giovedì 3 giugno 2010

le dimissioni di Koehler e l'Afghanistan


Pirandello in Germania
Poco rilievo ha dato la stampa in Italia alle dimissioni del Presidente della Germania Koehler. Eppure si tratta della più alta carica dello stato tedesco. Forse si sono volute archiviare le frasi che hanno provocato le dimissioni dello stesso Koehler. Ecco come l’Ansa ha riportato le frasi del presidente tedesco
"Un Paese delle nostre dimensioni, concentrato sull'export e quindi sulla dipendenza dal commercio estero, deve rendersi conto che... sviluppi militari sono necessari in un'emergenza per proteggere i nostri interessi - aveva detto Koehler a una radio tedesca durante una visita in Afghanistan il 22 maggio scorso -, ad esempio per quanto riguarda le rotte commerciali o per impedire instabilità regionali che potrebbero influire negativamente sul nostro commercio, sull'occupazione e sui redditi".In pratica Koehler nel parlare di impegno militare in Afghanistan aveva dato non la solita visione di “missione di pace”, ma una visione più ancorata a reali interessi, una visione più cinica. Immediatamente la posizione del presidente era stata duramente criticata sia dall'opposizione, sia da esponenti della coalizione (Cdu-Csu, Fdp) guidata dalla cancelliera Angela Merkel. Lo stesso ministro della Difesa tedesco, Karl-Theodor zu Guttenberg, aveva preso le distanze dal presidente della Repubblica.
E Koehler si è dimesso, come a volere dare una testimonianza pirandelliana del “Cosi è se vi pare”.In Italia dove la visione della missione in Afghanistan è consolidata come “missione di pace”, dove la sola messa in discussione di una scadenza posta da Di Pietro viene demonizzata, si è preferito glissare sui commenti al caso Koehler. Eppure di Afghanistan siamo costretti a parlare quando arrivano alcuni italiani morti o feriti.
In Afghanistan: i russi persero una guerra contro i talebani allora sostenuti dagli americani, i talebani vinsero quella guerra e instaurarono un regime antioccidentale, il paese è un crocevia per il traffico dell’oppio, dopo l’11 settembre è stato individuato dagli americani come un covo dove si poteva annidare il terrorismo, le potenze occidentali su invito americano intervengono militarmente, sono passati più anni di guerra e gli occidentali sostengono un governo in qualche modo compromesso con grandi traffici, il governo non è sostenuto dalla popolazione di gran parte del territorio afgano, i morti americani sono tanti e si preferisce parlarne ben poco.
La logica di chiamare un intervento militare “missione di pace” non può essere digerita, occorrono strategie di pace per uscire da questa crisi e costruire la pace.
03/06/10 francesco zaffuto
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immagine “intrigo” fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)

2 commenti:

  1. Beh questo è poco ma sicuro. Provare ogni santo giorno a gettare la sporcizia sotto al tappeto per nascondere i reali interessi che sono sotto la guerra in medio oriente è solo un modo per prolungare l'attesa tra un morto ed un altro, ma non getta basi per una risoluzione della questione.

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  2. A koehler è andata bene, forse se la cava con le dimissioni.
    Dire la verità anche se parziale e addolcita oggi porta………

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