mercoledì 17 ottobre 2018

Il Re di Riace


Condannato al Confino o all’Esilio. Chiamiamolo come vogliamo ma sta di fatto che lo si allontana dal suo paese dove ha costruito una realtà che fa invidia a molti.
Certo sto parlando senza avere letto gli atti del procedimento, ma in qualche modo il pensare spero che non possa essere considerato un atto lesivo della magistratura.
 Il Sindaco di Riace si è permesso forse di suggerire a un cittadino anziano del suo paese di leggere una commedia di Pirandello:  Pensaci Giacomino” . Il vecchio in quella commedia voleva aiutare una ragazza con la reversibilità della sua pensione, e Giacomino non era proprio un esempio di amorevole bontà. Forse, ad essere liberi di pensare, e considerato l’imperante conformismo, si potrebbe paragonare Giacomino a Matteo Salvini.
 Altra ipotesi di reato del Sindaco di Riace: non teneva i conti in ordine. Ma il paradosso di questa mancanza di conti in ordine è quello che è riuscito, con quei  ?trentaquattro? euro dell’accoglienza a fare miracoli di spesa ben superiori e non ha tratto alcun beneficio per sé. Ora il “Giacomino” interviene  dicendo che gli vuol togliere i ?trentaquattro? euro del piano Accoglienza per via dei conti disordinati.
 Un altro reato pare l’avere affidato ad una cooperativa di disoccupati la pulizia del paese, senza bando di gara.
 L’unico provvedimento giusto da prendere mi pare quello di obbligare il Sindaco di Riace ad assumere un buon Ragioniere in Comune per tenere i conti, e un buon avvocato che lo possa consigliare di non prendere cantonate. Tutto qua.  (fr.z.)

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