domenica 22 gennaio 2017

Cassazione: siti e blog responsabili per i commenti

Una sentenza del dicembre 2016 che necessariamente va considerata – qui riportiamo stralci da
IL GESTORE di un sito, anche non professionale, è responsabile dei commenti dei lettori, anche di quelli non anonimi, e rischia quindi una condanna per diffamazione. È quanto stabilito, per la prima volta, da una sentenza (PDF) pubblicata nei giorni scorsi dalla Corte di Cassazione.
Il diffamato è Carlo Tavecchio, presidente della Figc (Federazione italiana gioco calcio), per un commento pubblicato nel 2009 sul sito Agenziacalcio.it, che per questa vicenda è stato anche oscurato. L'autore del commento, inserito autonomamente, definiva Tavecchio "emerito farabutto" e "pregiudicato doc", allegando il certificato penale. In primo grado il gestore è stato assolto, in secondo grado condannato e ora la Cassazione conferma: dovrà pagare 60 mila euro a Tavecchio, per "concorso in diffamazione". Per la Cassazione c'è concorso perché il gestore doveva sapere dell'esistenza di quel commento, poiché il suo autore gli aveva mandato una mail contenente il certificato penale di Tavecchio. L'imputato invece sostiene di aver saputo del commento diffamatorio solo quando la polizia gli ha notificato il sequestro del sito.

LA SENTENZA (Pdf)

"Adesso, con questo orientamento che per la prima volta arriva in Cassazione, rischia di essere molto difficile gestire un sito web che abbia commenti", dice Fulvio Sarzana, avvocato penalista specializzato in diritto su internet. "I gestori dovrebbero controllare ogni commento, chiedersi se può essere o no diffamatorio. Anche di quelli non anonimi", aggiunge. La questione rischia di avere ricadute notevoli sul sistema dell'informazione web.
 
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