Renzi ha annunciato
via la componente lavoro dell’Irap che vale 6,5 miliardi
O.K.
Ben venga la sterilizzazione dell’IRAP dai costi del lavoro,
questo blog ne ha parlato più volte
Lo faccia Presidente, ma lo faccia veramente.
Deve, comunque, trovare il modo di
non scoprire
le entrate che servono per il servizio sanitario nazionale
visto che l’IRAP fu istituita (da Visco “geniale ministro”) a sostegno
della spesa sanitaria
Qualche nota su l’IRAP
L'Imposta regionale sulle attività produttive IRAP, è
stata istituita con il decreto legislativo 15 dicembre 1997 n.446. L'Irap è
stata istituita nell'ambito della riforma della finanza. Con la sua istituzione
sono state soppresse: l'Ilor (Imposta locale sui redditi), l’ Iciap, imposta
sul patrimonio netto delle imprese, la tassa di concessione governativa sulla
partita Iva, il contributo per il servizio sanitario nazionale (tassa della
salute), i contributi per l'assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi,
il contributo per l'assistenza di malattia ai pensionati, la tassa di
concessione comunale e la tosap.
L’IRAP colpisce il valore aggiunto che
si è determinato con la produzione e la sua base imponibile si determina con:
Valore della produzione meno i costi deducibili
* ma tra i costi deducibili non vengono
compresi: i costi per il personale fisso e occasionale, la svalutazione dei
crediti e le perdite sui crediti, gli interessi passivi sui canoni di leasing.
L'imposta,
sin dalla sua introduzione, ha suscitato notevoli polemiche.
Il punto più
controverso è quello della non deducibilità
del costo del personale; questo meccanismo
grava in particolar modo sulle imprese ad alta intensità di manodopera
riducendone la redditività rispetto ad imprese dove gli impianti sono preponderanti.
Inoltre l'Irap spesso viene pagata dalle imprese anche in presenza di una
perdita di esercizio andando ulteriormente a gravare sulle loro difficoltà.
L’imposta
fu inventata da un ministro di sinistra come Visco che così l’ha descritta: ''come strumento di
razionalizzazione e semplificazione di un sistema tributario deformato e
distorto. Non è un'imposta sul reddito delle imprese, ma un'imposta su tutti i
redditi riscossa dalle imprese per conto dello Stato. E' anche a prova di
elusione''.
Certo i meccanismi di elusione per l’IRAP sono
minori rispetto a quelli che gli imprenditori mettono in campo ai fini delle
imposte sul reddito, ci sono meno scuse nelle stime di perdite e molte aziende
che riescono ad occultare i loro redditi debbono sempre pagare qualcosa per
l’RAP; ma non possono essere sottovalutate le critiche e il malessere prodotto
dal questa imposta.
Le critiche maggiori all’IRAP sono sempre venute
dalle piccole imprese e specialmente da quelle imprese marginali spesso in
difficoltà, che si sono trovate a pagare l’IRAP anche in presenza di effettive
perdite. Ma dovevano essere rivolte a Visco anche delle critiche ben più
serrate dal mondo operaio e dalla sinistra: il meccanismo dell’IRAP spinge le
imprese a diminuire le spese del personale aumentando le spese per i macchinari
che sono sempre tutte deducibili; non è certo un meccanismo impositivo a favore
dello sviluppo dell’occupazione.
L’IRAP sembra una imposta inventata, non da un
ministro della sinistra, ma dalle aziende più grandi, che non hanno tanti
problemi di marginalizzazione, che sono sempre propense a capitalizzare con
nuovi investimenti in macchinari e tecnologie a tutto discapito delle aziende
più piccole e marginalizzate.
Allora perché la
sinistra con Visco inventò l’IRAP; perché trattasi di una sinistra che non aveva
il coraggio di mettere mano ad imposte patrimoniali.
Gli stessi sindacati non hanno osteggiato questa
imposta perché l’hanno giudicata poco pericolosa per le grandi e medie aziende
dove sono occupati i lavoratori più sindacalizzati, perché non andava a pesare
sui pensionati e perché era lontana come meccanismo impositivo dalla percezione
diretta che ne potevano avere i lavoratori dipendenti.
La stessa Confindustria per tanti anni, pur
criticando l’imposta, non ha mai considerato la sua eliminazione come una
questione principale.
Chi ha criticato ferocemente questa imposta sono
stati i piccoli imprenditori marginali, gli artigiani.
Complessivamente l’IRAP fa incassare allo Stato
38 miliardi, entrate che non si sostituiscono facilmente e non si può certo
mettere a rischio il servizio sanitario pubblico.
Sterilizzare l’IRAP dai
costi del lavoro può essere un primo ed ottimo passo.
Renzi dice che questo
passo può avere un costo di 6,5 miliardi, se non crea difficoltà nella spesa
sanitaria ben venga questo passo.
14/10/14 francesco zaffuto