Condannato al Confino o all’Esilio. Chiamiamolo come vogliamo
ma sta di fatto che lo si allontana dal suo paese dove ha costruito una realtà
che fa invidia a molti.
Certo sto parlando senza avere letto gli atti del
procedimento, ma in qualche modo il pensare spero che non possa essere
considerato un atto lesivo della magistratura.
Il Sindaco di Riace si
è permesso forse di suggerire a un cittadino anziano del suo paese di leggere
una commedia di Pirandello: “Pensaci Giacomino” . Il vecchio in
quella commedia voleva aiutare una ragazza con la reversibilità della sua
pensione, e Giacomino non era proprio un esempio di amorevole bontà. Forse, ad
essere liberi di pensare, e considerato l’imperante conformismo, si potrebbe
paragonare Giacomino a Matteo Salvini.
Altra ipotesi di reato
del Sindaco di Riace: non teneva i conti in ordine. Ma il paradosso di questa
mancanza di conti in ordine è quello che è riuscito, con quei ?trentaquattro? euro dell’accoglienza a fare
miracoli di spesa ben superiori e non ha tratto alcun beneficio per sé. Ora il “Giacomino”
interviene dicendo che gli vuol togliere
i ?trentaquattro? euro del piano Accoglienza per via dei conti disordinati.
Un altro reato pare l’avere
affidato ad una cooperativa di disoccupati la pulizia del paese, senza bando di
gara.
L’unico provvedimento
giusto da prendere mi pare quello di obbligare il Sindaco di Riace ad assumere
un buon Ragioniere in Comune per tenere i conti, e un buon avvocato che lo
possa consigliare di non prendere cantonate. Tutto qua. (fr.z.)
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C’è una sinistra che vuole puntualizzare su Riace
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