venerdì 19 marzo 2010

disoccupati per merito


Il dato dei laureati disoccupati e sottooccupati è in continuo aumento. In Italia si parla tanto di merito e poi i titoli di studio faticosamente conseguiti diventano quasi un demerito sul mercato del lavoro.

19/03/10
Oggi presso l’Università della Calabria al Campus Arcavacata di Rende (Cosenza) si è tenuto un Convegno sulla condizione occupazionale dei laureati. L’Associazione Almalaurea ha presentato al convegno la XII Indagine sullo stato occupazionale dei laureati.
L'indagine riguarda 162mila laureati nel 2008 di primo e di secondo livello post-riforma, intervistati ad un anno dalla laurea, e quasi 50mila laureati pre-riforma delle sessioni estive 2006 e 2004, intervistati a 3 e 5 anni dalla laurea. Nel complesso sono state raccolte 185mila interviste di laureati presso 49 università italiane.
http://www.almalaurea.it/universita/occupazione/occupazione08/

L’allarme si evidenzia se si mettono in confronto i dati con quelli dell’anno precedente:
Tasso disoccupazione
Laureati di primo livello (3 anni)
quest'anno 21,9% anno scorso 16,5% +5,4%
Laureati specialistici (3+2)
quest'anno 20,8% anno scorso 13,9% +6,9%
Specialisti a ciclo unico
quest'anno 15,0% anno scorso 8,9% +6,1%
Fonte: ALMALAUREA, XII Rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati, marzo 2010

Un altro dato significativo è il livello delle retribuzioni dei laureati in Italia per i giovani che sono ai primi rapporti di lavoro dopo la laurea.

Stipendio mensile (euro)
Laureati di primo livello (3 anni)
quest'anno 1.109 anno scorso 1.136 -27
Laureati specialistici (3+2)
quest'anno 1.057 anno scorso 1.125 -68
Specialisti a ciclo unico
quest'anno 1.110 anno scorso 1.149 -39
Fonte: ALMALAUREA, XII Rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati, marzo 2010

Questi i risultati per un giovane che ha conseguito una laurea, che ha dedicato i previsti anni allo studio (e di solito qualche anno in più dei canonici anni), che si è sobbarcato ad una notevole fatica e ad un continuo stress da esami, con una famiglia che si è impegnata a pagare tasse per la frequenza universitaria, spese per i libri e a volte per il mantenimento degli studi fuori sede. Inoltre, per tutto il periodo degli studi non ha percepito nessuna forma di assistenza contributiva e si troverà con diversi anni di contributi in meno rispetto ai giovani che si sono dedicati subito al lavoro. Certo gli anni di università possono essere riscattati sul piano contributivo, ma ciò accade a caro prezzo e tutto a carico del lavoratore laureato.
In pratica il neolaureato deve ringraziare la “Provvidenza” se non resta nella condizione di disoccupazione e deve accontentarsi di forme di sottoccupazione per almeno cominciare a sopravvivere autonomamente dalla famiglia di origine.
La condizione di sottoccupazione è così diffusa che basta guardare anche lo stesso sito dell’Associazione Almalaurea per rendersene conto: sono inseriti nella banca dati ben unmilionetrecentosettantamila curriculum vitae; anche se non sono tutti di laureati disoccupati, sono tutti di laureati in cerca di un impiego che meglio corrisponda al proprio percorso di studi, alle proprie aspettative sul piano del riconoscimento.
Una persona nel nostro paese Italia può perfino essere rovinato dagli gli studi, basta laurearsi con qualche anno di ritardo, basta dovere andare in giro a presentare un curriculum in diverse aziende che cominciano a nicchiare sulla tua poca esperienza nel mondo del lavoro; puoi perfino trovare negato un lavoro manuale, devi nascondere il tuo titolo di studio e inventarti bugie sul tuo curriculum.
Potrai sentirti dire soventemente: “Come, Lei è laureato e vuole fare il magazziniere o addirittura l’operaio? Ma non fa per Lei, non è la Sua collocazione, deve cercare una collocazione adatta”. E intanto il tempo passa e il tempo lavora contro di te.
Anche quel rifugio che per tanti anni è stato l’insegnamento è venuto a mancare; perfino trovare una supplenza è diventato difficile con le nuove scelte di riduzione della Gelmini tagliatrice di teste.
Per non parlare poi delle professioni libere, con le corporazioni che si chiudono a riccio, come quella degli avvocati che vogliono costruire una diga insuperabile contro l’affluenza degli ultimi arrivati.
Allora i nostri politici di governo, e primi fra tutti quelli che si occupano di istruzione, la smettessero di cianciare sul merito. Se non si trovano alcune soluzioni per i laureati è meglio scrivere un avviso dinanzi le porte delle università del tipo:
“Se non siete figli di industriali con aziende ben avviate
O se non siete figli di....
O se non siete baciati dalla fortuna
Perdete ogni speranza o voi che entrate”.
Quello che ho sopra detto è indirizzato ai "sepolcri imbiancati", ma ai giovani voglio dire: "non arrendetevi mai".
francesco zaffuto
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(immagine – “buio_book - Buio essere nel Buio: quando il giorno entra in occhi ” © arianna veneroni http://www.flickr.com/photos/arive11/ )

3 commenti:

  1. Antonio Pilato , mi segnala
    Lo stage: una vergogna per i giovani laureati e per le
    famiglie.
    Il tanto decantato Stage, che ha aperto una pagina nuova
    nella storia del lavoro e dell'occupazione, da svolgersi come percorso
    formativo e propedeutico all'interno delle aziende, per poi concludersi
    nell'emerita e agognata assunzione a medio o lungo termine dei giovani
    laureati promettenti, con un salario conforme alle le regole della
    piattaforma sindacale vigente,è invece uno strumento (ignobile è poco a
    dirsi)crudele di giro di vite di risorse giovanili , sempre
    rinnovabili, cioè licenziabili, sfruttati per otto e più ore al giorno
    in cambio di un salario ridicolo , indegno, vergognoso: 120,00 euro ,
    poco più poco meno, al mese. Se questa è l'Italia, se quest è il
    Governo , compreso Brunetta , che grida e raglia : bamboccioni andate
    via di casa!! Sarà la storia a dare un giudizio col suo sigillo
    universale.

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  2. con le industrie che trasferiscono stabilimenti altrove anche perché il mercato nelle nazioni ricche è saturo (*) credo che la soluzione migliore sia quella di cercare di fare qualcosa in proprio. Possibilmente con l'aiuto del governo e dei sindacati, ma bisogna trovare persone disponibili ad aiutarti anziché strillare contro i licenziamenti o la cassa integrazione. Il Fondo SPES della Diocesi di Napoli, ad es., offre 20mila Euro ma soprattutto mette a disposizione un tutor. Se il tutor è persona competente vale molto più dei soldi.
    ---
    (*) per mercato saturo intendo che le vendite sono basse perché abbiamo già (quasi) tutto. Pensate alla vostra famiglia, avete il televisore? l'automobile? Forse anche più di uno/a! Scusatemi se non fosse la definizione corretta di "saturo" in economia, ma cambierebbe poco a questo mio abbozzo di spiegazione.

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  3. Sì, siamo di fronte a mercati saturi. Ma saturi anche di tanti prodotti inquinanti e dannosi per il pianeta e la salute dell'uomo stesso. Credo che occorra nuovamente investire in una ricerca per un nuovo tipo di produzione, per prodotti a ridotto impatto ambientale. Avviare di nuovo ricerca e produzione ma per migliorare l'ambiente e la vita dell'uomo. L'impegno delle nuove generazioni nello studio va considerato un bene prezioso.
    francesco

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