lunedì 27 marzo 2017

Monza: il Papa e il milione di autenticati

Monza 25 marzo 2017, ore 14.00. La Messa del Papa si svolgerà alle ore 15.00. Essendo io residente a Monza e potendo raggiungere il Parco di Monza a piedi in una ventina di minuti, decido insieme a mia moglie di andare a vedere quella manifestazione che per le previsioni si annunciava grandiosa e solenne.
 Decisione avventata, perché un vicino di casa, il giorno prima, mi aveva detto che non mi avrebbero fatto entrare:
-         Se lei se non fa parte di un gruppo organizzato dalla Parrocchia non entra.
-         Ma come è possibile!? Io sono un cittadino, mostro i documenti. Possono perquisirmi se vogliono, ma perché non dovrebbero farmi entrare.
-         Perché è così. Le disposizioni sono queste, entrano solo quelli delle parrocchie.
Non ho creduto alle affermazioni del mio vicino di casa, ho pensato che tale disposizione non poteva prenderla il Sindaco di Monza. Dissi a mia moglie: figurasi se a Piazza San Pietro ogni domenica possano entrare solo quelli delle parrocchie, finirebbe il turismo a Roma. E poi nel Parco di Monza c’è spazio per milioni e milioni di persone e noi non pretendiamo di avvicinarci al Papa, ci limiteremo solo a guardare da lontano.
Ma se sei agnostico che ci vai a fare?
Pura curiosità di un essere umano non credente.
Usciamo  di casa, alle ore 14.00 del 25 marzo, e mia moglie mi dice che ha dimenticato a portare con se i documenti. Gli dico che non è possibile, perché se gli addetti al controllo dell’entrata al parco ci chiedono i documenti, giustamente non ci faranno entrare. Ritorniamo subito a casa e ci dotiamo con sicurezza delle rispettive carte d’identità.
 Ci rimettiamo in cammino e siamo ben in tempo. Ci meravigliamo per la piacevolezza della passeggiata: non ci sono macchine, le vie sono bloccate all’accesso delle auto, si respira un’aria di salubre serenità, le strade del quartiere che attraversiamo sono quasi deserte. Ci meravigliamo di vedere che ci sono alcune persone che stanno tornando dal parco.
 Sono le ore 14.45, arriviamo all’entrata del Parco di viale Cavriga, essendo quella l’entrata più vicina al luogo della manifestazione. Ci sono alcune persone dinanzi alla porta, non tante. A protezione dell’entrata un sei o sette poliziotti. Mi sembra il tutto un po’ strano,  perché quelle persone non stanno chiedendo d’entrare ma si  limitano ad aspettare nelle vicinanze della porta e sul viale.
 Comincio ad avere qualche perplessità. Forse il mio vicino di casa aveva ragione. Eppure dall’altro lato del cancello ci sono gli estesi prati vuoti; della grande manifestazione non si percepisce nulla, poteva anche non esserci.
 Come se nulla fosse ci avviciniamo ad uno dei poliziotti chiedendo d’entrare: mi conferma ESATTAMENTE le stesse cose che mi aveva detto il mio vicino di casa.
 Mi è sembrato inutile dire a quel poliziotto che l’ordinanza a mio avviso era illegittima, aveva solo il compito di applicarla e non discuterla.
 Io e mia moglie ce ne siamo ritornati a casa mentre nell’aria si diffondeva, proveniente da lontano, una musica liturgica.
 Sul milione di persone autenticate dalle parrocchie che hanno assistito alla Messa del Papa al Parco di Monza debbo crederci come atto di fede;  perché io, pur curioso, non li ho visti con i miei occhi.
 Mi limito pertanto a corredare questo post con la bandiera dello Stato del Vaticano.

Francesco Zaffuto
Per i post recenti o in evidenza di Crisi dopo la crisi vai all’Home page

Nessun commento:

Posta un commento