mercoledì 31 agosto 2011

Svizzera, sparare ai gatti




I gatti sono tanti e allora in Svizzera si può liberamente sparare ai gatti. La decisione è stata ufficializzata dal Bundesrat, il Consiglio federale elvetico. La petizione firmata da 13.700 persone contro questa barbara decisione è stata rigettata. Secondo le autorità risolvere il problema della abbondanza dei gatti con la prevenzione e la sterilizzazione è troppo costoso.
http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?titolo=La+Svizzera+apre+la+caccia+ai+gatti%2C+la+Lav%3A+''Incredibile''&idSezione=11986
Il caro animale domestico che tiene compagnia alla nonnina e ai bambini può essere sparato. Se diventa un randagio diventa un “non gatto” senza alcun diritto di sopravvivenza. Siccome è facile arrivare dal “non gatto” al “non uomo”, mi sento di parteggiare per i gatti. E vi propongo l’immagine di questi gatti romani che quietamente passeggiano tra i resti dell’antica Roma e che trovano sempre qualcuno che gli porta qualcosa da mangiare.
31/08/11 francesco zaffuto

martedì 30 agosto 2011

Studiare non vale una cicca


(aggiornamento del 31/08 - dicono oggi che hanno tolto questa misura dopo la levata di di scudi di ieri - massima vigilanza)
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Dicono che hanno trovato un accordo sulla “manovra finanziaria”, non ci sarà in super prelievo sui redditi alti e in compenso “aggiustano” l’età pensionabile. L’aggiustamento riguarda gli anni di studio all’università e il servizio militare. L’aver studiato e l’avere servito “questa Repubblica” non vale una cicca in termini di TEMPO. Si tratta di un tempo fuori dal tempo. Il tempo dedicato al servizio militare obbligatorio viene considerato un tempo morto. I tempo dedicato allo studio non viene preso in considerazione sul piano dello stesso requisito richiesto per la professione. E’ un po’ come dire: “hai servito lo Stato, hai studiato, peggio per te, era meglio che andavi a lavorare prima; ti devi fare lo stesso altri 40 anni di lavoro".
I nostri “geni”, che governano, non si rendono conto che in questo modo andranno a varare una misura ingiusta sul piano sociale che provoca un trattamento diversificato e sfavorevole per una parte dei lavoratori. E non solo: diventa un invito a studiare di meno e a lavorare di più, come se lo studio non fosse un lavoro, spesso più faticoso e stressante del lavoro stesso; come se lo studio non fosse una elevazione per l’intero paese.
Se si considera poi che gli anni di studio, per essere calcolati ai fini pensionistici, sono tutti da riscattare a suon di elevati pagamenti contributivi dello stesso lavoratore, al danno si aggiunge la beffa.
Se si considera che il vecchio servizio militare (o civile) aveva carattere obbligatorio, il non conteggiarlo ai fini dell’età pensionabile lede i principi generali di uguaglianza previsti dalla Costituzione.
30/08/11 francesco zaffuto

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immagine - Asino perplesso - olio su tela - © francesco zaffuto
nota descrittiva dell'immagine per disabili visivi
in un paese desolato e assolato, la testa di un asino si affaccia dalla porta di una stalla

domenica 28 agosto 2011

Nessun entusiasmo




Da una settimana domina su tutti i giornali e sui media l’entusiasmo per la conclusione della guerra in Libia e per la caduta del regime. Gheddafi non è ancora caduto e la campagna sulla vittoria mette in ombra tutta la tragedia di una guerra ancora non finita.
Quando iniziò la crisi libica, su questo blog, misi in evidenza la necessità di difendere la città di Bengasi. Certo la contraddizione tra la scelta del pacifismo e la necessità di difendere degli insorti diventava lacerante, ma penso che fosse giusto difendere quella città destinata ad essere distrutta da un regime che stava riorganizzando tutta la sua reazione. Che i difensori europei fossero legati da interessi capitalistici sul petrolio libico ciò era indubbio, lo dimostra il blando atteggiamento sulla Siria.
Allora oggi nessun entusiasmo, ma solo la consapevolezza che una guerra è sempre una grande tragedia per i popoli e gli uomini coinvolti, e la speranza che finisca al più presto.
28/08/11 francesco zaffuto




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(immagine – “triste pensando” china © francesco zaffuto
nota descrittiva dell'immagine per disabili visivi
l’immagine di un uomo seduto su un muro che costeggia una strada. L’uomo, a piedi nudi, è leggermente chinato, e porta alla fronte la sua mano a conforto del peso dei pensieri.

martedì 16 agosto 2011

In difesa delle feste

Abolizione del 1° Maggio, 25 Aprile e 2 Giugno per salvare l’Italia dalla Crisi e aumentare la produzione. In un solo colpo azzerate: la festa dei lavoratori, la liberazione dal nazifascismo e la stessa Repubblica Italiana. Restano salve le altre feste ancorate allo Stato Vaticano, Immacolata: Natale, Pasqua, Capodanno, Befana, e lo stesso 15 agosto è salvo grazie alla Madonna Assunta (e non di certo perché si tratta della ricorrenza laica del ferragosto). Spostare le feste dalla data di ricorrenza a quelle della domenica ( o ad altro giorno comodo per evitare i ponti) nei fatti equivale ad una lenta cancellazione della memoria.
Dopo due anni del “senza crisi” e della “crisi è solo psicologica” ora si arriva al taglia taglia di qualsiasi cosa che sporge. Tagliare le feste per aumentare la produzione è qualcosa di assurdo; siamo in una crisi dove la produzione resta invenduta perché mancano domanda e consumo. Le feste e i ponti sostengono l’economia del turismo con migliaia di lavoratori impegnati in quel settore, sostengono una serie di consumi che vanno dall’automobile al pasticcino; si tratta di domanda e consumi che sostengono produzione e posti di lavoro. Tagliare le feste è una scelta poco economica perché sviluppa una produzione di incerta collocazione (le nostre esportazioni non si riprenderanno per tale misura) penalizzando una produzione che ha già una base di consumo.
Poi tagliare il 1° Maggio è proprio un delitto, perché è proprio la festa di chi produce suda e lavora tutto l’anno. OCCORREBBE FIN DA ORA PROCLAMARE LO SCIOPERO PER 1° MAGGIO 2012 SE LA FESTA VIENE TOCCATA.
16/08/11 francesco zaffuto


Chi volesse firmare l'appello contro la soppressione delle feste civili puo farlo al link



Immagine – Charlot in tempi moderni

lunedì 8 agosto 2011

Mare senza fumo




Il via alla prima spiaggia senza fumo
http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2011/08/07/news/aperta-la-spiaggia-no-smoking-4750501
Siamo in pratica arrivati al punto che anche fumare all’aria aperta può dare fastidio ai non fumatori. Non si tratta di buttare la cicca della sigaretta sulla sabbia, su cui si può convenire, al fine di mantenere l’arenile pulito; non siamo graditi neanche se ci portiamo appresso il portacenere tascabile, stiamo inquinando l’aria e possiamo fare morire i bambini che ci stanno accanto sulla spiaggia; sì, anche all’aria aperta, siamo degli assassini. L’inquinamento dell’aria e dei mari è colpa dei fumatori di sigarette; può dirlo candidamente anche un esacerbato non fumatore che viene da Milano dimenticando l’allarme smog di tutto l’ultimo inverno.
08/08/11 francesco zaffuto (fumatore)
Immagine – il mio portacenere tascabile

venerdì 5 agosto 2011

Un cuore che affonda



Che ci possa essere stata una nave Nato che abbia evitato i soccorsi ad uomini in mare è qualcosa che affonda ogni parametro del vivere umano
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/04/soccorso-barcone-al-largo-di-lampedusadecine-e-decine-i-migranti-morti/149868/

C’è un cuore che affonda
tra le onde alte del mare
si rovescia inghiottito
s’inabissa
senza trovare una terra
Un cuore che aveva promesso umanità
e che è diventato arido
al punto di giustificare la sua indifferenza
con indifferenza
E’ il cuore di una Europa che muore
incapace di specchiarsi
nelle acque del suo mare

05/08/11 francesco zaffuto

Immagine – la terra vista da chi si dibatte tra le onde del mare – cera - © francesco zaffuto
nota descrittiva dell'immagine per disabili visivi
onde in primo piano e un terra lontana e che si distingue confusamente

mercoledì 3 agosto 2011

IL GRANDE MOLOCH

Il nostro grande Moloch, a cui siamo soventi offrire sacrifici umani, è “la grande massa di capitale finanziario non investito in forme produttive”. Viene considerato come un oracolo ma anche come un Dio capace di dare giudizi. In realtà è un mostro senza alcuna testa e ragione, ha solo una bocca avida da saziare con i guadagni immediati. Compongono il grande Moloch: fondi di investimento, banche di affari, singoli speculatori e famiglie di speculatori, e anche i piccoli ignari risparmiatori che hanno affidato i loro risparmi a banche e a fondi di investimento. Il grande Moloch ha un insieme di artigli operativi: tecnici e operatori di borsa capaci di tenere sotto osservazione ogni fenomeno ed ogni possibile oscillazione dei titoli; ma la sua potenzialità si accresce grazie alle opportunità di investimento e alle stesse regole che i mercati borsistici hanno creato nel passato. Se non si ha il coraggio e la determinazione di modificare le regole per frenare la speculazione il grande Moloch sarà capace di distruggere economie di stati ed imprese. Alcune modifiche possibili e urgenti sono:
proibizione delle vendite allo scoperto;
Tobin tax su tutte le transazioni finanziarie a breve;
eliminazione di tutti i contratti e “titoli” derivati che potenziano la speculazione.
Era quel minimo che si doveva già fare nel 2009. Oggi la malattia non è variata e le medicine non sono variate, ma i capi di governo degli stati mondiali più importanti sembrano ben legati allo stesso Moloch che dovrebbero contrastare e governare.
Lunedì primo agosto abbiamo assistito a una nuova caduta delle borse, poi ci sarà una piccola ripresa e poi ancora una nuova caduta; è questo l’andamento con cui si va avanti da due anni. Coloro che pensano che si possa innestare una crescita con una possibile speculazione al rialzo e che basta fare i buoni per incoraggiare il grande Moloch si sbagliano di grosso. La crisi del 2008/2009 è venuta dopo anni di speculazioni al rialzo e di crescita fittizia del mercato. La crescita vera si può basare solo sulla reale produzione e sul miglioramento della vita sul pianeta, una crescita drogata è solo una illusione.
03/08/11 francesco zaffuto

Immagine - Il tempio del grande Moloch - da una scena del film Cabiria - L'entrata del tempio, una grande bocca vorace.