giovedì 24 marzo 2016

Marea nera dalle trivelle in Tunisia e il silenzio colpevole delle TV


13 marzo versamento di petrolio in mare da una piattaforma petrolifera a sette chilometri dalla costa della Tunisia,
I giornali hanno dato poco risalto alla notizia, e per le  TV silenzio.
Se il Governo è per l’astensione al referendum del 17, ecco che in tanti si adeguano con forme di autocensura.
La piattaforma petrolifera è situata al largo delle coste delle isole Kerkennah, nella regione di Sfax in Tunisia.   
 Responsabile un’impresa petrolifera locale, la Thyna Petroleum Services.
 Per il Ministero dell’Industria e dell’Energia tunisino, sarebbe occorsa «una perdita di petrolio alla sommità del pozzo, “Cercina 7” (che dista circa 7 km dalla costa), derivanti da una rottura della provetta di controllo.
Nei giorni successivi sarebbero arrivate alcune lingue oleose, che avrebbero contaminato tre chilometri del litorale di Sidi Fraj, a Kerkennah.
 Secondo Slah Bougdar, dell’associazione locale Ennakhil, sebbene le dimensioni contenute, «le conseguenze dell’incidente potrebbero essere serie per la popolazione locale, che vive essenzialmente di pesca».

Pochi gli articoli della stampa in Italia reperibili in web
La Stampa

il Corriere



Un’attenta documentazione fotografica la troviamo su questo sito ambientalista

E necessario il 17 aprile andare a votare al referendum  Si per l’abolizione delle trivelle dalle coste italiane.

E necessario dal 18 aprile farsi promotori di un  grande movimento ambientale internazionale per la tutela del Mediterraneo. E’ una grande riserva alimentare, è una grandissima fonte di lavoro per chi pesca e per chi lavora nel turismo, è grande la sua bellezza da proteggere.

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