mercoledì 27 novembre 2013

Dopo la decadenza


Alle ore 17,40 il Senato, con il voto su nove ordini del giorno, ha determinato la decadenza di Silvio Berlusconi. Si conclude un epoca? Dal punto di vista della carriera istituzionale sì, ma dal punto di vista politico pare ancora di no. Mentre al Senato si discuteva e votava, Berlusconi incitava con un comizio la piazza per la sua resurrezione.
Cosa potrà accadere nel prossimo futuro? Molto dipende anche da quello che deciderà il Tribunale di sorveglianza che ai sensi del codice di procedura penale (articoli 678 – 666 – e 667) dovrà esprimersi su come il condannato dovrà scontare la pena. Quell’anno di reclusione, se non si concretizzerà in carcere, diventerà detenzione domiciliare o destinazione ai servizi sociali. Lo stesso personaggio si è affrettato a richiedere, tramite i suoi avvocati, l’affidamento ai servizi sociali.
Cosa si verrebbe a determinare con  Berlusconi ai servizi sociali? C’è da immaginarselo,  continui servizi giornalistici su quello che sta facendo durante la giornata:  “ha preso la scopa”, “ha raccontato una spassosa barzelletta in un ricovero”, “ha seminato delle zucchine in una comunità”. Un anno di propaganda elettorale intensiva con tutte le televisioni scatenate, quelle sue e quelle della Rai che seguono a rimorchio ogni notizia spassosa.
 La detenzione domiciliare costringerebbe il personaggio a starsene appartato a studiare, meditare e riposarsi; il personaggio dovrebbe starsene in una delle tante case, senza fare festini e senza eccessivi sprechi di energia;  considerata l’età ne potrebbe guadagnare in salute.
 Legittimo che il condannato chieda, ma altrettanto legittimo che il Tribunale disponga. Si tratterà di decidere se dare un anno di spettacolarizzazione o un anno di silenziosa meditazione al proprio domicilio.
27/11/13 francesco zaffuto

Immagine – dipinto di Thomas Couture – I romani e la decadenza – Museo d’Orsay Parigi

lunedì 25 novembre 2013

Manager in Svizzera e referendum

La Svizzera si tiene gli stipendi d’oro dei suoi manager.  Il referendum che voleva introdurre forti limitazioni ai compensi di chi siede al vertice di multinazionali, istituti di credito e società quotate in Borsa è stato bocciato con  il 65,3% di no. Si è recato alle urne  il 40% degli aventi diritto degli elettori dei 26 cantoni della Confederazione
 Il disegno di legge, presentato da Partito socialista, Verdi e organizzazioni sindacali voleva introdurre un tetto massimo ai compensi dei manager che avrebbero potuto percepire «solo» 12 volte lo stipendio dei loro dipendenti di fascia più bassa. Oggi la proporzione è invece mediamente di 1 a 200
Corriere della Sera
Corriere del Ticino
Il fatto quotidiano
Nota di questo blog -
Un altro  referendum si tenne  otto mesi fa in Svizzera  sui compensi dei manager, ma per aspetti diversi. In quel caso venne approvata a larghissima maggioranza (67%) una legge in base alla quale gli stipendi d’oro dei manager avrebbero dovuti essere approvati non più dai consigli d’amministrazione ma dall’assemblea degli azionisti delle società ed essere commisurati ai risultati di bilancio. Diciamo che gli svizzeri si espressero contro l’ipotesi che i manager decidessero sui propri stipendi in modo autoreferenziale.
Nel caso del referendum di ieri gli svizzeri si dovevano esprimere per il contenimento della distanza  tra il lavoro di un manager e quello di un dipendente di base.  I  risultati sono stati inequivocabili:  il 60 % degli svizzeri non si è recato alle urne (il problema non li ha sfiorati)  e tra i votanti è prevalsa l’idea che sia meglio pagare i manager abbondantemente.
L’idea di una qualche uguaglianza pare che  non piaccia agli svizzeri e lo dicono con  la democrazia diretta. Ma in  qualche modo questo ultimo referendum proposto portava con se una contraddizione: non si trattava di un limite all’arricchimento in generale ma di un limite all’arricchimento dei manager. Il manager nei fatti è colui che sostituisce gli azionisti, dirige al poso del “cosiddetto padrone”. Chi si può avvantaggiare di un pagamento limitato del manager privato? Se il minore pagamento non si traduce in aumento per  le paghe dei dipendenti di base, nei fatti ad avvantaggiarsene sono gli azionisti (coloro che hanno messo nell’impresa solo il capitale). Visto in questa prospettiva il risultato del referendum in Svizzera può avere interpretazioni meno semplificate.
Riguardo a paragoni con la situazione italiana, occorre fare qualche distinguo. Si badi bene che in Svizzera si parlava di limite per i manager anche privati. In Italia non si pone neanche il problema per i manager pubblici e per  i politici, pagati con le tasse o con l’espansione del debito pubblico (argomento affrontato su “dritti” e purtroppo acquisiti- seconda puntata)
25/11/13 francesco zaffuto

Immagine – Il gigante Gargantua contornato da vacche -  nelle illustrazioni  di  Gustave Doré, del libro di Rabelais Gargantua e Pantagruel  

domenica 24 novembre 2013

“dritti” e purtroppo acquisiti- seconda puntata


Questo post in parte continua il dibattito del post precedente “dritti” e purtroppo acquisiti

Non è facile affrontare il tema dei “diritti acquisiti” dal punto di vista giuridico.
La Corte Costituzionale con una sentenza del 11 ottobre del 2012 bocciò addirittura quel minimo prelievo che il governo Berlusconi aveva osato fare con il decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010. Quel decreto si limitava a ridurre stipendi e pensioni di alti dirigenti introducendo un prelievo in questa misura sugli emolumenti superiori a 90.000 euro lordi annui sono ridotti del 5 per cento per la parte eccedente il predetto importo fino a 150.000 euro, nonche' del 10 per cento per la parte eccedente 150.000 euro …
 Per la Corte Costituzionale tale provvedimento contrastava con gli articoli 3 e 53 della Costituzione.
Se leggiamo gli articoli vediamo che:
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
 È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 53.
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

 Dal punto di vista formale la Corte faceva riferimento alla pari dignità ed uguaglianza con i dipendenti privati,  e faceva riferimento all’obbligo comune di concorrere tutti alla spesa pubblica in base alla propria capacità contributiva; le misure di Berlusconi in materia di riduzione degli stipendi  per concorrere alla spesa pubblica vennero considerate per “conseguenza logica”  incostituzionali.
Eppure se si guarda al secondo comma dell’articolo 3, salta evidente agli occhi di tutti anche il secondo comma: E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini
 Una buona legge con in riferimento a questo secondo comma è sempre possibile, se la si vuole fare. Una legge capace di distinguere tra diritti e privilegi.
 Se si considera che una pensione erogata dallo Stato di 5.000 euro netti al mese sia già notevolmente elevata rispetto ad una minima, si può fare una legge per eliminare pensioni superiori a 5.000 euro nette e tutte le situazioni di pensioni doppie che fanno superare complessivamente detto limite. L’enorme cifra risparmiata può essere portata in diminuzione del debito pubblico e in diminuzione delle imposte che gravano lavoro e imprese.
 Non cadono poi in miseria, deputati, ministri, giudici, manager di stato se si arriva ad una legge che contiene i loro stipendi entro i 10.000 euro netti al mese, e ben ampia resta la distanza con i lavoratori che si arrangiano a vivere con 1.000 euro di paga al mese. 
 Questo per quello che paga lo Stato e i suoi enti (compresa la Rai).
 Per quanto riguarda le aziende private, facciano quello che vogliono in tema di retribuzioni e di pensioni (se costruite senza agevolazioni fiscali). Massima libertà; fatta salva l’applicazione dell’articolo 53 in tema di proporzionalità e progressività delle imposte.
 Una ricchezza meglio divisa e meglio distribuita fa inoltre crescere l’economia, dà nuovo impulso alla domanda di beni, trasferisce complessivamente i beni dalla tesaurizzazione al consumo.
21/11/13 francesco zaffuto


Immagine – Pellegrini mangiati in insalata -  Illustrazione  di  Gustave Doré, del libro di Rabelais Gargantua e Pantagruel  

venerdì 22 novembre 2013

Lutto nazionale

Sardegna 16 morti e un disperso. Tra i morti anche un’intera famiglia di brasiliani di 4 persone  che abitava in uno scantinato.
Oggi

dopo il doveroso minuto di silenzio è necessario
riflettere e dire
"Dietro questa tragedia ci sono follia, stupidità, ingordigia. E' colpa di partiti e speculatori. E in queste ore la giunta regionale sta approvando regole ancora più permissive per chi costruisce vicino ai fiumi". Renato Soru attacca. L'ex presidente della Regione Sardegna si dimise cinque anni fa in polemica contro i partiti che ostacolarono il suo piano paesaggistico regionale. Una legge all'avanguardia che impediva di costruire vicino a coste e fiumi, e metteva un freno alla speculazione.

“Ogni anno, almeno dal 2009, nel periodo che va da settembre a novembre, assistiamo almeno a un evento grave come è stato Genova e oggi la Sardegna. Non possiamo escludere più nulla: siamo in balìa dell`allerta meteo perché il territorio non è più in grado di reagire, noi non stiamo facendo nulla, in questi anni non abbiamo messo nulla a sistema”. Lo ha detto il presidente del Consiglio nazionale geologi, Gian Vito Graziano, intervenendo a Tgcom24.

Le tragedie provocate dalla natura ci saranno sempre ma la gravità delle tragedie spesso deriva dal comportamento degli uomini. I politici non hanno solo il compito di assecondare democraticamente l’elettorato, hanno anche il compito di educare il popolo e dire di no tutte le volte che i comportamenti possano pregiudicare la sicurezza, altrimenti la democrazia diventa una pericolosa convivenza. (f.z.)

Immagini – tricolore in lutto + foto dell’alluvione in Sardegna da  http://www.fanpage.it/maltempo-sardegna-lutto-nazionale/

martedì 19 novembre 2013

“dritti” e purtroppo acquisiti


Intervento di Antonio Pilato

Le due facce del "diritto acquisito": del ricco potente e del povero impotente
Quando sentiamo che gli emolumenti dorati della classe politica e dei manager, “divinamente superdotati”, non possono essere toccati, modificati, perché un diritto acquisito, mi salta subito in mente la spudorata legge feudale tedesca del maggiorascato, giustificata come divina, ma che nulla aveva della trascendenza. Così avviene ancora oggi nel nostro bel paese Italia, a favore di politici.

E a tutte le osservazioni critiche, che la gente comune muove contro i loro stipendi altissimi (che fanno girare e saltare le palle, quelle vere e anche di acciaio, non quelle di Letta, perché temperate e irrobustite dal continuo allenamento alla sofferenza, alla lotta per la sopravvivenza), e poi contro le pensioni cosi dette d'oro, le buone uscite, che non possono assolutamente compararsi a quelle di mille insegnanti insieme, ebbene, quando contro questa razza umana privilegiata dalla politica immonda o da altre disonorate ruffianerie, si dice, si chiede insistentemente, sopratutto in questo periodo di crisi, di tassare diversamente la ricchezza e di abbassare il livello di remunerazione da ladri, fissando una volta per sempre, un tetto limite, si risponde che non è possibile perché il loro è un diritto ormai acquisito.

Ma quale diritto? Tutti i diritti degli uomini mortali, hanno un valore finito, temporale. Nessuna legge, nessun diritto scende da Dio. Lo stesso avviene per le riconosciute intelligenze di alto spessore, come si dice dei manager, per fare un esempio, a cui le aziende pubbliche e private affidano i loro investimenti per moltiplicarlo a rischio minino o addirittura zero. Anch'esse vanno pagate adeguatamente, ma mai sproporzionatamente, come tuttora si fa: il presidente del' INPS, per fare ancora un esempio, Mastracazzi o Mastrapasqua, uno fra gli ultimi della carretta dorata, prende uno stipendio che supera quello di cento e più impiegati. Anche di lui è altissima l'intelligenza? Dobbiamo anche ringraziare Dio per averla concessa ad un uomo che l' adopra a nostro vantaggio? Anche costui gode straordinariamente di un diritto acquisito?

Se, per concludere, resterà intoccabile il reddito stratosferico dovuto per un'intelligenza superdotta, di conseguenza e senza rimedio continuerà a pagare la classe dei mediocri, che sono i filosofi, storici , scienziati, artisti, medici, insegnati, impiegati, artigiani, lavoratori, casalinghe, e ancor peggio le numerosissime famiglie, gli studenti, ecc. ecc..

E ciò è vero. Ne danno conferma tutte le vicende di cronaca vera, a scapito sempre del poveraccio, che per mala sorte , senza sufficiente intelletto, paga da solo la ricchezza di tutti a causa del diritto acquisito, alla povertà e allo sfruttamento. Contrariamente al ricco, dotato per grazia divina di abilità cognitiva, è riconosciuto il diritto acquisito di sguazzare entro fiumi di denaro, e se gli fosse possibile anche di godere di vedere strisciare ai suoi piedi masse informi dei senza cervello.

A futura memoria
18 novembre 2013


Immagine – il gigante Gargantua – un’antica illustrazione di Gustavo Dorè del libro di Rabelais (i giganti di Rabelais erano simpaticoni e amavano soprattutto mangiare, questi venuti alla luce sono tanti e amano anche macchine e case di lusso, un generale lustro e potere)

domenica 17 novembre 2013

IL PASTICCIO DEL TUC

In cucina il pasticcio può essere una buona  portata, nel campo delle tasse è solo un modo per confondere la mente ai cittadini.
Mischiare la tassa sui rifiuti insieme all’imposta comunale sui servizi indivisibili è stato già fatto abolendo la vecchia TARSU e introducendo da appena un anno la TARES ( TARES e TARSU ). Con la TUC si vuole fare un pasticcio più complesso. 
 Il cittadino deve avere l’illusione che non paga più l’IMU sulla prima casa. La parola IMU non si può più pronunciare, ma si vuole lo stesso incassare quel denaro;  allora non gli si cambia solo il nome alla vecchia IMU  ma addirittura la si mescola con altre imposte e tasse.
 La tassa sui rifiuti è in relazione a un servizio ben preciso, come dire ti pago il francobollo e la lettera deve arrivare a destinazione. Ti pago la tassa sui rifiuti e i rifiuti debbono essere raccolti e smaltiti in modo corretto. Voglio sapere come hai destinato quei sodi che hai raccolto per lo smaltimento dei rifiuti, voglio sapere per quale motivo sto annegando nell’immondizia nonostante ho pagato la tassa sui rifiuti. E’ una tassa che debbo pagare perché produco rifiuti e non perché sono proprietario di una casa, posso essere solo un inquilino e produrre rifiuti. Non c’era nessun motivo per accorpare la tassa sui rifiuti nella complessa TARES comunale  e non c’è nessun motivo logico di accorparla con la TUC. Solo il motivo perverso di generare confusione. 
Con questo nuovo intreccio impositivo temo che complessivamente si pagherà anche più dell’IMU;  e che quei piccoli proprietari  di prima casa, che prima erano chiaramente esonerati dall’IMU,  ora cadranno nel pasticcio dell’imposta comunale complessiva.
17/11/13 francesco zaffuto


Immagine – un pasticcio di pasta alla greca – se volete qui trovate anche la ricetta http://www.odealvino.com/primi/il-pastitsio-pasticcio-greco.html

giovedì 14 novembre 2013

La girandola delle invenzioni

All’ombra di una finanziaria che si chiama “legge di stabilità” , minata qua e là da più di 3.000 emendamenti, si sono subito liquefatte le invenzioni di modifica dell’IRPEF.  Ce ne erano due di rilievo: l’elevazione della no Tax area a 12 mila euro presentata, con due distinti emendamenti, da parlamentari PD e da parlamentari PDL; e un’altra di Sacconi di riduzione al 10%  della prima aliquota a chi ha redditi inferiori a 40 mila euro l’anno. E’ bastato dire che non c’erano le coperture finanziarie e la girandola delle invenzioni è stata accantonata.
 L’IRPEF è l’imposta base del sistema fiscale italiano, per l’ammontare dell’entrate e perché colpisce la totalità delle persone fisiche;  tutti i governi che sono succeduti hanno continuato ad apportare modifiche per mostrare una diversa politica fiscale: detrazioni, aliquote accorpate, addizionali ecc. ecc.. Questa girandola continua di invenzioni non ha fatto altro che offuscare il dettato principale della costituzione; art. 53 Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.  Pertanto proporzionalità e progressività.
Chi ha un reddito di 15.000 euro non può versare allo stato l’attuale 23%, e tutta la fascia medio bassa di redditi fino a 28.000 euro non può essere colpita con un 27%.  Anche la stessa aliquota del 38% appena superati i 28.000 euro è estremamente elevata.
L’IRPEF risponde al dettato costituzionale solo se esistono più scaglioni d’imposta e non se si riducono.
  Fatto salvo un primo scaglione che deve intendersi come soglia di povertà, tutti i successivi scaglioni sarebbe opportuno che fossero incrementati con entità non superiori 5.000 euro annui.  Chi supera di poco la soglia della povertà può essere colpito con un 5%, i successivi scaglioni possono essere gravati da aliquote superiori e sempre con gradualità, 8%, 10%, 15%, 20%, 25% ecc.. Si può anche arrivare a colpire i redditi che superano i 100 mila euro anche con aliquote del 60% senza deprimere l’economia e senza fare andare a dormire le famiglie sotto i ponti.
I governi che si succedono non debbono inventare nuove forme di IRPEF, debbono solo limitarsi ad aumentare o a diminuire le aliquote su scaglioni ben prefissati da una legge stabile.
14/11/13 francesco zaffuto

Immagine – una girandola colorata 

martedì 12 novembre 2013

la carrozza di Cicikov


 Nel romanzo “le anime morte”  di Gogol,  Cicikov con la sua carrozza vagava per le lande della Russia per acquistare nomi di contadini morti. Faceva la proposta ai grandi proprietari terrieri e a prezzi ben stracciati riusciva ad acquistare il requisito di possedere i nomi di migliaia e migliaia di contadini.  
 Cedere i nomi di morti era un buon affare per chi li vendeva, i morti per il feudatario non valevano nulla e l’affare si concludeva. Però, i feudatari russi guardavano con sospetto l’offerta di acquisto di Cicikov. Cosa se ne poteva fare?
 Cicikov aveva un suo disegno  e con quei titoli di proprietà sarebbe riuscito a portarlo a compimento.
 Si potrebbe pensare che Cicikov era il più grande dei corruttori;  niente affatto,  in quelle lande della Russia, descritta da Gogol,  la corruzione e la degradazione erano tali da far diventare ammirevole un personaggio come Cicikov.
Oggi 12 novembre, se qualcuno si vuole scrivere al PD non può farlo, il tesseramento è bloccato. Stava succedendo qualcosa; nel giro di un mese piovevano adesioni su adesioni al partito, nuovi tesserati.
  Se c’è gente che si viene ad iscrivere dicendo che condivide ideali e programma, che si fa riconoscere con la sua carta di identità, che  lascia il contributo in denaro della quota associativa;  nessun gruppo, associazione o partito può lamentarsi di ciò. Allora cosa stava succedendo? I nuovi tesserati erano vivi? La domanda può sembrare cattiva ma sorge per conseguenza logica.  E poi chi è Cicikov? La cosa più inquietante pare essere quella che di Cicikov ce ne siano tanti  e in diverse province.
Un ulteriore paradosso è quello che pare che c’era una discreta un’affluenza di nuovi  tesserati al PD veri e vivi, affluenza che è stata bloccata dalle “anime morte”.

12/11/13 francesco zaffuto 

Immagine – incisione del viaggio in carrozza di Cicikov – di Marc Chagal – immagine da internet  di cui al link

domenica 10 novembre 2013

incontro oltre il virtuale


Grazie a tutti gli amici blogger che hanno fatto vivere l’incontro di Milano, in piazza sant’Eustorgio il 10/11/13. Quattro chiacchiere, un pasto e un bicchiere di vino in buona compagnia. Tutto qua. Ma quanto basta per fare sì che il virtuale riesca ad assumere una sua fisicità. Un grazie particolare ad Ambra, Erika e Sandra che hanno pazientemente organizzato questo incontro.
10/11/13 francesco zaffuto


Immagine – una vecchia stampa di piazza Sant’Eustorgio

sabato 9 novembre 2013

DENARO FRESCO allo 0,25%, ma…

La Banca centrale europea ha tagliato  i tassi di interesse e il costo del danaro cala allo 0,25 per cento, un minimo storico da record.
L'ultimo taglio dei tassi della Bce risale al 2 maggio 2013, quando il tasso fu portato allo 0,50%, anch'esso un minimo record.
Con una inflazione che si presenta molto contenuta, con una disoccupazione estremamente elevata e con una domanda di beni che nei paesi europei  non riprende ritmo;  l’operazione fatta da Draghi è più che giustificata per dare un qualche impulso alla ripresa degli investimenti.
A fronte di questa misura tutte le grandi banche europee possono chiedere Euro alla BCE pagando un tasso d’interesse dello 0,25%;  quindi,  se facessero bene il loro lavoro di esercizio del credito, potrebbero concedere prestiti alle aziende con tassi molto ridotti.  
Quindi un’impresa, sulla base di questa notizia, potrebbe, già da oggi,  recarsi in banca e chiedere un prestito a sostegno delle sue attività produttive;  e la banca,  dopo aver fatto onesti conti sui propri costi, potrebbe concedere il prestito con un interesse del 1%  o al massimo del 2%.
ACCADRA’ ?!?
Sul piano teorico potrebbe accadere, ma sul piano pratico è molto probabile che accada tutt’altro: molte banche utilizzeranno questo vantaggio per fare operazioni speculative sui mercati finanziari o si limiteranno ad investire questo denaro comprando Titoli dei diversi stati europei lucrando sul differenziale dei tassi (ad esempio prendere denaro dalla BCE allo 0,25% e comprare titoli dello Stato italiano al 4% ).
 L’operazione tasso allo 0,25% della BCE, che dovrebbe dare impulso all’economia rischia di diventare, in gran parte,  un nuovo regalo alle grandi banche.
 La manovra classica della riduzione del costo del denaro operata dalla Banca centrale di Stato (prima dell’Euro) spesso veniva accompagnata da un’altra misura, l’acquisto da parte della Banca centrale di Titoli dello stato. In questo modo l’effetto vantaggio per le banche di credito ordinario di operare su titoli dello stato si riduceva ed erano interessate a fare arrivare soprattutto credito alle aziende.
 Con una Banca centrale europea  impossibilitata ad acquistare titoli di stato dei paesi europei si viene a creare una specie di effetto molto rallentato della diminuzione del costo del denaro.  Le grandi banche sono diventate mediatrici di credito per gli stati e gli stati sono diventati debitori delle grandi banche, banche che a loro volta per la mole di investimenti di questo tipo si vengono a trovare in difetto di liquidità.
 L’emissione di Eurobond (di un prestito europeo in aiuto agli stati) con un interesse  basso e comunemente concordato poteva,  e ancora può,  essere almeno una buona cura da affiancare alla manovra sul costo del denaro,  non la soluzione di tutti i mali ma una buona medicina.
Gli Stati europei fortemente indebitati debbono ridurre il loro debito, ma non si può strozzarli con tassi di interessi elevati, equivale solo ad aumentare l’impossibilità di ridurre il debito.
09/11/13 francesco zaffuto

Immagine – un po’ di euro sparpagliati 

giovedì 7 novembre 2013

Il giornalismo semantico

Le notizie di prima pagina di oggi di grandi giornali e notiziari TV sono:
Letta: Cosa pensano di me nelle cancellerie europee? "Che ho tirato fuori gli attributi"
Berlusconi: “i miei figli come ebrei sotto Hitler”.
Grillo: “Letta? Un ballista d’acciaio”
Se andiamo alle notizie dei giorni precedenti, troviamo quello che hanno detto: Renzi, Brunetta e anche Letta, Grillo e Berlusconi.
E domani sarà lo stesso: e giù articoli, esegesi, analisi di frasi, di parole, di significati espliciti e occulti.
E se ci sono dubbi sul significato delle parole si arriva servizi TV dove giornalisti intervistano altri giornalisti.

Le notizie stanno ben schiacciate nell’universo secondario: aziende che chiudono, suicidi, guerre in paesi lontani, incidenti vari. Solo quando una di quelle notizie diventa abbastanza sanguinolenta riesce a conquistare le prime pagine, giusto il tempo di digerirla e poi si ritorna alla semantica delle parole dei leader politici.
07/11/13 francesco zaffuto
Immagine – un bla nel triangolo semantico significante-interpretante-significato

mercoledì 6 novembre 2013

BTP Italia, qualche considerazione

In un solo giorno si riescono a raccogliere 16,84 miliardi di euro. Il titolo Btp Italia agganciato all’inflazione e con un rendimento base del 2,15% è andato a ruba ed è stato sottoscritto da risparmiatori italiani piccoli e grandi.
La Borsa italiana ha concluso nella prima giornata di collocamento sul Mot, il mercato delle obbligazioni e dei titoli di Stato, 224.878 contratti, un record assoluto.
Cosa c’è dietro questo titolo? Intanto occorre riconoscere l’intuito di Maria Cannata dirigente del Tesoro.  In questo particolare momento di crisi la Cannata è riuscita a tirar fuori un BTP da offrire direttamente a tutta la platea dei risparmiatori saltando le Banche.  E la risposta c’è stata. Le caratteristiche base di questo titolo sono: media durata 4 anni, un rendimento non eccezionalmente elevato ma al riparo dall’inflazione.  Già con queste caratteristiche si raccoglie la fiducia di tanti piccoli risparmiatori che non vogliono speculare ma vogliono mettere al riparo i risparmi che spesso vengono da tanti anni di lavoro. L’appello diretto a tutti i piccoli risparmiatori riesce a dimostrare che la fiducia in questa carcassa di Stato malandato può rinascere, e,  che tutto sommato,  i risparmiatori italiani preferiscono lo Stato rispetto alle sirene dei facili guadagni che propongono Fondi di investimento e varie società Finanziarie (con dubbio curriculum).
 Una proposta, se è di buon senso, viene raccolta e ciò dimostra che si può operare:  rivolgendosi direttamente ai risparmiatori, rifiutando la logica di considerare le banche come grandi finanziatori del deficit dello Stato, facendo in modo che le banche ritornino al credito ordinario verso le aziende. La ristrutturazione del debito è possibile  senza legarsi al pool delle grandi banche italiane ed estere
06/11/13 francesco zaffuto

Immagine – il simbolo utilizzato dal tesoro per propagandare BTP Italia  

lunedì 4 novembre 2013

Pensieri liberi + un'analisi

Una foto da facebook
descrizione per disabili visivi
una foto di Eugenio Scalfari con sopra scritta la frase
"se vince Grillo paese va a rotoli"
e con sotto la scritta
Adesso invece stiamo da Dio

https://www.facebook.com/beniamino.perri.5

Una analisi delle ultime votazioni amministrative e il M5S
il link del blog 
http://cittademocratica.blogspot.it/2013/11/le-elezioni-trentine-ed-il-flop-5-stelle.html?spref=fb

Commento in breve: Forse, tutto sommato,  per le prossime elezioni ci sarà qualche speranza in meno  (f.z.)

domenica 3 novembre 2013

Internet non fa miracoli

Bill Gates, nella sua ultima intervista rilasciata al Financial Times, smonta i luoghi comuni su internet.
INTERNET? Le cose importanti della vita sono altre. Quelle basilari, legate alla sopravvivenza e alla salute, soprattutto dei più piccoli.
"Cos'è più importante, la connettività mondiale o il vaccino per la malaria?  -  domanda ironicamente Gates al giornalista Richard Waters  -  se qualcuno pensa che la connessione al web sia la chiave, ottimo, buon per lui. Io non condivido".
 "Amo ancora le vicende IT  -  racconta Gates  -  ma se vogliamo migliorare le nostre vite dobbiamo occuparci di questioni ben più elementari come la sopravvivenza dei bambini e le risorse alimentari".
 "Le industrie si valutano solo in base al livello in cui incrociano i bisogni umani  -  risponde  -  non esiste in sé, almeno dal mio punto di vista, la nozione della necessità di nuove aziende. Abbiamo piuttosto bisogno che i bambini non muoiano e che la gente abbia l'opportunità di ricevere una buona educazione". 
 … e i computer non sono, nella gerarchia dei bisogni umani, nei primi cinque posti"
Qui l’articolo di Repubblica e del Financial Times




Commento in breve - Una volta tanto mi trovo d’accordo con un miliardario. (fz)

sabato 2 novembre 2013

Parametri orbitali



Sulla questione del ministro Cancellieri

Forse per un amico con una  figlia in prigione e grave  in salute una telefonata l’avrei fatta anch’io. Ma difficilmente potrà mai accadere che un mio figlio dopo un anno di lavoro possa ricevere una liquidazione di tre milioni e 600 mila euro. La solidarietà umana si viene a scontrare con parametri economici incomprensibili.
Se penso che dopo una vita di lavoro ho ottenuto una liquidazione di 45.000 euro;  per ottenere la stessa cifra di quel giovane dopo un solo anno di “lavoro”, dovrei reincarnarmi per 80 volte. Comprendo i parametri della solidarietà ma mi sfuggono i parametri della giustizia sociale.
02/11/13 francesco zaffuto

Immagine – grafico  parametri orbitali

venerdì 1 novembre 2013

la letterina dell'ENEL

L’avete vista?
Sicuramente avete ricevuto anche voi la letterina dell’ENEL.
L’avete letta?
“La informiamo che la nostra società, in caso di mancato pagamento della fattura, potrà inviarle una comunicazione di costituzione in mora a decorrere dal giorno successivo alla scadenza indicata nella fattura stessa. In caso di fornitura disalimentabile, tale comunicazione indicherà che, trascorsi 10 giorni solari dalla ricevuta di avvenuta consegna della comunicazione a mezzo PEC (Posta Elettronica Certificata) oppure 20 giorni dalla data di emissione della comunicazione medesima, in assenza di pagamento, a partire dal terzo giorno lavorativo successivo ai termini sopra indicati, la nostra società procederà a richiedere al distributore la riduzione della potenza ove ne sussistono le condizioni tecniche e la sospensione della fornitura con contestuale risoluzione del contratto. “
Nei quadratini in piccolo scritto potete trovare anche la dizione
“La nostra società non risponderà invece del mancato recapito da parte del vettore postale”
In pratica una messa in mora può partire immediatamente, e che si conta dal giorno in cui loro scrivono la lettera;  se la lettera di messa in mora non la ricevete, a loro non gliene importa un bel niente e potete trovarvi benissimo al buio.  E se fate ricorso contro questa procedura diranno: “ma noi ti abbiamo avvisato con la circolare che faceva riferimento all’art 10 bis della delibera 4/08)
Fino ad ora sapevano che in questo Paese le notifiche erano considerate importanti, e che c’era la prassi della Raccomandata con ricevuta di ritorno, c’era una luce almeno in diritto, ma per i padroni della luce pare che non ci sia. Un moroso può restare al buio ed anche un distratto. Chissà quante sono le famiglie e le aziende che in questo periodo di crisi possono ritrovarsi al buio?
01/11/13 francesco zaffuto

immagine - la fotocopia della letterina