martedì 12 agosto 2014

Non si fa la guerra in nome di Dio. Non si porta l’odio in nome di Dio


"Non si fa la guerra in nome di Dio. Non si porta l’odio in nome di Dio"; sono le parole pronunciate da Papa Francesco il 10 agosto del 2014, parole condivise e condivisibili a livello universale, ma quello che sta accadendo mostra che sono ancora lontane.
 “Dio è con noi” è stato lo slogan di tante guerre ed ancora una volta è lo slogan giustificativo di questa nuova guerra in Iraq.
In Iraq, nella primavera del 2003, quando Bush intervenne, il dittatore Saddam fu descritto come il male assoluto, possessore di arsenali militari che poi non furono trovati, e con le bombe si volle instaurare un nuovo ordine democratico; ma dalle ceneri di quella guerra è nata una nuova guerra  con un nemico ben più spietato.
 Questa guerra deriva anche dai  tanti errori commessi dagli USA e dall’antico sostegno che fu dato agli integralisti in Afganistan per combattere l’URSS.  Gli USA hanno avuto una pessima strategia con il mondo arabo, ma l’Europa non ha avuto nessuna strategia: l’Europa ha oscillato tra lo schierarsi con gli Usa e il fare affari dei singoli stati europei per conto proprio. L’Europa ha appoggiato dittatori e poi li ha scaricati, ha aperto le proprie frontiere ai migranti arabi ma non è riuscita a pretendere nei paesi arabi la stessa accoglienza e il rispetto per le comunità cristiane, e i venditori europei di armi hanno continuato a vendere in modo ufficiale e in modo clandestino.  Ma se le ragioni dell’intervento di Bush nella primavera del 2003 erano ingiustificate  oggi le ragioni di difendere degli innocenti da un massacro hanno una loro valenza; non c’è mai ragione per una guerra ma c’è ragione di difendersi da una guerra e di difendere dal massacro dei civili indifesi.
12/08/14 francesco zaffuto

Immagine – incisione di Goya sui disastri della guerra

3 commenti:

  1. Ogni massacro andrebbe condannato, fermato, ma le potenze usano il dolore, i morti, per intervenire SOLO dove fa a loro comodo. Mi fanno orrore le ipocrisie, tutte.
    Il Papa dice parole nuove che mi fanno sperare... se non nella pace desiderata, almeno nello smuovere le coscienze.

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  2. America Russia, Israele Irak.
    Io vedo sempre la stessa cosa, interesse.
    Il Papa ci dona fiducia e sprona il popolo a credere nella pace.
    Prima c'era ignoranza e disinformazione, ora c'è totale conoscenza di tutto e totale mancanza di non dimenticare.
    Come continuerà... per conto mio uso le parole, l'unico mezzo che ho per dire che non voglio la guerra, sembra poco, ma non lo è se lo fanno tutti.
    Ciao

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  3. Concordo assolutamente, Francesco, con la tua rapida analisi.
    Per il resto, no comment.

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