mercoledì 30 dicembre 2015

Buon Anno a chi ha fermato l'ebola


la foto e l'annuncio diffusi su facebook
da
Chiudiamo l'anno con una buona notizia: GUINEA LIBERA DALL'EBOLA dopo 42 giorni senza nessun nuovo caso 
Da marzo 2014, 3.800 operatori di Medici Senza Frontiere  sono stati impegnati nella lotta all'epidemia, curando 10.288 pazienti in Africa Occidentale.

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martedì 29 dicembre 2015

La Lega degli automobilisti Padani


Il Sindaco di Milano è arrivato alla misura urgente di sospendere il traffico per i giorni 28/29 e 30 dicembre; misura che avrebbe dovuto prendere almeno dal 13 dicembre, visti i gravi danni per la salute; ebbene,  appena ha avuto il coraggio di fare questa scelta gli sono saltati addosso Maroni e Salvini.  I due padani Doc e G sostengono che il traffico automobilistico non è un problema e che la misura di Pisapia non avrà incidenza nella sommatoria dei veleni. 
 La misura di Pisapia è minima ma nel suo minimo ha una sua incidenza ed evita una ulteriore sommatoria di veleni. 

 Certo che vanno prese misure strutturali di adeguamento del riscaldamento delle case e adeguamento di tutti i trasporti, ma non sono misure che si prendono nell’arco di un mese, e queste cosiddette misure tampone sono necessarie per far fronte all’emergenza; e vale la pena di ripetere che dovevano essere prese almeno dal 13 dicembre. L’assenza di Maroni e di alcuni sindaci come Scanagatti  di Monza, nella misura di sospensione del traffico,  non va dimenticata per questo disastroso fine 2015. (f.z.)

immagine di normale traffico a Milano

domenica 27 dicembre 2015

Il grande criminale


Lo sapevo che ve la prendevate con me. Ma non mi prenderete.
Dopo che avete distrutto la Campania riducendola a terra dei fuochi e avete rovinato il piacere di mangiare una mozzarella di bufala.
Dopo che avete inquinato tutta la pianura Padana riducendola a una gabbia di veleni da respirare.
Dopo che avete trivellato per terra e per mare.
Dopo che avete riempito il mondo delle vostre merde, minacciandolo con bombe nucleari e terrorismo internazionale.
Lo sapevo che ve la sareste presa con me, con il mio mozzicone di sigaretta, il mio crimine.
Mi volete colpire al cuore con 300 euro di multa; in modo che con 4/5 multe mi riducete al lastrico prelevando tutte le mie entrate del mese.
Ma non mi prenderete perché io sono attrezzato. Ecco il mio formidabile portacenere e porta mozziconi, si chiude ermeticamente, spegne tutto e si ripone in tasca. Ve lo mostro qui nella foto e andate al diavolo.
Francesco Zaffuto
Questo link il provvedimento di Renzi contro i mozziconi

mercoledì 23 dicembre 2015

Una notizia da salvare - Kenya: musulmani salvano cristiani da un assalto di jihadisti


Tra tante brutte notizie una buona. Custodiamola
NAIROBI - Quando gli assalitori armati di pistole hanno fermato il veicolo a Papa City, con i 60 passeggeri a bordo, i musulmani si sono rifiutati di dividersi dai non-islamici, non permettendone così l'identificazione. "Ammazzateci tutti o lasciateci andare, cristiani e musulmani", hanno gridato i musulmani ai ribelli.
Questo comportamento  è stato talmente inatteso che il gruppo jihadista ha deciso di non portare a termine la missione e di darsi alla fuga.
Qui i dettagli della notizia


lunedì 21 dicembre 2015

QUESTO INCREDIBILE DICEMBRE 2015

  Le foto dei fiori sono state scattate a Monza il 19 dicembre 2015  - i fiori sono belli ma lo squilibrio climatico è impressionante - bei fiori ma aria difficile da respirare.
Da settimane in tante zone della Lombardia si è superata la soglia dei 50 microgrammi per metro cubo di concentrazione di smog e polveri sottili, con una media giornaliera di 90
I fiori sono sbocciati per il caldo, occorrerebbe vedere come stanno sbocciando i nostri polmoni.
Alle rose smog e polveri sottili non fanno tanto danno, sono ben attrezzate per sopravvivere
Noi umani un po’ meno, e abbiamo bisogno che non si superi la soglia dell’inquinamento atmosferico.
L’ultima foto è per lo smog e polveri sottili tratta da http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/12/17/news/smog-129701203/
Intanto nessun provvedimento impopolare è stato preso da Pisapia e Maroni, solo qualche consiglio di non prendere l’auto.
Non si respira ma per Pisapia, Maroni, Scanagatti (sindaco di Monza) ed altri sindaci del circondario tutto va bene, l'importante sono gli acquisti natalizi e le ripercussioni sul loro fedele elettorato.

sabato 19 dicembre 2015

L’autostrada Milano – Pechino

 Le scelte fatte da Pisapia di favorire l'uso delle bici, di aumentare l'uso delle auto elettriche, di stimolare verso un uso dei servizi pubblici, do atto che sono state utili, e sono atti sul lungo periodo. Ma purtroppo quando i livelli di concentrazione dello smog e polveri sottili arrivano ai livelli di queste settimane;  i cosiddetti provvedimenti tampone delle targhe alterne e della diminuzione del riscaldamento domestico, sono necessari, urgenti e indispensabili. Vi assicuro che in questi giorni si respira proprio a fatica, anche a Pechino pare che sia cosi;  ma Sel significava Sinistra ecologia e libertà.

Francesco Zaffuto, che ha votato qualche volta Sel.

giovedì 17 dicembre 2015

Pisapia, Pisapia, dove è finita l'ecologia










Pisapia, Pisapia
dove è finita l'ecologia 
e non ti arrischi per la via 
a fermare delle auto la scia
Ti sei scordato la targa alternata
e come Maroni hai la mente motorizzata
Per salvare il commercio a Natale
lasci aumentare lo smog mortale.
Smog fuorilegge a Milano da oltre tre settimane.
 Una situazione critica in tutta la Lombardia, in particolare a Milano, dove tutte le stazioni dell'agglomerato urbano hanno superato la soglia limite dei 50 microgrammi per metro cubo di concentrazione, con una media giornaliera di 90: i livelli più alti si registrano ad Arese con 105 e a Milano-Pascal Città studi e Milano-Senato con 104 e 103. Le previsioni meteo del bollettino arpa per i prossimi giorni non prevedono miglioramenti sul fronte inquinamento, con il tempo stabile che favorirà l'accumulo di inquinanti.
Fino ad oggi nessun provvedimento di targhe alternate solo, solo blande raccomandazioni a usare i mezzi pubblici.
Perché la Giunta Pisapia ha sottovalutato questi dati allarmanti?



lunedì 14 dicembre 2015

il piangere sulle buone azioni spa

Oggi si parla di azionisti ed obbligazionisti fregati e di possibili aiuti. 
Ebbene, ricordo un tempo una spa che si chiamava Unipol e che ancora oggi si chiama Unipol. Ci fu un tempo che la Unipol voleva costruire una banca … accaddero tante strane cose … impossibili da seguire sulla stampa … alla fine tutti si sono rivelati innocenti. Ma quello che accadde nei fatti  fu che il valore delle azioni fu portato da 100 a 1; volle dire che chi aveva cento azioni se ne venne a trovare solo una e di valore insignificante. Tanto per fare un esempio chi aveva un 3 mila Unipol che valevano € 3.500 prima dell’operazione, oggi si trova con 30 Unipol che valgono € 120.  Riuscirono a non fare rumore, non c’erano 5stelle dinanzi al Parlamento,e tutti i piccoli azionisti Unipol ingoiarono il rospo.
 Le azioni sono capitale di rischio, se hai comprato azioni sei un padrone teoricamente. La differenza è:  tra il grande azionista che conosce le cose ed è alleato con gli amministratori delegati, e il piccolo azionista, padrone come gli altri teoricamente, ma in pratica solo un pirla.
Allora se avete risparmi prima di tutto cercate di compravi una casa dove abitare, se avete ancora risparmi accontentatevi degli interessi bassi dei Titoli di stato;  evitate Obbligazioni subordinate o con clausole particolari;  evitate Derivati e prodotti che non conoscete; informatevi bene sui cosiddetti fondi pensione, informatevi bene sui Fondi d’investimento;  i depositi teneteli un po’ in banca e un po’ in Posta.  Dividete il più e possibile il rischio su diversi investimenti.
 Se siete poveri e disoccupati, nessun problema d’investimenti,  vi lasceranno vivere ancora per molto da poveri e disoccupati. (f.z.)
Foto da

domenica 13 dicembre 2015

SE SONO ROSE FIORIRANNO

IL comunicato di Azaaz dopo la firma del Trattato di Parigi sul clima
Cara fantastica comunità di Avaaz,

Alla conferenza per il clima di Parigi, i leader di tutto il mondo hanno appena firmato un accordo storico che davvero può salvare tutto ciò che amiamo! È per questo che abbiamo marciato, firmato petizioni, chiamato i loro uffici, donato quando potevamo, inviato messaggi e non abbiamo mai abbandonato la speranza: per questo incredibile e storico momento per l’umanità.

Climate March
“Emissioni umane nette zero” (net-zero human emissions), così si chiama la svolta epocale, ovvero il punto di equilibrio tra ciò che immettiamo nell’aria e ciò che riassorbiamo. E non appena l’accordo di Parigi arriverà fra le mani dei legislatori, le energie pulite saranno semplicemente il modo migliore, più economico e più efficace per raggiungere questo obiettivo. Questo accordo è lo strumento di cui avevamo bisogno per costruire un futuro sicuro per le prossime generazioni.

Dalle più grandi crisi, l’umanità è stata in grado di formulare aspirazioni magnifiche. Dalla Seconda Guerra Mondiale, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Dalla fine dell’apartheid, la scrittura in Sudafrica della costituzione più lungimirante e progressista del mondo.

Visioni ambiziose come queste hanno bisogno di movimentifatti di persone, di cittadini, che continuino a lottare fino a farle diventare parte della nostra vita quotidiana. E questa di oggi non è un eccezione:

Clicca per leggere la storia del nostro movimento per il clima, e unisciti ai festeggiamenti.

Nelle ultime settimane la nostra comunità ha avuto un ruolo straordinario nel raggiungere questo accordo storico. Subito dopo aver battuto ogni record di mobilitazione con centinaia di migliaia di persone scese in piazza in tutto il pianeta, abbiamo letteralmente portato le voci del nostro movimento dentro il vertice: foto, video e un coro di messaggi dei nostri membri hanno accolto i delegati, abbiamo consegnato la nostra petizione direttamente al Segretario Generale dell’ONU e organizzato una serie incredibile di campagne.

"Quando nel 2014 il Segretario Generale dell’ONU ha aperto il vertice sul clima dopo che centinaia di migliaia di persone avevano marciato per le strade di New York, è stato lì che abbiamo capito che avevamo la forza della gente dalla nostra parte."
- Christiana Figueres, direttrice della convenzione ONU, ha fatto riferimento alle nostre marce nel suo discorso di chiusura del vertice ieri..

Dal primo all’ultimo giorno dei negoziati, abbiamo reagito ogni singola volta che un paese ha ostacolato l’accordo, e quando invece hanno lavorato nella giusta direzione, li abbiamo sostenuti. Abbiamo chiesto ai nostri leader di fare di più in 45 azioni in solo 14 giorni. Con un impatto enorme:

Climate March
Dopo che l'India si era detta contraria al 100% di energie pulite, membri di Avaaz hanno filmato le terribili alluvioni nello stato del Chennai e le abbiamo proiettate direttamente dentro il vertice. Il giorno dopo i media hanno scritto di un cambio di rotta del Primo Ministro Modi: “E quindi cosa ha portato a questa svolta? … Un video con interviste ai sopravvissuti delle alluvioni del Chennai è stato proiettato sui maxischermi dentro ai negoziati”.

E questo è stato solo l’inizio: per tutti i giorni della COP, le immagini e i video delle nostre marce hanno accolto i delegati al loro arrivo. Ogni singolo giorno, abbiamo ricordato il nostro appello ad agire a capi di Stato, ministri e tutte le persone del loro staff.

Poi, una notte, abbiamo tappezzato Parigi con manifesti dei peggiori lobbisti che difendono i combustibili fossili e i negazionisti del cambiamento climatico, chiedendo ai ministri di evitarli: dopo poche ore la rappresentante della più grande azienda mineraria del mondo ha abbandonato i negoziati!


Quando è diventato chiaro che Argentina e Arabia Saudita avrebbero tentato di bloccare l’accordo, gli avaaziani in Sud America e in Medio Oriente si sono mobilitati e abbiamo fatto finire la cosa su tutti i giornali. Visto che aveva sostenuto le energie rinnovabili in campagna elettorale abbiamo sommerso il neo-eletto presidente argentino di messaggi chiedendogli di mandare subito una delegazione a Parigi: sono arrivati dopo poche ore. E i sauditi erano così allarmati per l’attenzione pubblica che un loro avvocato ci ha addirittura chiamato per minacciare una causa legale.

Poche ore fa la delegazione tedesca ha invece voluto ringraziare i membri di Avaaz per il sostegno costante all’enorme lavoro che hanno fatto per arrivare a questo accordo.

Ma forse la cosa più bella e importante che ha fatto la nostra comunità è stata raccogliere centinaia di migliaia di euro per assicurare una forte presenza delle Isole Marshall ai negoziati. Il loro rappresentante è stato uno degli eroi di Parigi, annunciando una “coalizione dell’ambizione” che ha superato le divisioni tra nord e sud del mondo portando più di 100 nazioni a lavorare assieme.

E quando hanno lanciato un appello agli altri paesi ad unirsi, tutti insieme abbiamo sommerso di SMS i delegati delle grandi economie emergenti: il Brasile ci ha risposto dopo poche ore e 2 giorni dopo si è unito alla coalizione.

E queste sono solo alcune delle incredibili campagne che abbiamo realizzato in così poco tempo!


Tutti si aspettavano un fallimento dal vertice per il clima, i politici ci dicevano in continuazione che “alla gente non interessa il cambiamento climatico”. Ma noi sapevamo che non era così. Sappiamo che da anni questa comunità sceglie la salvezza del nostro pianeta come la sua priorità.

Dal 2007 a Bali, passando per Copenaghen e i vertici del G7 fino a Parigi, ecco come abbiamo dimostrato che si sbagliavano:



A Bali, l’inizio del viaggio (2007): gli avaaziani mandarono migliaia di messaggi ai Paesi contrari all’accordo e finanziarono una pagina a pagamento su un giornale che secondo il principale quotidiano giapponese cambiò la posizione del loro governo. Insieme abbiamo convinto i politici ad accordarsi su quella tabella di marcia che poi ha portato ai negoziati di Copenaghen e oggi all’accordo di Parigi.

“L’elefante si muove” (2008-09): Con i negoziati in stallo, la nostra comunità ha sospeso ogni altra attività per concentrarsi sul vertice di Copenaghen, contribuendo a organizzare migliaia di veglie ed eventi in tutto il mondo, centinaia di migliaia di telefonate ai negoziatori, consegnando milioni di firme e lanciando quella che chiamammo “la Sveglia Globale per il Clima”. I politici a Copenaghen hanno perso l’appuntamento con la storia, ma usando le parole di un avaaziano, “l’elefante ha iniziato a muoversi, e quando parte è difficile fermarlo…”
"Avete dato forza all’idealismo nel mondo… non sottovalutate l’impatto che avete avuto sui leader presenti qui oggi."
- Gordon Brown, Primo ministro, Regno Unito, 2009


Ci siamo rifiutati di perdere la speranza (2010-13): in ogni Paese, ad ogni occasione, i membri di Avaaz si sono battuti per politiche contro il cambiamento climatico. Eravamo al vertice di Durban insieme alle nazioni in via di sviluppo, eravamo alle veglie di solidarietà dopo il disastro nucleare in Giappone, e abbiamo lanciato l’enorme campagna per salvare la nostra preziosissima Amazzonia.

Creando un movimento (2010-13): Copenaghen ci ha insegnato che dovevamo essere ancora più grandi per sconfiggere le lobby dei combustibili fossili e convincere i politici. E quindi siamo cresciuti, da 3 a oltre 30 milioni di membri in 3 anni!

La più grande marcia per il clima di sempre (2014): Abbiamo lavorato con tantissime organizzazioni per mesi per arrivarci. Alla vigilia di un vertice chiave dell’ONU, 400mila persone a New York e 300mila in tutto il mondo hanno marciato con un solo fortissimo messaggio: vogliamo un futuro pulito al 100%. E dopo poche settimane, Stati Uniti e Cina hanno firmato un accordo storico per ridurre le emissioni. L’intero scenario politico sul clima era cambiato.

"I nostri cittadini continuano a scendere in piazza. Non possiamo far finta di non sentirli. Dobbiamo rispondere a questa chiamata."
- Barack Obama nel suo discorso all’ONU, 2014

Arrivano gli eroi del clima (2015): Sfruttando la spinta generata dalle marce, abbiamo sostenuto la Germania nel portare il tema del clima al G7. Con i contributi di migliaia di avaaziani abbiamo lanciato sondaggi di opinione e inserzioni sui giornali, consegnando la petizione, nel frattempo arrivata a 2,7 milioni di firme, direttamente a ogni ministro chiave di Germania e Francia. Centinaia di avaaziani hanno seguito Angela Merkel praticamente in ogni singolo evento pubblico per settimane, chiedendole di diventare un’eroina per il clima. E il risultato è arrivato: il G7 ha deciso di dire addio ai combustibili fossili nel corso di questo secolo! Il vento stava davvero cambiando.

Per Parigi e tutto ciò che amiamo (2015): Il conto alla rovescia era iniziato e centinaia di migliaia di persone erano pronte a marciare per le strade di Parigi alla vigilia della COP21. Avaaziani in tutto il mondo stavano preparando eventi e marce, quando gli attentati terroristici nella capitale francese hanno spento la luce, rendendo impossibili le manifestazioni in tutta la Francia…

Ma questa comunità ha saputo reagire con speranza e creatività, raccogliendo in pochi giorni 22mila scarpe, tra cui quelle del Papa e del Segretario Generale dell’ONU, per rappresentare tutti quelli che non potevano scendere in piazza quel giorno.


E mentre i capi di Stato arrivavano a Parigi, abbiamo superato il nostro stesso record. Da San Paolo a Sana’a, passando per Sidney, 785mila persone hanno marciato in oltre 2300 eventi in 175 Paesi, chiedendo un futuro al 100% ad energie pulite

I messaggi e i video delle marce sono arrivati ovunque, sulle prime pagine di decine di giornali, in centinaia di televisioni e sui maxischermi dentro il vertice di Parigi. E li abbiamo costretti ad essere ambiziosi.


Questo è solo l’inizio. Dovremo lottare per anni se vogliamo che si mantenga l’ambizione di questo giorno storico. Per l’obiettivo 100% energie pulite entro il 2050 serve più ambizione, migliorando il riferimento alla “seconda metà del secolo” attualmente nell’accordo. Le nazioni più ricche dovranno aiutare ancora di più i Paesi in via di sviluppo per permettergli di saltare direttamente a un’era post-carbone e salvare dalla povertà milioni di persone. Dovremo spingere ogni paese del mondo per mantenere il surriscaldamento globale sotto a 1,5° per poter salvare gli stati insulari. E soprattutto dovremo far mantenere ai nostri governi le promesse di Parigi.

Ma abbiamo anche vinto moltissimo:
  • Almeno 100 miliardi di finanziamenti dal 2020 per garantire un sostegno continuo ai Paesi in via di sviluppo;
  • L’impegno a un nuovo vertice ogni 5 anni per aumentare l’ambizione degli impegni presi e avvicinarsi sempre più al giorno in cui un mondo a emissioni nette zero diventerà realtà;
  • Un accordo globale che dice che il cambiamento climatico è un problema mondiale, che necessita della cooperazione di tutti, dall’Arabia Saudita al Senegal all’Italia, per dare un futuro all’umanità.
E soprattutto, oggi mandiamo un messaggio chiaro agli investitori di tutto il mondo: puntare sui combustibili fossili è denaro perso. I profitti sono nelle rinnovabili. È la tecnologia che ci porterà al 100% di energie pulite quella su cui devono investire.

Quando cambia il vento della storia si sente nell’aria. La forza di quel vento può essere usata per aprire nuove epoche. Come hanno fatto le nostre sorelle e i nostri fratelli in Sudafrica per ottenere eguaglianza, la comunità LGBTQ negli USA per il diritto di sposare chi si ama e il movimento non violento di Gandhi portando una nuova speranza per l’India. Ora anche noi sentiamo la spinta di un nuovo vento.

Un vento che ci può unire, superando gli oceani e i confini che ci dividono. Raccogliamo la forza di questo momento per costruire un futuro più bello, sicuro e pulito per i nostri figli.

Con entusiasmo per tutto quello che riusciremo a fare negli anni che verranno,

Emma, Iain, Alice, Ricken, Oscar, Marie, Ben, Mojgone, Alex, Melanie, Luis, Sam, Nic, Rich, Fatima, Mia, Oli, Pascal, Risalat, Christoph, Stephen, Nataliya, Andrea, Sobaika, Heather e tutto il team di Avaaz 

sabato 12 dicembre 2015

Dal 12 dicembre al 13 dicembre

quell'orrenda scena finale di Piazza Fontana 1969

Dal 12 dicembre al 13 dicembre sembra che possa passare solo un giorno eppure non è così.  Oggi 12 dicembre è l’anniversario della strage di piazza Fontana a Milano del 1969 – Domani 13 dicembre 2015 è la data che ci indica un mese di distanza dalla strage di Parigi.
 Due stragi così lontane tra loro e così diverse, però accomunate dallo stesso colore del sangue e dallo stesso dolore delle vittime. Accomunate dallo stesso disprezzo dell’essere umano, e dallo stesso calcolo di chi per creare terrore li ha commissionate.  
 Le menti e le mani assassine sono diverse perché i soggetti, in una Storia che muta, sono cambiati, ma il motivo è lo stesso: creare paura.   Chi vuole creare paura,  lo fa però per un ulteriore scopo: radicalizzare lo scontro e determinare nuovi assestamenti sociali e politici.
 La strage di piazza fontana del 1969 portava a criminalizzare tutto il movimento di opposizione, isolarlo e depotenziarlo. In buona parte la mente criminale (rimasta oscura nonostante anni ed anni d’indagini), riuscì in parte nei suoi scopi, perché l’ondata di adesioni pacifiche al movimento del ’68 si fermò, aumentò la repressione e si radicalizzarono successivamente gli elementi più facinorosi del movimento stesso che teorizzavano lo scontro. Non vennero però seppellite in Italia le libertà garantite dalla Costituzione e si generò un grande movimento democratico di reazione che impedì lo stravolgimento istituzionale del paese.
 La diversa mente criminale che sta dietro gli attentati di Parigi usa la paura per determinare nuovi assestamenti sociali e politici, addirittura di ordine internazionale: vuole che la paura porti a diffidare di tutti i mussulmani; e nel contempo, vuole che la paura porti tutti i mussulmani a rifugiarsi nell’appartenenza ad un popolo ideale, ostile e diverso; l’obbiettivo era diffondere un clima di guerra e ci sono riusciti.
La paura non porta solo a rinchiudersi nelle proprie case;  la paura ci porta a condividere idee che distruggono la nostra stessa civiltà: distruggere  la libertà di espressione, la libertà di associazione, i diritti dell’uomo e del cittadino; fino al punto di considerare la pena di morte come una buona amica della civiltà.  Se l’occidente seppellisce i diritti dell’uomo e del cittadino, la mente criminale si può dire che è riuscita nel suo obiettivo.   

La paura non vinse dopo il 12 dicembre del 1969,  e la paura non deve vincere neanche adesso. Non bisogna smettere di pensare. Se sono necessari atti di difesa di polizia e militari dal terrorismo dell’Isis;  è altresì necessario un grande movimento per la difesa dei diritti dell’uomo di portata internazionale, che metta al centro il singolo uomo come centro del rispetto e del riconoscimento dei diritti. La fratellanza universale  degli uomini è l’unico valore che si può contrapporre alle appartenenze che generano la guerra tra gli stati e alla stessa guerra diffusa che si vuole portare nelle città e nelle case. (f.z.)

lunedì 7 dicembre 2015

BANCHE: truffatori e truffati


 I truffatori sono quelli che hanno venduto azioni ed obbligazioni ad ignari risparmiatori, i truffati sono quei risparmiatori che non si accontentavano di essere solo risparmiatori.
Una cosa sono gli azionisti, un’altra cosa sono gli obbligazionisti ed  un’altra cosa ancora sono i risparmiatori con solo depositi in banca e con qualche titolo del debito di Stato.
Cerchiamo di capirci:  se si comprano azioni di una banca si diventa proprietari della banca. Ora se un piccolo risparmiatore si è fatto convincere a compare azioni di una banca non si trova nella posizione di risparmiatore, ma si trova nella posizione di padrone delle banca con tutto quello che ne può derivare in termini di profitti e di perdite. Il piccolo azionista nei fatti non è un padrone perché, con poche azioni, non controlla un bel nulla; e non è neanche un risparmiatore,  è solo uno che pensava di fare un buon affare o che si è illuso di aver fatto un buon affare.
 Passiamo agli obbligazionisti: questi soggetti a fronte di un interesse un po’ più elevato si sono assunti il rischio di prestare somme ad una singola società; è un rischio meno forte degli azionisti ma è pur sempre un rischio, sono dei prestatori di denaro che si sono legati al rischio di una società.
 Ben diversi sono i risparmiatori che si sono limitati a depositare i risparmi in una banca su un conto corrente o su un deposito a risparmio; e che si sono limitati ad acquistare  qualche titolo del debito dello Stato. Queste persone hanno solo depositato il denaro, per quel deposito non hanno ricevuto interessi o hanno ricevuto un interesse insignificante, ed hanno anche pagato la banca per le operazioni e per i servizi bancari;  queste persone non si sono volute legare ad alcun rischio dell’impreditoria bancaria.
 La Banca d’Italia e lo Stato hanno l’obbligo di tutelare il sistema bancario per evitare ripercussioni su tutto il sistema economico. La Banca d’Italia doveva vigilare sui comportamenti delle banche. Cosa ha fatto? Evidentemente ben poco e male. Se una banca opera con il criterio delle prudenza non può fallire.
Se una banca si trasforma in venditrice di titoli di aziende spericolate, e in venditrice di titoli propri che assistono gli spericolati, non fa il lavoro di vera  banca che esercita il credito,  ma solo quello di un’impresa speculativa. Se i suoi impiegati stanno lì a convincere i risparmiatori ad investire in forma non prudenziale li stanno nei fatti truffando approfittando delle propria ignoranza.

 La Banca d’Italia è lo Stato debbono intervenire per tutelare i risparmiatori, ma c’è una gerarchia:  i primi ad essere tutelati nella completezza debbono essere i risparmiatori che non si sono esposti al rischio dell’impresa bancaria e si sono limitati al comportamento di effettuare depositi sui propri conti. (f.z.)

giovedì 3 dicembre 2015

Onnivori ma non torturatori


L'appello di Giulia Innocenzi è l'invito a 



la legge è uguale per tutti, ma con gli animali l'uomo fa quello che vuole. Arriva perfino a non applicare le leggi che si è dato. Così può accadere che vacchedestinate al macello vengano trascinate con catene, fatte strisciare sul pavimento, trasportate e buttate a terra con il muletto o spinte con la forca.
Tutte azioni illegali, sotto gli occhi di veterinari consenzienti. Che danneggiano gli animali e la nostra salute.

Alcune settimane fa ho raccontato in una video-inchiesta per Servizio Pubblico ciò che accadeva nelmacello Italcarni di Ghedi, in provincia di Brescia, oggi sotto sequestro: un "macello degli orrori", specializzato in mucche a terra, dove gli animali venivano maltrattati e torturati. In seguito alla segnalazione di una veterinaria, la procura di Brescia ne ha filmato per un mese le attività, portandone alla luce le pratiche crudeli, dolorose per i bovini e dannose anche per la carne che ne deriva.

Operai che attaccano catene alle zampe di mucche vive, per poi trascinarle con il muletto e buttarle a terra, vacche spinte alla linea di macellazione con una forca senza lembi protettivi. Ho pianto. Poi ho provato rabbia.

Il ministero della Salute, da cui dovrebbero dipendere i controlli, non può più restare in silenzio. E deve fare luce sugli altri macelli: Italcarni è un caso isolato?

Secondo la procura di Brescia, queste pratiche avrebbero infettato anche la carne: l'Istituto Zooprofilattico di Torino ha trovato cariche batteriche 50 volte superiori a quelle consentite dalla legge e due salmonelle pericolosissime, Livingstone e Agama, che possono uccidere l'uomo. Possibile che per fermare il commercio di carne così dannosa, per l'ennesima volta si sia dovuto aspettare l'intervento della magistratura?

La ministra della Salute Beatrice Lorenzin istituisca con urgenza una commissione di inchiesta sulle condizioni degli animali negli allevamenti e nei mattatoi.
 Non c'è più tempo: questo massacro inutile è durato anche troppo. Ne va della nostra salute, ma soprattutto della nostra umanità.
Giulia Innocenzi

giovedì 19 novembre 2015

L’abisso della mente umana

Ciò che è accaduto la sera del 13 novembre a Parigi, viene definito atto di guerra o atto terroristico, purtroppo è qualcosa di più catastrofico: è un abisso della mente umana.
 Alcuni uomini dotati di mente umana scelgono di uccidere altri uomini in particolari momenti: durante una partita di calcio, durante un concerto di musica; durante il semplice consumo di una pizza in un ristorante; e alcuni, per portare a termine il loro disegno omicida,  mettono in conto di morire anch’essi diventando bombe.
 Atti di questa portata noi europei eravamo abituati a sentirli distrattamente come cronache  provenienti dal Medio oriente; più volte abbiamo sentito che un uomo (o donna bomba)  si era fatto esplodere in un mercato di una città in Irak. Il 13 novembre questi atti arrivano  nel cuore dell’Europa a Parigi; alcuni degli attentatori hanno maturato una parte della propria vita in Francia ed il rapporto con la cultura francese non ha scongiurato tali atti.
 Possiamo dire che la mente umana può essere condizionata fino al punto di commettere simili atti.
 Come è potuto accadere un tale condizionamento e quali fattori possono averlo determinato?
 L’assassino per atti di guerra non è mai solo,  risponde per il suo comportamento ad un gruppo e si aspetta il riconoscimento di un gruppo.  La stessa entità del crimine è in relazione all’aiuto e al riconoscimento del gruppo. Il suo atto di assassinio può essere portato a termine per eseguire un ordine o come atto volontario, ma in ogni caso il riconoscimento del gruppo di appartenenza è determinante.  Per atti particolarmente gravi necessità che il gruppo di appartenenza gli abbia dato un forte riconoscimento stimolando l’appartenenza stessa; che il riconoscimento del gruppo di appartenenza si sia concretizzato in diverse esperienze di riconoscimento. Cerimonie, rituali, gratificazioni, premi in denaro o in onori, sono il percorso del minimo indottrinamento;  fede e ideologie sono il più forte completamento. Più l’inquadramento e l’indottrinamento sarà elevato e più l’assassino di guerra è in condizione di considerare lo sterminio come atto necessario. Le vittime possono diventare: solo incidenti di percorso;  il sentimento e il dolore della vittima cessa di provocare compassione; la vittima diventa  oggetto  da sacrificare, ostacolo a sé e al suo gruppo;  se l’indottrinamento è radicale, può arrivare a considerare la vittima colpevole di ogni possibile colpa ed odiarla per la diversa appartenenza. 
 In tutto questo processo può intervenire anche l’uso di droghe, che gli indottrinatori possono procurare agli assassini,  per superare paure e mantenere alterato lo stato di coscienza.
 Gli elementi sopra citati sono comuni per gli atti di terrorismo e di guerra; ma se consideriamo che l’assassino è disposto a diventare uomo bomba, è necessario un premio al suo sacrificio che si può concretizzare in diversi modi: onore e memoria del gruppo di appartenenza; benefici per la vita dei suoi familiari; promessa di un aldilà dove potrà ricevere un compenso divino; convinzione prospettica di riuscire come uomo/strumento a cambiare le cose; fine di un’esistenza vissuta con angoscia. Per l’aspetto premiale del sacrificio il fattore religioso assume un notevole peso.
L’abisso della mente ora è pronto, c’è solo da chiedersi quante menti abisso ci sono in giro e quante ancora se ne possono formare, e perché tali menti abisso possono nascere anche in città come Parigi o altre capitali europee.
 Ci siamo meravigliati che cittadini Francesi e Inglesi siano diventati esponenti dell’Isis, eppure si sono prodotti.
 L’Europa parla di accoglienza, ma non riesce ad essere accogliente per gli stessi europei; l’emarginazione e la disoccupazione ha toccato livelli inauditi ed è arrivata ad escludere giovani con alti livelli d’istruzione. L’accoglienza per i nuovi arrivati è diventata  strumento per acquisire manodopera a basso costo e per aumentare i livelli di selezione,  forti contraddizioni si sono determinate tra strati di popolazione indigena e nuovi arrivati. La società europea non riesce a dare un riconoscimento a tanta parte dei suoi giovani; domina l’interesse e si riconosce come valore addirittura la fortuna. In una società così fatta diventa facile sentirsi esclusi;  esclusione e mancanza di riconoscimento determinano la ricerca di appartenenza in gruppi fuori della società. Il malessere prodotto da una società espulsiva può determinare reazioni ben diverse, e in altri periodi storici ha prodotto fenomeni ben diversi; ma questo fenomeno di esclusione,  interno alle società occidentali,  oggi si viene a combinare con i fenomeni internazionali esistenti; il fenomeno internazionale esistente è il magma del Medio oriente. Giovani mussulmani di seconda e terza generazione residenti in Europa, che non hanno trovato un riconoscimento,  diventano permeabili alla propaganda di predicatori di un ipotetico riscatto.
  Dalla fine della seconda guerra mondiale il Medio oriente è continuato a vivere in una continua destabilizzazione.  Dalla destabilizzazione del Medio oriente hanno ricavato un beneficio le grandi lobby del petrolio occidentali e le potenti famiglie venditrici del greggio, i popoli che potevano beneficiare di tale ricchezza sono stati costretti a vivere in povertà o ad emigrare.  
 Il disastro conclusivo della guerra in Irak,  combinato con la crisi siriana, e combinato con errori strategici degli USA, hanno determinato la nascita di uno stato come l’Isis. Tale Stato è diventato punto di riferimento stanziale e territoriale dell’ideologia del terrore;  anche se va considerato che il terrorismo fondamentalista era riuscito anche senza una base statuale a produrre uno stato di guerra.
  Il fatto si è determinato; ed ora con i soli appelli all’umanità non si potrà uscire da questo pessimo incrocio della storia. Purtroppo Hitler non fu bonariamente convinto a farsi da parte e i nazisti continuarono a professarsi nazisti fino agli ultimi giorni della disfatta.
 Sul breve periodo si è prodotta nei fatti una guerra e la sua portata sarà determinata:  dai comportamenti di tutti gli stati arabi e da Israele;  dai comportamenti delle potenze mondiali, USA, Russia e Cina; l’Europa,  che non ha un suo centro politico,  andrà in ordine sparso e con tutte le sue contraddittorie divisioni.
  Dallo sterminio del nemico non si troverà una soluzione, ci saranno tanti morti innocenti che con l’Isis hanno poco a che fare, ed che hanno la sola disgrazia di esser nati nel posto dove cadranno le bombe “intelligenti” di USA, Russia e Francia.
 Il 13 novembre, dal punto di vista fisico,  il danno tremendo l’hanno subito i francesi, ma la strategia di questo terrore ha di mira i mussulmani; è una strategia atta a farli diventare nemici di tutta la cultura europea e li pone di fronte ad una radicalizzazione della guerra con un tremendo appello a schierarsi;  appello che vuole fare leva sull’appartenenza religiosa, culturale, familiare.
   Per superare l’abisso è necessario l’aiuto degli stessi mussulmani. Quando sentiamo mussulmani che dicono che l’Islam è religione di pace dobbiamo pur crederli perché molti di loro fanno riferimento a un desiderio di evoluzione umanitaria della propria appartenenza religiosa. Le religioni nella storia sono state usate a pretesto per guerre;  in Europa sono tanti gli esempi sanguinosi di guerra  tra cattolici e protestanti;  le stesse pagine della Bibbia grondano di antichi messaggi di guerra.  L’evoluzione umanitaria del pensiero religioso può contribuire alla pace;  se le religioni si liberano delle appartenenze di popoli e razze riusciranno a guardare all’uomo nella sua miseria e nel suo dolore e provare la compassione necessaria che porta alla pace.
 Per superare l’abisso è necessario che l’Europa costruisca una società inclusiva capace di dare lavoro e dignità, a partire dagli stessi cittadini europei; nessuna vera cultura dell’accoglienza può nascere se ci sono disoccupati europei espulsi ed emarginati; abbiamo bisogno di una cultura che poggia sulla solidarietà umana; sul lungo periodo la strada è questa e non ci sono scorciatoie .

Francesco Zaffuto

giovedì 15 ottobre 2015

IL FUTURO SENATO


Il Senato c’è o non c’è.
Il Senato c’è ma non vale.
Il Senato continuerà a costare ma non vale.
Mi chiederanno anche con un referendum cosa ne penso.
Ti piaceva prima? No
Ti piace quello di adesso?No
Ma allora vuoi ritornare a quello di prima? No
Veramente non lo volevo proprio: mi basterebbe una Camera di soli 300 deputati, con uno stipendio per ogni deputato non superiore mai a tre volte quello di un operaio, e con una legge elettorale costituzionale ben diversa …che …
E no, risposte così complicate non sono previste, potrai solo dire di sì a questo che ti hanno preparato o tornare a quello di prima, oppure stare zitto.

lunedì 12 ottobre 2015

RENZI: INTERVENTO PER I BAMBINI POVERI

RENZI: INTERVENTO PER I BAMBINI POVERI
Sabato 10 ottobre 2015, il Premier Renzi,  nel suo intervento in merito alla legge di stabilità in un convegno di industriali, promette che  dopo l'abolizione di Imu e Tasi, il Governo si dedicherà ai bambini poveri
 “per la prima volta il governo farà un intervento ad hoc per i bambini sotto la soglia di povertà”. In Italia, ha sottolineato il Presidente, “ci sono un milione di bambini sotto il livello di povertà”.
Ma quei bambini che hanno dei padri e delle madri, presidente come intende aiutarli?  Intende dichiararli adottabili da altre famiglie, o da istituti religiosi?
Se i bambini con dei genitori sono sotto la soglia di povertà vuol dire che i genitori sono sotto la soglia di povertà.

Lei Presidente giorni fa ha ridicolizzato ogni proposta di reddito di cittadinanza. Chi non ha un lavoro e non ha altri redditi è un povero, se ha dei bambini sicuramente la sua situazione si aggrava. Allora aiutare i bambini poveri significa aiutare i genitori a fare i genitori, dargli un lavoro o un minimo reddito di sopravvivenza. Se dice, Presidente,  che il primo denaro a disposizione lo vuole utilizzare per diminuire le tasse a chi non naviga in miseria e non vuole dare un minimo reddito di sopravvivenza, come intende aiutare i bambini poveri? Con il solito metodo del bonus, dell’ogni tanto si mangia la rimanenza? (f.z.) 12/10/15 

domenica 11 ottobre 2015

Onoranze …. del cardinale per Marino

Onoranze …. per Marino. Il Vaticano dà per scontato che ormai non c’è più.
"Ripartire dalle molte risorse religiose e civili presenti a Roma", esorta il Cardinale Vallini, vice del Papa per la città di Roma, ed auspica anche la "formazione di una nuova classe dirigente nella politica".
Ma perché il cattolico Marino è stato così inviso al Vaticano? Può essere attribuito solo alla gaffe del suo viaggio in Filadelfia? Forse il registro delle unioni civili al Comune di Roma può essere stato un motivo più forte ….? …..o altro?

In quanto al ripartire dalle molte risorse religiose, e formare una nuova classe dirigente, sarebbe opportuno ricordare al cardinale che a Roma il Vaticano ci sta da tanti secoli; si poteva ripartire già tante volte. (f.z.)
11/10/15