martedì 28 dicembre 2010

Religione e appartenenza


Nei giorni di questo Natale 2010 è accaduto qualcosa di crudele: in Nigeria e nelle Filippine alcune comunità cristiane che celebravano il Natale sono rimaste vittime di atti di violenza; in Nigeria si arrivati ad 80 morti. Il pontefice ha lanciato l’appello per “abbandonare la via dell’odio per trovare soluzioni pacifiche dei conflitti”. Ban Ki moon ha condannato i "deplorevoli atti di violenza" contro i cristiani in Nigeria; il segretario generale ha aggiunto che l'Onu "sosterrà gli sforzi del governo nigeriano nelle azioni tese ad assicurare alla giustizia i responsabili".
http://qn.quotidiano.net/primo_piano/2010/12/27/433996-papa_basta_odio.shtml
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http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Violenze-in-Nigeria-80-morti-La-condanna-di-Ban-Ki-moon_311459610054.html
Certo ci saranno più motivi alla base di questi atti di violenza, ma questi atti si sono manifestati all’insegna delle diverse appartenenze religiose; l’appartenenza religiosa invece di creare riconoscimento dell’uomo pare che venga a determinare una maggiore distanza e diversità.
Se la religione non viene vissuta come ricerca della verità ma solo come appartenenza a un gruppo sociale di detentori di verità, viene a mancare ogni possibilità di dialogo. Se alla appartenenza religiosa si vengono a sommare le altre appartenenze culturali, di costume, di famiglie, di tribù, di classi, di gruppo, si determina un crogiolo di odio che impedisce di riconoscere l’uomo e la sua sofferenza.
Le contese e le guerre di religione che pensavamo potessero essere un ricordo del medio evo oggi riemergono sotto nuovi aspetti e non meno pericolosi.
Se si aggiungeranno altri fatti gravi e sanguinosi come questi si può determinare per istinto di difesa una pericolosa chiusura a riccio di diverse comunità, per mantenere le appartenenze e tracciare le differenze; questa è proprio la reazione auspicata dai gruppi che spingono verso la radicalizzazione dello scontro. Le proporzioni di uno scontro di portata mondiale non sono per niente prevedibili e quantificabili, saranno comunque gravi e forieri di successive vendette, basta pensare al conflitto israelo-palestinese che dura da oltre 60 anni.
Chi opera nel campo della religione ha il compito di trovare punti di riconoscimento tra i diversi credi religiosi al fine di creare un nuovo dialogo. Chi opera nel campo delle istituzioni sociali deve rafforzare la laicità delle istituzioni pubbliche per determinare condizioni di libertà e di rispetto di ogni singolo uomo. Anche i quotidiani rapporti umani sociali che sono sotto la nostra possibile osservazione debbono improntarsi al dialogo e al reciproco riconoscimento.
28/12/10 francesco zaffuto
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nota di aggiornamento
l'attentato di Capodanno in Egitto dinanzi a una chiesa cristiana
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(immagine – “papaveri rossi tra le colonne dell’Acropoli” foto © maria luisa ferrantelli)nota descrittiva dell'immagine per disabili visivitra alcune colonne spezzate dal tempo dell’acropoli di Atene spuntano dei papaveri rossi, come a testimoniare che la natura creata da Dio, nella sua apparente fragilità, è molto più forte dei Templi che gli uomini hanno costruito per gli dei.

martedì 21 dicembre 2010

La Sacra famiglia, il lavoro, la politica

Roma, 21 dicembre 2010 - Sale all’8,7% il tasso di disoccupazione a ottobre. È quanto comunica l’Istat nell’aggiornamento delle stime mensili relativamente al terzo trimestre 2010. I dati provvisori destagionalizzati, relativi a ottobre 2010, mostrano rispetto a settembre 2010 una stabilità dell’occupazione e un aumento del tasso di disoccupazione (da 8,4 a 8,7 per cento)


http://qn.quotidiano.net/economia/2010/12/21/432199-disoccupazione_istat_sale.shtml


Nella iconografia cristiana della Sacra Famiglia la figura di San Giuseppe rappresenta un modesto lavoratore artigiano che con il suo lavoro di falegname sostiene la sua famiglia. Non credo che quel modesto artigiano aspettasse gli assegni familiari del re Erode (ed oggi non starebbe ad attendere il quoziente familiare di Casini), sicuramente si basava sul suo lavoro quotidiano e sulla sua fatica per mantenere la sua famiglia.
Se si vuole veramente venire in aiuto alla famiglia occorre prima di tutto non fare mancare il lavoro al capo famiglia, non farlo diventare un disoccupato disperato, questo è il minimo compito della politica, compito che ancora non intende svolgere.
Per molte famiglie il Natale 2010 non sarà tanto buono.
21/12/2010 francesco zaffuto
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immagine di un presepe

Parole, pietre e sanpietrini

Il presidente Napolitano oggi 20 dicembre ha dedicato ai giovani che hanno manifestato il 14 dicembre delle misurate parole.
"E' necessario e urgente cercare, e aprire, nuovi canali di comunicazione con le nuove generazioni. Invitando al tempo stesso i giovani che esercitano il diritto di riunirsi, manifestare, protestare, a stare in guardia, a tenere fermamente le distanze da gruppi portatori di una intollerabile illegalità e violenza distruttiva, foriera di sconfitta per le forze giovanili e di un drammatico danno per la democrazia".


http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE6BJ0G920101220

L’esponente politico Gasparri ha usato le parole come pietre:
“Voglio fare un appello: genitori, dite ai vostri figli di stare a casa. Quelle manifestazioni sono frequentate da potenziali assassini. Vanno evitate”.


http://www.altroquotidiano.it/?p=60094&cpage=1

Riceve subito una risposta da Di Pietro
"L'unico vero potenziale assassino é Gasparri: è un assassino della democrazia"


http://www.newnotizie.it/2010/12/20/di-pietro-accusa-gasparri-lui-il-potenziale-assassino/

La giornata del 14 dicembre è da ricordare come una delle più critiche dei 150 anni della Storia d’Italia:
- un Governo nato con un’ampia maggioranza parlamentare si spacca, entra in crisi con la sua stessa maggioranza e viene salvato da tre deputati dell’opposizione che si sono convertiti nel giro di una notte;
- una giornata di lotta esasperata e disperata nelle strade di Roma.

Il fuoco delle macchine bruciate, trasmesso ininterrottamente in tutti i servizi televisivi, ha ridato fiato a un governo cadaverico; ma quello che è accaduto a Roma il 14 dicembre non è il frutto di pochi facinorosi, c’è una disperazione che aleggia per tutto il paese da anni. Non ci si può augurare atti di violenza perché possono generare sofferenze e tragedie, ma ogni evento disperato a cui non si è data risposta si accumula nell’animo: dagli operai sui tetti delle fabbriche agli immigrati sulla gru, dalla grandi masse di giovani precari ai giovani che ancora studiano senza alcuna prospettiva, dai terremotati ai disoccupati.... C’era da meravigliarsi che non fosse accaduto niente fino ad oggi.
21/12/10 francesco zaffuto
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immagine selciato di Roma con sanpietrini

giovedì 9 dicembre 2010

12 dicembre 1969

12 dicembre 1969
data di origine dell’oscurità in Italia

L’elenco che segue delle stragi è incompleto, sono state elencate quelle che si sono caratterizzate per la particolare caratteristica di voler colpire chiunque, al solo scopo di seminare un inspiegabile terrore.

Link di collegamento a Wikipedia

12 dicembre 1969
Strage di Piazza Fontana Milano
17 morti più 88 feriti
Ignoti.

22 luglio 1970
Strage di Gioia Tauro
6 morti
Ignoti

28 maggio 1974
Strage di Piazza della Loggia Brescia
8 morti
Ignoti.

4 agosto 1974
Strage dell'Italicus
12 morti
Espresso Roma-Brennero, presso San Benedetto Val di Sambro
Ignoti

2 agosto 1980
Strage della stazione di Bologna
85 morti
Condannati Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini
Mandanti Ignoti

23 dicembre 1984
Strage del Rapido 904
17 morti, 250 feriti
Rapido 904 Napoli-Milano
Condannati Pippo Calò, Guido Cercola.
Mandanti - mafia
Motivi Ignoti

27 dicembre 1985
Strage di Fiumicino 1985
13 morti, 77 feriti
Aeroporto di Roma Fiumicino
Terroristi palestinesi -Abu Nidal
Motivi di guerra

martedì 7 dicembre 2010

Si accettano scommesse


Si accettano scommesse signori, per il 14 dicembre 2010.

Cade - Non cade ?

Si riprende o no, subito dopo la caduta ?

“Niente ribaltoni” ha detto ieri Fini, qui un riassunto delle sue ultime dichiarazioni in un Liceo di Roma
Il Berlusconi Bis si profila all'orizzonte.

Un B.Bis indebolito dalla stretta soffocante di Fini e Casini, e nei fatti rafforzato da un nuovo patto.

C’è una sola condizione da chiarire: che fine faranno i processi di B.?

Se la Corte costituzionale decide favorevolmente sul legittimo impedimento, il signor B. potrà dormire sogni meno inquieti e la trattativa per il suo Bis la condurrà con un punto di forza.
Se la Corte decide in senso sfavorevole, la trattativa per il suo Bis diventa per il signor B. più spinosa. Ma in ogni caso i suoi “alleati avversari” dovranno trovare un gommone di salvataggio per lui.
Dopo tanti finiani anatemi, il Bis.
Le elezioni al momento sono lontane. Tutti i parlamentari sono interessati a salvaguardare i propri privilegi, specialmente quelli che prevedono di non essere più rieletti.
Si allontanano le strategie di D’Alema.
Pannella incontra Berlusconi per parlare delle “gravi vicende umane” e poi cerca di spiegare le sue ragioni a Bersani.
Renzi per incontrare Berlusconi e parlare con lui della “sua Firenze” va addirittura ad Arcore, e poi cerca di spiegare le sue ragioni a Bersani.

Tutto pare ruotare ancora attorno al signor B.
Bersani non si capacita di capire cosa è il suo PD .
La sinistra cerca una linea per agire, afflitta dal mistero della sua non esistenza. Per agire occorre prima esistere e desiderare qualcosa.
07/12/2010 francesco zaffuto
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immagine – una sezione di una roulette – la pallina sta sullo zero -

lunedì 6 dicembre 2010

Cordoglio per i ciclisti morti

Quella bici

esile

che corre via senza fumi

mossa solo dalla forza del cuore e della mente

che attraversa il vento come il vento

che non chiede alcun prezzo

ci può salvare dalla nebbia del nostro tempo

Ma occorre avere cura di quella fragilità

di quelle ruote trasparenti

di quell’uomo che arranca in salita
http://www.cronacalive.it/incidente-ciclisti-lamezia-terme-gravi-le-condizioni-feriti-domenico-strangis-video.html

E’ stato il più grave incidente che a memoria possiamo ricordare, sette ciclisti morti e uno gravissimo in un solo incidente. Il grave fatto non è isolato, i dati complessivi di incidenti occorsi a ciclisti sono tanti; nel 2009 i ciclisti morti per incidenti sono stati 295 e i ciclisti feriti sono stati 14.804 (dati Aci – Isstat).
Della consapevolezza di tale gravità debbono rendersi conto: automobilisti, ciclisti e autorità preposte alla sicurezza nelle strade. Il rispetto dei limiti di velocità per le auto sono la misura principale per diminuire drasticamente gli incidenti. Gli stessi ciclisti debbono considerare che nelle strade transitate da mezzi pesanti non possono andare in gruppo, specie nei tratti di strada con curve debbono mantenere una andatura in colonna. Chi ha la responsabilità per la sicurezza nelle strade deve dare le giuste proibizioni agli automobilisti e ai ciclisti, ed ha la responsabilità di prevedere per tutte le strade percorsi riservati alle bici, perché la bici è lo strumento di trasporto più puro che si basa solo sullo sviluppo della forza delle gambe dell’uomo.
06/12/12 francesco zaffuto
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immagine: una donna sta insegnando ad una bambina ad usare la bici, delicatamente la protegge con le mani da possibili cadute

sabato 4 dicembre 2010

How do you do Fratelli d’Italia?



How do you do Fratelli d’Italia?Dal recente Rapporto del CENSIS vengono fuori degli italiani
fragili,
insicuri,
spaesati,
indifferenti,
cinici,
passivamente adattivi,
prigionieri di influenze mediatiche,
senza desideri e sregolati nelle pulsioni,
senza memoria,
senza futuro.
Le parole del sociologo De Rita possono sembrare pesanti, ma quello che fanno più impressione sono alcuni dati:
2.242.000 italiani tra i 15 e i 34 anni non sono impegnati in attività di studio, non lavorano, non cercano un lavoro e non sono interessati a trovarlo;
dal 2004 al 2009 sono scomparsi 437.000 piccoli imprenditori, artigiani e commercianti.


Tanti altri dati sono ricavabili diretta mente dal rapporto al link:

l’attuale situazione politica,

l’immondizia di Napoli,

le spinte separatiste della Lega al nord,

il potere forte della criminalità mafiosa al sud e al nord,

il non essere mai venuti a capo delle stragi della nostra recente storia,

come posso rispondere alla domanda?

How do you do Fratelli d’Italia? Stamu muriennu.

Immagine la bandiera Italiana di cui tanti si vergognano, io no.
04/12/10 francesco zaffuto

venerdì 3 dicembre 2010

Chi ricerca non trova



Dopo otto anni di stenti per i ricercatori dell’Università un concreto rischio di rottamazione.


Si apprende che l’approvazione definitiva al Senato della Riforma dell’Università slitta a dopo il fatidico 14 dicembre, una sorta di chi vivrà vedrà. I motivi che hanno portato al rinvio vengono spiegati tecnicamente da vari esponenti politici, ma sicuramente la forte levata di scudi da parte di studenti e docenti è la motivazione principe di questo rinvio; fare approvare una riforma contestata con un Governo in bilico era un rischio elevato che metteva a dura prova la stessa spavalderia di Berlusconi.


Considerato l’intervallo, può essere utile continuare ad esaminare i punti chiave di questa riforma.
Nel post precedente mi ero occupato di nuovi Consigli di amministrazione dell’Università riformata:


qui si vuole fare una riflessione sul destino che riserva la riforma ai cosiddetti Ricercatori.

Il ricercatore, grado più basso dell’Olimpo della docenza universitaria, entrerà con contratti a tempo determinato che possono protrarsi per otto anni. Durante questi otto anni il docente ricercatore potrebbe essere assunto per il suo valore e la disponibilità finanziaria dell’Università. Alla fine degli otto anni se non è stato assunto viene definitivamente rottamato. Non si capisce bene se la sua rottamazione avviene perché si è dimostrata una sua reale incapacità a conservare l’incarico o perché non si sono mai create condizioni finanziarie per la sua assunzione a tempo indeterminato; scade perché è arrivato a scadenza come un qualsiasi prodotto avariato e vengono inseriti nuovi ricercatori che per otto anni staranno in cottura.

Se consideriamo che il giovane ricercatore magari avrà ottenuto l’incarico di ricerca che era un brillante trentenne si troverà ad essere un probabile rottamato vero i quaranta anni. Potrà andare in giro con qualche titolo acquisito da spendere non si sa dove.
Certo si potrà dire: ma chi te lo ha fatto fare? L’Università deve pur svecchiarsi e bisogna aprire al merito dei nuovi. Visto che il tuo primo merito è diventato demerito, cosa vuoi dalla vita? C’è chi sta peggio di te. Il ragionamento cinico pare non fare una grinza.

A conti fatti un ricercatore, con queste condizioni di trattamento, ha tutte le motivazioni per lasciare l’Italia al più presto e approdare ad altre terre. Se gioca il suo merito da trentenne in America, può avere un più spedito successo o essere subito trombato senza aspettare otto anni; e se viene trombato in America, perché capita più spesso di quello che si possa pensare, potrà tornare in Italia dicendo che ha fatto una esperienza mondiale, e qualche azienda magari se la beve; se dice di essere stato trombato in Italia dopo otto anni, sarà guardato come un povero mentecatto.

Per iniziare una carriera Universitaria da ricercatori in Italia occorrono: una famiglia alle spalle mediamente ricca e una buona dose di masochismo (che può essere trasformata in sadismo solo quando si realizzerà il sogno di diventare professore ordinario).
Si parla tanto di merito, ma nei fatti l’Università è oggi un paese per ricchi e con questa riforma lo diventerà ancora di più.

Ma allora che accidenti vuoi?
Poiché sono vecchio, mi limito a dire che non si può scherzare con gli anni della vita dei nostri giovani. Tre anni possono bastare per definire un percorso che porta all’assunzione, se si vogliono veramente fare delle assunzioni. Se chi ha fallito vuole riprovarci ci riprovi pure tutte le volte che vuole e a suo rischio, non si può chiamare fallito nessun uomo.
03/12/10 francesco zaffuto

immagine – aspettando – disegno a matita

nota descrittiva dell'immagine per disabili visiviUna figura bianca vagamente umana sta seduta su una sedia che per la forma è la sua stessa ombra, è in posizione di attesa con le braccia che scivolano sulle ginocchia. L’orizzonte è una striscia nera che incrocia il suo volto, l’orizzonte si spezza con una linea che separa il triangolo destro del foglio, sopra la linea due forme di spermatozoi che giocano con una palla.

mercoledì 1 dicembre 2010

Una nuova razza padrona per le Università


Ma, di che razza è la riforma dell’Università? Razza padrona.

Il solito pregiudizio degli oppositori? Vediamo.

Il rettore può restare in carica per un solo mandato di sei anni.


Perbacco! Finalmente un’alternanza.
Ma come mai una classe politica che non vuole porre neanche il limite del doppio mandato ai parlamentari decide per un solo mandato ai rettori? E’ più semplice di quanto si possa pensare e lo ha detto più volte chiaramente lo stesso Berlusconi: nelle Università ci sono centri di potere della sinistra. Il metodo del mandato unico fa rullare le cose, poi si vedrà, c’è sempre tempo per una modifica.

Ma per vedere se si tratta di razza padrona dobbiamo prendere in considerazione il Consiglio di amministrazione dove con la riforma è prevista l’entrata dei privati:
(dal sito della Camera)
i) composizione del consiglio di amministrazione nel numero massimo di undici
componenti, inclusi il rettore, componente di diritto, ed una rappresentanza elettiva degli studenti; designazione o scelta degli altri componenti secondo modalità previste dallo statuto, anche mediante avvisi pubblici, tra personalità italiane o straniere in possesso di comprovata competenza in campo gestionale ovvero di un'esperienza professionale di alto livello; non appartenenza ai ruoli dell'ateneo, a decorrere dai tre anni precedenti alla designazione e per tutta la durata dell'incarico, di un numero di consiglieri non inferiore a tre nel caso in cui il consiglio di amministrazione sia composto da undici membri e non inferiore a due nel caso in cui il consiglio di amministrazione sia composto da un numero di membri inferiore a undici; previsione che fra i membri non appartenenti al ruolo dell'ateneo non siano computati i rappresentanti degli studenti iscritti all'ateneo medesimo; previsione che il presidente del consiglio di amministrazione sia il rettore o uno dei predetti consiglieri esterni ai ruoli dell'ateneo, eletto dal consiglio stesso; possibilità di prevedere il rinnovo non contestuale dei diversi membri del consiglio di amministrazione al fine di garantire un rinnovo graduale dell'intero consiglio;
L’Università si apre. A chi? Ai privati, ovviamente a un certo tipo di privati: aziende interessate a orientare le università secondo le loro necessità nel campo della ricerca. Non si tratterà di mecenati ma di parecchio interessati.

Fino ad oggi le Università si sono rapportate elle aziende del territorio nell’ambito delle loro scelte di autonomia culturale; da domani le aziende più importanti potranno mettere le mani direttamente in pasta nella ricerca, soprattutto in quella scientifica capace di moltiplicare il denaro.

Che male c’è?
Marchionne non vuole che i sindacati e i politici mettano il becco nei suoi piani industriali neanche per prenderne visione preventivamente, ma sicuramente sarà pronto a mettere qualcuno dei suoi uomini dentro il Politecnico di Torino. I potentati economici dopo un buon controllo sulla politica cominceranno ad avviare un buon controllo sulla ricerca e la cultura. Tutto a fin di bene certamente, dove il bene è il profitto.
Sugli altri aspetti della riforma “Gelmini” si può discutere per la diversa rilevanza, ma i privati nei consigli di gestione penso che siano l’aspetto chiave della riforma; su tale argomento la Gelmini si sarà limitata a scrivere sotto dettatura.
01/12/10 francesco zaffuto
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(immagine - Donna 3 tutta geneticamente modificata - fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)
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nota descrittiva dell'immagine per disabili visiviLa donna geneticamente modificata di Mastrosimone sta seduta su un piano: braccia e avambracci sono formati con quattro zucchine, una grande mela rossa per il pingue torace, due melanzane per seni, pere allungate per le due gambe, l’apparato genitale è un guscio spinoso con due castagne lucenti, la testa è una zucca con un cappellino giallo. Mentre nelle antiche composizioni di Arcimboldo gli elementi della natura diventavano uomini per un puro gioco barocco, nella composizione di Mastrosimone si può trattare del risultato della nuova manipolazione genetica.