lunedì 25 gennaio 2010

Brunetta tra giovani e pensionati



Con il suo intervento a "Domenica In - L'Arena", Brunetta ha sostenuto che agendo sulle pensioni di anzianità "si potrebbero trovare risorse che consentirebbero di dare ai giovani non 200 ma 500 euro al mese. Solo che una proposta del genere scatenerebbe le proteste dei sindacati, che sono quelli che difendono i genitori. Meno ai genitori e più ai figli". Brunetta ha poi spiegato che su questa proposta "è d'accordo anche Tremonti". Secondo il Ministro per la funzione pubblica "l'Italia è piena di giovani perbene, che rischiano e che vogliono la libertà. La colpa, se hanno la libertà tarpata, è nostra, dei loro genitori".
Poi la nota di Palazzo Chigi che prende le distanze dal Ministro''Palazzo Chigi precisa che quella del Ministro Brunetta è un'idea del tutto personale, una posizione mai concordata all'interno del Governo''.http://www.tgcom.mediaset.it/politica/articoli/articolo472029.shtml
Successivamente si scatenano tutte le prese di posizione di sindacati, e partiti di opposizione.

La questione non meriterebbe di essere esaminata, ma le frasi del Ministro poggiano su un luogo comune e lo stesso Brunetta ha voluto pescare consensi in questo luogo comune:“Le energie dello Stato sono spese per le pensioni di anzianità, se lo Stato risparmia sulle pensioni di anzianità si possono dare queste energie finanziarie ai giovani”.
Bene, attualmente dopo i diversi interventi legislativi è difficile andare in pensione di anzianità prima di 59 anni, ci arrivano quei lavoratori che hanno alle spalle 40 anni di contribuzione. Quindi si tratta di un fenomeno contenuto che andrà ancora di più a contenersi con i successivi scaglionamenti.
Ma facciamo l’ipotesi che decolli subito l’ipotesi Brunetta: nessuno in pensione prima di 65 anni e possibilità di rimanere in servizio anche fino 70 anni. Con i soldi risparmiati per l’erogazione di pensione un assegno di sopravvivenza ai giovani di 500 euro.
Vediamo i benefici che ne avrebbero i giovani:
- la permanenza nel lavoro fino a 65 anni, e oltre, impedisce che si liberano posti di lavoro stabili;
- globalmente si viene ad avere meno offerta di lavoro, e in particolare nei settori di lavoro impiegatizio (dove difficilmente gli aspiranti pensionati superano i 40 anni di contributi);
- i giovani continuerebbero ad avere lavori precari che impediscono una reale autonomia;
- l’assegno di sopravvivenza di 500 euro non è certo sufficiente a creare autonomia per un giovane disoccupato.
L’eliminazione delle pensioni di anzianità farebbe sì risparmiare soldi all’INPS, ma nel compenso aumenterebbe il disagio dei giovani che cercano un posto di lavoro stabile.
L’uscita dal lavoro nei fatti crea una condizione di minimo equilibrio, è un modo di applicare il criterio di “lavorare tutti, lavorare meno”, spalmato sull’intera vita lavorativa. Criterio che dovrebbe essere applicato anche:
- favorendo i lavoratori anziani verso forme di part-time;
- scoraggiando il ricorso agli straordinari
- diminuendo le ore di lavoro giornaliere
Tutte queste misure legate anche alla promozione del lavoro autonomo hanno la funzione di incrementare le offerte di lavoro, riducendo gli aspetti assistenziali.
La stessa assistenza alla disoccupazione dovrebbe essere ben modificata. Va eliminato il concetto stesso di assistenza e va istituita una forma di pagamento della disponibilità al lavoro legata alla iscrizione a liste di collocamento. Pagamento della disponibilità che verrebbe a cessare appena si crea un’occupazione o se si dichiara una indisponibilità alla presa di servizio.
Al criterio del “lavorare tutti, lavorare meno” va aggiunto anche il criterio del “guadagnare tutti, guadagnare meno”, e per rispondere a questo criterio che riguarda la spesa globale occorre anche ripensare allo stipendio del ministro Brunetta.
francesco zaffuto

immagine foto di Salvatore Carnevalehttp://it.wikipedia.org/wiki/Salvatore_Carnevale
Per affrontare un problema così grande come il problema dell'occupazione in Italia abbiamo bisogno di un grande sindacalismo, per questo la foto di Turiddu che per la sua generosa battaglia sacrificò anche la sua vita.
Dalla voce drammatica di Ignazio Buttitta, dopo avere aperto il link sottoriportato e cliccato sul simbolo della chitarra, potrete ascoltare la storia di Turiddu Carnevale. Un po’ difficile per chi non conosce il siciliano ma la voce del vecchio Ignazio riuscirà a comunicarvi il profondo stato d’animo.
http://www.irsap-agrigentum.it/cartcarnev.html
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2 commenti:

  1. D'accordo su tutta la linea. Ma, se mi è concesso, Come mai la foto di Salvatore Carnevale a corredo del post? Salvatore Carnevale, insieme ad Accursio mIraglia e a Placido Rizzotto fanno parte di un gruppo d'eroi dimenticati da troppi, ma per questo non meno grandi.

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  2. Ringrazio per la domanda ed ho provveduto ad aggiungere una limitata nota al post. Turiddu Carnevale è l'esempio del grande sindacalismo del dopoguerra, credo che anche oggi solo un grande sindacalismo può affrontare il problema della disoccupazione in Italia. Carnevale era segretario territoriale del Partito socialista italiano, anche lo stesso Brunetta si vanta di essere stato nel Partito socialista, ma siamo in un concetto di socialismo ben lontano nel pensare e nel sentire.

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