martedì 30 dicembre 2014

Due atroci incidenti e un solo dubbio

Due atroci incidenti e un solo dubbio. Si investe in sicurezza?
Un viaggio in nave o in aereo è qualcosa di comune, normale, quotidiano. Siamo abituati a viaggiare in qualsiasi condizione di tempo e ci lamentiamo se, a causa di una qualche difficoltà, il viaggio viene sospeso. Investire in sicurezza significa apportare tutte le modifiche tecnologiche necessarie per evitare gli incidenti e sospendere anche i viaggi in particolari situazioni di previsto maltempo; sono ambedue atti che implicano aumento di costi e diminuzioni di profitto. Lo si fa o si preferisce tirare avanti con la considerazione che l’incidente ha bassa possibilità di verificarsi? Accettare la logica della bassa probabilità significa non investire in sicurezza e considerare le persone trasportate come qualsiasi merce. Mi chiedo se in condizione previste di mare agitato si può sospendere un viaggio, mi chiedo se è normale che camion con merci pericolose viaggino insieme in un traghetto che trasporta persone, mi chiedo se un volo aereo deve essere sospeso in caso di previsto maltempo ??? Non so se arriverà la risposta.
Non associo alcuna immagine a questo post, i telegiornali ne hanno date già tante e angoscianti.
30/12/14 francesco zaffuto

I link dell’Ansa sulle due notizie

La nave

L’aereo


venerdì 19 dicembre 2014

ESAME DI STATO, PERCHE' BOCCIARE I CLIENTI?



Il Canale TV della Gilda degli insegnanti http://www.gildatv.it/ mi ha rivolto qualche domanda come vecchio insegnante che di esami ne ha fatto tanti. Il Governo, con la scusa di un magro risparmio, vuole eliminare i commissari esterni. Gli esami sono previsti dalla Costituzione nell'art. 33 - È prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale. 
La Gilda degli insegnanti ha fatto appello al Senato per non approvare questa misura http://www.gildains.it/news/ultima3.asp
L'intervista è stata diffusa anche dai quotidiani nazionali in web sulla scuola:
Orizzonte scuola
http://www.orizzontescuola.it/news/commissari-esami-stato-tutti-interni-sar-esame-facilitato-fino-al-69-lesame-era-tosto
Tecnica della scuola
http://www.tecnicadellascuola.it/item/8306-esami-di-stato-perche-bocciare-i-clienti-il-punto-di-gilda-tv.html
NOTA del 21/12/14
apprendiamo, dalle votazioni sulla Legge di stabilità, che non ci saranno modifiche per quest'anno all'esame di stato.  Meglio così. 

giovedì 18 dicembre 2014

Giorni gravidi di Storia

Finalmente Cuba e USA si riconoscono e vogliono porre fine a una interdizione reciproca che durava da più di mezzo secolo.
Il Parlamento europeo a Strasburgo ha approvato una risoluzione di riconoscimento dello Stato di Palestina e chiede a israeliani e palestinesi di fare un passo per chiudere una contesa bellica che dura da 66 anni.
C’è la necessità di chiudere un passato come Storia e aprire gli occhi sul presente, perché il presente è terribile:  i 132 bambini uccisi in una scuola rappresentano la ferocia di questo presente.

L’Europa, la traballante Europa, è stata costruita sulla speranza di “mai più guerra tra le nazioni europee”; l’ONU, anche se debole nella sua autorità,  dopo la seconda guerra mondiale, è stato costruito sulla necessaria considerazione che va salvato con la pace il nostro piccolo pianeta affollato di uomini. Questi due preziosi istituti vanno rafforzati per porre una barriera alla ferocia della guerra sempre strisciante e sempre più coinvolgente.

lunedì 15 dicembre 2014

Olimpiadi da Monti a Renzi

MONTI, era il 14 febbraio 2012 – L’Italia economicamente stava male
“Non pensiamo sarebbe coerente impegnare l’Italia in quest’avventura che potrebbe mettere a rischio i denari dei contribuenti”. Con queste parole, Mario Monti ha spento il sogno: le Olimpiadi del 2020 non si disputeranno a Roma 
RENZI, 14 dicembre 2014 – L’Italia economicamente sta peggio
L'Italia si candida alle Olimpiadi del 2024, con Roma al centro del progetto, “e non lo faremo con lo spirito di De Coubertin, per partecipare: lo faremo per vincere”. Lo ha annunciato il premier Renzi spiegando che 'Abbiamo tutte le condizioni per ambire all'oro'
Se si pensa che ogni decisione sulle olimpiadi del 2024 sarà presa nel 2017, il significato di questa candidatura significa ben poco. E’ chiaro che ogni ipotesi pubblicitaria va bene, e ogni parola di troppo fa sempre rumore.

Domanda a risposta certa: Renzi pensa di stare fino al 2024?

sabato 13 dicembre 2014

Provate a parlare di quello che non c’è

Magritte - ceci n’est pas une pipe  
Chi sa qualcosa sull’ultimo membro mancante della Corte Costituzionale parli????
Dalle ultime notizie del 6 novembre tutto tace
Ogni giorno ci rompevano i timpani dicendo che le votazioni andavano a vuoto per l’elezione dei due membri della Corte Costituzionale; con bocciature in continuazione dei vari candidati.
POI SOLO UNO DEI DUE MEMBRI è STATO ELETTO
Silvana Sciarra, candidata dal Partito democratico e sostenuta anche dal M5s. La docente dell'università di Firenze ha ottenuto 630 voti, incassando sessanta voti in più dei 570 necessari.
Ed ecco il commento soddisfatto:
  Soddisfatti i presidenti delle Camere Pietro Grasso e Laura Boldrini per il "senso di responsabilità" dimostrato dal Parlamento e per la "capacità di ascolto tra posizioni diverse". "Ci auguriamo ora - proseguono - che la stessa attitudine positiva possa portare a breve anche all'elezione del componente mancante della Corte
POI Più niente
Tutto oscurato, non si parla più
Ma dovevano essere due?
Perché non si è proseguito con le votazioni per il componente mancante?
Non più una notizia
Non più una dichiarazione
Alla faccia dell’informazione che informa un popolo pensante

giovedì 11 dicembre 2014

PATTEGGIAMENTO E BANDITI DI ROMA


L’Istituto giuridico del patteggiamento da anni fa strage della giustizia nel nostro paese. Sulla base di questo istituto chi si dichiara colpevole e accetta la pena ottiene un notevole sconto, un terzo della pena; chi si crede innocente e vuole un giusto processo rischia di pagarla cara,  se gli va male il processo paga al 100 per cento. Chi si dichiara subito colpevole è ben visto dallo Stato perché fa risparmiare tempo, chi rivendica la sua innocenza viene considerato come maggior colpevole.
 Il patteggiamento è  un istituto giuridico che va cancellato, è lontano dalla nostra Costituzione, ed è lontano anni luce da ogni minimo senso della giustizia e della parità di trattamento di fronte alla legge.

Parlando spigliatamente il Presidente Renzi ha recentemente detto: «Innalzeremo da quattro a sei anni la pena minima per la corruzione, non è pensabile che attraverso il patteggiamento uno se ne stia sempre fuori dalla galera. Che vuol dire? Che se hai rubato puoi patteggiare, ma un po' di carcere lo fai comunque».  A parte ogni considerazione sul linguaggio usato da Renzi, qualsiasi nuova norma viene ad essere applicata per tutti coloro che commetteranno reati dopo la nuova norma, quindi i banditi della Cupola di Roma sono esentati da tali aggravamenti di pena.

  Riguardo al patteggiamento Renzi non parla di una sua eliminazione, pare dia per scontato che trattasi di una buona idea quella di fare lo sconto a chi si dichiara colpevole.
 La nostra Costituzione nel suo articolo 111 dichiara:  Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale. La legge ne assicura la ragionevole durata.
  Accade però che  la ragionevole durata del processo nel nostro paese non è per niente ragionevole e si inventano istituti per aggirare il 111: un istituto è quello della prescrizione, passato un certo tempo il reato viene cancellato; un altro istituto è quello del patteggiamento.
 Vediamo come nasce l’istituto del Patteggiamento, i governi che l’hanno istituito e quelli che non si sono sognati di toglierlo o metterlo in discussione.
Nasce con il punto 45 dell'art. 2 della legge delega 16 febbraio 1987, n. 81
Chi governava a quella data? Secondo Governo Craxi (01.08.1986 - 17.04.1987)
Questa “bella pensata” del Governo Craxi era limitata a procedimenti penali con pene non superiori a due anni.
Ecco il comma 45) previsione che il pubblico ministero, con il consenso dell'imputato, ovvero l'imputato, con il consenso del pubblico ministero, possano chiedere al giudice, fino all'apertura del dibattimento, l'applicazione delle sanzioni sostitutive nei casi consentiti, o della pena detentiva irrogabile per il reato quando essa, tenuto conto delle circostanze e diminuita fino a un terzo, non superi due anni di reclusione o di arresto, soli o congiunti a pena pecuniaria …..
  I governi successivi non mettono  mano per togliere questo obbrobrio giuridico e ne sono passati tanti di governi: Fanfani, Goria, De Mita, Andreotti sesto e settimo, Amato, Ciampi, Berlusconi, Dini, Prodi, D’Alema primo e secondo, Amato secondo, ….
Fino a arrivare a Berlusconi secondo che ha una “pensata super”: ALLARGARE IL PATTEGGIAMENTO A REATI CON PENE FINO A 5 ANNI, quindi a reati ben più gravi. Ed ecco viene varata la legge 12 giugno 2003, n. 134. A seguito di detta legge l’articolo 444 del Codice di procedura penale si legge in questo modo
Art. 444.
Applicazione della pena su richiesta.
1      L'imputato e il pubblico ministero possono chiedere al giudice l'applicazione, nella specie e nella misura indicata, di una sanzione sostitutiva o di una pena pecuniaria, diminuita fino a un terzo, ovvero di una pena detentiva quando questa, tenuto conto delle circostanze e diminuita fino a un terzo, non supera cinque anni soli o congiunti a pena pecuniaria.
  
Dopo questa “bellissima pensata” di “ampie vedute” di Berlusconi ci sono stati altri governi: Berlusconi terzo, Prodi secondo, Berlusconi quarto, Monti, Letta e ora Renzi.
Chi ha preparato il sacco di Roma sapeva bene che con il patteggiamento la pena si sarebbe alleggerita, che magari si riduceva a meno di due anni, che non si faceva galera, che un po’ di soldi si potevano ben seppellire da qualche parte e che alla fine li potevi godere.
Ora grande scandalo, tutti indignati: Renzi parla di misure pesanti ma che non possono applicarsi all’indietro per un principio generale del diritto;  Napolitano si indigna anche lui ma ci mette in guardia dall’antipolitica; ma l’antipolitica  in fin dei conti è quella che abbiamo avuto in questi anni (almeno a fare il conto dal  16 febbraio 1987).
11/12/14 francesco zaffuto

Immagine – due mani che in patto si avviano a stringersi  ….

Patteggiamenti famosi 
Quelli del Mose di Venezia


lunedì 8 dicembre 2014

Palestina e Israele: un gesto di pace per costruire la pace

TEL AVIV – 7 dicembre 2014:  Ecco un gesto di pace per costruire la pace e viene dagli intellettuali ebrei.  Amos Oz, David Grossman e Abraham Yehoshua hanno firmato una petizione che chiede ai Parlamenti europei di riconoscere la Palestina come Stato. Secondo l'organizzazione 'Gush Shalom' - citata da Haaretz - i tre scrittori, tra i più noti del panorama letterario israeliano e internazionale, hanno firmato la richiesta insieme ad altri 800 cittadini dello Stato ebraico tra cui il premio Nobel per l'economia Daniel Kahneman, l'ex presidente della Knesset Avraham Burg e l'ex ministro degli Esteri Yossi Sarid. Oggi la petizione è stata inviata al Parlamento belga e a quello danese e una sarà fatta pervenire all'organo legislativo irlandese. Nei tre Paesi sono in programma votazioni sul riconoscimento, come è già accaduto in Francia,Gran Bretagna e Spagna…..

sabato 6 dicembre 2014

Cos’è? E' un condono, c'è poco da fare

Articolo di Alfiero Grandi  - ricevuto via mail –
E' legge, dopo il voto del Senato, un provvedimento di cui Governo e maggioranza non hanno motivo di vantarsi.
E' una revisione politica e di principio radicale sull'evasione fiscale. Tanto più incomprensibile in questa fase, dopo gravi episodi di corruzione, che si reggono sull'occultamento dei capitali.
Il Giornale fa bene a sottolineare che grazie a questo Governo è caduto a sinistra il tabù dei condoni fiscali.
Purtroppo il Senato ha evitato qualunque miglioramento del testo. Questa legge riduce le sanzioni e taglia di netto le pene per quanti hanno esportato illegalmente capitali all'estero ed è stata estesa con gli stessi vantaggi anche a quanti hanno lasciato i quattrini in Italia, il"nero domestico". Un'equità rovesciata.
Il termine per i vantaggi previsti dalla nuova legge è stato portato al 30 settembre 2014, praticamente ad evasione ancora calda. Non si era ancora spenta l'eco di una ripresa della fuga dei capitali dall'Italia che subito è stato loro offerto un trattamento di favore fino all'ultimo istante possibile.
Il tempo di accertamento dell'evasione fiscale è un altro regalo importante. Il raddoppio vigente dei tempi di prescrizione per reati fiscali come l'esportazione illegale di capitali viene ridimezzato con questa legge e quindi l'accertamento sarà possibile solo su 5 anni anziché su 10, gli altri non saranno più perseguibili. Un bel regalo.
Governo e maggioranza ripetono che non è un condono perché non è anonimo e non fa sconti sulle tasse evase, cosa in realtà non vera, ma è certo che fa sconti rilevanti su pene e sanzioni. Il Governo e la maggioranza che ha approvato questa legge  vuole dimostrare che non è un condono perchè teme una censura dell'opinione pubblica.
Certo Tremonti aveva prodotto porcherie peggiori, con condoni superscontati e anonimi. Ciò non toglie che andrebbero evitate anche le mezze porcherie, perché i condoni possono essere anche nominativi e con sconti minori ma restano sempre tali nella sostanza, tanto è vero che vengono ridotte in modo significativo le pene per gli evasori. Non manca il consueto corredo delle grida manzoniane che minacciano sfracelli. in futuro.
La proposta di legge conferma una verità già nota ma finora negata e cioè che per portare capitali all'estero, o per nasconderli al fisco in Italia, occorre commettere dei reati fiscali rilevanti. Se lo sconto avviene sulle pene siamo nel classico condono penale.
Esempi: dichiarazione fraudolenta, uso di fatture false o loro mancata emissione, mancato versamento di trattenute certificate (potrebbe essere avvenuto anche a danno di dipendenti), omesso versamento di Iva, sono tutti reati di fatto depenalizzati.
Le sanzioni pecuniarie per gli evasori sono ridotte ad una percentuale del minimo, con sconti dal 25 % al 50 % e anche di più.
Se la somma evasa è inferiore a 2 milioni di euro (maggioranza dei casi) gli interessi di rendimento del capitale esportato sono calcolati forfettariamente ogni anno al 5 % con un'aliquota fiscale del 23 %, la metà del 45 % che il soggetto avrebbe dovuto pagare sul reddito reale e non su un forfait.
Anche questo non è condono fiscale ?
Viene introdotto il reato di autoriciclaggio. Potrebbe essere una buona notizia se non fosse che questo reato vale anch'esso solo per il futuro, dopo che il condono avrà ripulito condotte decise con tutta calma fino al 30 settembre 2015 e che non saranno punibili quanti usano il denaro per "godimento personale", ad esempio acquistando barche, auto, abitazioni, forse giocando al casinò, o altro. La definizione del godimento personale è semplicemente una follia, dalle conseguenze imprevedibili.
Non mancano nel testo previsioni di pene durissime per coloro che non aderiranno spontaneamente alla "voluntary disclosure". L'inglese non deve fare paura perchè il condono qualcuno deve pur chiederlo.
E' stato scritto un brutto capitolo fiscale in Italia. La fiducia tra Stato e cittadini prende un brutto colpo e stranamente l'Agenzia delle entrate è già pronta con i moduli per gli evasori. Lotta all'evasione e condoni non possono stare insieme. L'Amministrazione dovrà gestire questo condono e quindi sarà distratta dai compiti di perseguire gli evasori, come è sempre accaduto in passato.
Passano leggi come il jobs act e il condono fiscale. Un'opposizione degna di questo nome, capace di esercitare un controllo sugli atti del governo e un confronto serrato in parlamento, non li farebbe passare.
La destra è da sempre protagonista di provvedimenti come questi, in passato era la sinistra a cercare di impedirli.
Alfiero Grandi  www.alfierograndi.it

giovedì 4 dicembre 2014

Pubblicità su internet

Entri con il  link  poi subito Chiudi.
Chiudi in alto
No è in basso! Chiudi
Chiudi a sinistra,
no è a destra …
Intanto si è avviata una musichetta snervante
… parla,  dice che devi mangiare quella cosa  là per depilarti.
Ma … al diavolo Chiudi.
Ma dove è il chiudi?
Aaahhh … eccolo ce l’ho fatta.

Ormai è una gran fatica scansare la pubblicità su internet, sta diventando più snervante di quella del televisore, spesso si apre improvvisamente ed è difficile sottrarsi. Il tempo per sottrarsi dalla pubblicità su internet comincia a diventare elevato. In 6 anni il bombardamento di pubblicità su internet si è moltiplicato in modo stratosferico. Riescono a piazzare la pubblicità anche sui blog poco conosciuti con la promessa di guadagni. Perfino io ho ricevuto un’offerta di pubblicità che mi dava un credito di partenza per 75 euro, ma i furbetti volevano anche un mio versamento in partenza di 25 euro. In pratica i grandi siti e blog ci guadagnano, è i piccoli ci cascano pensando a un guadagno che difficilmente arriva. No grazie,  già debbo sopportare la pubblicità degli altri.
04/12/14 francesco zaffuto

lunedì 1 dicembre 2014

DUE TIPI DI BUFALE

Ci sono due tipi di bufale: quelle che sono di notizie false ed esagerate che hanno il sapore del pesce d’Aprile e quelle che sono false, esposte in modo “verosimile” e che vogliono screditare qualcuno o buttare discredito su gruppi sociali. Oggi è circolata su facebook la notizia sul ritrovamento in un campo ROM di 6 milioni di euro in un materasso, corredata di foto che appartenevano ad altri servizi giornalistici
La notizia è stata ripresa e condivisa da tanti senza un minimo di riscontro per vedere se era vera. Qui un breve vademecum per come evitare le bufale, specie quelle cattive che possono arrecare danno d’immagine a persone e a gruppi sociali.

sabato 29 novembre 2014

L’EUROPEO CAMERUN

L’europeo Camerun, che da poco si è rincuorato dalla possibile scissione della Scozia,  dice che gli immigrati in Gran Bretagna sono troppi; e quando dice questo ci mette dentro anche gli immigrati europei e i circa 550 mila giovani italiani che hanno scelto il suo paese per migliorare il loro destino.  Camerun pensa  all’introduzione di misure che permettano di non garantire il welfare ai cittadini di altri paesi europei per i primi 4 anni di residenza e di rimpatriare chi è disoccupato da oltre sei mesi.
Dimentica l’europeo Camerun che tanti immigrati,  europei e non,  hanno scelto il suo paese “obtorto collo” per imparare l’inglese,  e che tanti portano anche quattrini al suo paese.  Essere europei quando conviene e non esserlo quando non conviene è lo sport più praticato dai politici europei (italiani compresi).
 Riguardo al welfare, come italiani, non abbiamo niente da insegnare a Camerun, visto che ancora non lo abbiamo ipotizzato neanche per gli italiani; il nostro presidente Renzi ci sta provando, ma intanto l’unica cosa sicura e che si chiamerà con due parole inglesi Jobs Act.
 Riguardo al trovare lavoro c’è da dire che né  Camerun e né Renzi ipotizzano un collocamento ordinato con qualche regola data alle aziende.
 Qualche regola sul collocamento darebbe ai cittadini del proprio paese qualche garanzia nel trovare lavoro e farebbe diminuire quella tensione che si sta cominciando a creare tra lavoratori immigrati e disoccupati del paese ospitante.
29/11/2014 francesco zaffuto

Immagine – il gallo di Trafalgar Square

mercoledì 26 novembre 2014

Il quadro del Jobs Act

Malevic: bianco su sfondo bianco

Il Jobs Act è stato approvato dalla Camera,  tornerà al Senato per il via libera definitivo e subito dopo inizierà la stesura dei decreti attuativi che daranno la forma finale al provvedimento. In pratica è stata predisposta una cornice, è stato predisposto uno sfondo, è stato predisposto un foglio bianco con delle misure, poi il Governo dovrà scrivere i decreti attuativi dentro tali limiti.
 Provo ad entrare nei diversi aspetti di questo quadro, mi sono permesso di aggiungere qualche nota in viola.
 Cambiano cassa integrazione e ammortizzatori sociali.
Ci saranno modifiche a costo zero perché gli ammortizzatori sociali saranno finanziati dalla progressiva scomparsa della cassa integrazione in deroga.  Il nuovo sussidio di disoccupazione, che si chiamerà Naspi, dovrebbe coprire tutti coloro che perdono il lavoro, compresi i circa 400mila collaboratori a progetto che oggi non hanno alcun sostegno. Il sussidio pare che spetterà  a tutti coloro che perdono il posto e hanno lavorato almeno tre mesi. I dettagli saranno elencati dai decreti attuativi, ma pare che nelle intenzioni del governo la Naspi durerà la metà dei mesi lavorati negli ultimi 4 anni per un massimo di due anni e al massimo sei mesi, invece per i lavoratori atipici. Se ciò non basta per ritrovare trovare lavoro: l'idea è quella di aggiungere un assegno di disoccupazione a tutela di chi esaurisce la Naspi: un sussidio che dovrebbe essere garantito solo a chi si trova in condizioni di effettivo bisogno sulla base dell'Isee.
Siamo di fronte a un sussidio di disoccupazione ben limitato, che non si può considerare universale, e con una fonte di finanziamento limitata. Certo le risorse che erano disponibili per l’operazione 80 euro non ci sono più, e il Governo per la megariforma chiamata Jobs Act va a grattare il fondo del barile della cassa integrazione.
Agenzia unica e garanzia giovani.
 Agenzia unica federale che dovrà servire a sviluppare la "Garanzia per i Giovani" chiesta dalla Ue che ha invitato tutti gli Stati membri ad assicurare ai giovani con meno di 25 anni un'offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato, tirocinio o altra misura di formazione, entro 4 mesi dall'uscita dal sistema di istruzione.
Attenderemo i decreti attuativi ma fino ad ora Garanzia Giovani è servita a ben poco e le nuove premesse son sono di ampie vedute.   C’è da considerare che con questi anni di crisi i giovani sono invecchiati è hanno superato i trenta anni anche senza aver iniziato un lavoro. Sono necessarie liste di collocamento pubbliche legate a un qualche obbligo di assunzione dato alle aziende almeno per il 50%, e lavori socialmente utili promossi da Stato ed Enti locali per i disoccupati in sussidio di disoccupazione.
Contratto unico di lavoro a tutele crescenti e articolo 18.
Riduzione della giungla dei contratti di lavoro, oggi ne esistono circa 40, e introduzione di un  contratto unico a tempo indeterminato e a tutele crescenti. Come cresceranno tali tutele lo vedremo nei decreti attuativi, attualmente possiamo vedere quali saranno le possibili modifiche all’art. 18. Il lavoratore sarà incoraggiato a non fare ricorso al giudice con  "buonuscite" più ricche. Se ricorre potrà avere un reintegro in caso di licenziamento discriminatorio o in caso di licenziamento disciplinare, se la misura disciplinare non risulta adeguata ai fatti accaduti. Se il licenziamento avviene per motivi economici dell’azienda, non ci sarà reintegro ma solo un indennizzo più o meno cospicuo a seconda degli anni di lavoro.
Anche in questo caso occorrerà attendere i decreti attuativi, ma già si possono prevedere gli effetti. Quale azienda ha mai esplicitato i motivi discriminatori? In futuro per ogni licenziamento si cercheranno giustificati motivi economici. Se i motivi economici sono difficoltà economiche dell’azienda sono comprensibili, ma se i motivi economici sono una qualsiasi ristrutturazione aziendale siamo solo alla ricerca di un maggior profitto o a un camuffato motivo discriminatorio.  Se il giudice non può reintegrare per fasulli motivi economici in effetti si introduce un libero licenziamento.
Controllo a distanza.
Riordino del controllo a distanza "sugli impianti e sugli strumenti di lavoro".
Tema che può entrare in contrasto con la tutela della privacy: può essere utile se trattasi  se trattasi di mappatura degli strumenti aziendali e per intervenire nelle difficoltà  della posizione del dipendente; può essere una forma di violazione della privacy   se diventa una telecamera sulla testa del lavoratore e lo sorveglia ovunque vada. Anche qui i dettagli verranno disciplinati dai decreti attuativi e occorre fidarsi del Governo. 
Maternità e ostacolo alle dimissioni in bianco  
La delega prevede l'introduzione universale dell'indennità di maternità e il diritto per le lavoratrici madri parasubordinate all'assistenza anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro. Per contrastare la pratica delle cosiddette "dimissioni in bianco" sono previste "modalità semplificate per garantire data certa nonché l'autenticità della volontà del lavoratore in relazione alle dimissioni o alla risoluzione consensuale del rapporto di lavoro"
Finalmente e raramente qualcosa di buono
Ferie solidali.
Viene data, infine, ai lavoratori la possibilità di cedere parte delle loro ferie annuali retribuite a colleghi con figli minori malati gravi.
Un po’ come dire: noi non vi diamo un gran che ma  se volte essere solidali tra di voi ve lo permettiamo. Grazie!
Ora dobbiamo attendere i decreti attuativi. Informazioni e commenti non sono certo esaustivi, ma era necessario un primo esame veloce.
26/11/2014 francesco zaffuto

lunedì 24 novembre 2014

GRILLO E L’ASTENSIONE

I tre Big: Renzi ha già detto che ha vinto e che l’astensionismo è un fatto secondario, Berlusconi sta tardando a parlare, Grillo dal suo blog ci fa sapere
“Un dato per tutti: l'astensionismo non ha colpito il M5S
Poi passa a confrontare i voti ottenuti nelle due elezioni regionali in Emilia Romagna
regionali 2010       6% 126.619 voti
regionali 2014    13,26% 159.456 voti
L’arguto  politico non intende confondere le elezioni regionali con quelle politiche e di conseguenza sentenzia che i suoi voti sono aumentati.
Potrebbe dire che trattasi di aumento anche per i risultati in Calabria dove passa da uno  0 per la lista non presentata a un 5,39% con 14.485 voti.
Ma ci sono state altre elezioni, quelle recenti europee di maggio e quelle politiche del vicino 2013, con ben altra musica.
Ebbene nelle politiche del 2013 i voti in Emilia Romagna erano per il Movimento 5 stelle alla Camera il 24,65% ben 658.475 voti
alle elezioni europee di maggio 2014 erano il 19,23% ben 443.936 voti
In Calabria nelle politiche del 2013  erano il 24,86% ben 232.811 voti
nelle europee del maggio 2014 erano il 21,50% ben 160.828 voti.
Le persone che sono andate a votare in quei due appuntamenti elettorali (politiche 2013 ed europee 2014)  erano persone abitanti dell’Emilia Romagna e della Calabria, non erano altre persone e potevano benissimo votare per le regionali per il movimento 5 stelle, hanno preferito non farlo.
 Quelle persone, se si confrontano i dati con i migliori risultati del 2013 sono:
658.475 (persone emiliane e romagnole)
232.811(persone calabresi)
891.286 (totale persone che nel 2013 votarono M5S)
Gli attuali votanti sono 159.456 + 14.485 = per un totale di 173.941
Quindi 891.286 - 173.941= Il risultato è di meno 717.345 Persone.
Non mi piace di fare il censore del Movimento 5 Stelle, è stato un movimento sul quale in tanti abbiamo riposto speranze. Il risultato del 2013 era straordinario, ma quando si vince e si preferisce rinviare le responsabilità  politiche derivanti dalla vittoria si paga un prezzo. La realtà, dopo le elezioni del 2013,  imponeva un patto per un governo di sinistra con l’appoggio di 5stelle, un patto magari per fare solo una cosa: il reddito minimo per chi è disoccupato. A quella necessità storica non si è voluto rispondere, si è determinato l’isolamento del Movimento 5 stelle, l’operazione di ripescaggio di Berlusconi, il governo Letta, l’elezione di Napolitano e poi la successiva ascesa di Renzi. Oggi è miserrimo dire che l’astensionismo non ci tocca, ne sanno qualcosa quei lavoratori disoccupati che hanno scelto di non votare e ne sanno qualcosa anche quelli che hanno scelto di votare nonostante tutto.
24/11/14  francesco zaffuto

Immagine – struzzo con testa dentro la sabbia

Rottamata l’Emilia Romagna

La regione che si caratterizzava per la partecipazione democratica registra questi dati: votanti 37,7%; astenuti 62,3%. Chi vince, sul piano della legittimità, con il 48% dei voti in realtà, sul piano dei conti della democrazia, rappresenta solo il 18,09%       degli aventi diritto al voto.
La caduta della soglia dei votanti del 50% mette in crisi il concetto di maggioranza democratica;  la maggioranza non si esprime e la minoranza governa per effetto della forza della legge. Si potrà dire che questo già accade in tante democrazie occidentali, ma è la prima volta che accade in Italia in modo così lampante.
Nel limitato scenario dei votanti si legge: una vittoria del PD renziano, una elevata affermazione della Lega di Salvini, un tracollo di Forza Italia, un forte ridimensionamento del movimento a 5 stelle.
Nell’ampio scenario dei non votanti è difficile leggere, si possono fare solo degli interrogativi:
si ripeterà una forte astensione quando ci saranno l’elezioni politiche?
una rinnovata partecipazione al voto potrà determinare scenari politici completamente diversi?
ci sarà un definitivo tracollo dell’esercizio di voto come partecipazione alla politica?
A questi tre interrogativi non si riesce a dare una risposta, è probabile che limitatamente potranno verificarsi tutti e tre gli aspetti.
In un sistema politico dove chi ottiene i voti è legittimato a prescindere dalla percentuale dei votanti, e dove si ipotizza un premio maggioranza, l’astensione paradossalmente rafforza tecnicamente il gruppo vincente e indebolisce gli oppositori.
Il vincente, cinicamente o anche non cinicamente, può tirarsi i suoi calcoli e da quei calcoli sentirsi confortato:  in fin dei conti ho vinto, prendo il potere, “il potere logora chi non ce l’ha”.

24/11/2014 francesco zaffuto

Elezioni regionali, alle urne è rimasto ben poco


EMILIA ROMAGNA l'affluenza alle urne è crollata come mai si era visto. Soprattutto in Emilia Romagna il dato è clamoroso 37,7% contro il 68,1 delle elezioni precedenti. Trenta punti percentuali in meno. 
CALABRIA  solo un po’ meno male,  ma solo perché si partiva da un dato più basso: hanno votato il 43,8% degli aventi diritto, contro il 59 del 2010. Il calo è poco più del 15%.
ore 00,34 Buona notte alla politica


Immagine – teschio 1 a – fotocomposizione di Liborio Mastrosimone

domenica 23 novembre 2014

ETERNIT e i tempi dell’innocenza


E’ difficile …  da qualche giorno che provo a capirci qualcosa su quella sentenza … non so voi … provo un riepilogo …
La Cassazione annulla in modo definitivo la sentenza Eternit e dice che il reato era prescritto già al tempo della sentenza di primo grado; un po’ come dire che i giudici del primo grado e quelli del secondo grado non sanno contare.
 Non si tratta di un calcolo matematico: i giudici della Cassazione contano la prescrizione dal momento che Eternit ha cessato di inquinare l’aria; i giudici di primo e secondo grado contano dal momento in cui sono ci sono stati i morti.
 E’ evidente che gli effetti cancerogeni per dipendenti e popolazione sono stati in continuazione e a seguito di un inquinamento prodotto, ma per la Cassazione resta la data della chiusura della fabbrica.
  Anche i giudici della Cassazione potevano contare come gli altri giudici ma non l’hanno fatto; è evidente che la legge sulla prescrizione e le norme sul disastro doloso permettono più ipotesi interpretative; e alla fine, nel caso specifico,  è l’interpretazione dei giudici di Cassazione che prevale, giusta o sbagliata che sia.
Riguardo al fatto che si possa fare un nuovo processo già la difesa del magnate di Eternit richiama il principio giuridico ne bis in idem  “Non si può essere processati due volte per lo stesso fatto”.
 Riguardo alle reazioni dei politici, siamo al pianto del coccodrillo; si promette una prossima riforma della prescrizione; ammesso che questa riforma venga fatta, varrà per il futuro, per altri fatti, ma non potrà dare giustizia alle vittime di Eternit.
 E’ un pasticciaccio brutto, uno dei più brutti della giustizia nel nostro paese.
 A parte gli anni di galera (per magnati Eternit vivi e già morti), non c’è il riconoscimento dei danni per le vittime,  i costi sostenuti dall’INAIL e quelli per il risanamento ambientale ricadono sullo Stato,  li pagheremo silenziosamente tutti noi con le tasse.  
23/11/14 francesco zaffuto