venerdì 28 maggio 2010

Mussolini, il cavallo e Berlusconi


Per dire che la manovra di tagli non è roba sua Berlusconi cita Mussolini
Se diventa di moda citare i “grandi” predecessori anche quelli un po’ discutibili:
a Putin tocca citare Stalin,
alla Merkel tocca citare Hitler,
a Benedetto XVI tocca citare Bonifacio VIII.

Berlusconi la citazione non l'ha fatta dinanzi a un bicchiere di vino in una trattoria di Trastevere, ha scelto di farla in un luogo ufficiale, in una conferenza a margine del vertice Ocse di Parigi : «Chi è nella posizione di capo del governo di potere vero non ne ha praticamente nulla - ha detto il premier durante la conferenza stampa -. Oso citarvi una frase di colui che era ritenuto un grande e potente dittatore, e cioè Benito Mussolini. Nei suoi diari ho letto recentemente questa frase: "dicono che ho potere, non è vero, forse ce l'hanno i gerarchi ma non lo so. Io so che posso solo ordinare al mio cavallo di andare a destra o di andare a sinistra e di questo devo essere contento"».


In altre occasioni abbiamo sentito Berlusconi vantarsi delle sue capacità di comando. Questa volta per fare digerire la pesante manovra finanziaria descrive le sue possibilità di potere limitate dai suoi “gerarchi”: Tremonti, Bossi, Fini (specie oggi che uno dei suoi potenti “gerarchi” ha deciso di ostacolarlo e un altro ha guadagnato peso nelle ultime elezioni).

Ed ecco che al Berlusconi che doveva tagliare le province per un grande risparmio di 12 miliardi l’anno si sostituisce un Berlusconi che forse non riesce neanche ad eliminare alcune piccole province. Poi continua con la sua pubblicità di non avere messo le mani nelle tasche degli italiani come se gli impiegati statali non fossero italiani: nei fatti il blocco del rinnovo dei contatti è una forma diversa di operare sulle tasche ma sempre sulle tasche si sta operando.

La scelta di Berlusconi di citare Mussolini è tutta da ascrivere alle sue simpatie; in quanto alla sua mancanza di potere si può dire che coincide con la sua preoccupazione di perdere il potere.

Mussolini, anche lui, era dominato dalla preoccupazione di stare sempre a capo del suo potere; di conseguenza doveva accontentare i suoi, ma nel contempo i suoi uomini erano tutti pervasi dalla voglia di accontentare Lui, si trascinavano insieme nell’avventura di grandezza, avventura che tanto costò all’Italia. Certo il Berlusconi odierno non è paragonabile a Mussolini, forse piacerebbe tanto allo stesso Berlusconi e a La Russa, ma il contesto è un po’ diverso: non c’è una Grecia a cui “spezzare le reni”, neanche degli inglesi da “stramaledire”, e in Germania ci sta la Merkel che credo non abbia tanta voglia di fare citazioni di Hitler in conferenze stampa a Parigi.
28/05/10 francesco zaffuto
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immagine foto dell'epoca

2 commenti:

  1. E' veramente schifoso sentire un potente lamentarsi della..mancanza di potere!
    O ha capito di essere un bambolotto in mano ai massoni o è uno stronzo.

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  2. Mi nonno miraccontava che ai tempi di Benito,
    qualcuno del popolo, pur avendo paura sia del fascismo che del Duce, si lamentava ed in alcune occasioni diceva
    " qui la faccio e qui la lascio, metà al Duce e metà al Fascio, ma se il Duce le tasse non riduce tutto al Fascio, niente al Duce!"

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