giovedì 29 dicembre 2011

Buon 2012


Buon 2012

Si alza come una nuvola di fumo
un volo di scarafaggi verso il cielo
i fratelli senza guardarsi si consumano in guerre
nella mia terra riscaldata la carezza della pioggia diventa diluvio
Non voglio nutrirmi di apocalissi
amo la notte e il giorno
rincorro la mia frazione di felicità
senza conoscere il suo volto
tra le erbacce del mio piccolo orto
coltivo un filo di speranza
Rinsavire

29/12/2011 francesco zaffuto

Immagine – arance sull’albero – inondate dal sole d’inverno -

mercoledì 28 dicembre 2011

Vacanze lunghe


Monti lavora alle sue invenzioni ma il Parlamento riposa: una ventina di giorni di vacanza, riapre il 10 gennaio. Tanto gli studentelli del Parlamento non fanno altro che approvare o disapprovare le proposte dei governi, solo qualche esercizio di copiato, niente di originale; e allora vacanze lunghe.
Anche quando riapriranno non si sforzeranno tanto: “Io posso fare benissimo sia il Sindaco che il Senatore, tanto a Roma basta starci il mercoledì”. Lo ha detto in un’intervista al Corriere della Sera il sindaco di Afragola e senatore PdL, Vincenzo Nespoli. http://www.stopcensura.com/2011/12/tanto-roma-basta-starci-il-mercoledi.html
............
immagine - aula del Parlamento

martedì 27 dicembre 2011

No Monti a Cuba


Decreto-leggi del Consiglio di Stato, 3 Decreti da parte del consiglio dei Ministri, e 66 risoluzioni ed istruzioni di ministri e capi di entità nazionali.

-più di 800 milioni di pesos saranno destinati dallo Stato cubano al conferimento di sussidi a persone con basse entrate, come parte della Legge di Presupposto per il 2012.
-il governo cubano destinerà 17 mila 347 milioni 800 mila pesos all’Educazione, Salute ed altre necessità sociali nel presupposto dell’anno 2012.
-nel presupposto del 2012 si assegneranno circa 400 milioni di pesos alla protezione a persone con situazione finanziaria critica -tra questi handicappati ed invalidi e quelli risultati disponibili nel processo del nuovo ordinamento lavorativo.
-la legge finanziaria termina l’anno con un deficit stimato del 3,8% con relazione al Prodotto Interno Lordo, compiendo il limite di deficit promosso dall’Assemblea Nazionale nella Legge di Presupposto 2011.
-il Prodotto Interno Lordo cresce di un 2,7% nell’anno 2011.
-alla chiusura del 2011, la produttività di tutti gli occupati nell’economia, cresce di un 2,8%.
-più di 357 mila cubani esercitano un lavoro privato.

……….
Immagine – un murales a Cuba con il volto del Che – da internet - http://www.gliitaliani.it/wp-content/uploads/2011/01/cuba01.jpg

lunedì 26 dicembre 2011

Religioni, appartenenza e guerra


Le cronache di ieri in Nigeria con i cristiani trucidati, e quelle in Iraq con gli attentati che hanno riacceso lo scontro tra sunniti e sciiti, ci riportano nel baratro della guerra di religione, ovvero di appartenenza.
L’appartenenza può essere sentita dall’uomo “culturalmente evoluto” come da un barbaro. Ogni guerriero che va a sfidare la morte fa appello a un suo Dio. Omero ci diede una testimonianza tragica ed insieme ironica su come gli dei pagani partecipavano nel guerreggiare tra le fila troiane o achee. Nel pieno dell’era moderna, ove le religioni monoteistiche sono prevalenti, il guerriero prima di sfidare la morte si appella a Dio ed anche il guerriero avversario sta facendo lo stesso appello allo stesso Dio.
Lo “spirito d'appartenenza" durante il conflitto rende di parte le coscienze degli uomini ed esse si commuovono solo per gli uomini considerati fratelli, mentre producono i più efferati delitti contro gli uomini considerati nemici, contro le loro donne e i loro figli.
I motivi di una guerra vengono spiegati dagli studiosi facendo riferimento a ragioni di ordine economico o territoriale, ma senza nulla togliere all’importanza di tali motivazioni esse non bastano da sole a determinare una guerra, spesso uno spiccato “spirito d’appartenenza” sta alla radice di ogni guerra.
Lo “spirito d’appartenenza” si può manifestare in un gruppo familiare come in un gruppo sociale, può essere caratterizzato da una lingua, da una religione o da una tradizione comune, ma è come una espansione dell’egoismo del singolo uomo reso forte dalla vita nel gruppo; riesce a confondere la mente a tal punto che le stesse dottrine universaliste vengono spesso pervase dallo spirito di appartenenza ed un universalismo ridotto a campanilismo diventa capace di negare un altro universalismo.
Solo la strada di una fratellanza universale può salvare l’umanità,
Se il Dio creatore dell’universo non esiste siamo fratelli per condizione di natura; se il Dio creatore dell’universo esiste, non può essere il Dio di una parte, non può parteggiare per una appartenenza e siamo tutti fratelli.
26/12/2011 francesco zaffuto
immagine - Goya - il sonno della ragione genera mostri

giovedì 22 dicembre 2011

Natale, una festa particolare


Natale, una festa particolare
Una bevuta augurale per inverdire
o annegare la memoria
Se si guarda oltre le luci
si scoprono le assenze
la nostalgia può diventare struggente
ci assale l’infinito precipitandoci
Uno squarcio di materia
qualunque esso sia
ci riporta al presente gradevole o doloroso
Il Natale è il trillo di un bambino che nasce
qualunque sia questo mondo
22/12/2012 francesco zaffuto

SMonti


Tra le tante cose brutte nel decreto “salva Italia” ci sono anche quelle “belle” sulla crescita: eccone una che esprime la genialità del governo dei tecnici.
Dal 2012, potrà essere dedotto dal reddito d'impresa un importo pari all'Irap pagata sulle spese per il personale dipendente. Taglio del cuneo fiscale per le lavoratrici e i giovani sotto i 35 anni di età che operano in azienda, se assunti con contratto a tempo indeterminato. Le deduzioni per le imprese che assumono a tempo indeterminato potranno essere: 10.600 euro per ogni donna o giovane sotto i 35 anni (15.200 euro al Sud).
Tecnicamente il risultato sarà:
hai 36 anni, non sei una donna, avrai molta più probabilità di restare disoccupato.
Tecnicamente è una grande una grande ingiustizia.
22/12/2011 francesco zaffuto
Immagine – set di cacciaviti

martedì 20 dicembre 2011

Articolo 18, quale totem


Non possiamo certo dire che il mercato del lavoro in Italia sia andato bene dalla nascita della Repubblica ad oggi. L’Italia si è caratterizzata per il suo Sud e per un mercato di lavoro nero ampiamente diffuso per tutto il territorio nazionale. Quando il 14 maggio 1970 fu approvata la legge n. 300, conosciuta più comunemente come "Statuto dei diritti dei lavoratori", si diede vita al più importante testo normativo, dopo la Costituzione, sui diritti dei lavoratori. Si doveva andare avanti con un vero welfare capace di tutelare lo stato di disoccupazione; si doveva andare avanti per superare la piaga del lavoro nero ed invece ci si fermò; e gradualmente si passò da un sindacalismo di lotta e propositivo a un sindacalismo soddisfatto e concertativo. Sul finire degli anni ottanta e nei successivi anni novanta, l’essere concertativi produsse cose nefande: per il collocamento al lavoro la legge 28 febbraio 1987 n. 56 e la legge 23 luglio 1991 n. 223, con cui fu abrogato l'obbligo della richiesta numerica alle imprese, concedendo dapprima l'assunzione su richieste nominative per la metà degli assunti, estesa poi per intero a tutti; alla fine il 1º ottobre 1996 si arrivò alla completa liberalizzazione del sistema delle assunzioni abolendo anche l'obbligo della richiesta preventiva. Mentre l'avviamento al lavoro fu sostituito dalla selvaggia legge della domanda e dell’offerta, il tessuto sociale si andava costantemente modificando con l’arrivo di flussi migratori di lavoratori di paesi europeizzati e di paesi extraeuropei; nel contempo l’affermarsi del mercato globalizzato con aziende italiane pronte ad emigrare all’estero con i propri capitali al fine di trovare zone di manodopera a basso prezzo.
Oggi a ridosso di una crisi provocata sostanzialmente da un capitale finanziario slegato dagli investimenti produttivi ci si appella a una riforma del mercato del lavoro che ha come scopo principe la riduzione del costo del lavoro stesso; viene paventata sempre la concorrenza dei paesi emergenti come Cina, India o Brasile dove con una manodopera a basso prezzo si può produrre a prezzi concorrenziali.
Certo occorre fare i conti con la realtà; come occorre anche considerare che un welfare che assiste solo i lavoratori tutelati dalla Cassa integrazione mentre lascia nelle grane disoccupati e giovani da avviare al lavoro non è certo una gran cosa; ma iniziare dalla demolizione dell’articolo 18 non fa certo presagire orizzonti di avanzamento.
L’articolo 18 si basa sostanzialmente sul principio che il contratto di lavoro sia un contratto particolare dove sono in gioco l’economia di chi offre un lavoro e la vita di chi chiede un lavoro; tutelare il lavoratore da un licenziamento ingiusto non può essere considerato un pericolo per l’espansione dell’occupazione; la tutela avviene tramite un magistrato e i magistrati non sono “folli” quando emanano le sentenze, già una maggiore celerità nei meccanismi procedurali può andare bene per le aziende e per gli stessi lavoratori.
Quelli che sostengono la modifica o l’abolizione dell’art. 18 lo fanno con il “pio” presupposto del beneficio della flessibilità: meno vincoli si danno alle imprese e più aumenta il lavoro, ma questa non è una equazione matematica che porta a tale miracolo, è più facile che si vengano a verificare aumento della disoccupazione e riduzione del costo del lavoro in termini di retribuzioni.
La rescissione del rapporto di lavoro solo per decisione di una delle parti e senza giusta causa non avrebbe conseguenze nefande per il lavoratore solo se venissero ad esistere due presupposti: presenza di grande abbondanza di offerta di lavoro e la tutela economica per i periodi di disoccupazione.
Allora sig. ministro Fornero se la sente prima di tutto di:
1) Introdurre una indennità di disoccupazione sufficiente per vivere per tutto il periodo disoccupazione?
2) Ripristinare le liste pubbliche di collocamento obbligatorie con almeno il 70% di chiamata obbligatoria per le aziende?
3) Disporre regole per i contratti di lavoro a tempo determinato che rendano più onerosi tali contratti per le aziende?
4) Combattere il lavoro nero attraverso un ordinario e costante impiego di ispettorati?
E’ il caso sig. Ministro di rispondere a queste quattro domande prima di parlare di TOTEM dell’articolo 18.
20/12/2011 francesco zaffuto
Immagine stilizzata del numero 18

lunedì 19 dicembre 2011

Tracce

Durante il mio ricovero in ospedale leggere sul giornale le grandi trovate del governo Monti mi innervosiva ed acutizzava tutti i miei fastidi. Mi ha tenuto compagnia un libro che raccoglieva diverse poesie di Tomas Tranströmer (Poesia dal Silenzio – Crocetti Editore), alcune le ho rilette diverse volte e in una mi sono trovato immerso con la mia malattia, si chiamava tracce ... ve la propongo in lettura in questo post …
Tracce
Di notte, alle due: chiaro di luna. Il treno si è fermato
in mezzo alla pianura. Lontano i punti luminosi di una città,
freddamente scintillanti all’orizzonte.
Come quando un uomo è così immerso in un sogno
che mai, ritornato al suo spazio,
ricorderà di esserci stato.
E come quando qualcuno è così immerso in una malattia
che i suoi giorni passati divengono solo pochi punti luminosi,
uno sciame,
piccolo e freddo all’orizzonte.
Il treno è assolutamente immobile.
Alle due: forte luce lunare, poche stelle.

martedì 29 novembre 2011

La sorte (commedia in due atti)


Il 4 dicembre 11, pubblicherò la versione cartacea della mia commedia La sorte in una tiratura limitata a 199 copie.
Qui la copertina con la composizione a cura di Liborio Mastrosimone.
Chi vuole ordinare una copia può farlo inviando una mail a zafra48@gmail.com
Il costo è di € 7,00 + 1,50 per la spedizione – pagamento tramite c/c postale, solo dopo il ricevimento della copia, tramite bollettino allegato.
L’opera è integralmente fruibile in rete al link – La sorte
29/11/11 francesco zaffuto
nota del 7/12/11 - per miei motivi di salute, potrò spedire l'opera a chi l'ha prenotata solo dopo il 21 dicembre. Ringrazio tutti per i commenti.

Senza parole


Senza una lingua padroneggiata a tal punto da diventare lingua pensiero non si va da nessuna parte, non si può imparare nulla, solo mozziconi di altre lingue giusto per chiedersi:
che ora è!?
La televisione ci propina films in lingua inglese, e intanto scopriamo che gli italiani comprendono poco della propria lingua
Ecco un link
Immagine – il cerchio nero di Kazimir Malevič

lunedì 28 novembre 2011

Spedirò qualche cartolina

Spedirò qualche cartolina per fare gli auguri di Natale e buon Anno.
E' un po' fuori moda, ma anch'io sono fuori moda.
In questo universo di sms inviati come delle circolari,
di mail, di web, la cartolina pare aver perso ogni valore.
Eppure la cartolina è l'unico messaggio tattile,
è passata dalle tue mani e arriva alle mani dell'altra persona,
come una stretta di mano,
come una carezza lievissima ...
28/11/11 francesco zaffuto

sabato 26 novembre 2011

TITOLI: OCCORRE SALTARE CON L’ASTA


Mr. Monti occorre saltare con l’asta
Il 25 novembre ’11 – sole 24 ore - Il Tesoro ha venduto tutti gli otto miliardi di Bot a 6 mesi nell'asta di oggi, ma il rendimento medio è volato al 6,504% dal 3,535% del collocamento di ottobre. Si tratta del nuovo massimo dall'introduzione dell'euro. In totale, il ministero dell'Economia ha collocato titoli per 8 miliardi a fronte di una domanda pari a 11,7 miliardi.
Quindi sui titoli del debito italiani la domanda è stata superiore all’offerta. In condizioni normali a fronte di una domanda alta le condizioni dei tassi dovevano scendere e invece sono saliti. Quello accaduto per i titoli italiani è stranamente all’opposto a quanto accaduto ai titoli tedeschi che hanno avuto difficoltà nel collocamento (esaminato nel post Speculazione a go go); ciò rasenta il limite dell’assurdo, si evidenzia che in queste aste le banche fanno il bello e il cattivo tempo.
Mr. Monti, è il caso di saltare aste e banche; fare appello ai risparmiatori italiani con una emissione di titoli riservati in prima collocazione ai soli risparmiatori, con un rendimento fisso al 4% e non suscettibile di variazione d’asta, Una sorta di debito d’onore per salvare il paese, può darsi che i risparmiatori rispondano positivamente. Occorre provare a saltare le banche; la struttura degli uffici postali può essere di aiuto per la raccolta.
26/11/11 francesco zaffuto
Immagine – un atleta nell’attimo del salto con l’asta

giovedì 24 novembre 2011

Speculazione a go go


I titoli di debito tedeschi sono considerati i migliori (con una distanza di spread di 500 rispetto a quelli italiani), ma ieri 23 novembre non sono stati comprati
Sui 6 miliardi di titoli che la Germania sperava di piazzare, ne sono stati raccolti solo 3,6. La Bundesbank, la Banca centrale di Berlino, è dovuta intervenire per completare l’operazione.
La goccia che fece traboccare il vaso e mette a dura prova la forza dell’euro. L’asta di bond a dieci anni, l’ultima del 2011, lanciata Mercoledì dalla Germania, si è tradotta in un flop. La domanda è stata estremamente bassa, al punto che Berlino non è riuscita a collocare che 3,6 miliardi di euro, rispetto all’offerta di 6 miliardi di euro. http://www.forexinfo.it/Germania-asta-flop-di-Bund-La
Chi continua a parlare di “attesa per giudizio dei mercati” cosa potrà dire?
I mercati rivelano solo che sono in preda ad ondate speculative, hanno giudicato i titoli italiani come se fossero una schifezza, ma con il 7% di rendimento sono disposti a comprarli; hanno giudicato come migliori i titoli tedeschi e non corrono a comprarli. Alla faccia del caciocavallo!!! Questi dovrebbero essere quelli che giudicano?
Al freno sul debito pubblico occorre arrivarci non tanto per “il giudizio dei mercati” ma perché l’espansione del debito è stato un comportamento balordo, tutto basato sull’idea di una crescita che doveva continuare all’infinito con contraddizioni da scaricare sulle generazioni future, una sorta dei “chi vivrà vedrà” i cui nodi sono venuti al pettine. Sono le regole del capitalismo che vanno modificate; le grandi banche e i fondi pensione non possono essere nelle mani di speculatori privati a go go.
24/11/11 francesco zaffuto
Post per argomento collegato - IL MISTERO DEL DEBITO
Immagine – due bicchieri con wisky

martedì 22 novembre 2011

E dire che ho comprato una punto


Un mese fa ho dovuto sostituire la mia vecchia auto, riparazioni e i pezzi di ricambio diventavano onerosi. Da “bravo” italiano ho scelto una punto Fiat con l’insegna del 150 ° simo dell’Unità d’Italia; in un solo colpo ho fatto contenti: Napolitano, gli operai Fiat, e lo stesso Marchionne.
Oggi leggo degli anticipati auguri di Buon Natale fatti da Marchionne agli operai Fiat;
Fiat Group Automobiles ha disdetto, dal primo gennaio 2012, tutti gli accordi sindacali vigenti e "ogni altro impegno derivante da prassi collettive in atto" in tutti gli stabilimenti automobilistici italiani.
In pratica si apre una difficile contrattazione natalizia dove Marchionne imporrà il modello Pomigliano a tutti e forse tenterà anche di peggio.
Ma Marchionne quanto vale in termini di operai come numero? Pare che il contratto di Sergio Marchionne preveda uno stipendio di tre milioni l’anno più un bonus variabile sui risultati; nel 2009 il suo stipendio annuo è stato di 4,7 milioni, come dire che da solo è valso quanto 230 operai. Il manager, inoltre, pare che abbia 10 milioni di stock option, il cui valore dipende dai prezzi del titolo Fiat. In pratica quando ho comprato la Punto ho aiutato parecchio Marchionne.
22/11/11 francesco zaffuto
Immagine – una punto

TRENI, PONTI e MONTI


Il Corriere della sera di lunedì 21 portava una notizia particolare: il treno più veloce da Roma a Palermo impiega 11 ore, ben 34 minuti in più di quanto impiegava nel 1975.
Sono andato a controllare sul sito di Trenitalia ed è proprio così ed è il più veloce, perché gli altri impiegano molto di più, fino a 16 ore.
Per impiegare 11 ore occorre partire alle 12,00 da Roma con la Freccia Rossa, effettuare un cambio a Napoli alle 13,10 e poi proseguire in intercity per Palermo arrivando alle 11,00 di sera. Prezzo, la “modica” cifra di € 98,50 (seconda classe) o € 132,00 (prima classe).
Si viaggiava meglio nel 1975, si impiegavano tra Roma e Palermo ore 10,26 e senza dover fare cambi. Il 1 marzo 2010 le ferrovie hanno cancellato la mitica Freccia del Sud che collegava direttamente Milano con Agrigento, ora chi vuole fare questo viaggio deve sobbarcarsi a uno o più cambi.
Intanto, in questi anni, si sono fatte tante delibere per il ponte sullo stretto di Messina, si sono pagati tanti studi e progetti, nonostante un movimento di opposizione a questa opera faraonica. Poche settimane addietro la UE ha dichiarato il ponte sullo stretto opera non prioritaria per l’Europa.
Cosa potrà accadere? Si abbandona il progetto? Si arriverà a pagare una penale del 10% alla ditta che ha vinto l’appalto (qualcosa come 400 milioni euro buttati)?
Questo è un altro grande nodo da sciogliere che il governo Monti eredita da Berlusconi. Chissà cosa farà passare Passera?????
Se consideriamo le ferrovie e strade nel Sud emerge tutta la contraddittorietà del ponte che emerge come opera scollegata dalle infrastrutture necessarie il Calabria e Sicilia.
In un vecchio post di questo blog
avevo parlato dei trasporti ferroviari in Sicilia. Se esaminiamo il collegamento di Messina con le altre principali città della Sicilia, sulla base degli orari di Trenitalia, emerge che tranne la tratta elettrificata tra Messina e Catania che richiede pur sempre ore 1 e 40 minuti abbiamo i seguenti dati:

Messina – Palermo treni con orari previsti dalle 3 ore e 15 minuti alle 4 ore

Messina – Caltanissetta treni con orari previsti dalle 4 ore alle 4 ore e 45 minuti
Messina – Agrigento treni con orari previsti dalle 4 ore e 45 minuti alle 5 ore e 30 minuti
Messina – Trapani treni con orari previsti dalle 6 ore e 19 minuti alle 6 ore e 45 minuti
Messina – Ragusa treni con orari previsti dalle 5 ore e 42 minuti alle 11 ore e 51 minuti
Messina – Gela treni con orari previsti dalle 3 ore e 44 minuti alle 5 ore e 30 minuti
Messina – Modica treni con orari previsti dalle 5 ore e 15 minuti alle 7 ore e 15 minuti
Messina – Sciacca non ci sono collegamenti ferroviari
Questi gli orari ufficiali, ma se si considera che trattasi di ferrovia con un solo binario, spesso le coincidenze comportano notevoli ritardi. Se andate in Sicilia e dite che per spostarvi state utilizzando il treno vi prendono in giro.
Allora, che senso può avere percorrere lo stretto con il ponte in soli tre minuti per poi impiegare da Messina ad Agrigento, ad essere fortunati, ben 5 o 6 ore?
Professor Monti, ponte no grazie. Risparmiamo 9 miliardi per migliorare ferrovie e strade e cerchiamo per quanto possibile di evitare di pagare la penale.

22/11/11 francesco zaffuto
Immagine - un intercity

lunedì 21 novembre 2011

Borsa: lunedì nero per Monti


La Borsa e in suo fantomatico “giudizio dei mercati” risponde con un – 4,74% di perdita sul FTS MIB. Dopo la grande volata di Monti e il grande appoggio avuto in Parlamento, niente da fare, i mercati rispondono con un Lunedì nero.
Il grafico dell’immagine allegata si riferisce alla giornata della borsa a Milano.
Il Governo nato per placare i mercati e rassicurarli non placa un bel nulla, i mercati continuano a scommettere sul disastro, speculano al ribasso, si beffano di una classe politica europea che non vuole governare i mercati, che non è stata capace di introdurre immediatamente una tassa sulle transazioni finanziarie (e che l’ha stupidamente rinviata), che non ha il coraggio di proibire tutte le vendite allo scoperto di titolo azionari e obbligazionari.
I mercati non hanno nessuna anima e nessuna ragione, vanno regolamentati e governati.
Evito, almeno oggi, di ripetermi perché su questo blog mi sono occupato più volte dell’argomento.
21/11/11 francesco zaffuto

ICI che va e IMU che viene


Reintrodurre l'ICI: uno smacco micidiale per Berlusconi che arrivò al potere nel 2008 sull’onda dell’eliminazione dell’ICI sulla prima casa. La reintroduzione è stata auspicata appena un mese fa dalla Banca d'Italia e ora il governo Monti si prepara a vararla, sta riflettendo sull’eventuale cambio del nome, chiamarla ancora ICI oppure IMU – Res – Ics.
La eliminazione dell’ICI sulla prima casa nel 2008 introduceva una sorta di populismo fiscale dove gli italiani proprietari di una prima casa venivano trattati tutti allo stesso modo; in pratica il proprietario di un monolocale in una casa di ringhiera nel quartiere più sfigato di una città era assimilato per condizione al proprietario di una casa di sette stanze nelle piazze del centro.
Oggi, tutti a rincorrere il bisticcio delle parole e lo stesso Monti evita di pronunciare la parola “patrimoniale” che fa venire l’orticaria al PdL. Ma la proprietà di una casa o di più case si chiama proprietà patrimoniale, non possiamo certo cambiare le regole del Dizionario della lingua italiana per fa piacere al detronizzato Berlusconi. La questione nelle imposte è sempre del rispetto della proporzionalità e della progressività rispetto alla ricchezza; chi ha una misera prima casa di proprietà può essere esentato o può pagare pochi euro l’anno, chi ha una casa più ricca può pagare qualcosa in più, chi ha una seconda e terza casa qualcosa in più, chi ha una gran villa in Sardegna molto di più. Tutto sommato è semplice, il decreto potrebbe farlo anche un ragazzo appena diplomato, ma visto che abbiamo il governo dei grandi professoroni vediamo cosa sono capaci di fare e se sono liberi dal pregiudizio sulla innominabile “patrimoniale”.
21/11/11 francesco zaffuto
Immagine – da internet - le case di una via prestigiosa di Milano – via Montenapoleone

domenica 20 novembre 2011

Solo pubblicità

La libertà di espressione artistica sicuramente va garantita, ma cosa c’etra Oliviero Toscani con l’espressione artistica quando ci mostra un bacio tra Obama e Hu Jintao. Ci aveva provato anche con il Papa raffigurato in un bacio con un Iman, ma ha dovuto fare marcia indietro per le proteste del Vaticano.
Non è un fatto accaduto, non è certo una vignetta, non si tratta di satira, pretende di essere un messaggio contro l’odio, ma in realtà è la solita operazione pubblicitaria di Benetton.
Non so se protesteranno Obama e Hu Jintao, ma penso che abbiano tutto il diritto di tutelare il loro volto; magari possono far pagare un po’ di dollari al miliardario che usa questa pubblicità.
19/11/11 francesco zaffuto
Non ho inserito alcuna immagine su questo post , ma se proprio volete vedere un vero storico bacio di “stranamore” potete andare al link

sabato 19 novembre 2011

Neanche gli occhi


Arabia Saudita - Una notizia su l’Ansa che si commenta da sola: gli occhi di una donna possono turbare, dovranno essere coperti con un burqa integrale o chissà con degli occhiali affumicati.

immagine – occhiali affumicati

La prova del distacco della spina


Monti ha ottenuto alla Camera 556 voti a favore e solo 61 contro, al Senato 281 sì e solo 25 contro. Capperi una maggioranza niente male!!!!
Ma se Mr. Monti, vuole una prova della forza della sua maggioranza, se vuole vedere in quanto tempo gli staccano la spina, se vuole provare un brivido???!!! Basta una proposta di legge di poche righe e di un solo articolo.
Art. 1
A partire dalla prossima legislatura il numero dei senatori eleggibili e il numero dei deputati eleggibili è ridotto del 50%.
A partire dal prossimo mese gli stipendi e i vitalizi dei parlamentari sono ridotti del 50%.
19/11/11 francesco zaffuto
Immagine - Una mano che stacca la spina da una presa a muro

venerdì 18 novembre 2011

Democrazia e chiacchiere a parte


Si continuano a fare in questi giorni tante chiacchiere sulla democrazia sospesa, ma una cosa sono le chiacchiere e una cosa sono gli istituti istituzionali esistenti.
Il nostro sistema istituzionale prevede l’elezione dei parlamentari,
prevede che il presidente della repubblica venga eletto dai parlamentari,
prevede che il presidente della repubblica conferisca l’incarico per formare il governo,
prevede che il governo riceva la fiducia dei parlamentari eletti.
Il nostro sistema istituzionale non prevede l’elezione diretta del governo, il leader a capo della coalizione è solo un leader ai fini elettorali e non coincide con cariche istituzionalmente previste.
Questo è il nostro sistema istituzionale. Parlare di democrazia sospesa è solo chiacchiera che non tiene conto del sistema istituzionale previsto dalla nostra Costituzione. Di conseguenza questo governo Monti, buono o cattivo che sia, sta all’interno delle regole istituzionali attualmente previste dalla costituzione e fino a quando godrà di una maggioranza in Parlamento è nel pieno delle sue prerogative. La maggioranza gli può arrivare da qualsiasi gruppo o partito, perché nella nostra democrazia parlamentare vengono eletti i parlamentari e non i partiti, ogni parlamentare può nell’arco del suo mandato cambiare tutti i partiti che vuole o costituire nuovi partiti o gruppi; il giudizio di trasformismo è solo una opinione politica che non ha peso sul piano delle regole istituzionali.
18/11/11 francesco zaffuto

giovedì 17 novembre 2011

Il grande cambiamento e una rimanenza


Ho lasciato il blog per un po’ di giorni per problemi di salute, i miei problemi perdurano ma i miei tempi si sono dilungati, non sono considerato un caso urgente per la struttura ospedaliera e sono stato rinviato di quindici giorni; no comment, anche perché non ambisco di essere un caso urgente.
Ma dopo pochi giorni di mia assenza è cambiato tutto: non c’è più Berlusconi, non è più riuscito ad andare oltre il numero 308 ed ha dovuto chiudere il baraccone; promette di tornare e di raddoppiare ma intanto non c’è più. Tutto cambiato: c’è un Monti, freddo come un Martini dry, ma che riscuote il plauso come un brunello di Montalcino. Per me il brunello è di colore rosso ed ha un suo sapore caratteristico, comunque possiamo bere pure il Monti dry per dimenticare il precedente governo ma stiamo bene in attesa di valutare gli accadimenti.
Riguardo alle ultime del governo precedente mi è andato l’occhio su una rimanenza; nel maxiemendamento sullo sviluppo (faraonico e poco leggibile decreto del taglia taglia) ci stava un taglio particolare: l’eliminazione dell’anagrafe delle armi.
Se andate a leggere all’articolo 14 comma 7 trovate (http://www.altalex.com/index.php?idnot=15820)
trovate
articolo 14
7. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge è abrogato l’articolo 7 della legge 18 aprile 1975, n. 110, recante «Norme integrative della disciplina vigente per il controllo delle armi, delle munizioni e degli esplosivi».
Cosa diceva l’articolo 7 della legge 18 aprile 1975 n. 110 ?
Art. 7
7. Catalogo nazionale delle armi comuni da sparo.
È istituito presso il Ministero dell'interno il catalogo nazionale delle armi comuni da sparo, con
esclusione dei fucili da caccia ad anima liscia e delle repliche di armi ad avancarica, delle quali è
ammessa la produzione o l'importazione definitiva.
La catalogazione dei prototipi di nuova produzione o di nuova importazione avverrà sulla base dei
disegni e delle caratteristiche indicate nella domanda o dei prototipi stessi.
[La presentazione del prototipo non è comunque richiesta per i fucili da caccia ad anima liscia,
nonché per le riproduzioni di armi antiche ad avancarica, all'iscrizione dei quali in catalogo si
procede tenendo conto delle caratteristiche comuni a tali armi].
L'iscrizione dell'arma nel catalogo costituisce accertamento definitivo della qualità di arma comune
da sparo posseduta dal prototipo.
Nel catalogo sono indicati: il numero progressivo d'iscrizione; la descrizione dell'arma e il calibro;
il produttore o l'importatore;
lo Stato in cui l'arma è prodotta o dal quale è importata.
Confezioni artistiche od artigianali non alterano il prototipo se rimangono invariate le qualità
balistiche, il calibro e le parti meccaniche di esso.
Con propri decreti da pubblicarsi nella Gazzetta Ufficiale, il Ministro per l'interno determina:
1) la data d'inizio delle operazioni di catalogazione; 2) le modalità per l'iscrizione nel catalogo e quelle relative al rifiuto dell'iscrizione; 3) le modalità per la pubblicazione e gli aggiornamenti del catalogo.
Il Governo Berlusconi uscente ha scelto di risparmiare sul Catalogo delle armi. Gli effetti di tale cancellazione li descrive
il segretario dell'Associazione nazionale funzionari di Polizia (Anfp) Enzo Letizia, secondo il quale così «si liberalizza il commercio delle armi più pericolose». «È scandaloso - aggiunge Letizia - che i lobbisti e gli affaristi del mondo delle armi approfittino del gravissimo momento di difficoltà del paese per tentare, con un sotterfugio, di ottenere dal Parlamento in via speditiva ciò che il Parlamento ha di recente loro negato». Preoccupato anche il segretario del Silp-Cgil Claudio Giardullo. «L'abolizione del Catalogo - spiega - fa venire meno uno strumento fondamentale per il controllo della produzione e dell'importazione, e quindi circolazione, delle armi». Ma non solo. Ha, inoltre, «un effetto diretto rispetto alla distinzioni tra 'armi comuni da sparò e 'armi da guerrà. Il che vuol dire che verrebbe autorizzata una diffusione di quelle armi che hanno un maggiore potenziale offensivo e che ad oggi nel nostro paese non è consentita».
Una piccola RIMANENZA del governo precedente, ma molto pesante.
17/11/11 – francesco zaffuto
Immagine un mitra leggero