mercoledì 31 marzo 2010

Napolitano non firma la modifica all'art.18 dello Statuto dei lavoratori


Il Presidente della Repubblica Napolitano, finalmente avvalendosi delle sue prerogative costituzionali, rinvia alle Camere il ddl sul lavoro che aveva introdotto l’arbitrato privato sull’art. 18 dello Statuto dei lavoratori.
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Il testo del comunicato del Presidente su

riporto di seguito il post inserito il 04/03/10 al momento dell’approvazione al Senato

Il Ddl lavoro collegato alla manovra triennale del 2008
è stato approvato dal Senato in via definitiva.
Tra le altre cose, questo disegno di legge va a toccare l’art. 18 dello statuto dei lavoratori (con quanto disposto nel suo art. 33 comma 9, sottoriportato) .
La modifica è tutta in evoluzione e dovranno essere sentite le parti per meglio definirla contrattualmente; ma, in buona sostanza, è stato inserito il principio che in materia di licenziamento per giusta causa si potrà fare riferimento ad un arbitro privato.
La CGIL ha manifestato le sue perplessità, la CISL si mostra favorevole, la UIL dice vedremo.
In pratica, a dirla breve, al posto di ricorrere al Giudice del lavoro si potrà ricorrere ad un arbitro privato, accettando le parti una clausola compromissoria.
La motivazione è la solita: la lentezza della giustizia; in materia di cause di lavoro ci sono casi di attesa anche superiori a 900 giorni.
Il ricorso al Giudice del lavoro era già stato mitigato dal cosiddetto tentativo di conciliazione; procedura obbligatoria per la quale le parti debbono presso l’Ufficio del lavoro tentare di addivenire ad un accordo con la mediazione di un dirigente dell’ufficio. Questa procedura ha fatto diminuire il contenzioso presso il giudice del lavoro; ma evidentemente gli organici di tali giudici sono ancora insufficienti.
Il problema dal punto di vista logico può essere risolto aumentando l’organico dei magistrati, tanto quanto basta. Per niente, si sceglie la logica di fare intervenire nella giustizia l’arbitrato privato. E’ vero che il ricorso all’arbitro privato è diffuso in materia di controversie commerciali e civili, ma in quel campo i contendenti sono spesso su un piano di parità, appartengono alle stesse organizzazioni di categoria commerciale e industriale, scelgono come arbitri membri delle confederazioni di appartenenza. Di ben altra natura sono le controversie tra datore di lavoro e lavoratore: i due contendenti non sono certo inseriti negli stessi organismi, non sono su un piano di parità, il licenziamento pone problemi vitali al lavoratore.
Lo Stato si ritira da una materia delicatissima e di garanzia come quella del lavoro, l’arbitro pubblico cede il posto a quello privato. Ma l’amministrazione della giustizia, l’essere arbitro, è un compito primario e fondativo dello Stato. Uno di quei compiti che sono stati alla base della concezione illuminista dello Stato moderno. Un compito che fino a qualche decennio fa non avrebbero posto in discussione né la sinistra né la destra.
francesco zaffuto
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Disegno di legge N. 1167-B art. 33

9. In relazione alle materie di cui all’articolo 409 del codice di procedura civile, le parti contrattuali possono pattuire clausole compromissorie di cui all’articolo 808 del codice di procedura civile che rinviano alle modalità di espletamento dell’arbitrato di cui agli articoli 412 e 412-quater del codice di procedura civile, solo ove ciò sia previsto da accordi interconfederali o contratti collettivi di lavoro stipulati dalle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale. La clausola compromissoria, a pena di nullità, deve essere certificata in base alle disposizioni di cui al titolo VIII del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, dagli organi di certificazione di cui all’articolo 76, comma 1, lettere a), b) e c), del medesimo decreto legislativo. Le commissioni di certificazione accertano la effettiva volontà delle parti di devolvere ad arbitri le controversie che dovessero insorgere in relazione al rapporto di lavoro. In assenza dei predetti accordi interconfederali o contratti collettivi, trascorsi diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, le disposizioni di cui al presente comma sono pienamente operative
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(immagine – il quarto stato – Pellizza da Volpedo)

martedì 30 marzo 2010

Berlusconi ha perso le elezioni


e la sinistra non ha vinto
L’asso di cuori del partito dell’amore ha perso, nulla potrà fare senza l’asso di fiori che è Bossi.
30/03/10
Anche se, stupidamente, quasi tutti i giornali oggi hanno stilato titoli con la vittoria di Berlusconi, nei fatti Berlusconi ha perso in una maniera catastrofica con un – 10,7% sulle elezioni politiche del 2008.
Ecco la sequenza di voti delle ultime elezioni
regionali 2005 29,3% Forza ITALIA + AN
politiche 2008 37,4% PDL
europee 2009 35,3% PDL
regionali 2010 26,7% PDL
differenza con le politiche 2008 -10,7%

Quando si perde il 10,7 % dei voti significa che si è perso. Riferirsi alla vittoria dell’ alleato Lega Nord e spacciarla come propria vittoria è la cosa più stupida che esiste e Berlusconi, che non è stupido, lo sa bene; non ha dietro di sé il vantato partito del 38% dei sondaggi, ma un magro partito del 26,7% (tra l’altro molto litigioso al suo interno al punto di non mettersi d’accordo sui candidati da presentare nel Lazio fino all’ultimo momento), ora cercherà di attrezzarsi per salvare se stesso, e marcerà a grandi passi verso la repubblica presidenziale.
La sinistra non ha vinto. Tranne il caso Vendola in Puglia, per il resto si dimostra incapace di proporre una politica per il Nord ed anche per il Sud dove era stata precedentemente premiata. Rimangono alla sinistra le regioni storiche del centro, dove si registra anche un diffuso scontento e lo testimonia l’affermazione delle liste del movimento di Grillo.
Nonostante la meno litigiosità della sinistra che abbiamo osservato il 13 marzo, la sinistra continua ad essere un magma fluido che necessita di un processo di unificazione su contenuti essenziali.
Il centro non ha vinto, il partito di Casini è rimasto inchiodato a strette percentuali, il bipolarismo continua ad avere una maggiore forza attrattiva, e non è stato apprezzato il gioco su più tavoli.
Il partito che non c’è dell’astensione ottiene la percentuale più elevata del 35,80%; si badi bene che trattasi di percentuale sugli aventi diritto al voto, di conseguenza se si misura il risultato del maggior partito (PDL 26,7%, percentuale sui voti espressi) e lo si rapporta agli aventi diritto di voto si scopre che le percentuale dei consensi degli italiani a Berlusconi è molto misera; nonostante tutto marcerà verso il presidenzialismo, e forse avrà come alleato il vincitore di questa ultima partita a carte che è stato Bossi.
Sul perché la Lega ha aumentato i suoi consensi al Nord, si possono fare tutte le riflessioni che si vogliono, ma è certo che una parte di voto popolare che prima premiava la sinistra si è spostato verso la Lega. Quanto e perché, dovrebbero provare ad analizzarlo i leader della sinistra. Nei miei limiti ci proverò al prossimo intervento.
francesco zaffuto
Una annotazione del 31/03/10
I dati di cui mi sono servito per il post sono riferibili esclusivamente ai voti attribuiti espressamente al PDL 26,7% (dati che per il PD davano un 25,9%). E credo che per misurare la "berlusconite" vadano presi i dati puri.
Renato Mannheimer, con la sua analisi presentata nella trasmissione Porta a Porta (e riportata sul Corriere della Sera di oggi 31 marzo), considera anche i dati delle liste in qualche modo riconducibili ai due maggiori partiti, in tal caso le percentuali vengono ad essere: PDL 31%, PD 27,1. Se si considera il dato aggregato di Mannheimer il PDL perderebbe rispetto alle politiche del 2008 (37,4 – 31) il 6,4%. Anche a volere considerare gli aggregati in questo modo il risultato evidente della perdita di consensi a Berlusconi non cambia. Berlusconi ha perso le ultime elezioni, dovrà rendere conto alla Lega e ai suoi avversari interni e cercherà di fare in fretta per riforme istituzionali atte a fortificare le sue posizioni. (f.z.)

lunedì 29 marzo 2010

la forza del partito che non c’è


29/03/10
la forza del partito che non c’è
Il 35,8% degli italiani non è andato a votare per le elezioni regionali (rispetto alle elezioni regionali precedenti, l’aumento dell’astensione è stato del 7,8%).

Il più forte partito è quello che non c’è. In questo momento c’è la corsa a valutare questo dato, tutti i politici fanno una breve riflessione sul comportamento e sui pensieri degli italiani stanchi. In capo a qualche ora gli stessi politici conteranno solo il quantitativo delle poltrone occupate.
Il dato dell’astensione era abbastanza prevedibile: nelle ultime elezioni europee (2009) si era registrata la stessa percentuale del 35% di astensioni, ma quel dato venne commentato come poca sensibilità rispetto alle problematiche europee, “l’Europa viene sentita lontana”. Ora l’astensione coinvolge alla grande le elezioni delle Regioni (fulcro del nuovo federalismo) . Sono sentite lontane le regioni e il federalismo dagli italiani?.
Anch’io nelle ultime elezioni europee mi ero astenuto e non certo perché sentivo l’Europa lontana; sono andato a votare in queste elezioni regionali e non certo perché ho sentito la regione vicina. Ci sono andato per altre considerazioni, per dare un po’ di forza a una sinistra depressa .
Non è facile fare un’analisi sui pensieri e le volontà di chi non è andato a votare, il peso dell’astensione è proprio nel silenzio e nell’imponderabile sua presenza o assenza per le prossime elezioni.

Si può tentare solo di rintracciare tutte le possibili motivazioni del non voto:

Questo sistema democratico è finto (una motivazione logica, di una minoranza che sceglie il non voto in modo consapevole)
Non ho trovato un partito che veramente condivido per le sue idee e programmi (motivazione valida di una minoranza molto esigente)
Sono tutti uguali e pensano solo ai cazzi loro (una motivazione molto diffusa)
Per come voterei io è ininfluente, tanto vincono sempre i più grandi partiti (gli scoraggiati dalla fine del sistema proporzionale)Tanto non cambia niente (gli scoraggiati in assoluto)
Questa volta li voglio punire e non vado (i vendicativi)
Ho altro da fare io... (perbacco! ..e che è ? )
Volevo andare e poi ho avuto un contrattempo... (può succedere)
C’erano le elezioni? Non me ne sono accorto. (può succedere anche questo)Sono troppo vecchio per votare (...a un certo punto può subentrare una grande stanchezza)Sono troppo giovane per votare (....e no .... allora studia)
Non ci ho capito proprio niente (...ma hai provato a leggere qualcosa?)
Non conosco nessuno dei candidati (...capita spesso, e non si può dire di conoscerli solo perché si sono visti attaccati con un faccione sul muro)Non conosco personalmente nessun candidato (... qui la pretesa è precisa)
Troppi partiti, troppi partiti (... e mo, che c’era qualche possibilità di scelta)
Nessuno mi ha chiesto niente (...ma come dovevano chiedertelo?)
Ho chiesto e nessuno ha risposto (... una motivazione che ha una sua forza logica)
Ma sì governi pure chi vuole (... sicuramente accadrà)
Tanto non è più obbligatorio votare (...almeno è ben informato)Ci vuole l’uomo forte e non mi pare che.... (hai fatto benissimo a non andare)


Possiamo ironizzare su quelli che non sono andati a votare, ma se proviamo per un attimo a pensare le motivazioni di quelli che ci sono andati, la questione può diventare drammatica.

Ho votato scheda bianca (... ma non hai votato... e qualcuno svelto di mano lo può fare per te)
Ho votato annullando la scheda (... non hai votato... ma sei stato più astuto di quello che ha votato scheda bianca)
Ho votato perché è obbligatorio (guarda che non sei bene informato)
Ho votato perché è meglio che si sappia che ho votato (..chi, chi dovrebbe venirlo a sapere?)Ho votato perché la democrazia è partecipazione ( motivazione che ha una sua logica, ma di una minoranza)
Ho votato perché condivido il programma politico del mio partito (rara, ma buona motivazione)Ho votato perché condivido il programma politico del mio partito anche se non l’ho letto (frequente)
Ho votato perché ho un candidato che mi ispira simpatia (un motivo comprensibile...)
Ho votato perché il candidato sono io (una logica perfetta)
Ho votato perche l’ho promesso a mio zio (doveri parentali)
Ho votato perché l’ho promesso al Sig. Tizio (doveri di vicinato)
Ho votato perche l’ho promesso a... (....ma non si può dire, perché pericoloso)
Ho votato per non dare andare avanti i comunisti (...tipico)
Ho votato per non fare andare avanti i fascisti (...tipico)
Ho votato per non fare andare avanti Berlusconi (...oggi tipico)
Ho votato perché amo Berlusconi (...quando lo dice il cuore...)
Ho votato per aiutare la sinistra (.... azzo, questa volta sono io)
Ho votato per aiutare la destra (anche questo è comprensibile, ma non sono io)
Ho votato per un partito piccolo, per testimonianza (...almeno un fiore)
Ho votato perché è ora di cambiare (...cosaaaa?)
Ho votato per difendere quelle poche cose che ancora vanno bene (...qualiiii?)
Ho votato perché me lo ha detto la Chiesa (sì ....ci sono anche questi)
Ho votato perché quel giorno non avevo niente da fare (un passatempo vale l’altro)
Ho deciso per chi votare strada facendo (...le soluzioni terminali)
Ho votato perché sono vecchio e voglio ancora dire qualcosa (...vocazione testamentaria)
Ho votato perche sono giovane al primo voto (... ma hai studiato qualcosa prima?)
Ho votato e ..azzo ho sbagliato a segnare, perché mi sono confuso (... non sarà capitato anche a me?)
Ho votato perché ci vuole l’uomo forte (...era meglio che non votavi)
Se si considerano tutte le motivazioni esposte in qualche modo non c’è da meravigliarsi per i risultati, domani qualche riflessione sui voti ai partiti.
francesco zaffuto
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(immagine “mha!....boh!” fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)

domenica 28 marzo 2010

da armati di più ad armati quanto basta




Accordo USA – Russia sulle armi nucleari

28/03/10
Si parla di accordo storico e pare che sarà firmato a Praga il prossimo 8 aprile.
L'intesa prevede che le due superpotenze atomiche dispongano di non più di 1.550 testate nucleari strategiche ; i vettori (missili, sottomarini e bombardieri) in grado di portare le testate sull'obiettivo non dovranno essere più di 800 dei quali solo 700 effettivamente dispiegati e pronti all'impiego.
Se questo accordo si va confrontare con l’accordo START del 1991, si tratta di una diminuzione del 74% delle 6.000 testate nucleari. E’ anche un passo avanti rispetto al Trattato SORT, di Bush e Putin, che prevedeva 2000 testate .
Nei fatti le due potenze con 1.550 testate nucleari a “testa” continueranno a mantenere un arsenale nucleare capace di fare saltare tutte le città più importanti del pianeta terra. L’accordo non avrà una conseguenza tanto apprezzabile sul piano della sicurezza, ma può avere degli effetti sul piano del contenimento dei costi dedicati all’ampliamento e al mantenimento degli armamenti.
Mentre negli anni delle guerra fredda si poteva ancora comprendere una logica negli armamenti , logica perversa, ma pur sempre logica di due stati che si dichiaravano aspramente nemici: gli USA continuavano a indicare il comunismo come il massimo del male esprimibile nel mondo, e giustificavano gli armamenti per difendersi da quel male; la vecchia URSS continuava ad indicare il capitalismo americano come il massimo del male esprimibile del mondo e giustificava allo stesso modo il suo armamento nucleare. Oggi la vecchia logica non può più spiegare il permanere di tale forza nucleare: l’URSS, non esiste più, i russi cercano di imitare il capitalismo americano, sono riusciti ad imitare perfino la nostra mafia, sono come noi, hanno due piedi come noi, due braccia come noi, due occhi e una testa piena o vuota come noi; gli USA addirittura, in questo momento storico, non demonizzano più il socialismo e cercano in qualche modo di limitare i danni di un capitalismo selvaggio che ha provocato la più grande crisi economica moderna.
Allora quelle 1550 reciproche testate a cosa servono? L’unica spiegazione diventa: che servono per continuare ad essere i dominatori del mondo; e nella logica di dominio le due superpotenze trovano sulla strada tanti piccoli imitatori.
Benvenuto questo ultimo accordo che lega un po’ meno le economie di USA e Russia alle strategie di guerra; ma la strada della pace è ben lontana.
E’ necessaria una più grande utopia di pace. Una utopia capace di affrontare la fame e la miseria nel mondo, con un istituto sovranazionale mondiale riconosciuto da tutti e responsabile della comune sicurezza. Abbiamo un solo un pianeta abitabile, non perdiamolo.
francesco zaffuto
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(immagine – “dopo la fine” acquarello © francesco zaffuto link Altre allegorie)

mercoledì 24 marzo 2010

Esiste una sinistra in Italia?



a pochi giorni dal voto, un dilemma


24/03/10
I partiti e i gruppi politici che si presentano alle elezioni regionali e che pescheranno nel grande mare della sinistra sono tanti. Perché in Italia, magari una sinistra unita non esiste materialmente ma, nel voto storicamente gli italiani hanno sempre cercato di individuare una alternativa di sinistra anche tra le tante divisioni.
Proviamo arditamente a fare un censimento:

PD - partito che vuole essere rappresentativo del centrosinistra ed elemento fondante del bipolarismo, raccoglie dentro di sé l’eredità del vecchio PCI e l’eredità di una sinistra democristiana. Recentemente ha visto fuggire personalità del centro cattolico come Rutelli e Binetti, per il suo tentativo di meglio collocarsi nel mare della sinistra.

IDV - partito fondato attorno alla personalità di Di Pietro, che ha avuto come sua centralità la battaglia per il rispetto della legalità, di origine non chiaramente di sinistra ma che ha pescato voti e consensi nel grande bacino della sinistra, che vuole darsi una veste di sinistra anche sulle questioni sociali.

Sinistra, ecologia e libertà - partito che viene da una scissione di Rifondazione dopo l’ultima sconfitta elettorale alle elezioni politiche, con una personalità politica di spicco come Vendola su base regionale, che vuole prendere le distanze dalla antica retorica marxista di Rifondazione e cerca di fondare un nuovo linguaggio.

Rifondazione Comunista – e - Partito dei comunisti - che si presentano uniti a queste elezioni - vogliono conservare l’origine marxista dei loro gruppi per le tematiche proposte specie in materia di lavoro.

I Socialisti “residuali” – tra parentesi ho posto questa la definizione “residuale” non in senso negativo, ma solo per distinguerli da tutti quei socialisti che hanno preso la strada berlusconiana sposando gran parte del programma liberista di destra.

Verdi del sole che Ride – movimento strutturato in qualche modo come partito, che dopo la fine dell’arcobaleno bertinottiano rivendica una sua autonomia dalla sinistra ma che continua a pescare consensi nel mare della sinistra.

Movimento 5 stelle - movimento politico – popolare fondato da Grillo, che pone alcune specifiche questioni di programma, che vuole andare oltre la sinistra per i suoi contenuti, ma che nei fatti andrà a pescare nell’elettorato di sinistra

I Radicali liberi - che ci sono e non ci sono, sono a sinistra ma si definiscono liberisti, sono entrati nel PD e non si sa se sono usciti. Per il loro porre le questioni di libertà si collocano in una tradizione più libertaria che liberista e che hanno raccolto più simpatie a sinistra che a destra.

Questa sinistra, insieme al movimento non ben definito dei VIOLA, ha avuto un appuntamento unitario il 13 marzo. A differenza del passato c’è stata la ricerca di trovare punti in comune rispetto alle differenzazioni. Non solo la questione Berlusconi, ma come uscire dalla crisi e come fondare le premesse per una società più giusta e più libera.

Nell’ultima tornata elettorale delle elezioni europee mi sono astenuto, la prevalenza del litigio a sinistra anche nelle parole mi ha allontanato dal voto. Il 28 marzo andrò a votare per uno dei raggruppamenti e non mi interessa dire per quale, perché è necessario percorrere una strada di ricerca sulle parole che uniscono per un’Italia più giusta e più libera; partendo dalle questioni importanti del lavoro e dell’ambiente.
francesco zaffuto
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(immagine “la mano sinistra” fotografia © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)

lunedì 22 marzo 2010

Approvata la riforma sanitaria di Obama


22/03/10
“semo meglio de l’amerikani e nun ce lo sapevamo”
Gli americani ora sono un po’ meno selvatici in materia di assistenza sanitaria.
La riforma sanitaria di Obama è andata in porto con l’approvazione definitiva: 219 voti favorevoli contro 212 contrari. Una vittoria sul filo del rasoio, ma pur sempre una vittoria.

Tutti gli americani avranno l’assistenza sanitaria gratuita?
Non è proprio così, ma pare che almeno atri 32 milioni di americani potranno avere una copertura assicurativa sanitaria. Nell’arco di dieci anni l’obiettivo è quello di arrivare a coprire il 96% della popolazione americana, per un ammontare complessivo di 1.200 miliardi di dollari.
La riforma sanitaria USA prevede l'obbligatorietà dell'acquisto di un'assicurazione sanitaria, vengono previsti sussidi per chi non se la può permettere e multe per le aziende con più di 50 dipendenti che non forniscono l'assicurazione. Nel testo passato al Senato, non c’è alcun riferimento alla cosiddetta opzione pubblica, lo Stato non garantirà l’assistenza sanitaria e si limiterà a rendere obbligatorio il sistema assicurativo e darà degli aiuti per estenderlo. Il sistema resta privato, ma gli assicuratori privati dovranno rispettare norme che evitano gli aspetti negativi del recente passato come quelli di aumentare le polizze agli anziani e ai malati cronici.
A questo risultato Obama è arrivato faticosamente, ha dovuto fronteggiare le insidie dell’opposizione repubblicana e dei suoi stessi deputati democratici, ha dovuto anche ridimensionare il suo progetto che resta ancora lontano da una assistenza pubblica gratuita per tutti.

La riforma sanitaria italiana è stata introdotta con la legge n. 833 nel 1978 . Il Servizio sanitario nazionale in Italia è un sistema pubblico di carattere universalistico che garantisce l’assistenza sanitaria a tutti i cittadini, finanziato attraverso la fiscalità generale (le tanto vituperate “tasse” di cui tanti si lamentano). Nel 1968, c’era stato un primo passo, con la legge n. 132 (del ministro Luigi Mariotti), che trasformo il sistema degli ospedali, da enti di assistenza e beneficenza in enti pubblici, disciplinandone l'organizzazione, la classificazione in categorie, le funzioni nell'ambito della programmazione nazionale e regionale ed il finanziamento. Il processo di riforma si concluse nel 1978 con la soppressione dei tanti enti del sistema mutualistico e con l’istituzione del Servizio sanitario nazionale. Secondo una ricerca dell'OMS, risalente al 2000 l'Italia aveva il secondo sistema sanitario migliore del mondo in termini di efficienza di spesa e accesso alle cure pubbliche per i cittadini dopo la Francia.

Obama ha iniziato in campo sanitario qualcosa che noi abbiamo concluso più di trenta anni fa. Il nostro sistema sanitario è tra i migliori del mondo e se andiamo in giro a chiedere sentiamo le più varie lamentele. Le lamentele è giusto che ci siano per criticare ciò che non funziona e per migliorare il sistema stesso; va posto rimedio ai lunghi tempi di attesa per accertamenti ed analisi, vanno resi efficienti alcune strutture ospedaliere degradate; ma dobbiamo stare attenti a tutti coloro che giocano per l’affossamento del nostro sistema sanitario, a quelli che dicono che il privato è meglio del pubblico.
L’assistenza sanitaria per i ricchi non mancherà mai, ma è quella per tutti che va difesa e potenziata. Dobbiamo ricordarci che per la sanità, negli ultimi trenta anni, siamo stati molto meglio degli americani.
francesco zaffuto
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(immagine, foto storica di muratori italiani a New York)

venerdì 19 marzo 2010

disoccupati per merito


Il dato dei laureati disoccupati e sottooccupati è in continuo aumento. In Italia si parla tanto di merito e poi i titoli di studio faticosamente conseguiti diventano quasi un demerito sul mercato del lavoro.

19/03/10
Oggi presso l’Università della Calabria al Campus Arcavacata di Rende (Cosenza) si è tenuto un Convegno sulla condizione occupazionale dei laureati. L’Associazione Almalaurea ha presentato al convegno la XII Indagine sullo stato occupazionale dei laureati.
L'indagine riguarda 162mila laureati nel 2008 di primo e di secondo livello post-riforma, intervistati ad un anno dalla laurea, e quasi 50mila laureati pre-riforma delle sessioni estive 2006 e 2004, intervistati a 3 e 5 anni dalla laurea. Nel complesso sono state raccolte 185mila interviste di laureati presso 49 università italiane.
http://www.almalaurea.it/universita/occupazione/occupazione08/

L’allarme si evidenzia se si mettono in confronto i dati con quelli dell’anno precedente:
Tasso disoccupazione
Laureati di primo livello (3 anni)
quest'anno 21,9% anno scorso 16,5% +5,4%
Laureati specialistici (3+2)
quest'anno 20,8% anno scorso 13,9% +6,9%
Specialisti a ciclo unico
quest'anno 15,0% anno scorso 8,9% +6,1%
Fonte: ALMALAUREA, XII Rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati, marzo 2010

Un altro dato significativo è il livello delle retribuzioni dei laureati in Italia per i giovani che sono ai primi rapporti di lavoro dopo la laurea.

Stipendio mensile (euro)
Laureati di primo livello (3 anni)
quest'anno 1.109 anno scorso 1.136 -27
Laureati specialistici (3+2)
quest'anno 1.057 anno scorso 1.125 -68
Specialisti a ciclo unico
quest'anno 1.110 anno scorso 1.149 -39
Fonte: ALMALAUREA, XII Rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati, marzo 2010

Questi i risultati per un giovane che ha conseguito una laurea, che ha dedicato i previsti anni allo studio (e di solito qualche anno in più dei canonici anni), che si è sobbarcato ad una notevole fatica e ad un continuo stress da esami, con una famiglia che si è impegnata a pagare tasse per la frequenza universitaria, spese per i libri e a volte per il mantenimento degli studi fuori sede. Inoltre, per tutto il periodo degli studi non ha percepito nessuna forma di assistenza contributiva e si troverà con diversi anni di contributi in meno rispetto ai giovani che si sono dedicati subito al lavoro. Certo gli anni di università possono essere riscattati sul piano contributivo, ma ciò accade a caro prezzo e tutto a carico del lavoratore laureato.
In pratica il neolaureato deve ringraziare la “Provvidenza” se non resta nella condizione di disoccupazione e deve accontentarsi di forme di sottoccupazione per almeno cominciare a sopravvivere autonomamente dalla famiglia di origine.
La condizione di sottoccupazione è così diffusa che basta guardare anche lo stesso sito dell’Associazione Almalaurea per rendersene conto: sono inseriti nella banca dati ben unmilionetrecentosettantamila curriculum vitae; anche se non sono tutti di laureati disoccupati, sono tutti di laureati in cerca di un impiego che meglio corrisponda al proprio percorso di studi, alle proprie aspettative sul piano del riconoscimento.
Una persona nel nostro paese Italia può perfino essere rovinato dagli gli studi, basta laurearsi con qualche anno di ritardo, basta dovere andare in giro a presentare un curriculum in diverse aziende che cominciano a nicchiare sulla tua poca esperienza nel mondo del lavoro; puoi perfino trovare negato un lavoro manuale, devi nascondere il tuo titolo di studio e inventarti bugie sul tuo curriculum.
Potrai sentirti dire soventemente: “Come, Lei è laureato e vuole fare il magazziniere o addirittura l’operaio? Ma non fa per Lei, non è la Sua collocazione, deve cercare una collocazione adatta”. E intanto il tempo passa e il tempo lavora contro di te.
Anche quel rifugio che per tanti anni è stato l’insegnamento è venuto a mancare; perfino trovare una supplenza è diventato difficile con le nuove scelte di riduzione della Gelmini tagliatrice di teste.
Per non parlare poi delle professioni libere, con le corporazioni che si chiudono a riccio, come quella degli avvocati che vogliono costruire una diga insuperabile contro l’affluenza degli ultimi arrivati.
Allora i nostri politici di governo, e primi fra tutti quelli che si occupano di istruzione, la smettessero di cianciare sul merito. Se non si trovano alcune soluzioni per i laureati è meglio scrivere un avviso dinanzi le porte delle università del tipo:
“Se non siete figli di industriali con aziende ben avviate
O se non siete figli di....
O se non siete baciati dalla fortuna
Perdete ogni speranza o voi che entrate”.
Quello che ho sopra detto è indirizzato ai "sepolcri imbiancati", ma ai giovani voglio dire: "non arrendetevi mai".
francesco zaffuto
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(immagine – “buio_book - Buio essere nel Buio: quando il giorno entra in occhi ” © arianna veneroni http://www.flickr.com/photos/arive11/ )

mercoledì 17 marzo 2010

Gentili banchieri



Che cosa è l’usura? Cos’ è la cura dello Stato per il risparmio?


17/03/10


Avete ricevuto dal gentile banchiere (o ufficio postale), a cui avete affidato il vostro denaro, una gentile comunicazione di questo tipo relativa al vostro rapporto di conto corrente?


Gentile Cliente
Alla luce dell’andamento dell’indice Istat, dell’andamento dei mercati finanziari e della progressiva riduzione dei tassi d’interesse, le comunichiamo, ai sensi dell’art. 118 del D. Lgs. 1 settembre 1993 n. 385, così come sostituito dalla legge 4 agosto 2006 n.248, la seguente “proposta di modifica unilaterale di contratto” relativa al suo conto corrente.......(banca o posta stessa cosa)......... per le condizioni sotto indicate con decorrenza dal ... maggio 2010


Tasso di interesse annuo creditore lordo da 0,25% a 0,15%


Analogamente la informiamo che, con medesima ricorrenza, sarà ridotto anche il tasso debitore relativo allo scoperto di conto......fido......, disponibile presso......


Tasso annuo nominale per scoperto di conto da 9,25% a 9,15%


Entro 60 giorni dalla ricezione della presente è sua facoltà recedere dal contratto.....


Il gentile banchiere vi avverte che il vostro denaro sul conto corrente, che già non vi fruttava niente, vi frutterà meno di niente. Vi avverte anche che, in caso di vostro bisogno di denaro, la distanza tra il niente e quello che dovete al gentile banchiere è di ben nove punti. Vi cita le leggi per dirvi che è suo diritto modificare il contratto. Vi cita l’Istat e i mercati finanziari per dirvi che “la vita è così”. Vi dice anche che se non vi piace siete liberi di andare a.... . Dove? Da un altro gentile banchiere (o ufficio postale) che applica le stesse condizioni.
Sorge un dubbio: nove punti di distanza per l’interesse fanno del nostro gentile banchiere un gentile usuraio? Possiamo andare a controllare le definizioni nel vocabolario o in qualche enciclopedia. Ma prima cerchiamo di completare l’analisi del trattamento.

Vediamo cosa accade in base alla comunicazione su esposta:
se chiedete un prestito sul vostro c/c di € 1.000,00 (sempre che ve lo diano perché dovete essere meritevoli di fido) ebbene in un anno dovete pagare € 91,50 di interessi
se tenete la stessa somma di € 1.000,00 depositata sul c/c per un anno ricevete € 1,50 di interessi.Questa è l’incredibile situazione in termini di applicazione di tassi a credito ed a debito. Ma il malcapitato correntista potrebbe considerarsi fortunato se tutto finisse qui. Non finisce qui. C’è lo Stato con le sue imposte e c’è il gentile banchiere (o ufficio postale) che con si accontenta del differenziale dei tassi per guadagnarci sopra e desidera anche un compenso per la tenuta del conto e per i servizi bancari che vi offre in un anno.


Bene, proviamo a fare i conti dopo un anno di un correntista che non ha bisogno di prestiti e che addirittura sta prestando denaro alla banca o alla posta.
Consideriamo a titolo d’esempio sempre € 1.000,00 come deposito per un anno sul c/c, alla fine di un anno siete compensati con:
+ € 1,10 (di interessi netti, perché il generoso € 1,50 di interesse, elargito dalla banca, viene colpito da una imposta dello Stato sugli interessi del 27%);
meno € 50,00 (di spese che le banche fanno in genere pagare per la tenuta del conto; ho inserito un dato medio favorevole, le condizioni variano da 30,00 a 100,00 euro );
meno € 34,20 (di imposta di bollo su estratti conto del conto corrente in beneficio allo Stato):
meno € 70,00 (per anno, se volete servirvi del servizio della carta di credito, per divertirvi a pagare in modo moderno nei supermercati, per i prelevamenti al bancomat e per viaggiare come finti capitalisti).
Alla fine di un anno troverete che i vostri € 1.000,00 sono diventati € 846,90.Intanto il gentile banchiere, se ha prestato i vostri € 1.000,00 a un altro malcapitato, con le stesse condizioni, andrà ad incassare alla fine € 91,50 + (50,00x2) + (70,00x2) = ben € 331,50 complessivi. L’amorevole Stato andrà ad incassare € 0,40 + (34,20x2) = ben € 68,60.
I due malcapitati cittadini trattati con gentile amorevolezza, per essersi serviti del sistema bancario moderno, hanno pagato insieme alla banca e allo Stato ben € 398,80.
In questo esempio che ho proposto non salta agli occhi un’ultima cosa, il cosiddetto principio dell’uguaglianza nel trattamento dei depositi bancari che fa lo Stato. Occorre una riflessione aggiuntiva: se al posto di € 1.000,00, voi movimentate il vostro conto corrente con € 100.000,00, lo Stato che ama tutti allo stesso modo applica sempre la stessa imposta sugli interessi sul conto/corrente del 27% e la stessa imposta di bollo di € 34,20. In base al principio di uguale trattamento il più fregato è nei fatti l’operaio (o l’impiegato o il pensionato) che vive del solo suo stipendio e che ricorre al conto corrente bancario per servirsi di alcuni servizi o spesso per imposizione delle stesse aziende che preferiscono effettuare i pagamenti degli stipendi tramite l’accreditamento in c/c.
Gentilmente vi saluto tutti
francesco zaffuto

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(immagine - " sorprese" fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/ )

lunedì 15 marzo 2010

13 marzo, la sinistra, ricominciare dalle parole



Per una grande sinistra è necessario un linguaggio comune, con parole comuni e con un significato comune delle parole. Costruire un sentire comune sulle parole da cui può scaturire un programma. Ma occorre ragionare sulle parole ed evitare gli slogan.

15/03/10

Il 13 marzo, nella manifestazione in difesa della “legge uguale per tutti” la sinistra si è ritrovata unita nella sua estrema varietà. Si può provare a fare l’elenco delle diverse bandiere presenti in Piazza del popolo a Roma e in diverse piazze d’Italia:
PD (partito che voleva essere rappresentativo del centrosinistra ed elemento fondante del bipolarismo, che voleva raccogliere dentro di sé l’eredità del vecchio PCI e l’eredità di una sinistra democristiana, che ha visto fuggire personalità del centro cattolico come Rutelli e Binetti);
IDV (partito fondato attorno alla personalità di Di Pietro, che ha avuto come sua centralità la battaglia per il rispetto della legalità, di origine non chiaramente di sinistra ma che ha pescato voti e consensi nel grande bacino della sinistra, che vuole darsi un vestito di sinistra anche sulle questioni sociali);
Sinistra, ecologia e libertà (partito che viene da una scissione di Rifondazione dopo l’ultima sconfitta elettorale alle elezioni politiche, con una personalità politica di spicco come Vendola su base regionale, che vuole prendere le distanze dalla retorica marxista di Rifondazione);
Rifondazione Comunista (partito che vuole conservare l’origine marxista e che a livello elettorale ha lanciato una riaggregazione di forze con quello che rimane del Partito dei Comunisti (compagine Diliberto e cossuttiani));
Verdi del sole che Ride (movimento che dopo la fine dell’arcobaleno bertinottiano rivendica una sua autonomia dalla sinistra ma che si è molto ridotto nei suoi ranghi);
Movimento 5 stelle (movimento politico – popolare fondato da Grillo che vuole andare oltre la sinistra per i suoi contenuti ma che nei fatti andrà a pescare nell’elettorato di sinistra, molto critico verso la vecchia leadership del PD);
Movimento viola (movimento nato spontaneamente sulla rete in funzione antiberlusconi e per il rispetto della legalità, che affonda le sue radici in un malessere giovanile fatto di precariato e anche di tanta qualità intellettuale);
I Socialisti residuali (quei socialisti che si richiamano al socialismo vecchia maniera e che non si sono lasciati ammaliare da Berlusconi);
I Radicali liberi (che ci sono e non ci sono, sono a sinistra ma si definiscono liberisti, sono entrati nel PD e non si sa se sono usciti, sicuramente utili nel porre delle questioni coraggiosamente, questioni in tema di libertà che spesso sfuggono agli altri).
Con l’elenco dei “grandi” penso di avere finito; ma nella giornata del 13 marzo non mancavano anche altri gruppi estremamente minoritari, sicuramente importanti per chi vi milita, ma di difficile elencazione.
Infine erano presenti anche alcuni “INVISIBILI” che non militano in nessun partito, che alle ultime elezioni si sono astenuti ( me compreso) e che sono andati a vedere se questa volta potranno votare di nuovo a sinistra.
Questo variegato mondo della sinistra per un giorno è stato unito, può avere anche una affermazione elettorale in queste elezioni regionali se ritornano a votare i tanti astenuti della sinistra, ma non ci sono ancora le condizioni per una grande sinistra. Una vittoria solo sull’onda dell’antiberlusconismo serve a poco è si è già dimostrato con l’ultima vittoria elettorale di Prodi.
Ci sono ancora tre anni fino alla nuova scadenza delle elezioni politiche, il tempo potrebbe bastare per buttare le basi di un programma ma occorre avere la consapevolezza delle difficoltà.
Per una grande sinistra è necessario un linguaggio comune, con parole comuni e con un significato comune delle parole. Costruire un sentire comune sulle parole da cui può scaturire un programma. Ma occorre ragionare sulle parole ed evitare gli slogan
Ricominciare dalle parole significa dare un peso alle singole parole. Proviamo a pronunciare alcune parole: Libertà, Lavoro, Giustizia, Ecologia. Su queste quattro parole possiamo aggregare la sinistra e parti di popolo ancora più vaste, ma se entriamo dentro il significato di quelle parole possiamo scoprire significati molto diversi. Allora la tentazione della genericità può diventare forte perché ci porta a vaste aggregazioni nella genericità. Ma quando poi si deve fare un provvedimento di legge con la genericità non si affronta alcun problema.
Prendiamo la parola libertà e poniamola in casi specifici, i casi specifici dove cimenta la parola libertà sono tantissimi, ne prendo a caso alcuni:
-gli avvocati vogliono un dispositivo di legge difficoltoso per i nuovi ingressi nella professione, dicono di volerlo per tutelare la professione, ne traggono sicuramente beneficio gli studi affermati a danno dei nuovi arrivati che vogliono faticosamente esercitare in proprio; (chi scegliamo di tutelare?)
- i giornalisti non vogliono certo rinunciare al loro ordine, anche se la libertà di stampa è un diritto costituzionale di tutti, preferiscono sentirsi tutelati se quella libertà possono esercitarla solo loro con prerogativa di legge; (chi tuteliamo?)
- i taxisti vogliono continuare ad esercitare la loro professione ponendo delle forti limitazioni all’entrata di nuovi operatori; (chi tuteliamo?)
- gli imprenditori vorrebbero avere la libertà di licenziare gli operari indipendentemente dalla giusta causa; (chi tuteliamo?)
Prendiamo la parola lavoro, parola tanto usata da Bersani nel suo breve comizio del 13 marzo; abbiamo un dato di disoccupazione dell’8,6% (dato sottostimato se si considerano: le donne che non si iscrivono alle liste di collocamento, i giovani che non hanno cominciato ancora una prima occupazione, i giovani che in attesa di occupazione studiano e continuano a figurare come studenti); nonostante ciò abbiamo un quantitativo di emigrati che arrivano in Italia in cerca di occupazione e sacche di lavoro non dichiarato o irregolare di non facile misurazione. La parola lavoro pertanto non può diventare uno slogan ma deve concretizzarsi in proposte ben evidenziate.
Il voto a sinistra che tanti anni fa si poteva raccogliere solo su una genericità sentimentale sulle parole oggi non basta, ogni parola necessita di significati.
Berlusconismo e antiberlusconismo tutto sommato sono corsie di una strada comoda per Berlusconi e per chi l’osteggia, speriamo che venga al più presto abbandonata perché non porta alla soluzione dei problemi.
Per questa volta rinuncio alla mia astensione e vado a votare per uno degli aggregati di sinistra di cui sopra, ma spero di ritrovare il significato di qualche parola da qui a tre anni.
francesco zaffuto
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(immagine “la mano sinistra” fotografia © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)

venerdì 12 marzo 2010

Non vi succhierete la nostra acqua


12/03/10
Il “Forum regionale per l’acqua” ce l’ha fatta: ha presentato un “disegno di legge di iniziativa popolare” all’ARS, per il ritorno dell’acqua nell’area della gestione pubblica in Sicilia.
Si tratta di ben 135 Consigli comunali (alla data del 10 marzo 2010) siciliani che hanno già approvato una formale delibera che sostiene il ddl che dovrebbe riportate la gestione di tutte le reti idriche regionali nelle loro mani, o in quelle di loro “aziende speciali consortili”.
La notizia la riporta oggi l'articolo di SiciliaInformazioni, vai al link per leggere tutto
La prossima manifestazione nazionale del 20 marzo per l'acqua pubblica comincia ad assumere una notevole importanza.
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Post di queto blog collegato all'argomento
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(immagine – “teschio 1 a” tecnica mista © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)

giovedì 11 marzo 2010

Scuola ed elezioni, ponte lungo


Un ponte lungo, nel pieno del secondo quadrimestre, è distruttivo per la didattica


11/03/10

Un ponte lungo che in alcune regioni può arrivare fino a 18 giorni: questo è quello che accadrà nella maggior parte delle scuole d’Italia. Bambini lascati a casa con problemi per le famiglie, ragazzi più grandi che interrompono la didattica per un periodo eccessivamente lungo di vacanza nel momento più cruciale del secondo quadrimestre.
Ubi maior minor cessat; ci sono le elezioni e sono il maior, la scuola nel nostro paese è sempre minor.
Le scadenze democratiche nel nostro paese sono tante: elezioni politiche, regionali, provinciali, comunali, rispettivi ballottaggi, referendum. Ogni anno almeno una interruzione della didattica, e può accadere anche più di una volta all’anno. Ma la scuola è fatta di giorni di scuola, di lezioni e di prove che necessitano di tempi organizzati; tempi che debbono fare riferimento alle necessità didattiche per l’apprendimento degli allievi.
Il nostro paese esiste come Repubblica dal 1948 e questo problema non lo si vuole risolvere. Il problema è risolvibile: i comuni debbono reperire luoghi dove si possa esercitare l’attività elettorale senza interrompere le lezioni. Anche alcune parti di edifici scolastici possono andare bene se non sono quelli dedicati alla didattica. Ogni comune deve fare un monitoraggio dei luoghi disponibili, non è difficile, si tratta solo di non fregarsene del problema, e di porlo almeno come problema.
Lo Stato ha il dovere di indirizzare i Comuni con norme appropriate, il Ministro della pubblica istruzione ha il dovere di sollecitare tutti gli organismi pubblici.
Quando ero insegnante e mi occupavo della professione docente per la GILDA degli insegnanti, ho scritto su questo problema più di una volta a Ministri e ad altre autorità; oggi parlo da questo “lontano” blog, ma ci sono tanti insegnanti e tanti presidi che possono far sentire la loro voce dalla scuola su questo problema; il tacere, il dire che tanto non serve a niente, determina il niente.
francesco zaffuto

(immagine “se resta qualcosa” fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)

lunedì 8 marzo 2010

8 marzo 2010



Nelle mani delle donne il destino della nuova umanità

08/03/10

Ci sono due grandi eventi che possono compiersi in modo catastrofico in questo ventunesimo secolo:
- la grande espansione demografica fino al 2050
- il possibile conflitto tra occidente ed oriente per le grandi differenze di costume
Rispetto a queste due tendenze già in atto, ma che nel futuro potrebbero assumere aspetti sempre più gravi, il ruolo delle donne, divenute protagoniste coscienti della loro liberazione da oppressioni sociali e condizionamenti culturali, potrebbe innescare un processo di riequilibrio mondiale.
Il primo problema, l’espansione demografica e la catastrofe che essa comporta nei paesi sottosviluppati, richiama immediatamente una questione di fondo dalla donna mai veramente risolta e totalmente gestita neppure nei paesi sviluppati: il suo rapporto con la procreazione.
Non è certo con la limitazione forzata delle nascite, praticata in paesi come la Cina, che si risponde alla grande espansione demografica, ma solo con una educazione alla consapevolezza, accompagnata dal diffondersi di strumenti di controllo e di limitazione delle nascite si costruisce una cultura di maternità libera e dignitosa in luogo di un meccanico processo riproduttivo subìto passivamente. A questo proposito va ricordato che il livello di passività culturale subìto dalle donne nei paesi africani le porta ad accettare e trovare giusto che attraverso la pratica delle mutilazioni genitali siano praticamente private di ogni piacere sessuale, anzi, che della sessualità conoscano solo il dolore anche nei normali rapporti oltre che nel parto, e che tutto ciò che rimane del loro essere donne è mettere al mondo tutti i figli che arrivano.
D’altra parte, mentre la sottocultura del terzo mondo produce un sovraffollamento a cui la natura risponde con una agghiacciante mortalità infantile (ci siamo mai chiesti fra l’altro per una donna africana cosa può significare, dopo tutte le altre sofferenze, dover poi assistere alla morte di tanti figli?), siamo poi così sicuri che dietro il calo delle nascite nei paesi occidentali , che li ha portati a crescita zero, non si nasconda anche una difficoltà ad esercitare una libera maternità? Quello che noi possiamo vedere a occhio nudo è che intanto si sta creando uno squilibrio tra paesi benestanti con una popolazione sempre più formata da vecchi e una folla di nuovi “schiavi” che approdano dai continenti sovraffollati per accudirli. Ma un dato concreto su quali o quante motivazioni possano costringere le donne a rinunciare alla maternità non lo possediamo. Sappiamo solo che l’organizzazione del lavoro che rende difficile conciliare famiglia e orari, l’età che spesso oggi le donne impegnate nello studio e la ricerca del lavoro raggiungono, per non parlare di incredibili episodi di donne non assunte o licenziate perché incinte, sono lo spiraglio di drammatiche rinunce non sempre ammesse.
Concludendo quindi sul primo punto, la conquista dell’esercizio di una maternità liberamente scelta, oltre a restituire dignità e decisionalità alla donna nel fattore esistenziale più importante della sua vita , tende a produrre come conseguenza un importantissimo elemento di riequilibrio nel problema demografico sul pianeta.
Considerando poi il conflitto fra oriente ed occidente in atto, i cui fattori politico-economici sono certamente molteplici e complessi, non si può non rilevare quanto spazio venga dato all’aspetto culturale e religioso che ne costituirebbe la base (sia pure pretestuosa), il cosiddetto scontro di civiltà. Sotto tale aspetto la risposta migliore sarebbero i processi di integrazione, la conoscenza ed il riconoscimento reciproco, sia pure nelle diversità di costume, di valori culturali ed umani presenti da ambo le parti. Ma non è un caso che ancora una volta può diventare centrale il ruolo della donna, se si considera che il maggior attrito, l’impossibilità di accettazione nel confronto fra modelli culturali, ha come oggetto da entrambe le parti il modello femminile nella società, il suo ruolo nella famiglia, la sessualità, l’immagine. Solo quando le donne si faranno protagoniste di un processo di liberazione da modelli imposti dal mondo maschile, dalla società, da religioni interpretate in modo repressivo e discriminatorio nei loro confronti, e sentiranno di essere prima di tutto persone, con la stessa dignità, libertà e autonomia a cui hanno diritto paritariamente tutti gli esseri umani,si riconosceranno unite tra loro, al di là dei confini culturali. Forse allora le donne orientali si rifiuteranno di portare un velo che le nasconde,di non poter svolgere attività pubbliche, di subire matrimoni imposti fin da bambine (ci sono movimenti e singole donne che lo stanno già facendo, alcune hanno pesantemente pagato di persona sia in oriente che in occidente) ; e le donne
occidentali sentiranno tutta la violenza di essere considerate oggetti sessuali, si rifiuteranno di subire mode ridicole, modelli mediatici erotici e umilianti, o di imitare atteggiamenti maschili degradanti. Su questo piano potrebbe verificarsi un vero incontro fra le donne del mondo che costituirebbe così anche una vera integrazione ed un progresso collettivo di civiltà.
Maria Luisa Ferrantelli

(immagine “albero di mimose verso il mare” olio © francesco zaffuto link Fiori e piante)

domenica 7 marzo 2010

Freccia del Sud treno soppresso

L'Azienda autonoma delle ferrovie dello Stato elimina il collegamento diretto tra Nord e tre città della Sicilia: Agrigento, Caltanissetta ed Enna
07/03/10


Se andate a cercare sul sito di Trenitalia gli orari del treno diretto da Milano ad Agrigento, scoprite che il treno non esiste più. Sì, la Freccia del Sud che serviva tre città della Sicilia, Agrigento, Caltanissetta, Enna, dal 1 marzo 2010 non esiste più.
Ora non si tratta di fare il panegirico romantico sui ricordi del treno delle grandi emigrazioni con la valigia di cartone (che io stesso ho preso tante volte), si tratta di ragionare su un servizio eliminato senza una giustificazione. Fino a pochi giorni fa quel treno era preso da viaggiatori che non volevano servirsi del servizio aereo (si consideri che nelle tre città siciliane non esistono aeroporti)
Ora per raggiungere Agrigento (Caltanissetta ed Enna) occorre fare più cambi (a Roma o a Napoli, a Termini Imerese o a Catania). Tre città: Agrigento, Caltanissetta ed Enna sono state cancellate dalle Ferrovie dello Stato da un servizio diretto con il Nord.
I tempi di percorrenza con i cambi risultano elevati, una mancata coincidenza può addirittura fare aggiungere al viaggio diverse ore in più, il prezzo dei biglietti è aumentato (varia da € 94,40 ad € 203,40); ma non ci sarà più il servizio diretto.
Una persona anziana o con handicap o con tanti bagagli si troverà in grandi difficoltà e nella effettiva impossibilità di fare questo viaggio. Se mettevi sul treno a Milano tuo padre anziano e poi telefonavi ai partenti per dire di andarlo a prendere alla stazione di arrivo, non potrai farlo più.
Chi se ne importa, erano in pochi a farlo, possono andare a .....; questa pare essere la logica dell’Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato. Nessuna spiegazione data agli utenti, nessuna esposizione di costi e benefici, nessuna riflessione sul servizio pubblico.
Se si trattava di fare una giusta valutazione dei costi e dei benefici la strada diventava un’altra: al treno Freccia del Sud andava data una organizzazione oraria di percorrenza migliorativa, il prezzo del servizio poteva essere agganciato al miglioramento del servizio stesso. Il progetto dell’alta velocità non può escludere tre città della Sicilia.
Mentre si elimina il treno del Sud si progetta il ponte sullo Stretto. A cosa dovrebbe servire quell’accidente di ponte? Solo a fare guadagnare qualche ditta appaltatrice.
francesco zaffuto
articoli collegati
Un treno soppresso

(immagine – Agrigento, il Tempio della Concordia)
RICEVO DALLA SICILIA CON DRAMMA ED IRONIA (da libomast)
Caro Signor Francesco se ha notato le mie ultime riflessioni( fotocomposizioni )sono molto lugubri, ma i pochi che, dalle mie parti, le hanno osservate non si sono chiesti perchè.In una Sicilia in cui il governo REGIONALE pensa solo a se stesso o ad apparentarsi solo al fine di portare tutti i componenti politici ad una sostanziosa pensione, in cui tutto è lecito e sa lavorare e/o essere creativo solo chi guadagna dai 150.000 euro in su in dispregio a tutte le disposizioni nazionali e regionali, la sua notizia non è notizia.
Quanto è palpabile a livello nazionale che il programma del governo è una fotocopia del programma redatto, molti anni fa, dalla P2, quanto è palpabile che il governo Regionale vuole isolare la nostra isola, vuole il suo partito !!!!!!!!!!!!!!!, costi quel che costi, anche chi ha piccole nozioni conosce la storia e chi non la conosce l’ha vissuta ( mi riferisco - Sicilia indipendente e/o avan posto dell’America) ma….. noi siamo di PANZA, sappiamo !!!!!!!! ma…..nel caso esprimiamo un pensiero ” chiddru c'aiu dittu si costituisci dittu iu nun l’aiu dittu” - Caltanissetta, lei sa benissimo, che è stata l’unica città che, nonostante Agostino Lo Piano Pomar organizzò il primo sciopero generale dei lavoratori delle miniere di zolfo, non ha mai aderito agli scioperi, meglio, vi aderì quando erano finiti.
Caro Signor Francesco io non ho più parole, ho solo rabbia dentro. Non riesco più a comunicare……….. con chi non vuole vedere, con chi ha le idee di democrazia nel cuore alla sua sinistra, ma….. con la mano destra vota a destra,………… quindi non comunico.
Ho letto la tua biografia, molto bella, non perché parla di te ( di noi), ma perché è uno spaccato storico dei tempi. 50 anni di storia.
I tempi non erano maturi, forse neanche le forme di protesta adottate erano confacenti, ma ne è valsa la pena - eravamo vivi come gli altri che ci circondavano – oggi zombi, grandi fratelli e isole dei famosi.
Scusa la forma e la non completezza, volevo commentare ironicamente la tua notizia, ma sono raffreddato come una scimmia – connetto poco, mi è passata la voglia.
Liborio

allego i link suggeriti da libomast
http://www.siciliainformazioni.com/giornale/societa/82797/robin-hood-usuraio-templare-ecco-bizzarra-tesi-studioso-britannico.htm

http://www.siciliainformazioni.com/giornale/economia/82815/banche-sicilia-mezza-rivoluzione-norme-sono-carta-straccia-scioglimento-tradisce-statuto-banca-tesoriere-della-regione.htm

http://www.siciliainformazioni.com/giornale/economia/82912/solo-fiat-fincantieri-numonyx-lindustria-siciliana-chiude-sindacati-bollettino-guerra.htm

venerdì 5 marzo 2010

Presentazione liste regionali - discussione su forma e sostanza



Con
corredo
di
riflessioni
postume
fino
al
11/03/10

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Il 05/03/10 ho scritto
La mobilitazione attenta dei radicali ha messo a nudo il Re.
L’elevato numero delle firme, debitamente autenticate, necessarie per la presentazione delle liste alle elezioni regionali, nei fatti ha determinato la rinuncia di tanti gruppi politici minori a cimentarsi nelle elezioni. Basta dare una rapida occhiata al numero delle firme necessarie.
http://www.fdeonline.org/PDF/Moduli%20regionali.pdf
Se si considera che ogni firma deve essere debitamente autenticata, e non si hanno certo notai che vanno in giro casa per casa o che sono disponibili 24 ore su 24, la difficoltà diventa enorme per i piccoli gruppi; e non è certo irrilevante per i grandi gruppi.
Il numero delle firme e la debita autentifica di ogni firma sono, pertanto, sostanza.
Se una Corte d’appello ha riscontrato irregolarità nelle firme e nelle autentiche vuol dire che ha riscontrato irregolarità sostanziali.
In quale modo riusciranno a sottrarsi dalle trappole da essi stessi create, questo lo vedremo tra qualche giorno; ma non possiamo rinunciare a valutare e a pensare.
francesco zaffuto
arriva la pezza del Decreto interpretativo:
Regionali, il cdm vara il decreto salva liste. Napolitano firma
http://www.agenziami.it/articolo/5859/Regionali+il+cdm+vara+il+decreto+salva+liste+Napolitano+firma/
Testo integrale del decreto in Gazzetta ufficiale
http://www.gazzettaufficiale.it/guridb/dispatcher?service=1&datagu=2010-03-06&task=dettaglio&numgu=54&redaz=010G0052&tmstp=1267904439239
La lettera del Presidente Napolitano ai cittadini sulla questione liste escluse
http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Discorso&key=1800

LA DECISIONE DEL TAR LOMBARDIA
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Tar-riammette-la-lista-Formigoni-Il-governatore-Abbiamo-dimostrato-di-avere-perfettamente-ragione_87130085.html
L’alto prelato della Cei Mogavero contro il decreto salva liste. La Cei: da noi nessuna valutazione
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/201003articoli/52909girata.asp

Reazioni e manifestazioni
http://www.dire.it/HOME/decreto_salvaliste.php?c=29416&m=3&l=it
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Riflessioni e interrogativi postumi del 07/03/10
Visto che trattavasi di materia così delicata, perché il Presidente della Repubblica Napolitano non ha sentito anche esponenti dell'opposizione? Perchè si accontentato di sentire ufficialmente solo le richieste di Berlusconi e membri del suo Governo? Il sentire i rappresentanti dell'opposizione non avrebbe inficiato i suoi atti e avrebbe contribuito a moderare i toni.
In quali articoli della Costituzione è prevista la concertazione nella formulazione dei detreti tra Governo è Presidenza della Repubblica? Si può provare a rileggerla.
La legge che è stata interpretata autenticamente era del 1968, nel corso degli anni aveva subito modifiche per crircoscrizioni e numero di firme, ma per le procedure di sostanza era rismasta la stessa per 42 anni. A distanza di tanti anni è arrivata la necessità di una interpretazione. C'è forse stata una mutazione genetica nella capacità di pensare?
Una legge deve essere uguale per tutti?
Non è il caso di rivedere veramente per il futuro la legge, deliberare per un numero contenuto e plausibile di firme, stabilire una procedura certa per raccogliere le firme, con tutta la lista dei candidati allegata e definita, con i soli uffici di autentificazione pubblici, sempre aperti e disponibili per tutti i cittadini. Arrivare a una forma di candidatura veramente democratica e garantita per maggioranze e minoranze.
Democrazia significa solo dittatura della maggioranza?
I sempre vincenti, hanno avuto questa volta bisogno di assistenza per vincere. Può darsi che da ora possano cominciare a perdere. (f.z.)
MA L'OTTO MARZO LA PEZZA DEL DECRETO SI RIVELA STRETTA, Il TAR DEL LAZIO BOCCIA LO STESSO LA LISTA PDL: E' NECESSARIA UNA NUOVA PEZZA.
http://www.aprileonline.info/notizia.php?id=14354
9 marzo – la farsa continua

http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE6280N620100309?pageNumber=2&virtualBrandChannel=0

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Ancora-un-no-per-la-lista-Pdl-Berlusconi-Contro-di-noi-sopruso-violento-e-inaccettabile_100443643.html

Lazio, un’altra bocciatura della lista PDL. Sulla base del cosiddetto decreto interpretativo la lista è stata nuovamente presentata e di nuovo respinta: a deciderlo l'Ufficio elettorale circoscrizionale del Tribunale di Roma. Il decreto interpretativo è stato considerato inapplicabile perché nel Lazio vige una legge regionale. Ma possibile che non lo sapevano quando hanno stilato il decreto che interpretava la legge del 68.

E ora cosa si aspetta: IL CONSIGLIO DI STATO. E sì, perché fino ad ora lo “StatolSovrano”, nonostante tutti gli avvocati di cui si circonda è stato consigliato male. Intanto anche lo “StatoSovrano” vuole scendere in piazza, e per invidia dell’opposizione vuole opporsi a se stesso.
Sorge un grande dubbio: cosa hanno capito fino ad ora la grande massa dei cittadini votanti? Ma StatoSovrano tutto spiega:

''Non abbiate timore, sfidate a viso aperto l'arroganza della sinistra -è l'appello del premier ai Promotori della libertà- impegnatevi, datevi da fare, scendete in campo, sensibilizzate le forze sane del Paese e convincete tutti a schierarsi dalla parte del buongoverno, dalla parte della democrazia, dalla parte della libertà. Ai tantissimi che vogliono impegnarsi sul territorio per i nostri candidati, rivolgo un caldo invito: iscrivetevi al sito www.promotoridellaliberta.it e convincete tutte le vostre amiche e tutti i vostri amici a far parte di questa grande forza di libertà".
Perdindirindina!!!!!!! Manifestazioni il 13 il 20 (se ci aggiungiamo il 28 data delle elezioni, possiamo provare un terno a lotto). (f.z.)

11/03/10
Forse se un po' tutti (da Napolitano a Berlusconi - da Bersani a Di Pietro) avessero preso in considerazione la posizione di Pannela si poteva uscire dall'impiccio senza tutto questo polverone.
"una sanatoria delle irregolarità per tutti e un rinvio delle elezioni. Per noi non esiste- conclude Pannella- ridurre a 10 giorni la campagna elettorale"
Ma la frittata è fatta (f.z.)
http://www.aprileonline.info/notizia.php?id=14379
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(immagine “discussione tra angelo e demone sulla natura dei colori” pastello olio © francesco zaffuto link Angeli e demoni)

mercoledì 3 marzo 2010

PATATATECH - Ogm e Commissione Ue


quali le conseguenze delle recenti decisioni Ue sui prodotti Ogm
03/03/10

La Commissione Ue, ha dato il via libera alla coltura in Europa della patata transgenica Amflora, per uso industriale + altri 3 tipi di mais transgenici. La Commissione mette di fatto fine, dopo dodici anni, alla moratoria sulla coltivazione di Ogm in Europa.

La decisione è stata presa all'unanimità dal collegio dei commissari: ''nessun nuovo argomento scientifico aveva bisogno di essere esaminato ulteriormente'', ha osservato il commissario Ue alla salute John Dalli, spiegando che la Commissione ''ha svolto il suo ruolo in maniera responsabile, prendendo decisioni che si basano su esami di sicurezza condotti dall'Efsa'', l'agenzia europea per la sicurezza degli alimenti.
I Verdi non sono per niente convinti di queste rassicurazioni e dicono che la decisione contrasta con la stessa direttiva Ue 2001/18 che proibisce espressamente l'autorizzazione per gli Ogm che contengono geni di resistenza ad antibiotici importanti per la salute umana
Al momento la posizione ufficiale italiana presa dal ministro Zaia è di netta contrarietà: ''Non solo non ci riconosciamo in questa decisione, ma ci teniamo a ribadire che non permetteremo che questo metta in dubbio la sovranità degli Stati membri in tale materia.”
Il presidente della Commissione europea Jose' Manuel Barroso ha dichiarato ''di non voler imporre la coltura degli Ogm in Europa'', la scelta successiva dovrebbe rimanere in capo ai singoli stati. Ma è evidente che l’atto della Ue assume il forte carattere di un “via libera”. Ci saranno paesi che in Europa continueranno a resistere ed altri che cominceranno l’avventura degli Ogm, avventura che tra l’altro è cominciata in diverse parti del mondo.

Sul fronte Ogm le posizioni sono molto diversificate:
- c’è chi è contrario per le ripercussioni sulla salute dell’uomo;
- chi è contrario per i risvolti negativi sulla piccola impresa agricola;
- chi è favorevole per il principio della libertà d’impresa;
- chi è favorevole per un innata fiducia nel progresso.
La fiducia nel progresso investe uomini in buona fede; perfino alcune componenti della Chiesa oggi pensano che gli Ogm possano contribuire a risolvere il problema della fame nel mondo.

La mia debole preparazione scientifica non mi permette di entrare nel merito della questione dal punto di vista delle conseguenze sulla salute; mi limito ad affrontare qualche aspetto economico in relazione alla diffusione dei prodotti Ogm.

Riguardo alla Patata Ogm chiamata anche Amflora, la proprietà è della Basf (la multinazionale che ha depositato l’invenzione). Questa Patata è un prodotto industriale che servirà per:
- costruire filati più forti,
- per costruire una carta più lucida,
- per fabbricare intonaci più aderenti,
- ed anche per mangime animale.
Molti agricoltori potrebbero essere tentati di dismettere le loro culture destinate a produrre beni per l’alimentazione per avviarsi verso la produzione di questa patata per l’industria. Si viene ad ampliare un fenomeno che già esiste da tempo nel mondo: immensi territori dedicati alla coltivazione di cotone, di colza e di altri prodotti che non sono alimentari. Allora, i nuovi prodotti come la Patata Amflora vanno sicuramente nella direzione della diminuzione della produzione alimentare globale.
Certo, altri prodotti Ogm possono essere indirizzati verso l’incremento della produzione alimentare, ma i brevetti di questi prodotti in mano alle grandi multinazionali determineranno un nuovo assetto degli equilibri produttivi. I guadagni dell’operazione Ogm saranno in capo alle società che hanno depositato il brevetto che cercheranno di spartirli minimamente con gli agricoltori che si presteranno all’operazione.
La diffusione della produzione Ogm creerà concentrazione economica nel settore primario, settore che fino ad oggi si è caratterizzato per la presenza di tanti piccoli produttori.
Già abbiamo assaporato gli effetti della grande concentrazione bancaria in mano a pochi privati, gli effetti sono stati questa crisi economica. Una grande concentrazione della produzione alimentare in poche mani non può farci dormire sonni stupidamente tranquilli.
francesco zaffuto

(immagine “follia dell’umanità” fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)
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UN AGGIORNAMENTO SU GLI OGM IN USA
9 agosto 2010
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Link suggeriti da chi ha inserito i commenti, qui riportati per renderli attivi
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i due link su gli Ogm suggeriti da libomast
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i link di suggeriti da Manzelli
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martedì 2 marzo 2010

FIRMA L’APPELLO DI GREENPEACE


I CANDITATI ALLE ELEZIONI REGIONALI DEBBONO RISPONDERE SUL NUCLEARE

CORRIAMO PER ESSERE IN TANTI A FIRMARE L’APPELLO DI GREENPEACE

http://www.greenpeace.it/nuclearlifestyle/homepage.html
Alle ore 18,20 del 30 marzo hanno già firmato 77.018
L'elenco dei candidati nucleari: http://www.greenpeace.it/nuclearlifestyle/candidati.html

.......segue il mio post inserito in questo blog il 17/02/10
Visto che oggi scopriamo personaggi come Zaia e Polverini contrari al nucleare nella loro regione, nel corso della campagna elettorale occorrerebbe chiedere a tutti gli aspiranti governatori delle regioni:
- ma tu sei favorevole alla costruzione di una centrale nucleare nella tua regione?
- preferisci che sia costruita in un’altra regione d’Italia magari distante?
- o dire chiaramente a mister Scajola che non va costruita in nessuna regione d’Italia?
e poi:
- l’acqua della tua regione pensi che vada appaltata a delle società private?
- diresti chiaramente a mister Berlusconi che il suo decreto sulla privatizzazione dell’acqua lo renderai inapplicabile nella tua regione?
e poi:
- hai qualche straccio di idea per aumentare l’occupazione nella tua regione e per venire incontro ai disoccupati?
Poi occorrerebbe chiedere a noi stessi:
Possiamo accettare che la centrale nucleare sia costruita solo un po’ più in là?
Possiamo accettare che bolletta dell’acqua compensi il profitto di società private?
Possiamo accettare che, in questo periodo di crisi economica, nessuna idea dignitosa venga proposta dagli aspiranti governatori in materia di occupazione e disoccupazione almeno per le loro competenze.
Dopo l’esame delle loro e soprattutto delle nostre risposte possiamo decidere come votare e se votare.
francesco zaffuto
(il post è stato inserito anche il 17/02/10 al link - Nucleare, acqua, lavoro, occorrerebbe chiedere a..... e presenta commenti)
(immagine manifesto di Greenpeace)

Nucleare, acqua, lavoro, occorrerebbe chiedere a...


02/03/10
(aggiornato con il link di Greenpeace in fondo)
17/02/10
Visto che oggi scopriamo personaggi come Zaia e Polverini contrari al nucleare nella loro regione, nel corso della campagna elettorale occorrerebbe chiedere a tutti gli aspiranti governatori delle regioni:
- ma tu sei favorevole alla costruzione di una centrale nucleare nella tua regione?
- preferisci che sia costruita in un’altra regione d’Italia magari distante?
- o dire chiaramente a mister Scajola che non va costruita in nessuna regione d’Italia?
e poi:
- l’acqua della tua regione pensi che vada appaltata a delle società private?
- diresti chiaramente a mister Berlusconi che il suo decreto sulla privatizzazione dell’acqua lo renderai inapplicabile nella tua regione?
e poi:
- hai qualche straccio di idea per aumentare l’occupazione nella tua regione e per venire incontro ai disoccupati?
Poi occorrerebbe chiedere a noi stessi:
Possiamo accettare che la centrale nucleare sia costruita solo un po’ più in là?
Possiamo accettare che bolletta dell’acqua compensi il profitto di società private?
Possiamo accettare che, in questo periodo di crisi economica, nessuna idea dignitosa venga proposta dagli aspiranti governatori in materia di occupazione e disoccupazione almeno per le loro competenze.
Dopo l’esame delle loro e nostre risposte possiamo decidere come votare e se votare. (f.z.)
INTANTO
CORRIAMO PER ESSERE IN TANTI
A FIRMARE L’APPELLO DI GREENPEACE
per impegnare i candidati alle elezioni regionali sul nucleare

http://www.greenpeace.it/nuclearlifestyle/homepage.html

(immagine “idee di...” china © francesco zaffuto link Altre allegorie)

lunedì 1 marzo 2010

il naso su Milano



01/03/10
I “Genitori antismog” si fanno portavoce di una battaglia per la trasparenza: i dati sull’inquinamento diffusi dall’ARPA (agenzia regionale protezione ambientale della Lombardia) sono sottostimati rispetto a quelli del Centro di ricerca di Ispra della Direzione generale della Commissione europea. Nelle pagine locali del Corriere della sera di oggi 1 Marzo 10, si evidenziano alcuni dati delle centraline ARPA confrontate con le centraline del Centro di Ispra: nello stesso giorno del 31 gennaio 2007 la centralina ARPA di Monza registrava 101 microgrammi di polveri sottili, nello stesso luogo la centralina della Commissione europea ne registrava 180 microgrammi.
Il 25 febbraio 10 il presidente Formigoni si è mostrato lieto per i risultati di miglioramento dell’inquinamento in Lombardia,
http://www.marketpress.info/notiziario_det.php?art=133279
I dati a cui si riferiva Formigoni erano, ovviamente, quelli dell’ARPA, i Genitori antismog, lamentano che “in questi giorni la Regione Lombardia sta impendendo l’accesso all’ultimo rapporto del Centro comune di ricerca di Ispra datato ottobre 2009, affermando di “non averlo ancora approvato” “ (Corriere della sera di Milano 1 marzo).
Il naso elettorale di Formigoni deve mostrarsi soddisfatto: Milano è sempre più europea e sempre più pulita. Ma i Genitori antismog tengono a precisare che:
LONDRA: dal 2004 non ha mai superato i 50 mg/m3 più di 40 volte all'anno
PARIGI: dal 2004 non ha mai superato i 50 mg/m3 più di 40 volte all'anno
MILANO: dal 2004 ha sempre superato i 50 mg/m3 più di 100 volte all'anno con punte di più di 160 volte all'anno e oltre.
http://www.genitoriantismog.it/iniziativa/ora-deuropa
Milano non ha bisogno di un naso elettorale ma di un naso per respirare.
francesco zaffuto

(immagine “divagazioni su “il naso” di Gogol” biro e matita © francesco zaffuto)