venerdì 28 febbraio 2014

Cartellino giallo e rosso alla Camera

Il Parlamento è un luogo destinato per parlare, confrontarsi e poi votare per approvare o disapprovare una legge. Se era un luogo per contendere, sceneggiare e fare a botte si poteva chiamare Litigamento.
Purtroppo nella storia del Parlamento italiano si ricordano le sceneggiate della destra contro Prodi con la mortadella consumata in diretta, le diverse sceneggiate della lega Nord e le ultime del Movimento a 5 stelle.
 Ora arrivano le misure disciplinari prese dal Presidente Boldrini con sanzioni ed espulsioni:
Stefano Dambruoso (deputato di Scelta civica), che “civilmente” aveva dato uno schiaffone a una deputata 5 stelle, 15 giorni di sospensione;
sono stati inoltre  comminati 10 giorni di sospensione a 23 deputati Cinquestelle. Sospeso per 18 giorni anche Alessandro Di Battista sanzionato per aver impedito al capogruppo Pd Roberto Speranza di fare una dichiarazione ai giornalisti in sala stampa alla camera e per aver bloccato i lavori della commissione Affari Costituzionali.
Sospeso per 10 giorni anche Fabio Rampelli (Fdi).
 Cartellini gialli e rossi finalmente in arrivo, almeno l’ordine che chiede un arbitro per una partita di calcio, per un organo come il Parlamento è il minimo che si possa pretendere.
28/02/14 francesco zaffuto

Immagine – un arbitro che sfodera il cartellino rosso

mercoledì 26 febbraio 2014

Passeggiare nello spazio o a Sanremo

166 giorni nello spazio, e quasi quasi l’Italia l’aveva ignorato.  La TV aveva ignorato la sua impresa,   in tanti non lo sapevamo e  solo pochi avevano sentito parlare distrattamente su un  astronauta italiano che passeggiava nello spazio. Ci voleva la passeggiata sul palco di Sanremo con  il mezzobusto Fazio per dare un po’ di visibilità a questo LAVORATORE dello spazio.
Grazie,  Maggiore Parmitano,  per il suo lavoro e per la sua impresa; quasi quasi mi viene voglia di chiederle scusa.  Durante quei 166 giorni , con una TV che parla solo dei PRIMI,   ci siamo occupati di qualche calciatore  o di Renzi o di Salvini o di qualche altro giovane politico onnipresente nelle trasmissioni che fanno audience. La nostra epoca dell’immagine diventa sempre più fatua e si affolla delle miserie di moda al momento.
26/02/14 francesco zaffuto

Immagine  - il pianeta terra dallo spazio

giovedì 20 febbraio 2014

il limite per Renzi

Il limite di Renzi si chiama Alfano e si sintetizza soprattutto in queste sue parole “illuminanti”: "Mai la patrimoniale. Se si ha in mente di fare la patrimoniale, il Nuovo Centrodestra non è disponibile".
 La questione patrimoniale fu già un limite per i governi Monti e Letta:  tra i ministri del governo Monti ci stava il ministro Passera che aveva adombrato la possibilità di ricorrere a una patrimoniale, ma con un Berlusconi dentro la compagine di appoggiò al Governo l’argomento divenne subito tabù; il governo Letta successivamente è rimasto impantanato per mesi a discutere su come camuffare l’IMU per renderla il meno somigliante possibile a una patrimoniale. Anche se in diversi paesi capitalistici esistono imposte sul patrimonio in Italia la destra ha fatto della battaglia contro ogni imposta patrimoniale una specie di bandiera di appartenenza.  Un sistema impositivo se non si basa su una equa divisione del carico fiscale tra redditi, consumi e patrimonio rischia di soffocare i suoi aspetti produttivi.
 Veniamo al dunque del possibile futuro governo Renzi.
 Uno dei principali obbiettivi di Renzi (da lui esplicitato) è la riduzione del cuneo fiscale, in modo da accrescere di circa 100 euro al mese i salari e far riprendere i consumi, lo stesso Renzi ha parlato della necessità di reperire per questa operazione circa 20 miliardi. Come fare?
 Se si vuole ridurre il cuneo fiscale in modo consistentenon basta il risparmio sui costi della politica da concretizzarsi  tra qualche anno, e neanche stare a sognare una ripresa che si possa manifestare per virtù magiche.
  Con le imposte sul reddito (IRPEF e IRPEG)  vengono colpiti i redditi di lavoro e di impresa, e a queste due imposte si aggiunge sempre sui settori produttivi  l’IRAP che viene calcolata addirittura su un valore che non sempre si traduce in guadagno. Se si vuole agire sul cuneo fiscale non si possono di certo diminuire i contributi INPS, INAIL, che servono per la pensione e per la tutela sugli infortuni;  occorre necessariamente agire su IRPEF, IRPEG ed IRAP, e ogni diminuzione di queste imposte diventa un minore introito per lo Stato. Il minore introito non può essere sostituito neanche con un aumento di IVA e accise sulla benzina  già sono alti.   La strada di modificare il sistema impositivo, riducendo il gravame di IRPEF, IRPEG e IRAP, e per il mancato introito provvedere  in parte riducendo le spese superflue e in parte facendo leva su una  patrimoniale, è una strada necessaria.
 Tassare il patrimonio non è semplice ed occorre studiare con attenzione  la  sua composizione  e analizzarlo in tutti i suoi aspetti. Occorrerà distinguere tra modesti patrimoni e grandi patrimoni, tra patrimoni produttivi legati ad imprese e patrimoni improduttivi. Non si tratta di aumentare il carico fiscale ma diminuirlo e meglio distribuirlo sulla ricchezza. Le aziende in produzione potrebbero avere un beneficio sul reddito d’impresa e se si riesce a diminuire il cuneo fiscale anche i salari potrebbero aumentare facendo ripartire i consumi interni.
 Una questione difficile ma che si può affrontare, ma con un Alfano che non ne vuole neppure parlare non si può andare lontano,  di conseguenza Renzi si potrà trovare per l’economia a vendere aria fritta.
20/02/14 francesco zaffuto

Immagine – cartello segnaletico di limite invalicabile per zona vigilata

mercoledì 19 febbraio 2014

Si parla

Si parla o non si parla con un avversario politico?
Questo è il quesito che ha posto Grillo agli iscritti del Movimento 5 stelle, e nel porlo ha anche inserito un suo preferibile “non si parla”.
"L'assemblea dei portavoce del MoVimento 5 Stelle in Parlamento sta discutendo se andare da Renzie per le consultazioni. Ci sono posizioni differenti. Noi crediamo che non sia opportuno andare per non partecipare a una farsa. Comunque ci sembra corretto che su questa decisione si pronuncino gli iscritti attraverso la Rete." Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio
La consultazione si è conclusa con 41.240 votanti su 85.408 aventi diritto
I favorevoli all'incontro con Renzi sono stati 20.843, i contrari 20.397
Domani una delegazione composta da Beppe Grillo e i capigruppo di Camera e Senato, D'Incà e Santangelo, incontrerà Renzi. Sarà chiesto lo streaming dell'incontro.
Il risultato,  sia pure di misura,  ha dato la vittoria al “ si parla “
In politica  il “si parla” ed anche il “si ascolta” dovrebbe essere la prassi consolidata.
In politica  dovrebbe essere importante convincere l’avversario delle proprie ragioni, cercare punti di concordanza, essere anche lieti di trovarli per il bene comune.
In politica, pur provenendo da appartenenze diverse, si dovrebbe tentare un qualche superamento delle appartenenze per il bene comune. In politica si dovrebbe faticosamente cercare la strada del bene comune.
 La politica è qualcosa più complessa di una partita di calcio, non è importante solo vincere. La storia della politica è piena di tante inutili vittorie e sconfitte, ma le realizzazioni del bene comune sono poche e faticose.
19/02/14 francesco zaffuto
ore 14,05
PARDON, NON SI PARLA
e soprattutto non si ascolta.
Chi vuole può andare a rivedere la ripresa in streaming dell'incontro Grillo - Renzi

martedì 18 febbraio 2014

SARDEGNA come BASILICATA

Si sono concluse le elezioni regionali in Sardegna e solo il 52,23 per cento dei sardi ha votato. Nel 2009 l’affluenza finale era stata del 67,57 per cento e nelle ultime elezioni Politiche del 68,32%.  In meno di un anno sono aumentati vorticosamente gli scoraggiati a voto. In alcune zone della Sardegna i dati di affluenza al voto non hanno raggiunto il 50%: Oristano(49,71%), Sulcis (48,83%) e il Medio Campidano (46,92%).
La disaffezione dei sardi non è una eccezione, nelle ultime elezioni regionali in Basilicata la maggior parte dei cittadini non è andata a votare;  la percentuale regionale dei votanti in Basilicata è stata solo del 47,57%.
 Si possono fare tutte le considerazioni che si vogliono sull’astensionismo, ma attualmente i dati sono questi;  si registra una caduta a picco nella partecipazione ai momenti strutturali della democrazia.

Immagine – Sardegna vista dal satellite da

lunedì 17 febbraio 2014

Non ricominciamo con ...


Renzi ha avuto un paio di ore fa l’incarico per il nuovo governo.
Non ricominciamo con le venerazioni;  di uomini del destino che hanno avuto venerazioni l’Italia ha una particolare collezione che evito da citare.
Non ricominciamo con gli anatemi; Renzi è solo un animale politico che si è tirato bene i conti sulla base delle lezioni teoriche sul potere di Giulio Andreotti, “il potere logora chi non ce l’ha”; ha pensato che Letta (anche per il semestre europeo) avrebbe logorato la sua immagine ed ha giocato con il cinismo del politico le sue carte della recente vittoria alle primarie del PD.
 L’ha fatto per il bene dell’Italia!? Perbacco, anche Lui era l’Italia ed anche l’altro Lui era l’Italia. Quindi ogni leader nascente pensa sempre di fare il bene dell’Italia facendo bene a se stesso e alla propria gloria.
 Allora niente venerazioni e niente anatemi, vedremo. La sua proposta di riforma elettorale, in questo blog è stata descritta come pessima, la sua riforma del Senato come ipotesi interessante; per il lavoro aspetto qualche atto urgente e concreto; ma soprattutto non aspetto io ma milioni di disoccupati.
17/02/14 francesco zaffuto


Immagine – venerazione – disegno a matita

sabato 15 febbraio 2014

Il danno e la cura

Alla fine del 2005, c’erano da finanziare le Olimpiadi invernali di Torino, il governo di allora vara un decreto (30 dicembre 2005 n. 272), dentro quel decreto Fini e Giovanardi infilano provvedimenti che poco avevano a che fare con le Olimpiadi:
l’ inasprimento delle sanzioni per la produzione, il traffico, la detenzione illecita e l’uso di sostanze stupefacenti; l’abolizione di ogni distinzione tra droghe leggere, come la cannabis e l’hashish, e le droghe pesanti, come eroina o cocaina. Uno spacciatore di hashish che  con la legge Iervolino-Vassalli rischiava il carcere tra due e sei anni, con la nuova legge veniva a rischiare la reclusione da sei a vent’anni con una multa tra i 26mila e i 260mila euro.
 Il Parlamento approva il decreto, il Presidente della Repubblica in carica promulga  (legge 21 febbraio 2006, n. 49).
Ebbene, da allora la macchina della legge si mette in moto: più processi, più gente in galera. L’uso delle droghe non si è fermato e quelle pesanti hanno marciato con  gli stessi ritmi di vendita di quelle leggere. La Fini/Giovanardi ha prodotto la rovina giudiziaria di tanti giovani e un caso come quello di Cucchi che ci ha lasciato la vita; oltre all’aumento di tutti i costi giudiziari e all’affollamento delle carceri.
Finalmente la Corte costituzionale dopo otto anni si è espressa. Ci si lamenta del grande ritardo della Corte ma è opportuno precisare che per una legge sbagliata  la prima responsabilità è del Governo che l'ha proposta, del Parlamento che l'ha approvata, e del Presidente della Repubblica che l'ha promulgata. Ogni legge sbagliata comincia ad essere applicata e produce i suoi effetti, qualche cittadino comincia a sollevare l’eccezione di incostituzionalità di fronte a un giudice ordinario. Per mettersi in moto la Corte costituzionale occorre che un giudice ordinario accolga l’eccezione di costituzionalità e la sottoponga alla Corte e solo dopo questi atti che la Corte può cominciare a prendere in esame la legge. La lentezza è già prevista nell’iter. Ma niente impediva ai soggetti politici: governo e Parlamento, di correggere subito gli errori che venivano denunciati dai cittadini. Da più parti si levarono critiche nei confronti di quella legge, e dal febbraio 2006 si sono succeduti  Parlamenti eletti nel 2006, 2008 e 2013, con maggioranze di centrosinistra, di centrodestra o tecniche, e nessuno di questi ha messo mano a quella legge sbagliata.
La Corte Costituzionale è sicuramente lenta ed anche costosa (se si considera che ogni membro costa circa 400 mila euro di stipendio l’anno);  ma occorre dare atto che recentemente la Corte si è espressa in modo più libero di Governo, Parlamento e Presidente della Repubblica: ha bocciato il porcellum ed ha bocciato la legge Fini-Giovanardi.
15/02/14 francesco zaffuto

Immagine – foglie di marijuana da

giovedì 13 febbraio 2014

il grande maestro di Renzi


IL POTERE LOGORA CHI NON CE L'HA
Di fronte alla possibilità di aspettare troppo rischiando di perdere la carrozza sceglie il vecchio suggerimento andreottiano


Immagine fotografica di Andreotti da http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/File:Andreotti.JPG

martedì 4 febbraio 2014

IL NASO di Casini e quello degli altri

Casini con il suo naso ha ben fiutato che non ci sta più spazio al centro e scivola veloce a destra.  Con il decollo della  “nuova probabile legge elettorale”  e con  “il previsto premio di maggioranza”, Casini e il suo gruppo rischiano di scomparire; si tratta di sceglie tra il vecchio Padre padrone ( Berlusconi, che anche per l’età e per gli ultimi disagi è destinato a scomparire) e il nuovo Principe (che mostra di lasciare poco spazio ad altri leader).

 Ma ci sono anche altri nasi:
 quello di Berlusconi che fiuta una grande coalizione che lo può riportare in auge;
quello di Grillo che fiuta  il suo possibile inserimento nel bipolarismo innestando il  “NOI e LORO” ed alza i toni dello scontro;
quello di Renzi che fiuta se stesso e gli italiani che desiderano un nuovo leader, ma nella sua coalizione (al momento) trova appena se stesso.

Agli italiani pare che il naso sia scomparso e vaga solitario, chissà se lo troveranno in una pagnotta di pane come accadde 
una mattina  a Ivàn Jakovlèviè.