mercoledì 8 gennaio 2014

Il cognome della madre e l’Europa

Gli indiani sapevano bene che il nome era qualcosa di connaturato alla persona e lo definiva nelle sue caratteristiche e nella sua personalità. Se osserviamo ancora oggi  la foto di Toro Seduto ne percepiamo la forza e la stabilità.
 La Corte di Strasburgo ha condannato l'Italia per aver violato i diritti di una coppia di coniugi, avendo negato loro la possibilità di attribuire alla figlia il cognome della madre invece di quello del padre. Nella sentenza, che diverrà definitiva tra tre mesi, i giudici indicano che l'Italia «deve adottare riforme legislative o di altra natura per rimediare alla violazione riscontrata.
 La Corte ha considerato l’uso anagrafico italiano come discriminatorio nei confronti della donna. L’Italia in pratica si dovrà adeguare modificando le sue regole anagrafiche.
  Certo non si può fare come facevano i nobili spagnoli che ereditavano tutti i cognomi e potevano essere chiamati con una specie di elenco declamatorio; in qualche modo un qualche cognome deve soccombere. Ma quale sarà il cognome destinato a soccombere?  E’ molto facile prevedere che potendo scegliere tra il cognome del padre e quello della madre il cognome soccombente sarà quello del genitore che avrà meno prestigio sociale. Se il padre “Tizio” è rettore dell’Università i figli continueranno a portare il cognome “Tizio”; se la madre “Caio” è dirigente di azienda e il marito un semplice impiegato è molto probabile che il cognome dei figli sarà “Caio”. C’è solo da sperare che la coppia possa arrivare alla scelta senza acredine e di comune accordo. Ma non è difficile ipotizzare che possa rimanere un po’ di acredine.
 Direi che la Corte di Strasburgo, pur giustamente ribadendo la parità di diritto uomo-donna,  tutto sommato non fa un buon servizio alla coppia quando parla di libertà di scelta;  potrebbe essere meglio una regola anagrafica paritaria tra l’uomo e la donna del tipo:
estrazione a sorte dell’ufficiale dello Stato civile per il primo nato e poi a seguire i cognomi in alternanza;
oppure perdita di parte dei vecchi cognomi con la costruzione di un nuovo cognome inedito frutto della composizione accorciata dei due. Idee stravaganti!? Ma meglio di una acredine celata.

 La cosa migliore sarebbe la scelta di un nome e un cognome fantastico da prendere alla maggiore età come l’esempio di Toro Seduto, ma quella civiltà è stata distrutta da un generale che di cognome faceva Custer.
08/01/14 francesco zaffuto

 Immagine – vecchia foto di Toro Seduto

4 commenti:

  1. Molto interessante caro Francesco, non lo avevo letto questa sentenza. Bella la vecchi foto di Toro Seduto.
    Tomaso

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  2. Le tue proposte non mi sembrano affatto stravaganti, ma piene di buon senso. Vorrei aggiungere che bisognerebbe anche poter cambiare - almeno un avolta - il proprio noe, se lo si desidera, una volta raggiunta la maggiore età. Ancora oggi ci sono genitori che condannano i figli a nomi improbabili. Il figlio di un mio amico si chiama Amleto. Lui, Amleto, si fa chiamare Franco, ma non può cambiare alcun documento.....

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  3. Io proporrei i cognomi di entrambi i genitori all'atto di nascita e la scelta obbligata di adottarne uno solo dopo i 18 anni. La scelta potrebbe virare verso l'uno o l'altro per molteplici motivi: genitore più amorevole, genitore con più prestigio sociale, genitore con cui ci si sente più in sintonia nelle ideologie, genitore con un cognome più decente... una donna che si chiama "Ficarotta" è di sicuro invalidante a vita. Ciao, Francesco.

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  4. E' interessante, l'argomento. Credo che la decisione sul cognome da adottare debba essere presa al momento delle nozze, proprio come si fa con i beni. Certo che a soffrire maggiormente di questa decisione sarebbe il padre che si vedrebbe tolto quello che da sempre è considerato un diritto: quello di perpetrare il proprio casato. Le donne che oggigiorno guadagnano più del consorte, sanno bene quanto "costa" questo fatto in termini di acredine sotterranea.

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