martedì 30 agosto 2011

Studiare non vale una cicca


(aggiornamento del 31/08 - dicono oggi che hanno tolto questa misura dopo la levata di di scudi di ieri - massima vigilanza)
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Dicono che hanno trovato un accordo sulla “manovra finanziaria”, non ci sarà in super prelievo sui redditi alti e in compenso “aggiustano” l’età pensionabile. L’aggiustamento riguarda gli anni di studio all’università e il servizio militare. L’aver studiato e l’avere servito “questa Repubblica” non vale una cicca in termini di TEMPO. Si tratta di un tempo fuori dal tempo. Il tempo dedicato al servizio militare obbligatorio viene considerato un tempo morto. I tempo dedicato allo studio non viene preso in considerazione sul piano dello stesso requisito richiesto per la professione. E’ un po’ come dire: “hai servito lo Stato, hai studiato, peggio per te, era meglio che andavi a lavorare prima; ti devi fare lo stesso altri 40 anni di lavoro".
I nostri “geni”, che governano, non si rendono conto che in questo modo andranno a varare una misura ingiusta sul piano sociale che provoca un trattamento diversificato e sfavorevole per una parte dei lavoratori. E non solo: diventa un invito a studiare di meno e a lavorare di più, come se lo studio non fosse un lavoro, spesso più faticoso e stressante del lavoro stesso; come se lo studio non fosse una elevazione per l’intero paese.
Se si considera poi che gli anni di studio, per essere calcolati ai fini pensionistici, sono tutti da riscattare a suon di elevati pagamenti contributivi dello stesso lavoratore, al danno si aggiunge la beffa.
Se si considera che il vecchio servizio militare (o civile) aveva carattere obbligatorio, il non conteggiarlo ai fini dell’età pensionabile lede i principi generali di uguaglianza previsti dalla Costituzione.
30/08/11 francesco zaffuto

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immagine - Asino perplesso - olio su tela - © francesco zaffuto
nota descrittiva dell'immagine per disabili visivi
in un paese desolato e assolato, la testa di un asino si affaccia dalla porta di una stalla

7 commenti:

  1. 'sta manovra più la rigirano più puzza.

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  2. Il tuo "Asino perplesso" è straordinario . Sulla manovrina non dico nulla, esprimo solo la mia solidarietà nei confronti di quei pezzenti che guadagnano oltre 90.000 euro annui e che non subiranno il prelievo del 5% sull'eccedenza di quella misera cifra!

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  3. E' una continua presa in giro, rispettano solo i loro simili.
    Bello l'olio su tela,beato te che sai fare tante cose!
    Cristiana

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  4. Mi sa che ho fatto bene a non riscattare gli anni di laurea :-/

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  5. Una manovra sempre piu' approssimativa e, soprattutto, iniqua socialmente!

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  6. Ogni giorno che passa,questa manovra diventa sempre peggiore.Saluti a presto

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  7. Siamo veramente in una nazione orrenda, io spero che sia soltanto un sogno, un orrendo sogno ... [Dario Fo]
    pubblicata da Letizia Ognibene su FB il giorno martedì 30 agosto 2011 alle ore 19.37

    Sono arrabbiata, sconcertata, amareggiata e mortificata come cittadina e come lavoratrice. Mi sento inerme di fronte a tanta arroganza, ingiustizia, discredito di tutto ciò che è stato ed è importante nella mia vita e nella vita degli Italiani. I miei genitori si sono massacrati di lavoro e hanno fatto rinunce, alle quali anche io e i miei fratelli abbiamo partecipato, pur di permetterci di completare gli studi per raggiungere un ruolo lavorativo e produttivo nella società. E ora? Questi anni universitari in cui abbiamo affrontato sacrifici, abbiamo lavorato (si, perché lo studio è un lavoro come dico sempre anche ai miei alunni), non solo per noi stessi ma anche per lo Stato, ora, dicevo, questi anni che abbiamo riscattato ai fini pensionistici ci vengono detratti dal nostro percorso lavorativo! E' una VERGOGNA! E concordo col grande Dario Fo quando dice ciò che ho utilizzato come titolo a questa mia nota! E' una nazione orribile, noi italiani siamo orribili che abbiamo permesso che tutto ciò accadesse, e non mi riferisco soltanto a quest'ultimo (?) colpo di coda! Ricordiamolo sempre: lo Stato siamo NOI! e questo Stato è boccheggiante e agonizzante perché NOI lo abbiamo lasciato per troppo tempo in mano a gente indegna, facendo finta di non vedere, di non capire verso quale burrone stavamo andando; perché ognuno ha pensato egoisticamente con la solita mentalità del "Do ut des" e abbiamo perso di vista gli ideali che hanno animato il nostro Risorgimento. Come dice Andrea Cammilleri, è necessario un nuovo risorgimento, un risorgimento delle coscienze, degli ideali, del rispetto e dell'onore a cui ogni cittadino, ogni essere umano non può voltare le spalle. Siamo stati traditi dai nostri rappresentanti, destra - sinistra - centro, nessuno escluso, nessuno innocente. Ma anche Noi siamo colpevoli, lo ribadisco. Leggo tra i vari post di FB che si preparano scioperi, dimostrazioni... e crediamo ancora che saranno utili? Nell'ambito della Scuola, mutilata - offesa - calpestata, ho sempre partecipato alle lotte per contrastare le decisioni del "Governo", ma negli ultimi due anni la mia partecipazione è diventata pesante perché vedevo che alcuni colleghi - COMPRESI I PRECARI - sembravano essere al di fuori del problema e, nel libero esercizio del loro arbitrio, continuavano il loro lavoro come se nulla fosse. Sapete, non è buono il gusto del frullato di bile e fegato! Adesso mi chiedo e lo chiedo a chi leggerà questa nota: "Dobbiamo continuare a lamentarci a frignare a indignarci come finora abbiamo fatto; dobbiamo continuare a lasciare che solo pochi e in poche città agiscano o dobbiamo essere anche Noi protagonisti per far Risorgere la dignità del nostro Paese?".

    Letizia Ognibene

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