domenica 19 luglio 2015

sImu punto e a capo

Anche se siamo nel pieno di una caldissima estate possiamo ben dire Buon capodanno, perché apprendiamo ciò che avverrà nel futuro 2016: il premier Renzi promette l’eliminazione dell’imposta sulla prima casa. Intanto non si chiama più Imu e viene chiamata Tasi (che i Comuni hanno combinato in miscela con la Tari e con normative diverse da un comune all’altro). Ebbene in qualsiasi modo viene chiamata, la tassa sulla prima casa è odiata da tutti gli italiani padroni di una casa, da quelli che hanno uno sfigato monolocale a quelli che hanno un bell’appartamento di 150 metriquadri nel centro storico di Milano. Tutti uguali ovviamente perché quando si parla di tasse nasce una stupida uguaglianza tra ricchi e poveri, non vogliono pagarle. Dire  e spiegare agli italiani che c’è una certa differenza tra: non avere una casa, avere una casa da morti di fame, avere una casa un minimo decente ed avere una casa di lusso è impresa difficilissima. La sinistra, un tempo ci provava, poi venne Berlusconi e dimostrò che si potevano vincere l’elezioni proprio perché quella differenza non veniva capita. Ora Renzi comincia a fiutare l’avvicinarsi del tempo delle elezioni e visto che gli è difficile pescare nel mare dei disoccupati, prova a preparare la rete per pescare nel grande mare chi si crede padrone almeno di una casa e nel grande mare degli uguali che odiano le tasse.
Sei il solito gufo che non crede in Renzi? All’inizio qualche vaga speranza che potesse fare qualcosa ce l’avevo
Fare qualcosa però non significa fare qualsiasi cosa. In Italia nel febbraio 2014 c’era un’urgenza e continua ad esserci: dare una mano a chi stava precipitando nella povertà con un reddito minimo di cittadinanza, costruire qualche opportunità di lavoro per i disoccupati.  Le risposte sono state: qualche soldo in più per chi già lavorava con i famosi 80 euro; e si dice oggi che anche per il futuro la priorità sarà il grande bacino elettorale del leader.  
sImu punto e a capo.

19/07/2015 francesco zaffuto

venerdì 17 luglio 2015

Cannonate e non cannoli


 Esistono due tipi di siciliani: quelli che straparlano e quelli che stanno muti. Quelli che straparlano arrivano verbalmente ad uccidere tutto il mondo e riescono a mettere in moto l’intera Apocalisse biblica, anche per una multa per un divieto di sosta. Quelli che stanno muti si esprimono per sillabe che non arrivano neanche al pronunciamento del sì e del no e addirittura usano deboli schiocchi della lingua indecifrabili, tipo gn o ng, ci sono suoni che non si possono scrivere perché la lingua sbatte sul palato schioccando.
 Provate a liberarvi di un amico siciliano e diventate un traditore dell’intera Sicilia. Se è un antico amico fraterno siete un traditore di tutta la fraternità umana. E’ quasi più facile liberarsi di un parente: si trova una giustificazione del tipo “ci fu lite in famiglia”; ma con l’amico non viene compresa la motivazione della lite. Lo stesso amico penserà che non è vero niente e che continuate ad essere suo amico,  anche dopo l’essersi chiamati reciprocamente emeriti coglioni.
 Provate ad avere un amico siciliano di quelli che straparlano, che vi ha telefonato, che voi non volete continuare a sentire le stupidate che vi dice, e sperate che la telefonata finisca subito;  allora non reagite a nessuna delle stronzate che dice, perché sapete che se reagite la telefonata non finisce più e quello continuerà a straparlare per ore aumentando la dose di Apocalisse.
 Il reato di Crocetta pare che sia: non essersi riuscito a liberare di un amico, avere ascoltato una telefonata senza reagire o solo pronunciando qualche indecifrabile schiocco con la lingua.  
 Cosa diceva l’amico?  Apocalissi,  e nelle apocalissi aveva messo dentro anche una vittima della mafia. Le vittime della mafia sono intoccabili e innominabili e Crocetta doveva accettare di prolungare la telefonata dicendo al suo amico che era un coglione.
 Ma chi ha dato via l’intercettazione, l’ha fatta uscire dalle sedi di competenza giudiziaria, l’ha fatta arrivare all’Espresso, ha sicuramente commesso un reato.
Ora proviamo ad immaginare un dialogo tra Mister X e Mister Y.
Mister x = Su Crocetta abbiamo questo, che facciamo?
Mister y = Colpite ad alzo zero.  
Questo quello che posso dire come siciliano su Crocetta, e per quanto riguarda  la sua  futura salute un consiglio: riposarsi dalla politica e cambiare medico
17/07/15 Francesco Zaffuto

mercoledì 15 luglio 2015

L’accordo e la bomba


Le reazioni all’accordo di Caio, Tizio e Sempronio
Caio:
Se il petrolio non mi manca, se il sole per l’energie pulite non mi manca, per quale motivo desidero avere una centrale nucleare? Voglio una bomba, anche non subito, magari tre dieci o quindici anni, ma la voglio, perché avere una bomba è sempre una buona cosa visto che il mondo degli uomini non cambierà.
Tizio:
Non potete lasciare che quel Caio si costruisca in futuro una bomba,  è meglio che siamo solo noi ad avere la bomba, ne vale della nostra sicurezza.
Sempronio:
Ma va là, non l’avrà subito, intanto commerciamo con lui e gli vendiamo gli attrezzi per la bomba e tante altre cose, e se tra dieci anni avrà una bomba è un pericolo limitato, perché noi abbiamo cento bombe.
Considerazioni finali:
Una bomba si chiama bomba, anche quando si prospetta nel futuro, e non possiamo essere contenti di come la pensano Caio, Tizio e Sempronio.


Immagine – la vecchia centrale di Chernobyl