, sprovvisto di “santi raccomandatari” e di fortuna, può trovarsi a dovere accettare un qualsiasi lavoro di magazziniere o imbianchino, oppure deve aspettare in casa in attesa che arrivi qualche assunzione privata o che il ministro Brunetta ricominci a parlare di concorso day. E se si arriva ai quaranta anni, non sei più duttile e flessibile.
26/05/10 francesco zaffuto
.(immagine – “angoscia del futuro” cera e china © francesco zaffuto link Altre allegorie)
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martedì 25 maggio 2010

Le borse scivolano e si naviga a vista



I governi sembrano arrendersi alla speculazione

Le borse continuano a scivolare sommando dati negativi dai primi giorni di maggio, la stessa risposta dei governi europei in aiuto della Grecia ha fatto sollevare le borse solo per un paio di giorni e poi è ripresa la caduta.
La caduta investe non solo l’Euro e titoli di bancari, ma globalmente tutti i titoli: vengono trascinati al ribasso Fiat, Mondadori, Enel, Eni, titoli che nei mesi precedenti avevano avuto una costante ripresa.
Le borse hanno riportato le quotazioni al marzo del 2009, quando erano al massimo le preoccupazioni per la crisi mondiale. Un’ondata di speculazioni al ribasso; l’imperativo della speculazione al momento è vendere tanto si può riacquistare tra qualche giorno a prezzo più basso.
La scommessa sul disastro del mondo dei grandi finanzieri non è ancora cessata; si sentono forti e in borsa comandano ancora loro, con le loro società di rating addomesticate, con i contratti sui derivati che non hanno subito modificazioni, con le vendite allo scoperto ancora possibili (visto che l’azione della Merkel ha riguardato solo pochi titoli e non sono corsi in aiuto della statista tedesca gli altri governi).
Obama è lontano, la sua promessa di aggiustare i difetti del capitalismo ha fatto plaf..; dopo avere speso un patrimonio per aiutare le banche americane in crisi non ha avuto il coraggio di affrontare una regolamentazione delle borse. Due G20, altri G8 e G7 per non combinare un accidenti di niente.
La speculazione finanziaria è più forte dei governi, i governi hanno tutti paura di essere ricattati sul debito pubblico , fanno manovre per presentarsi “probi” alla speculazione internazionale. Anche la stessa manovra finanziaria italiana è un’accozzaglia di piccoli tagli per dire ai grandi finanzieri: “continuate a fare i buoni con i nostri bond”. Certo le operazioni di contenimento del debito sono necessarie ma, se non vengono collegate con coraggiose riforme della borsa e del sistema bancario, possono solo diventare un giro tortuoso. I Governi pare che stiano a secco di idee, dopo avere continuamente scartato qualche possibilità di aggredire la speculazione, navigano a vista.
25/maggio/2010 francesco zaffuto
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Vendite allo scoperto da proibire

sabato 22 maggio 2010

Bersani: “La Gelmini rompe i coglioni”


La libertà di parola e di critica è di tutti i cittadini italiani. (deriva dalla Costituzione)
Gli insegnanti hanno in particolare anche la libertà di insegnamento. (deriva dalla Costituzione)
Gli insegnanti che si occupano di sindacato nella scuola hanno la libertà di critica come rappresentanti di lavoratori.. (deriva dalla Costituzione)
DA DOVE DERIVA LA CIRCOLARE DEL DIRETTORE SCOLASTICO REGIONALE DELL’EMILIA ROMAGNA, MARCELLO LIMINA?
DA DOVE DERIVA IL MINISTRO GELMINI?


IL FATTO:22-05-2010
Ora un insegnante che denuncia cosa sta accadendo nella scuola pubblica (tagli insostenibili, 40 ore di lezioni formali spacciate per tempo pieno, test Invalsi in cui non viene rispettata la privacy dei bambini, e chi più ne ha più ne metta) «strumentalizza le istituzioni», farebbe dunque meglio a «candidarsi se vuole fare politica» e per tanto meriterebbe delle sanzioni, come ha minacciato in una circolare riservata il dirigente dell'Ufficio scolastico regionale dell'Emilia Romagna. E' quanto afferma il ministro dell'Istruzione Maristella Gelmini, sostenendo di condividere e sostenere «pienamente l'operato del direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale dell'Emilia Romagna, Marcello Limina, che ha invitato tutto il personale della scuola a osservare un comportamento istituzionale». La «bomba» era scoppiata ieri grazie al coordinamento di insegnanti di Modena Politeia, che ha diffuso la circolare con cui si invitano i presidi a «sensibilizzare il personale della scuola sul corretto comportamento da tenere con gli organi di stampa». Ma non solo: nella circolare si chiede ai presidi di ricordare che addirittura è improprio «indirizzare ad alte autorità politiche o amministrative diverse dal loro diretto riferimento gerarchico documenti, appelli o richieste». Insomma: se sei un insegnante non puoi rivolgerti al presidente della Repubblica perché salvi la scuola pubblica. Tra le norme citate dal dirigente regionale per sostenere la sua posizione, anche quella in cui si prevedono «sanzioni disciplinari». Censura? Ma per carità, Limina si dice «consapevole che l'amministrazione ha il dovere di dialogare», e per tanto invita i dirigenti scolastici ad aprire sul sito dell'ufficio territoriale una «casella e-mail». Gli insegnanti di Modena in un comunciato hanno già chiesto le dimissioni del dirigente, ma lo stesso ha fatto ieri la Cgil Flc. Mentre le parlamentari del Pd Bastico e Ghizzoni annunciano interrogazioni urgenti sul caso. (ci. gu.)


- Dal palco Bersani ha parlato anche della politica del governo sulla scuola e lo ha fatto senza mezzi termini. «Sono per fare uscire da questa assemblea una figura eroica, i veri eroi moderni, gli insegnanti che inseguono il disagio sociale in periferia, lottano contro la dispersione mentre la Gelmini gli rompe i coglioni».

http://www.corriere.it/politica/10_maggio_22/bersani-pd_5b0e49be-65a2-11df-89b0-00144f02aabe.shtml?fr=box_primopiano

SIGNIFICATO DELLA FRASE
Se una persona che con atti infastidisce costantemente, viene invitata a non infastidire ulteriormente.
Per favore, te lo chiedo per favore, per carità non ci rompere i coglioni.

Non è piaciuta la parola usata da Bersani.
Di solito non usa questo linguaggio.
Infatti la parolaccia va usata per momenti eccezionali
e questo era un momento eccezionale.
22/05/10 francesco zaffuto
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immagine di Dante di Botticelli - Dante usò un lingiaggio duro nell'inferno perché era appropriato

Se po fa'


Qualche riflessione sulla cellula artificiale

Se po fa’.
Se po fa’?
Sì, con la cellula nova.
Come ?
Te pigli na cellula vecchia,
la svoti
come se svota l’ovo
lassanno però la coccia tutta intera
e poi ce metti dentro n’antra cosa.
E che ce metti?
E quello che voi,
ma fatto di numeri
che prendi dar computer.
Per esempio: se der pollo te piace la coscia,
cerchi i numeri der pollo cor computer,
levi un po’ de ‘ste numeri e lasci solo quelli della coscia
e le metti nell’ovo
e fai un pollo tutta coscia.
Ma poi la cosa più bella è
che coi numeri te poi inventà cose nove,
tipo:
un piede che camina solo,
na mano che se gratta,
na scoreggia senza puzza.
Tutte cose utili.
Tu pensa che sto scienziato
addirittura
già inventa de nventà l’ovo spazzino.
E che d’è?
Te spiego bene:
ce so de bagnanti che glie ve de cacà in mezzo al mare,
che è proprio na schifezza,
allora dopo glie manni l’ovo spazzino,
che te pulisce meglio de na lavannara.
Poi dici che nun è formidabile sta scienza!
Ma dimmi, rimango sbalordito, se po’ puro nventà un omo novo?
Questa è da pensalla.


In trattoria, dinanzi a un bicchiere di vino, parlare della cellula artificiale non è facile, specie per gente come me che, in campo di scienza, rimane solo appesa ad alcune informazioni generali. Eppure anche noi siamo coinvolti nelle conseguenze della scienza senza conoscerla.

Sto provando a capirci qualcosa, per questo ho inserito il link sottostante con le osservazione del noto genetista prof. Novelli
http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/10_maggio_20/prima-cellula-artificiale_1cbaff5e-6417-11df-ae00-00144f02aabe.shtml

Dove ci porterà la nuova scoperta di Venter? Si parla di una nuova era. Non è facile fare previsioni, può portare ad applicazioni utili per combattere l’inquinamento o per combattere certe malattie, come può portare ad applicazioni degne dei film più catastrofisti che la cinematografia ci ha proposto in questi anni.

Riguardo ad una ipotetica pericolosità della nuova scoperta, basta considerare che la nostra vita è stata costantemente condizionata, da una sessantina di anni, dal ricatto atomico. Peggio di così?

Certo Venter, oltre ad essere un buon scienziato, è anche un buon imprenditore: si affretta a depositare i brevetti, la sua società di ricerca stringe patti con altre società, si avvia verso un uso economico delle sue ricerche. Il presidente Obama ha già fiutato che forse può cominciare un utilizzo tecnologico ed ha disposto una indagine bioetica sulla cellula artificiale alla sua Commissione presidenziale.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/scienza/2010/05/20/visualizza_new.html_1794865582.html
Quando Venter, tempo addietro, disse di avere completato la mappatura del DNA umano, qualche scienziato sollevò dei dubbi sulla mappatura, poiché si limitava solo al 5% del DNA e il resto era stato considerato inerte. Ecco un paio di link dove si sollevavano alcuni dubbi.
http://www.altrogiornale.org/comment.php?comment.news.1413

Se prendiamo per buone queste ultime notizie sulla cellula artificiale, il passo è fatto. E se il passo è fatto non si torna indietro, possiamo solo tentare di arginare gli effetti negativi. Inizia una nuova era, dicono, ma per questa nuova era è necessario non solo un uomo più intelligente ma anche più saggio e prudente. Fino ad ora, considerando guerre, fame nel mondo, inquinamento, sfruttamento di altri uomini e disonesta dilagante, la saggezza e la prudenza non è stata di casa.
La riflessione, anche quella non scientifica, anche quella in trattoria, se è rivolta a diminuire il malessere dell’uomo ci può aiutare.

Al momento, chiudo proponendo la visione di questo video “La sindrome del creatore” di libomast
http://www.youtube.com/watch?v=Wo2CNvNRx9w&feature=player_embedded
saluti a tutti francesco zaffuto

immagine “mano che ride” fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)
Intervento di libomast

Essere per vivere o essere programmati.

“Di come funziona la biologia, in realtà, non sappiamo un c.”, si è lasciato
scappare Craig Venter e/o Ventre.
http://pubmedeurope.com/pubblicazioni/modules/lavori/DNA.pdf

Premetto che parlo da ignorante in materia: sono un agronomo, negli anni 70 ho lavorato al miglioramento genetico del grano duro, del pomodoro, del mais, della fava ecc., presso l’Ist. Di Coltivazioni Erbacee – Università di Palermo - sotto la guida del Prof. Gianpietro Ballatore, con buoni risultati. Le tecniche adottate erano copiate dalla natura, si applicavano i principi mendeliani. Incrociando, con la fecondazione artificiale, cultivar portatrici di diversi caratteri utili nel tentativo di unire in un nuovo individuo genotipi provenienti da diverse piante. In campo biologico però ne so poco o niente e quindi non ho molti strumenti per giudicare, però vorrei capire lo stesso. A prima vista è una grande notizia, una scoperta pionieristica che potrebbe portare notevoli benefici per tutti.
Craig Venter, nel 1999 è stato il fondatore e presidente di Celera Genomics, una società che è nata parallelamente alla Progetto Genoma Umano.
Craig Venter, è uno dei cinque donatori del DNA usato per il sequenziamento e può così vantarsi di essere uno dei pochissimi uomini al mondo con il proprio genoma totalmente sequenziato.
Nel sito del Craig Ventre Istitute

http://www.jcvi.org/cms/research/projects/first-self-replicating-synthetic-bacterial-cell/overview/

http://www.jcvi.org/cms/research/projects/first-self-replicating-synthetic-bacterial-cell/faq/#q6

viene dato ampio spazio agli eventuali risvolti positivi della ricerca, mentre per la pericolosità zero.

Craig Venter è un po' ingenuo" "Manipolando i processi vitali si tocca qualcosa la cui caratteristica è l'imprevedibilità. Per cui se si opera senza regole si può fare un danno superiore ai benefici che possono venire per l'uomo"
Craig Venter, è il capo dell'équipe che è stato capace di creare la prima cellula autoreplicante denominata “Mycoplasma mycoides JCVI-syn1. 0″ cellula che è completamente controllata da un cromosoma sintetico.
Craig Venter, ha cercato di privatizzare i dati e richiedere un pagamento per accedere al database. (La comunità scientifica gli si è scagliata contro ed è riuscita ad ottenere l’accesso libero alla sequenza completa).
Craig Venter, ha già depositato un brevetto per le nuove speci che sta per creare. Sta immergendo, di nuovo, le mani troppo in profondità nella marmellata. Questa volta la comunità scientifica avrà il potere di accedere alla ricerca?
Craig Venter, auspica nuove regole per evitare abusi di questa "potente tecnologia" – ma non mette a disposizione il data base - vuole essere il controllore del controllato.
Chiamatemi pazzo, ma io sono preoccupato per un gruppo di individui che ha il piano di possedere legalmente vari tipi di speci viventi.

Il Cardinale Bagnasco: «Segno dell'intelligenza umana, ma scoperte vanno legate all'etica».
Il Cardinale o è ignorantello o è cattivello, o pensa solo all'etica ?
Il Cardinale, non può ignorare che si sono già verificati incidenti da «cattiva valutazione del rischio».L’agghiacciante produzione di triptofano con l’uso di un batterio geneticamente modificato, prodotto dalla ditta giapponese Showa Denko, e che ha portato alla morte di 37 persone e all’invalidità permanente di altre 1.500, può essere un caso esemplare degli effetti del riduzionismo scientifico coniugato al business: si veda la storia al sito PRAST, «Physichians and Scientists for responsable application of Science and Technology», http://www.psrast.org/demsd.htm .

Il caso di Jesse Gelsinger – un ragazzo diciottenne affetto da un deficit di ornitina- transcarbamilasi (OTCD), una epatopatia ereditaria. Nel 1999, all’Istituto per la Terapia Genica Umana dell’Universita’della Pennsylvania, Jesse fu incluso in una sperimentazione clinica di una nuova terapia genica. Degli Adenovirus modificati, avrebbero dovuto portare nelle sue cellule epatiche una copia del gene sano, in grado di codificare correttamente l’ornitina transcarbamilasi, eliminando gli effetti del deficit. Dopo poco tempo dalla somministrazione il ragazzo comincio’ a sentirsi male con gravi sintomi respiratori, verosimilmente dovuti ad una sindrome da stress acuto. In breve si manifestò un’insufficienza organica multipla acuta e ingravescente che portò il ragazzo alla morte in pochi giorni.

se hai premura vai a pag. 58
http://www.istitutoveneto.it/chiaramentescienza/picture/Borsani.pdf

http://www.brainmindlife.org/jessegelsinger.htm

Liborio Mastrosimone

giovedì 20 maggio 2010

Intervista a Carlo Marx sul compenso a Santoro

Forse perché il barbera l’altra sera era pesante, ho pensato de parlà con Carlo. Sì, il Carlo Marx, per fargli una intervista su cosa ne pensava dei 10 milioni a Santoro a pie di lista.

Ho girato tutti li gironi, sì li gironi dell’Inferno, e non l’ho trovato. Dopo ero sicuro di trovarlo in qualche cornice del Purgatorio, niente da fare. Con grande meraviglia ho incontrato il Carlo in una delle tante stanze della portineria del Paradiso.
E come un inviato speciale mi avvicinai e cominciai a parlare.

Inviato – Siete qua, professore?
Marx – Siete? So uno solo, perché mi chiami siete?
Inviato – Per rispetto professore.
Marx – Ma no, qua danno del tu anche al Capo, stile Roma antica. Vedi de parla, dici nun dica.
Inviato – Come mai sei qua?
Marx – (sorride) Mi hai cercato all’infernaccio? Eh .. eh. Io penso che se so sbagliati (dice grattandosi la barba), ma qua dicheno l’errore nu ne possibile.
Inviato – Come mai st’accento vagamente romanesco.
Marx – E pe via che manno messo con un certo Gioacchino, un certo Belli, che me continua a parla in sto modo da cent’anni. Nun riesco manco più a dire più “grundisce , grundisse”. Ma lasciamo perdere , dimmi piuttosto, che voi da me?
Inviato – Scusa, te posso chiedere perché non t’anno messo con Engels.
Marx – No... l’amico mio sta ai piani superiori. Hanno detto che stava a pagare sempre da bere lui e che gli spettava. Ma dimmi tu, che mi pari ancora umano, che fai qua e che voi da me?
Inviato – Sono venuto per chiederti di Santoro.
Marx – A me de santi me veni a chiedere? A me che me stanno proprio sopra li co.... E nun me fa parlare male che qui intercettano tutto.
Inviato – Non è un santo, se chiama così di nome. Tu pensa che è uno che dice di essere di sinistra e che guadagna in un colpo 10 milioni di euro.
Marx – E che vol dì? Che è sto modo de parlà? Euro, milioni? Nun si capisce niente.
Inviato - So tanti, so proprio tanti. Tanti, tanti.
Marx - Famme capì, quanto vale un omo da voi. Uno omo de fatica. Uno di quelli che io chiamavo.... Famme pensà ... come li chiamavo?
Inviato – Proletari
Marx – Esatto. Uno di quelli. Quanto guadagna in un anno nel tuo paese?
Inviato – Uno di quelli guadagna al massimo in un anno 16.000 euro.
Marx – E allora è semplice, fai la divisione e capisci. Tu hai detto dieci milio de ste euro, li dividi per 16.000 e vedi quanto omini ha fottuto questo tizio.
Inviato – Ci provo ma non è facile. Fatela voi professò.
Marx – Ho passato la vita a scrive il Capitale e sono qua per riposare.
Inviato – Ci provo, professò. Mi viene, mi viene... circa 625 omini proletari.
Marx – Visto che sei bravo. Pertanto, 625 omini che questo tizio doveva pagare il doppio de 16.000 . Che fa trentadumila. Li ha pagati la meta, si è acchiappato il PLUSVALORE e di conseguenza in un colpo se fatto quei dieci milioni di cui parlavi. V’avevo detto tutto io. V’avevo detto tutto. Ce fosse stato qualcuno che studiava.
Inviato – Sì, solo che non è ...
Marx – Come solo che non è. Siete 625? Nun avete che da perde le vostre catene? Gle fate un culo così e tutto cambia. E nun me fa parla, e nun me fa parla che qui ci intercettano tutto.
Inviato – Ma non... ma non...
Marx – Ce risiamo. Vuoi dire la solita storia che non ce sono le condizioni storiche.
Inviato – Il fatto è che questo Santoro non è un padrone.
Marx – Non è un padrone! E che è?
Inviato – E’ un giornalista.
Marx – Un, un che.... un giornalista?
Inviato - Sì, un giornalista che stava sempre a parla male del padrone dei padroni. E gli hanno detto vedi de parla di qualche altro argomento, goditi sti dieci milioni, riposati un po’ che sei stressato.
Marx – (si gratta la barba e i capelli). Ma voi in pratica avete un padrone dei padroni cosi coglione che paga di tasca sua una simile cifra per un solo giornalista. Con quella cifra ne poteva comprare almeno cinquanta.
Inviato – Vedi, te spiego. Quel padrone dei padroni non paga con soldi suoi, ma con soldi nostri. Soldi che lui prende con un canone che fa pagare a tutti; lui stesso ci dice “ma non pagate, ma non pagate”; li sui nimici dicheno “pagate, pagate, che è brutta cosa non pagare” , e nui paghiamo. Poi lui co li suoi compari prende li sordi e li spenne per comprà giornalisti, cantanti e ballerine.
Marx – Non ciò capito niente. Non ci ho capito proprio niente.
Inviato – Te lo posso racconta natra volta.
Marx – No, no, per carità, mi viene il cerchio alla testa. Una cosa penso di averla capita: la masse dei coglioni sete voi.
Inviato – Ma non potresti tu professò, per lucidarci la memoria scrivere un’appendice al Capitale; quarche paginetta per ricominciare.
Marx – Sì, e poi chi la legge? Me pare che ci aveva ragione quer tipaccio che entrato in paradiso da la porta de servizio. Ci aveva un nome strano, Woutila e per semplicità se faceva chiamare Giovanni e pure Paolo. Me venne a trovà e mi disse cor vocione “nvedi che giù tu sei fori moda; quannu a lu dimonio l’oro non gli abbasta, semo noi che sciogliemo e legamo tutti quanti: proletari, ruffiani, ladroni e padroni” .
Inviato – Non parlava così da noi ma me pare di conoscerlo. E tu non gli hai detto niente?
Marx – Bhe, non sarò di moda da voi ma qua qualche autorità per anzianità ce l’ho , e, per rieducarlo, l’ho mannato a scopare per ducentanni il refertorio.

Dopo averlo salutato, me ne so rigirato sulla terra; ma non sarà possibile trovare a destra o a manca una rivista per pubblicare sta cazzo di intervista .

l’inviato speciale (f.z.)
Intervento dell'amico libomast
Caro ex Prof. che share avevi sul tuo posto di lavoro? da fetecchia e allora liquidazione di fine rapporto e pensione da fame –
Per le lobby, eliminare una trasmissione e/o un conduttore che fa un "uso criminoso della tv pubblica" perché fa sorgere dubbi e va controcorrente, a costo zero, perché pagano i contribuenti, non solo è un ottimo affare, ma apre le porte alla fui-tina di altri rompi co…… , per finire di espropriarci, indottrinarci, sfiancarci, ecc.
Riporto lo sfogo finale dell’ultimo post del blog -C A N E L I B E R O N L I N E
“Ci hanno trasformati in esseri indifferenti, cinici, ipocriti… ci hanno ammaestrati tutti a tale scopo…così non abbiamo un anima e un pensiero…ma siamo tutti figli di Grande Fratello difendendo solo il ns orticello...e basta!!!!!!!!!!! “.
Invece di quell’orticello dobbiamo cercare di salvarne i semi...se qualcuno viene a sradicarci tutto io ripianto e ripianto ancora…io non voglio sopravvivere…IO VOGLIO VIVERE!!!!.
Non mi stupisco per i 10 milioni di € - non mi stupisco per i 28 miliardi di €. - Mi stupisco di esserne venuto a conoscenza -.

La Tv pubblica, che ha fatto conoscere l’Italia agli Italiani, oggi, per le lobby, deve cambiare e deve avere il compito istituzionale di indirizzare gli Italioti a comportarsi come loro desiderano.
http://www.youtube.com/watch?v=uly9_8lHGjw&feature=player_embedded

Noto che stai cercando la carta stampata, hai nostalgia del tuo vecchio ciclostile
“ma non sarà possibile trovare a destra o a manca una rivista per pubblicare sta cazzo di intervista..”
Noto che l’immaterialità di internet non ti soddisfa – bellissima internet, ma…………. sai che i Brunetta di turno vogliono controllarla e strumentalizzarla eliminando anche nell’istituzioni pubbliche la carta stampata – sanno che l’informatizzazione non è ancora della massa principale degli italiani e in particolare degli anziani - e quindi ………………, non solo vecchi, ma ancora dipendenti per il loro analfabetismo, compriamo su ebay i vecchi ciclostile che funzionano anche con carta riciclata, riportiamo indietro i nostri orologi e ricominciamo a ricostruire.
Non dimenticare di rivedere questo vecchio video di Gaber
http://www.youtube.com/watch?v=emoFu3iejiQ&feature=related
Ciao a presto.
Liborio

mercoledì 19 maggio 2010

Vendite allo scoperto da proibire

La vendita allo scoperto di titoli obbligazionari e azionari in realtà non è una vendita di titoli , si tratta nei fatti di una scommessa sulla caduta dei titoli venduti nel breve tempo.
I titoli al momento della vendita non sono realmente posseduti e la vendita i n realtà la si riesce a fare perché c’è una specie di compare: un broker (o banca che garantisce che le azioni ci saranno). Se le previsioni sul ribasso si verificheranno lo scommettitore otterrà un guadagno per le differenze, se il ribasso non si verifica lo scommettitore avrà una perdita per le differenze. Intanto forti quantitativi di vendite allo scoperto generano un effetto di trascinamento in caduta dei titoli ed è molto probabile che il ribasso si venga a verificare.
La Merkel ha in qualche modo visto giusto sulla particolare pericolosità delle vendite allo scoperto in questo momento ed ha annunciato di vietarle sui titoli delle dieci principali istituzioni finanziarie tedesche, tra cui Allianz e Deutsche Bank, a partire dalla mezzanotte di martedì. Si è scatenato così un mercoledì nero per tutte le borse europee. Vendite a raffica antiMerkel da parte di tutti gli speculatori per far pressione sugli altri Stati a non seguire la cancelliera tedesca.
Le Borse europee hanno bruciato 144 miliardi di euro di capitalizzazione: a Milano il Ftse Mib ha perso il 3,45%, Londra e Parigi hanno chiuso in ribasso del 2,81% e del 2.92%. L'unica in controtendenza è stata Atene con le autorità greche che hanno provveduto al pagamento di 8,5 miliardi di euro di scadenze legate ai titoli di stato: +0,87%. Francoforte -2,72% - Madrid -2,61% - Amsterdam -2,89% - Stoccolma -3,13% - Zurigo -1,49% - Lisbona -1,92% - Dublino -4,17%.
E’ evidente che sul piano delle regole in borsa sono necessarie misure di tipo internazionale capaci di bloccare i flussi speculativi a livello mondiale, se la Germania viene lasciata da sola su queste misure, le stesse misure si riveleranno inefficaci.
Intanto, la decisione è stata criticata dalla Francia che ha accusato la Germania di non aver concordato la sua decisione con altri Paesi europei; solo un plauso è arrivato dalla Commissione europea che per voce del presidente Barroso, ha fatto sapere di essere d’accordo con la Germania sulla necessità di frenare l’abuso delle vendite allo scoperto.
Altro che abuso, le vendite allo scoperto dovrebbero essere proibite in tutte le borse del mondo, i mercati mondiali vanno ricondotti a contrattazioni reali e non a fittizie scommesse da casinò, solo in questo modo si possono diminuire le pericolose e spericolate operazioni a ribasso.
Un tempo si teorizzava il beneficio delle vendite e degli acquisti allo scoperto perché si sosteneva che in questo modo si poteva permettere la presenza della speculazione in borsa, speculazione che tendeva a fare diventare fluidi i mercati finanziari con una costante presenza di domanda e di offerta. Un tempo veniva addirittura consentito perfino la possibilità di effettuare speculazioni all’interno del mese borsistico e gli speculatori avevano tutto il tempo di fare le loro speculazioni con il massimo comodo. Ma oggi i mercati mondiali non soffrono certo per la mancanza di speculatori ma per eccesso di speculatori, per una costante presenza di capitale finanziario mobile non investito che si muove come un magma incontrollato. Gli Stati debbono prendere il coraggio di regolamentare le borse riportandole a reali investimenti, non è necessario un fluido fittizio. Chi ha azioni e titoli, li venda pure ma solo se realmente li possiede con effettivi atti di proprietà.
La comunità internazionale degli Stati deve intervenire per una nuova e moderna regolamentazione delle borse; la proibizione delle vendite allo scoperto e la eliminazione di tanti contratti derivati porterebbero i mercati verso processi di investimento sul medio periodo invece di lasciarli ancorati alla speculazione quotidiana.
I nostri “statisti” avranno il coraggio di scontentare alcuni compari con cui spesso cenano insieme?
19/05/2010 francesco zaffuto

immagine: Totò e la classica vendita della Fontana di Trevi

qualche link per orientarsi sul problema

privacy o bavaglio


con la scusa della giusta esigenza di tutelare la privacy sta di fatto passando una legge che lega le mani ai magistrati e mette un bavaglio alla stampa


riporto un intervento trovato oggi 19 maggio su
http://www.peacelink.it/mosaico/a/31800.html

Una legge bavaglio
19 maggio 2010 - di Tonio Dell'Olio

L'iter per l'approvazione della legge che limita l'uso delle intercettazioni, negli ultimi giorni ha subìto un'accelerazione senza precedenti con riunioni mattutine, pomeridiane e notturne dei senatori della Commissione Giustizia. Una sorta di codice rosso da pronto soccorso per un intervento di cui sfugge la gravità. Alla fine, il testo di legge è stato approvato ed ora passa a Montecitorio. È sotto gli occhi di tutti che se non ci fosse stata la possibilità di intercettare, né i magistrati né l’opinione pubblica avrebbero mai saputo nulla di moltissimi degli scandali che hanno rivelato l’esistenza di cricche, corruzione, malaffare e malavita. E allora mi pongo una domanda semplice semplice: “Mafiosi, corrotti e corruttori sono danneggiati o favoriti da questa legge? Hanno più o meno possibilità di farla franca? Insomma sarebbero contenti se la legge andasse in porto?”. Normalmente ciò che fa felici i farabutti, fa fessi gli onesti. Altra domanda: “Questa legge limita o amplia il diritto di informazione?” Se lo limita, non va nella direzione dell’articolo 21 della Costituzione. Per queste ragioni dichiaro la mia personale contrarietà a questa legge e nel contempo mi dichiaro altresì disponibile ad essere intercettato.
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immagine
che la lotta alla mafia non si riduca a una commemorazione - immagine francobollo delle poste italiane

domenica 16 maggio 2010

Manovrina da 25 miliardi e federalismo sprecone



Si annuncia una “manovrina” di 25 miliardi. La pagheranno gli statali e i cittadini con l’aumento delle tasse. Intanto si va avanti con il progetto di un federalismo sprecone ed è vietato parlare di abolizione delle province.
L’annuncio del Governo di volere approvare in giugno per decreto legge una “manovrina” di 25 miliardi di euro per gli anni 2011 – 2012, al fine di rassicurare i mercati sulla capacità dell’Italia a far fronte al suo debito pubblico, dimostra che è prevedibile qualche difficoltà dell’Italia sul debito pubblico.
25 miliardi di euro non sono noccioline, non sarà certo il promesso taglio del 5% degli stipendi a ministri e deputati (promesso da Calderoli) a risolvere il problema contabile (a quei signori il taglio dovrebbe essere del 50%). La fetta più grande sarà presa dagli impiegati statali e da nuove imposte, si annunciano: congelamento dei contratti, blocco di una "finestra" per andare in pensione nel 2011. Pare ci saranno ripercussioni anche sulla sanità e non solo in Lazio, Campania, Calabria e Molise, regioni dove il governo già chiede un aumento delle tasse per il dissesto della sanità regionale.
Mentre il 5% di riduzione di stipendio ai ministri e deputati (sempre che venga mantenuto) non li priverà dei grandi benefici che già godono; il resto dei cittadini lavoratori statali e privati, che vivono già facendo supercalcoli per arrivare a fine mese, saranno sicuramente in difficoltà a seguito di questa “manovrina”.
Un riequilibrio forte della spesa pubblica per il costo della politica poteva venire con una vera e propria riforma federale che doveva portare all’eliminazione delle province. Questo governo si è rimangiata la sua promessa dell’abolizione delle province ed ha scelto la strada di un federalismo costoso e sprecone.
«Aboliremo le Province. Così si risparmiano dieci-tredici miliardi di euro l’anno», diceva Silvio Berlusconi il 10 aprile 2008 a Porta a porta.
Le province, che dovevano essere eliminate, ormai sono arrivate a quota 110. Di conseguenza 110 presidenti e 110 vicepresidenti da retribuire, 4.200 politici che vivono dei finanziamenti delle province di cui circa 900 assessori lautamente pagati e il resto di consiglieri pagati con i gettoni di presenza. La retribuzione mensile di un presidente varia tra 4.000 e 7.000 € ; quella di un vice-presidente tra 3.000 e 5.200 € ; quella di un assessore tra 2.700 e 4.500 € ; più i gettoni di presenza dei semplici consiglieri. A questi vanno aggiunti i costi relativi alla gestione degli organi elettivi: edifici, personale specifico, auto “blu”, rimborsi, spese di rappresentanza. Ancora, a questi vanno aggiunti tutti gli ingenti costi relativi a strutture, non necessari in caso di spostamento delle funzioni ad Enti già esistenti come Regioni e Comuni.
Il costo complessivo delle province aggiornato al 2010 si aggira sui 16 milardi annui. Certo non tutto il costo amministrativo sarebbe immediatamente eliminabile, ma sicuramente 4 miliardi di costo politico sarebbero eliminabili in tempi rapidi.
Fatta eccezione per le province di Trento e Bolzano che rivestono competenze regionali, tutte le altre province possono essere assorbite dalla struttura regionale. La struttura regionale, nella sua autonomia federale, potrà organizzare uffici provinciali periferici a seconda delle necessità istituzionali con un migliore utilizzo degli organici e senza l’oneroso costo della macchina politica provinciale.
Un ulteriore diminuzione del costo della politica si può ottenere accorpando i piccoli comuni ed eliminando le comunità montane dove non rivestono alcuna necessità.
Certo tutto ciò non si può fare in un giorno, ma in questi due anni il Governo ha lavorato in tutt’altra direzione. La Lega si è espressa contro l’eliminazione delle province, lo stesso Bossi si è espresso in questo modo: . "Chiudi la Provincia a Bergamo? Ci fanno la guerra civile" "E' un problema di identità, di realtà forti che non si possono toccare". La Lega non ha solo scelto di rappresentare il federalismo delle regioni del nord, ma vuole rappresentare un federalismo costoso e garante di tutte le spinte che vengono dai campanili provinciali.
15/05/2010 francesco zaffuto

(immagine “i cavalieri dell’a…a…apocalisse” fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)
alcuni link sulla questione province

giovedì 13 maggio 2010

237 euro al mese bastano



Con 237 euro al mese nel nostro paese si può essere completamente autonomi dalla famiglia, andare via da casa, prendere una casa in affitto, pagare le bollette di condominio - luce – gas – telefono – internet, ed evidentemente anche mangiare e bere tutti i giorni del mese.
Provate a moltiplicare 237 euro per 12 ed ottenete
€ 2.844,00, questa somma è superiore al cosiddetto limite di € 2.840,51 per continuare ad essere una persona fiscalmente a carico della famiglia.
Un figlio con 237 euro al mese è ben altro che un bamboccione è nei fatti sul piano fiscale autonomo.

Se ai tempi della lira i cinque milioni e mezzo erano qualcosa, oggi
€ 2.840,51 sono ben poca cosa, eppure il governo non si è sognato di ritoccare questo limite.
13/05/2010 francesco zaffuto

sabato 8 maggio 2010

FEDERALISMO DEMANIALE, MA...



Il 21 maggio è il termine fissato per l’entrata in vigore dello Schema di decreto legislativo sul federalismo demaniale, che rappresenta il primo provvedimento della Legge 5 maggio 2009, n.42 “Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione”.

Non si sa come sarà fatta la casa e di quante stanze si avranno a disposizione e già si vogliono avere i mobili. E’ la cosa più assurda che si possa fare.

La prima cosa in campo di federalismo è decidere con quali istituti delle amministrazioni periferiche dello Stato si deve esprimere : Regioni, Comuni, Città Metropolitane, Province. Le Province saranno o non saranno eliminate?


La seconda cosa è decidere gli strumenti contabili a cui fare riferimento. Non si possono accettare amministrazioni federali che per i loro debiti si vanno a mettere nelle mani di banche private.

La terza cosa è il tipo di autonomia impositiva a cui si può fare riferimento. Chiarire le competenze in materia impositiva per definire le entrate.

Solo dopo come quarta cosa i beni demaniali; beni che lo Stato può affidare ad istituti federali già definiti sul piano dell’autonomia e delle responsabilità contabili.

Se si comincia dalla quarta cosa si rivela che siamo messi molto male. Si potrebbe pensare che quello che si vuole subito è mettere le mani sui beni di famiglia per farci i propri comodi.

Da più parti cominciano ad essere avanzate preoccupazioni allego alcuni link.
http://www.tafter.it/2010/05/05/36695/

La lettera inviata al Presidente Napolitano da Marisa Dalai, Presidente Associazione Bianchi BandinelliVittorio Emiliani, Presidente Comitato per la Bellezza
http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=70128

La cessione dei beni demaniali di Stato alle amministrazioni federali periferiche va rinviata, vanno prima chiariti quali sono gli Istituti federali, le responsabilità contabili, la loro autonomia impositiva. Se non si chiariscono questi elementi si rischia l’alienazione di beni demaniali a privati o una pessima gestione amministrativa anche peggiore di quella statale. Alcuni beni del patrimonio naturale e culturale di particolare rilevanza nazionale vanno lasciati allo Stato; quelli che passano alle amministrazioni federali debbono essere amministrate in rispetto di garanzie specifiche di legge per la tutela del patrimonio naturale e culturale.
08/05/10 francesco zaffuto
post collegati all'argomento in questo blog
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(immagine “se resta qualcosa” fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)

giovedì 6 maggio 2010

QUALE FEDERALISMO


A Milano inizia il processo su debito del Comune e derivati. Anche altri comuni coinvolti nelle speculazioni swap.
Non possono essere queste le premesse del federalismo.


Prima di cominciare a parlare ogni politico di questi tempi dice che “il federalismo è una buona cosa”, poi continua nel discorso.
Partiamo dallo stato in cui versano i comuni nell’amministrare quel poco di autonomia che hanno fino ad ora avuto.
Milano - Il comune si lancia in una spericolata speculazione sui derivati. Il valore negativo di mercato dei contratti che il Comune ha tuttora aperti con quattro banche ha raggiunto pare 180milioni di euro. Le quattro banche (JPMorgan Chase, Ubs, Deutsche Bank e Depfa), a detta del sindaco, avrebbero inviato al Comune «una lettera ingannevole nella quale veniva assicurato che i derivati erano per noi economicamente vantaggiosi». In altre parole, le banche, secondo la Moratti, hanno truffato il Comune. Ma un Comune non può operare speculazioni come qualsiasi speculatore di Borsa. Ad iniziare questo comportamento speculativo era stato nel 2005 Albertini, che oggi si gode la sua vecchiaia a Bruxelles come eurodeputato.
Si apre oggi il processo e tra gli imputati ci sono Gaetano Bassolino, manager di Ubs a Londra e figlio del governatore della Campania; Giorgio Porta, ex numero due di Montedison e all'epoca dei fatti direttore generale del Comune, e Mauro Mauri, esperto della commissione tecnica comunale. In tutto, verranno processati due ex manager del Comune, undici banchieri e quattro banche.
Nel link allegato che riporta un articolo del marzo 2010 potete leggere come Albertini e Moratti sono riusciti a trasferire i loro debiti fino al 2035, è ovvio che a quella data o saranno diventati degli ultracentenari rimbambiti o giaceranno nella tomba da tempo.
http://www.repubblica.it/economia/2010/03/17/news/derivati_quattro_banche_rinviate_per_truffa_ai_danni_di_milano-2715439/

Nel campo della speculazione sui derivati con ci sono solo i grandi sindaci e neanche solo quelli di destra, basta citare una fetta di piccoli e grandi comuni dell’Umbria: Terni, Narni, Orvieto, Stroncone, Guardea, Alviano, Polino, Avigliano Umbro, Lugnano in Teverina e Baschi. In questi Comuni sarebbero state attivate operazioni finanziare sui derivati per un totale di circa 466 milioni di euro. La Guardia di Finanza, su richiesta della Corte dei Conti dell'Umbria, in marzo già si è interessata ad esaminare questi pericolosi contratti.
Strano che i sindaci dei comuni investono in swap, senza sapere di cosa si tratta. Gli swap permettono di ottenere anticipi dalle banche in previsione di consistenti guadagni.
In pratica scommettevano; e nel caso il Comune non fosse riuscito a ripianare il debito accumulato, potevano rifinanziarlo con un'altra scommessa, con un altro swap fino al crack. Tanto poi il tutto viene a ricadere sulle amministrazioni successive e il politico locale nel frattempo è diventato deputato.

Grazie all’attuale autonomia gli enti locali hanno un'esposizione solo per strumenti di derivati verso le banche di 35,6 miliardi di euro. A fine 2008, secondo la Banca d'Italia, il debito delle di regioni, province e comuni era di 106,6 miliardi di euro; forse entro la fine del 2010 avremo delle piccole “Grecie” a livello locale.

Riguardo poi alle entrate molto spesso i Comuni non si sporcano le mani ad incassare direttamente e si rivolgono ad esattori come Tributi Italia, che applicano forti agi e non fanno i riversamenti dovuti. Ce ne siamo occupati nel post di questo blog poco tempo fa.
I COMUNI e GLI ESATTORI - Le vicende di Tributi It...alia

SE SI COMPORTANO IN QUESTO MODO COSA ACCADRA’ CON IL FEDERALISMO?
Ripigliamo la frase del politico italiano moderno “il federalismo è una buona cosa” e aggiungiamo un MA:
- deve essere assolutamente proibito alle amministrazioni federali regionali e ai loro comuni di fare debiti con banche private;
- debbono pareggiare le uscite con le entrate fiscali;
- debbono rivolgersi per necessità di cassa ad una sola Cassa depositi e prestiti nazionale;
- debbono essere controllati dalla magistratura contabile;
- debbono rendere pubblici, trasparenti e comprensibili i loro bilanci.
06/05/10 francesco zaffuto
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(immagine - " uovo ad occhio e/o occhio all'uovo" fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/ )

martedì 4 maggio 2010

Grecia e Magna Grecia


Ondata di speculazioni per spolpare Grecia ed Euro.
L’origine della crisi greca è semplice ma le conseguenze sono complesse.

L’origine semplice: le entrate di uno Stato derivano sostanzialmente dall’imposizione fiscale, dette entrate devono essere sufficienti a sostenere le uscite; il ricorso al debito deve essere solo momentaneo e colmato sufficientemente dalle successive entrate. Questa è la regola semplice della sana amministrazione dello Stato e di ogni pubblica amministrazione. Ma nella storia degli Stati questa regola semplice non viene rispettata e si tende a scommettere sul futuro visto che la scommessa ricade non sulle tasche dei governanti ma su quelle dei governati. Il debito viene colmato non con l’entrate ma con l’emissione di un nuovo debito, il debito successivo diventa sempre più elevato perché necessita coprire il debito precedente più gli interessi. Questo comportamento non lo hanno certo inventato i greci, è stato un comportamento generalizzato; in Italia siamo stati degli specialisti nell’incremento del debito per tutto il periodo dei governi democristiani, in USA a forza di scommettere su uno sviluppo che non doveva mai fermarsi si sono indebitati con tutto il mondo e in particolare con la Cina; in pratica siamo di fronte a una specie di Magna Grecia Mondiale.

Il problema dei greci è che negli ultimi anni hanno esagerato e nel frattempo si sono trovati addosso tutti gli effetti della crisi mondiale. Per non fare brutta figura i greci hanno evitato di chiedere aiuto quando c’erano meno difficoltà; quando la frittata era fatta l’aiuto l’hanno chiesto, ma gli europei hanno tardato ad intervenire; la Germania e la maggioranza dell’Europa hanno cercato di rinviare le decisioni ed oggi il costo del salvataggio della Grecia è ancora più elevato.

Il ritardo dell’intervento ha solo dato tempo per la preparazione di una grande ondata speculativa. In aiuto della speculazione è arrivata la decisione delle società di rating di considerare “spazzatura” i titoli greci; le stesse società di rating che qualche hanno fa si sono ben guardate dal dare una qualche informazione attendibile sul debito greco (è opportuno anche ricordare la loro disinformazione nelle vicende Enron e Parmalat).

Appena i governi europei hanno dichiarato di intervenire in aiuto con 110 miliardi in tre anni, la speculazione ha invaso tutte le borse europee: si sono diffuse notizie in organi di stampa tedeschi sull’insufficienza dell’aiuto, stimando il fabbisogno greco a 150 miliardi di euro; si è diffuso il panico per il coinvolgimento del sistema bancario europeo che già versa ancora in difficoltà per la crisi americana; sulle Borse europee si è abbattuta un’ondata di speculazione al ribasso di notevoli proporzioni, nella sola giornata del 4 maggio a Milano il FTSE Mib ha perso il 4,7%, pesante la perdita delle banche INTESA SANPAOLO (-7,21%), BANCO POPOLARE (-6,77%) e POP MILANO (-5,09%), anche gli assicurativi hanno seguito nei ribassi UNIPOL -5,18%, FONDIARIA-SAI -4,75% e GENERALI -4,74%.

Che l’effetto della Grecia possa allargarsi a tutta la Magna Grecia europea e mondiale è un rischio possibile, e chi specula al ribasso tende in questo momento ad amplificare le difficoltà di Portogallo e Spagna. Non è escludibile un pericolo per l’Italia e il collocamento dei titoli di Stato italiani viene seguito con apprensione. L’Italia fino ad oggi ha retto, ma i suo debito ammonta a 1700 miliardi di euro, il 117% del Pil (più alto della ricchezza che si produce). L’Italia non è saltata perché buona parte del debito è collocato tra gli stessi risparmiatori italiani, tra lo stesso sistema bancario italiano, ha notevoli riserve auree; ma se questo debito non viene ridimensionato con un avanzo primario in grado di ridurlo nei prossimi anni l’Italia rischia il collasso.

Quali possibili rimedi? Gli Stati debbono liberarsi dalla mentalità dell'eterno sviluppo capitalistico; meno scommesse sullo sviluppo e più sana amministrazione della ricchezza esistente. Non si possono fare debiti ipotecando uno sviluppo che ancora non si è generato, significa solo trasferire il rischio sulle nuove generazioni.
Riguardo all’immediato necessità urgentemente una politica economica europea prima che l’Euro si possa disintegrare. Il debito pubblico degli Stati deve essere limitato e ancorato a piani di rientro e questo non deve valere solo per la Grecia.
La collocazione del debito deve essere spalmata tra i risparmiatori. Le banche non debbono essere i principali sovvenzionatori del debito pubblico, gli Stati non possono diventare ostaggi delle aste periodiche che si determinano tra banche e Stato.
Il monitoraggio sul debito pubblico non può essere fatto solo da società private di rating ma deve essere fatto da una Istituzione europea.
Riguardo poi a come determinare un avanzo primario in Italia in grado di cominciare a ridurre il debito, si può cominciare dai costi della politica....
04/05/10 francesco zaffuto

lunedì 3 maggio 2010

La patente con licenza di infrazione

Una patente con licenza di infrazione per gli autisti dei politici delle auto blu, per percorrere la lunga strada della “legge non è uguale per tutti”.

Politico: “Accelera se no non arrivo in tempo”
Autista auto blu: “Ma non se po’, c’è il limite a cinquanta; e poi già mi hanno tolto il mese scorso altri due punti dalla patente”
Politico: “Me ne fotto dei tuoi punti sulla patente, io ho l’incontro con l’onorevole Cazzetti”
Autista auto blu: “Sì, ma i punti ce li rimetto io”
Politico: “Hai ragione, ci vorrebbe una legge, una di quelle leggi “non uguali per tutti”, tipo “legittima infrazione”.

Ed ecco arriva in porto un nuovo dispositivo:
http://www.corriere.it/cronache/10_maggio_03/patente-privilegiata-auto-blu-salvia_c080e322-5677-11df-ae23-00144f02aabe.shtml

Se la lamentela dell’autista può ancora, in qualche modo, porre freno a qualche comportamento scorretto, in futuro la risposta del politico sarà:
“E vai.... ci hai i punti speciali che ti ho fatto avere io...”Chissà se dopo l’ultima frase si sentirà il rumore ferroso del crack dell’incidente?
03/05/10 francesco zaffuto

domenica 2 maggio 2010

ROSARNO, SINDACATI E LAVORO NERO



Che i segretari confederali abbiano scelto Rosarno per il 1° Maggio è stata sicuramente una buona scelta, ma che poi non abbiano detto niente di concreto è sconcertante.

Epifani: “Prima di tutto la Legalità”
Le mafie “soffocano le libertà e i diritti: liberarsi dalle mafie significa liberare la dignità di chi lavora”. “Oggi siamo a Rosarno - ha detto il segretario della CGIL - per dare un segno di speranza che ce la possiamo fare. Noi non vogliamo lasciare solo nessuno. Rosarno non è un’altra Italia, è l’Italia; non è un’altra Europa, è l’Europa. La battaglia la vinciamo insieme e la si vince a Napoli e a Torino, a Rosarno e a Milano”.

Bonanni: “il sindacato sulle questioni essenziali si unisce”. “Contro il lavoro nero - dice - ci vuole il “pugno di ferro” e propone, a tale proposito, “un’azione senza sosta”. “l’Italia è più forte se riesce a far vivere l’integrazione come fatto positivo: un’energia importante per uscire dalla crisi”.

Angeletti: "sul lavoro nero non possiamo girare la testa". Il segretario generale della UIL, Luigi Angeletti, nel suo intervento ha incalzato il governo chiedendo di “cominciare a fare sul serio le riforme” che devono - secondo lui - riguardare il fisco e il costo eccessivo della politica per risolvere le “due anomalie - così le ha definite - proprie del nostro paese: l’elevata evasione fiscale ed il costo eccessivo della politica. Da lì - ha detto - bisogna cominciare a fare le riforme”.

Parlare così equivale a non dire niente.

Nei giorni precedenti a Rosarno si era conclusa un’operazione di polizia : nove persone sono state arrestate e portate in carcere, ventuno detenute ai domiciliari. Le indagini, coordinate dalla Procura di Palmi, hanno portato alla luce un sistema di caporalato collocamento illegale di manodopera clandestina destinata ai lavori in agricoltura. È stata individuata una fitta rete di «caporali» che procurava illegalmente lavoro agli immigrati ed allo stesso tempo sono state identificate anche le aziende agricole che utilizzavano la manodopera straniera sottopagandola. Sul piano patrimoniale, sono stati sequestrati duecento terreni e venti aziende agricole per un valore complessivo di 10 milioni di euro.

Bene in qualche modo quella legalità invocata da Epifani aveva funzionato qualche giorno prima del suo stesso comizio, ma se a questa legalità non seguono fatti concreti sul piano delle regole per il collocamento al lavoro tutto ritorna come prima.

I sindacati hanno il dovere di parlare affrontando le questioni e non mantenersi sulle generali per raccogliere un applauso.

Questioni
- I caporali esistono non solo perché sono dei cattivi approfittatori ma perché ci sono gli spazi per potere esistere.
- Chi deve assumere dei braccianti a chi si deve rivolgere se non esiste a livello comunale un ufficio pubblico di collocamento? Si rivolgerà evidentemente a dei collocatori privati e ritorneranno sempre in campo i caporali.
- Gli ispettori del lavoro esistono? Se non si vogliono impiegare gli ispettori del lavoro allora si dia mandato ai carabinieri, ma si deve operare in prevenzione dei delitti di supersfruttamento.
- Come è possibile che ci sono extracomunitari sfruttati e ci sono anche “braccianti” che percepiscono l’indennità di disoccupazione?

Su queste questioni in sindacato ha il dovere di entrare nel merito e di avanzare proposte concrete. Non si può limitare ai discorsi retorici sul meridione.
Se il sindacato non intende parlare di uffici di collocamento pubblici significa ha sposato la logica dello sfruttamento più spietata. Per combattere il lavoro nero non si può fare solo il comizio di Angeletti, occorre avere strumenti che impediscono il lavoro nero, il collocamento attraverso uffici pubblici territoriali per il lavoro è una risposta possibile e realizzabile.
Il sindacato deve fare un riesame sulle battaglie perdute sul collocamento, specie oggi che esiste un problema di integrazione di lavoratori che arrivano da altri paesi non si può continuare con le regole del capitalismo più selvaggio.
02/05/10 francesco zaffuto

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Immagine l’urlo di Munch. Sulle questioni del lavoro alla retorica della chiacchiera dobbiamo sostituire l’urlo

sabato 1 maggio 2010

Respingimenti



Il Comitato per la prevenzione della tortura (Cpt) del Consiglio d'Europa ha denunciato la politica dei respingimenti seguita dall'Italia


“Occhio che non vede e cuore che non duole”, questa è stata la politica dei respingimenti degli immigrati che prima sbarcavano a Lampedusa. Ora sono respinti al largo senza l’occhio rivelatore dei servizi giornalistici.
Ma debbono succedere lontano dagli occhi delle cose terribili perché: il Comitato per la prevenzione della tortura (Cpt) del Consiglio d'Europa ha denunciato la politica dei respingimenti seguita dall'Italia, ed ha esortato il governo a riesaminare immediatamente e in modo sostanziale la prassi delle intercettazioni in mare chiedendo l'apertura di un'inchiesta per verificare quanto avvenuto durante alcune operazioni di respingimento. Una posizione condivisa anche dall'alto commissario Onu per i rifugiati, Antonio Guterres, il quale ha auspicato che Roma riveda al più presto la sua politica in materia di respingimenti
Nel rapporto il Cpt parla di maltrattamenti avvenuti su navi italiane e di rinvio di persone che potevano avere diritto a richiedere asilo; ed anche del rifiuto del governo italiano a fornire le informazioni richieste e di un uso 'pretestuoso' di leggi e accordi per sostenere la politica dei respingimenti adottata nel 2009.

Il vanto di questo Governo sono stati gli accordi con la Libia, e grazie a questi accordi che costano all’Italia riusciamo a fare i respingimenti
Rinvio a un rapporto della rivista “Popoli” dei gesuiti su
http://www.unimondo.org/Notizie/Gesuiti-Italia-Libia-un-Trattato-d-amicizia-a-favore-della-vendita-di-armi

Gli sbarchi a Lampedusa erano drammatici, quella drammaticità continua solo che non la vediamo più negli schermi televisivi.
01/05/10 francesco zaffuto
* Aggiornamento del 10/08/10
Secondo i dati della Caritas la maggior parte dei migranti arriva via terra
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immagine “barca di migranti” © Antonio Pilato; il pittore ha dedicato un’ampia produzione artistica sul tema visionabile su http://pilatoweb.altervista.org/home.htm