martedì 31 maggio 2016

80 euro, ma da restituire

Un bel po’ d’italiani si sono trovati nella condizione di dover restituire gli 80 euro di bonus; restituzione che è stata chiesta in una sola soluzione per centinaia di euro al momento del conguaglio fiscale annuale.
Il meccanismo del bonus 80 euro del Governo Renzi prevede che il beneficio venga assegnato a chi ha un reddito compreso tra gli 8mila – la soglia di incapienza, sotto cui non si pagano le tasse – e i 26mila euro.
Se il datore di lavoro ha pagato gli 80 euro in base a una previsione che poi a conclusione dell’anno non si è verificata, si arriva alla beffa della restituzione; basta che dal conguaglio venga fuori che hai avuto una retribuzione inferiore a 8 mila o di qualche euro superiore a 26 mila.
Perché il beneficio inventato dal Governo Renzi è un beneficio solo per lavoratori dipendenti di media altezza.
Già il provvedimento era discutibile sotto l’aspetto Costituzionale perché introduceva una diversità di trattamento sul piano fiscale, tra lavoratori dipendenti ed autonomi, e tra percettori di fasce di reddito ignorando gli incapienti. Ma per la tecnica paradossale della previsione ora è diventata anche  una grande fonte di equivoci.
MA QUANTI ITALIANI SONO STATI TRITATI NELL’EQUIVOCO?
Dai dati del dipartimento delle Finanze risulta che nel 2015 (anno d’imposta 2014) hanno dovuto rimborsare il bonus 1,4 milioni di contribuenti. In totale, i lavoratori hanno dovuto ridare all’Agenzia delle Entrate 320 milioni di euro, circa 220 euro a testa…
SONO STATI TRITATI NELL’EQUIVOCO ANCHE I PIU’ POVERI
55 milioni rimborsati da chi è troppo povero
  hanno dovuto restituire il bonus, infatti, 341mila contribuenti che avevano entrate inferiori ai 7.500 euro annui.  In totale, queste persone hanno sborsato 55 milioni di euro, circa 160 euro a testa.

CERTO C’ERA UN MODO SEMPLICE PER EVITARE ERRORI, INGIUSTIZIE ED EQUIVOCI:  BASTAVA CHE IL GOVERNO MODIFICASSE GLI SCAGLIONI DEL REDDITO AI FNI IRPEF – MA NON AVREBBE AVUTO L’EFFETTO PROPAGANDA DI “MODERNITà” DEGLI 80 euro.

UN po’ di giornali della restituzione ne hanno parlato ma senza il dovuto risalto di prima pagina – Molto silenziose, fino ad ora, le TV.






venerdì 27 maggio 2016

I figli sono figli e non sono bebè.


I figli sono figli e non sono bebè.
LETTERA APERTA
AL MINISTRO DELLA SALUTE BEATRICE LORENZIN
 Volersi prendere cura di un figlio non può avere un tempo, è qualcosa senza tempo e scadenza ed è giusto che sia così.
 Un genitore che si fa carico di un figlio cercherà di sostenerlo fino a che diventa adulto e poi spera e teme finché non diventa autonomo con un suo lavoro e con mezzi sufficienti per vivere una vita dignitosa.
 Lo Stato se vuole farsi carico di una parte del carico familiare non può limitarsi a regali per l’evento della nascita o a sostegni per i primi tre anni, può incrementare l’istituto degli assegni familiari già esistente e dare un aiuto fino al raggiungimento della maggiore età. Lo Stato deve instillare sicurezza nei cittadini e non può farlo con la precarietà di un regalo a scadenza.
 Lo Stato doveva (e deve ancora) rispondere all’urgenza dei giovani senza lavoro, doveva trovare una qualche forma di aiuto per chi versa in disoccupazione; sono tanti i vecchi genitori che oggi mantengono figli disoccupati, i figli continuano ad essere figli anche a quarant’anni.
 Quei quarantenni disoccupati erano la base di sviluppo di nuove famiglie, ma difficilmente possono mettersi nell’ottica di fare “bebè” senza un lavoro e senza una casa.
 Non c’è nessun astio e nessuna polemica nei suoi confronti signor Ministro,  
questa lettera forse neanche le arriverà;  c’è solo una considerazione:
tutti i bonus stanziati dal suo Governo: bebè, regalo ai 18 enni,  scuola, 80 euro variamente distribuiti, taglio dell’Imu, facilitazioni alle imprese per le assunzioni a scadenza; tutti questi miliardi erano giusto quelli che potevano bastare per istituire un reddito di cittadinanza, un vero e proprio concreto aiuto per la disoccupazione. Questa misura avrebbe tolto dalla disperazione tanta gente, instillato fiducia e speranza nello Stato, sarebbe nata qualche famiglia in più e qualche figlio in più.
Distinti Saluti
Francesco Zaffuto
Invita tramite ufficiostampa@sanita.it
Riferimento alle notizie riportate su

"L'idea è quella di estendere il bonus bebè per tre anni", ovvero per i primi tre anni di vista del bambino. E' la proposta lanciata dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.

"Purtroppo - ha detto Lorenzin - in questi anni sul bonus bebè abbiamo risparmiato 1,38 miliardi e questo perché non sono nati bambini. Partendo da tale cifra, basta aggiungere 300 milioni per fare in modo che ad una famiglia con una classe Isee di 25 mila euro possa andare un bonus bebè che passa da 80 a 160 euro al mese, mentre per una famiglia con classe Isee di 7 mila euro si potrebbe passare ad un bonus bebè da 160 a 320 euro al mese; per il secondo figlio si potrebbe invece passare da 240 euro a 400 euro mensili in relazione alla seconda fascia Isee considerata". Questo, ha sottolineato il ministro, "per dare un aiuto pratico ai genitori".

giovedì 26 maggio 2016

E tu quanti professori hai?

E tu quanti professori hai?
54, 184, o addirittura 666 ...
Certo il presidente Renzi non ha tra i professori calibri tipo Rodotà o Zagrebelsky, ma comunque ne vanta ben 184 reclutati tra le varie Università italiane.
Io, pur essendo stato un professore ma solo delle scuole medie superiori, non posso arrogarmi il titolo di stare in cordata né per il sì e neanche per il no. Ma avendo una testa simile a quella di un muratore o di un artigiano di buon livello posso ardire di pensare e mi dico.
Avrei votato sì, se il Senato fosse stato completamente cancellato, se la Camera fosse stata ridotta al sufficiente numero di 300 deputati;  e se la legge elettorale fosse stata varata come legge costituzionale di garanzia e non come un grimaldello modificabile dalla prima maggioranza che passa. Pare che non sia così, e per quale accidenti di motivo dovrei dire di sì. E se la domanda è una sola su queste riforme dico: NO

Francesco Zaffuto

martedì 24 maggio 2016

strategie aziendali


L’immagine è la copertina del trattato sulla guerra del generale Carl von Clausewitz – le parole qui di seguito sono dell’Amministratore Delegato dell’Enel Francesco Starace, parole pronunciate in un evento per gli studenti dell’Università privata Luiss di Roma l’aprile scorso

“Per cambiare un’organizzazione ci vuole un gruppo sufficiente di persone convinte di questo cambiamento, non è necessario sia la maggioranza, basta un manipolo di cambiatori. Poi vanno individuati i gangli di controllo dell’organizzazione che si vuole cambiare e bisogna distruggere fisicamente questi centri di potere. Per farlo, ci vogliono i cambiatori che vanno infilati lì dentro, dando ad essi una visibilità sproporzionata rispetto al loro status aziendale, creando quindi malessere all’interno dell’organizzazione dei gangli che si vuole distruggere. Appena questo malessere diventa sufficientemente manifesto, si colpiscono le persone opposte al cambiamento, e la cosa va fatta nella maniera più plateale e manifesta possibile, sicché da ispirare paura o esempi positivi nel resto dell’organizzazione. Questa cosa va fatta in fretta, con decisione e senza nessuna requie, e dopo pochi mesi l’organizzazione capisce perchè alla gente non piace soffrire. Quando capiscono che la strada è un’altra, tutto sommato si convincono miracolosamente e vanno tutti lì. È facile”.

Al link qui di seguito trovate anche il video  dove potrete vedere con quale voce serena e pacata  parla di guerra e raccoglie applausi

mercoledì 4 maggio 2016

Il pacco va spacchettato

Sì  o no
O con me o contro di me
Ma stiamo scherzando?  Parlare così con in gioco la Costituzione, la legge fondamentale dello Stato!
Il Parlamento è stato due anni a cincischiare con una mole di provvedimenti di riforma, gli italiani debbono dire di sì o di no a tutto il blocco senza nemmeno prendere in considerazione i diversi aspetti.
Il superamento del bicameralismo perfetto, con la sola fiducia al Governo data dalla Camera lo voterebbe la gran maggioranza degli italiani
La nomina dei senatori attraverso un meccanismo di cooptazione delle Regioni, mezzo elettorale e mezzo pasticciato è considerato odioso dalla maggioranza degli italiani.
Il pacco referendario di tutta la riforma, senza poter fare una distinzione,  è un vero e proprio PACCO che nasconde la brutta sorpresa di un plebiscito su una persona.
No al pacco, va spacchettato in più quesiti valutabili distintamente dagli italiani con la dovuta attenzione.
La proposta è partita dai radicali ed è stata anche fatta propria dal movimento 5 stelle.
Gli osservatori interessati dicono che la proposta di spacchettamento è stata fatta per ostacolare Renzi.  
Ma è possibile che ogni atto o pensiero in questo Paese deve avere come riferimento il sostegno o meno a Renzi!?
Spacchettare il PACCO è nell’interesse del paese: per  non buttare al mare una parte di lavoro svolto dal Parlamento e chiedere di aggiustare solo le parti errate.
 Lo spacchettamento dipenderà anche dalla raccolta di firme e dalle decisioni di Cassazione e Corte Costituzionale.
SE IL PACCO RESTA CON LA SOPRESA AUTORITARIA ALLORA:
NO AL PACCO e  NO AL PORTATORE DEL PACCO

04/05/16 Francesco Zaffuto

martedì 3 maggio 2016

TTIP, il comunicato e la manifestazione di Greenpeace

fino a ieri Europa e Stati Uniti hanno discusso il TTIP (Trattato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti) a porte chiuse e in gran segretezza.
Questo nonostante le proteste di milioni di persone, preoccupate che l'accordo potesse aggirare le norme europee basate sul "Principio di Precauzione" in base al quale prima di immettere un prodotto sul mercato, deve esserne provata la sicurezza per la salute umana, ambientale e animale.
Di questo principio, che oggi protegge 500 milioni di cittadini europei dagli OGM e dalla carne trattata con ormoni, non c'è traccia negli accordi!
I nostri timori hanno avuto conferma! Greenpeace Olanda ha avuto accesso a buona parte dei testi negoziali del TTIP: 248 pagine di documenti che dimostrano che avevamo ragione: le pressioni USA per aggirare le norme europee sono enormi!
Tutti i cittadini ora possono conoscere il contenuto del TTIP fino ad oggi rimasto segreto, ed attivarsi per bloccarlo subito!


Roma 7 maggio 2016
ore 14.00 ritrovo in Piazza della Repubblica

dalla mattina in PIAZZA SAN GIOVANNI

TTIP FREE BIO&ECO MARKET, LEZIONI IN PIAZZA, INFO

e per finire… CONCERTONE!


Per informazioni e adesioni
stopttipitalia@gmail.com
Aiutaci a sostenere la campagna di finanziamento dal basso #StopTTIP