venerdì 31 agosto 2012

Buon viaggio padre Martini


“la vera differenza non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi pensa e chi non pensa”

lunedì 20 agosto 2012

L’incubo della nostra repubblica


La morte di Angelo di Carlo (il 19 agosto 2012, dopo nove giorni di agonia, perché bruciato vivo dinanzi a Montecitorio per mancanza di un lavoro a 54 anni) è l’incubo della nostra repubblica e deve continuare ad esserlo finché non si affronta concretamente la questione lavoro.
Un link per la notizia:
Non trovare lavoro e non avere in tasca i soldi per pagare le bollette e per dare qualcosa a tuo figlio, è qualcosa di disperante e indescrivibile come pena.
Se la nostra classe politica non è capace di rispondere si faccia da parte.
Se la nostra classe politica si limita a parlare di lavoro senza dare indicazioni chiare su come si può trovare veramente un lavoro si faccia da parte.
Il lavoro è un urgenza e nel nostro paese non c’è la minima certezza che cercando e aspettando un turno, anche lungo, si possa trovare. Non esistono liste di collocamento pubbliche, si può aspettare senza che il lavoro arrivi mai, si può cercare collezionando migliaia di no. Non esiste alcuna graduatoria che ti permetta di dimostrare: “sto aspettando da anni”. Tutto sta in mano al collocamento privato, tutto viene delegato alla fortuna o alla disgrazia. Nei lunghi periodi di disoccupazione nessuno aiuto, se sei uno che non ha lavorato per (x) settimane nell’anno non sei nessuno, non meriti nessun aiuto. La stessa riforma della Fornero, che deve partire tra alcuni anni, già traccia nel futuro il ripercuotersi dello stesso incubo.
OCCORRE PRODURRE UN URLO E UNA LOTTA PER LIBERARCI DA QUESTO INCUBO MA OCCORRONO ANCHE MISURE BEN PRECISE IN MERITO A LISTE DI COLLOCAMENTO E DI INDENNITA’ DI DISOCCUPAZIONE
Immagine - l’urlo di Munch

domenica 19 agosto 2012

Una parola che fa paura: “anarchia”


Ieri sera 18/08/12 alle ore 21,00 su Raimovie è stato mandato in onda il vecchio film di Giuliano Montaldo – Sacco e Vanzetti, un film visto anni fa da milioni di italiani e che ha commosso più generazioni. La scelta di Raimovie però è stata quella di mandare in onda una versione censurata. Trattasi di una censura ideologica che non sappiamo in che data è stata fatta e da chi è partita la volontà censoria. Dove è arrivata la mano della censura? Sulla frase pronunciata nel film da Volontè prima di sedersi sulla sedia elettrica: “Viva l’anarchia”.
Questa frase ai nostri censori della televisione fa paura; sono gravidi di una ignoranza violenta forse capace di rifare un processo a Sacco e Vanzetti. L’anarchia è un fenomeno complesso, un movimento che ha raccolto in duecento anni di storia tante anime da quella pacifista e non violenta a quella giustizialista che ha teorizzato il tirannicidio, gli anarchici sono stati spesso indicati come i generatori di tutto il male possibile come dei particolari ebrei.
Sul piano della fruizione artistica del film, se tale censura è stata fatta senza il permesso dell’autore e della casa cinematografica, siamo di fronte all’abuso. Ed è addirittura paradossale vedere Volontè che apre la bocca e che non si sente l’audio.
Su youtube esistono caricate tre versioni del film; chi vuole può confrontare la versione censurata e le due versioni non censurate, basta rivedere le ultime scene del film.
Versione censurata
Versioni non censurate
Immagine – la vecchia foto storica di Sacco e Vanzetti.
Nota - Tra i commenti una precisazione di Alberto Farina per Raimovie e una mia risposta

domenica 5 agosto 2012

Assediati dai grandi cervelli


Riporto la notizia così come trovata sull’agenzia AGI
(AGI) - Roma, 2 ago.- Non e' vero che per gli studenti fuoricorso e' in arrivo una stangata. Per la maggior parte di loro l'aumento delle tasse universitarie sara' proporzionale al reddito. Nel 90% dei casi si parla di un incremento pari al costo di un caffe' al giorno. E' la stima fatta dal Ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, intervenuto questa mattina al programma di Radio 1 Rai "Prima di tutto" in merito all'aumento delle tasse universitarie previsto dalla Spending Review. Ad essere colpiti - ha aggiunto - saranno gli studenti immotivatamente in ritardo sul piano di studi". Secondo Profumo, "Chi studia e lavora potra' indicare come ripartire il tempo dedicato alle due cose e pagare un aumento minimo". Il Ministro ha concluso il suo intervento spiegando la filosofia del provvedimento: "I cittadini devono imparare dalla scuola, ci sono tempi che devono essere rispettati. I costi del paese per il non fare o per il ritardo nel fare sono enormi e hanno influito sul nostro debito in modo rilevante".
Il ministro evita la moltiplicazione, che va fatta su un anno in tema di tasse, e quindi il caffè quotidiano diventa € 365,00. Il ministro evita di considerare che chi studia e insieme lavora spesso non riesce a dimostrare il tempo del lavoro perché trattasi di lavoro in nero. Il ministro vuol farci credere che si tratta di una tassa inserita per scopi educativi per indicare la retta via, si scopre da una lettura più attenta che saranno colpiti (a discrezione delle Università) anche gli studenti che non sono fuori corso. Infine l’idea di istituire borse di studio per i migliori studenti sulla base delle entrate rastrellate tra i peggiori è veramente stomachevole.
Il rettore dell’Università statale di Milano Decleva avanza qualche preoccupazione sul tassare i fuori corso e teme un abbandono: Sono mediamente più del trenta per cento degli iscritti, in alcuni atenei anche di più. Sarà meglio fare bene i conti”. http://www.controcampus.it/2012/08/tasse-e-fuoricorso-decleva-niente-stangate-ma-sono-in-ballo-diversi-milioni/ La condizione di fuori corso non implica nei fatti un aumento dei servizi per le Università; nella stragrande maggioranza dei casi gli studenti restano fuori corso in attesa del superamento di pochi esami che si sono rivelati uno scoglio per il completamento degli studi e frequentano l’università in tono minore utilizzando servizi in tono minore, nei fatti determinano forti entrate per gli atenei a fronte di minori uscite.
Tempo addietro il sottosegretario Martone aveva definito chi si laureava dopo i 28 anni uno sfigato; ora Monti ha rincarato la dose “sfigato e tartassato”. Siamo proprio assediati dalle grandi intelligenze di questi governanti.
05/08/12 francesco zaffuto
immagine - un cervello con le diverse sezioni