giovedì 20 maggio 2010

Intervista a Carlo Marx sul compenso a Santoro

Forse perché il barbera l’altra sera era pesante, ho pensato de parlà con Carlo. Sì, il Carlo Marx, per fargli una intervista su cosa ne pensava dei 10 milioni a Santoro a pie di lista.

Ho girato tutti li gironi, sì li gironi dell’Inferno, e non l’ho trovato. Dopo ero sicuro di trovarlo in qualche cornice del Purgatorio, niente da fare. Con grande meraviglia ho incontrato il Carlo in una delle tante stanze della portineria del Paradiso.
E come un inviato speciale mi avvicinai e cominciai a parlare.

Inviato – Siete qua, professore?
Marx – Siete? So uno solo, perché mi chiami siete?
Inviato – Per rispetto professore.
Marx – Ma no, qua danno del tu anche al Capo, stile Roma antica. Vedi de parla, dici nun dica.
Inviato – Come mai sei qua?
Marx – (sorride) Mi hai cercato all’infernaccio? Eh .. eh. Io penso che se so sbagliati (dice grattandosi la barba), ma qua dicheno l’errore nu ne possibile.
Inviato – Come mai st’accento vagamente romanesco.
Marx – E pe via che manno messo con un certo Gioacchino, un certo Belli, che me continua a parla in sto modo da cent’anni. Nun riesco manco più a dire più “grundisce , grundisse”. Ma lasciamo perdere , dimmi piuttosto, che voi da me?
Inviato – Scusa, te posso chiedere perché non t’anno messo con Engels.
Marx – No... l’amico mio sta ai piani superiori. Hanno detto che stava a pagare sempre da bere lui e che gli spettava. Ma dimmi tu, che mi pari ancora umano, che fai qua e che voi da me?
Inviato – Sono venuto per chiederti di Santoro.
Marx – A me de santi me veni a chiedere? A me che me stanno proprio sopra li co.... E nun me fa parlare male che qui intercettano tutto.
Inviato – Non è un santo, se chiama così di nome. Tu pensa che è uno che dice di essere di sinistra e che guadagna in un colpo 10 milioni di euro.
Marx – E che vol dì? Che è sto modo de parlà? Euro, milioni? Nun si capisce niente.
Inviato - So tanti, so proprio tanti. Tanti, tanti.
Marx - Famme capì, quanto vale un omo da voi. Uno omo de fatica. Uno di quelli che io chiamavo.... Famme pensà ... come li chiamavo?
Inviato – Proletari
Marx – Esatto. Uno di quelli. Quanto guadagna in un anno nel tuo paese?
Inviato – Uno di quelli guadagna al massimo in un anno 16.000 euro.
Marx – E allora è semplice, fai la divisione e capisci. Tu hai detto dieci milio de ste euro, li dividi per 16.000 e vedi quanto omini ha fottuto questo tizio.
Inviato – Ci provo ma non è facile. Fatela voi professò.
Marx – Ho passato la vita a scrive il Capitale e sono qua per riposare.
Inviato – Ci provo, professò. Mi viene, mi viene... circa 625 omini proletari.
Marx – Visto che sei bravo. Pertanto, 625 omini che questo tizio doveva pagare il doppio de 16.000 . Che fa trentadumila. Li ha pagati la meta, si è acchiappato il PLUSVALORE e di conseguenza in un colpo se fatto quei dieci milioni di cui parlavi. V’avevo detto tutto io. V’avevo detto tutto. Ce fosse stato qualcuno che studiava.
Inviato – Sì, solo che non è ...
Marx – Come solo che non è. Siete 625? Nun avete che da perde le vostre catene? Gle fate un culo così e tutto cambia. E nun me fa parla, e nun me fa parla che qui ci intercettano tutto.
Inviato – Ma non... ma non...
Marx – Ce risiamo. Vuoi dire la solita storia che non ce sono le condizioni storiche.
Inviato – Il fatto è che questo Santoro non è un padrone.
Marx – Non è un padrone! E che è?
Inviato – E’ un giornalista.
Marx – Un, un che.... un giornalista?
Inviato - Sì, un giornalista che stava sempre a parla male del padrone dei padroni. E gli hanno detto vedi de parla di qualche altro argomento, goditi sti dieci milioni, riposati un po’ che sei stressato.
Marx – (si gratta la barba e i capelli). Ma voi in pratica avete un padrone dei padroni cosi coglione che paga di tasca sua una simile cifra per un solo giornalista. Con quella cifra ne poteva comprare almeno cinquanta.
Inviato – Vedi, te spiego. Quel padrone dei padroni non paga con soldi suoi, ma con soldi nostri. Soldi che lui prende con un canone che fa pagare a tutti; lui stesso ci dice “ma non pagate, ma non pagate”; li sui nimici dicheno “pagate, pagate, che è brutta cosa non pagare” , e nui paghiamo. Poi lui co li suoi compari prende li sordi e li spenne per comprà giornalisti, cantanti e ballerine.
Marx – Non ciò capito niente. Non ci ho capito proprio niente.
Inviato – Te lo posso racconta natra volta.
Marx – No, no, per carità, mi viene il cerchio alla testa. Una cosa penso di averla capita: la masse dei coglioni sete voi.
Inviato – Ma non potresti tu professò, per lucidarci la memoria scrivere un’appendice al Capitale; quarche paginetta per ricominciare.
Marx – Sì, e poi chi la legge? Me pare che ci aveva ragione quer tipaccio che entrato in paradiso da la porta de servizio. Ci aveva un nome strano, Woutila e per semplicità se faceva chiamare Giovanni e pure Paolo. Me venne a trovà e mi disse cor vocione “nvedi che giù tu sei fori moda; quannu a lu dimonio l’oro non gli abbasta, semo noi che sciogliemo e legamo tutti quanti: proletari, ruffiani, ladroni e padroni” .
Inviato – Non parlava così da noi ma me pare di conoscerlo. E tu non gli hai detto niente?
Marx – Bhe, non sarò di moda da voi ma qua qualche autorità per anzianità ce l’ho , e, per rieducarlo, l’ho mannato a scopare per ducentanni il refertorio.

Dopo averlo salutato, me ne so rigirato sulla terra; ma non sarà possibile trovare a destra o a manca una rivista per pubblicare sta cazzo di intervista .

l’inviato speciale (f.z.)
Intervento dell'amico libomast
Caro ex Prof. che share avevi sul tuo posto di lavoro? da fetecchia e allora liquidazione di fine rapporto e pensione da fame –
Per le lobby, eliminare una trasmissione e/o un conduttore che fa un "uso criminoso della tv pubblica" perché fa sorgere dubbi e va controcorrente, a costo zero, perché pagano i contribuenti, non solo è un ottimo affare, ma apre le porte alla fui-tina di altri rompi co…… , per finire di espropriarci, indottrinarci, sfiancarci, ecc.
Riporto lo sfogo finale dell’ultimo post del blog -C A N E L I B E R O N L I N E
“Ci hanno trasformati in esseri indifferenti, cinici, ipocriti… ci hanno ammaestrati tutti a tale scopo…così non abbiamo un anima e un pensiero…ma siamo tutti figli di Grande Fratello difendendo solo il ns orticello...e basta!!!!!!!!!!! “.
Invece di quell’orticello dobbiamo cercare di salvarne i semi...se qualcuno viene a sradicarci tutto io ripianto e ripianto ancora…io non voglio sopravvivere…IO VOGLIO VIVERE!!!!.
Non mi stupisco per i 10 milioni di € - non mi stupisco per i 28 miliardi di €. - Mi stupisco di esserne venuto a conoscenza -.

La Tv pubblica, che ha fatto conoscere l’Italia agli Italiani, oggi, per le lobby, deve cambiare e deve avere il compito istituzionale di indirizzare gli Italioti a comportarsi come loro desiderano.
http://www.youtube.com/watch?v=uly9_8lHGjw&feature=player_embedded

Noto che stai cercando la carta stampata, hai nostalgia del tuo vecchio ciclostile
“ma non sarà possibile trovare a destra o a manca una rivista per pubblicare sta cazzo di intervista..”
Noto che l’immaterialità di internet non ti soddisfa – bellissima internet, ma…………. sai che i Brunetta di turno vogliono controllarla e strumentalizzarla eliminando anche nell’istituzioni pubbliche la carta stampata – sanno che l’informatizzazione non è ancora della massa principale degli italiani e in particolare degli anziani - e quindi ………………, non solo vecchi, ma ancora dipendenti per il loro analfabetismo, compriamo su ebay i vecchi ciclostile che funzionano anche con carta riciclata, riportiamo indietro i nostri orologi e ricominciamo a ricostruire.
Non dimenticare di rivedere questo vecchio video di Gaber
http://www.youtube.com/watch?v=emoFu3iejiQ&feature=related
Ciao a presto.
Liborio

6 commenti:

  1. Sarà per l'accento romanesco che me piace tanto (bella Roma nostra che sei stata un tempo), ma il tuo Carlo Marx uscito fuori dal felice connubio tra l'onirico e l'etilico mi ricorda tanto il grande Trilussa e la sua poesia. Viste dall'alto, ad una distanza paradisiaca, forse le cose sembrano più facili anche ad un uomo come Marx. Ed in fondo la logica del suo ragionamento non è errata: 625 non è un cattivo numero per cominciare la battaglia per la libertà. Ma cos'è poi 'sta libertà? Vogliamo davvero essere liberi ed avere giustizia? Dopo lo sbarco a Cuba i rivoluzionari rimasero in otto. Per diventare in seguito centinaia. Il probelma oggi è trovare il leader, affinchè la vaga consapevolezza di quello che succede diventi forza di combatterla.

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  2. forse il leader non basta, magari lo si trova e poi dopo anni si trasforma in un nuovo piccolo dittatore. Ci vuole una coscienza diffusa dei diritti dell'uomo, la parte più difficile. saluti francesco

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  3. ...ma esiste una rivoluzione veramente popolare? nata e cresciuta dal basso? anche quella francese nasce nei contesti borghesi e poi si estende al popolo. La guerriglia del Che, ideata e voluta da Fidel, è riuscita a smuovere ed innescare altre due rivoluzioni popolari, mentre i contadini imparavano a sparare (ed a leggere) nella boscaglia. Sono portata a pensare (magari ingenuamente ed ignorantemente) che il popolo, pur nella sua potenziale forza data dal numero, ha bisogno di qualcuno (e basta una sola persona per questo) per prendere coscienza della sua situazione e per cominciare a combatterla. L'idealismo romantico è infatti merce rara e pericolosa. Fidel non era un idealista romantico. Ernesto Guevara si. Infatti si è vista la finaccia. Se Guevara fosse ancora vivo probabilmente non approverebbe la Cuba di Fidel (se ne allontanò molto tempo prima) e forse è come dici tu, il leader si trasforma in un altro piccolo dittatore. Ma questo popolo allora non apprende mai nulla, si lascia semplicemente guidare dalla maggioranza o dal dispotismo, sopravvivendo nell'astio e nell'indifferenza. Che è poi quello che succede oggi, come scrive CANELIBERO. "Ci hanno trasformato". Nessuno può fare questo senza il nostro consenso. Il torpore in cui viviamo è causa nostra. Potremmo smetterla quando vogliamo. Ma ci manca coesione e consapevolezza. Una consapevolezza che, a quanto pare, non arriva mai dal basso.

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  4. Cara Giulia
    Quando Fidel Castro cominciò la sua rivoluzione c’era a Cuba la feroce dittatura di Batista, non c’era certo spazio per una opposizione democratica.
    Castro, molte cose buone per il suo popolo l’ha fatto, in termini sociali ed economici; ma non è stato un esempio di democrazia e la libertà di parola l’ha considerata un accessorio di poco conto. Penso che molti di coloro che sono stati vicini a Castro, durante il suo governo, non amassero tanto la libertà di espressione, non si diventa mai dittatori da soli.
    Di Guevara posso solo dire che ha continuato a seguire un sogno ed è rimasto nel cuore di tanti.
    In Italia, tutto sommato fino ad oggi, abbiamo una democrazia e l’esercizio di voto. In fin dei conti il popolo italiano ha quello che si merita, potrebbe votare in modo diverso. Ma addirittura è stanco di votare troppo, perfino quando ci sono dei referendum evita di votare per troppa fatica, si sposta giusto per qualche elezione politica importante e vota per il gaglioffo che meglio li rappresenta. Non parliamo poi di studiare, di pensare, di riflettere su cosa sta votando, di riflettere su questioni sociali di giustizia o di diritti non suoi.
    Berlusconi sta nella sua carica perché ce l’anno messo gli italiani, perché gli piace, alcuni dicono per il suo carisma. Gli italiani votarono in massa per Mussolini e per il suo carisma, poi il duce in capo a poco tempo gli tolse l’esercizio di voto per evitare che potessero cambiare idea. Credo che la nostra sconquassata democrazia vada difesa e migliorata.
    Diffido del capo carismatico perché spesso il popolo e i suoi seguaci delegano a lui ogni atto importante e la stessa capacità di pensare; già pensano poco in un democrazia figuriamoci in una dittatura. Il popolo e le masse sono entità astratte, hanno motivo di essere se si valorizza ogni singolo uomo di quel popolo e di quelle masse. La capacità di pensare con una qualche autonomia, la voglia di studiare, di capire, il coraggio di confrontarsi con le idee degli altri e la disponibilità anche a cambiarle se si scopre qualcosa di meglio o più giusto, sono gli strumenti più preziosi dell’umanità. Nessun capo carismatico (come nessuna setta) si deve sostituire ai singoli uomini, può essere solo faticosamente di esempio; può portare il suo livello di conoscenza e coscienza agli altri. Un processo lungo, che spesso si spezza e necessita ricominciare.
    saluti, francesco

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  5. ...ma infatti condivido quello che dici, ovvero l'incapacità del popolo di avere una coscienza sua. Perchè il voto in massa a Mussolini? L'Italia usciva sconfitta dalla guerra e aveva bisogno di credere e di aggrapparsi ad una "personalità carismatica". Mussolini è "capitato" in un momento fertile della politica e della società italiane. Il popolo, lontano dal rappresentare un'entità astratta (trovo che sia più astratto lo "Stato" inteso come insieme del popolo. Qui divago. Si dice che "lo stato siamo noi". Forse è il caso di dire "lo stato sono loro".) Il popolo (per me) non è astratto perchè rappresenta una forza che agisce, il problema è che lo fa ad intervalli di tempo molto lunghi e solo se pungolata da qualcuno. In genere questo "qualcuno" non è un gruppo di uomini, ma un uomo. Anche perchè in ciascun gruppo c'è un leader, circondato ovviamente dal suo codazzo. Io, onestamente, non ho fiducia nel "popolo", lo considero una forza troppo volubile e troppo accomodante. Il vero leader è colui che, come saggiamente scrivi, deve essere d'esempio. Penso a Ghandi. O ad un grande condottiero del passato, Alessandro Magno. O a Che Guevara. Ho più fiducia in un singolo uomo che non nella totalità degli uomini. Anche perchè...il popolo diventa qualcuno solo quando la coesione d'idee e d'intenti lo fa agire come fosse, appunto, un singolo uomo.

    P.S. La sensibilizzazione e l'autonomia di pensiero sono oggi accessibili a tutti. Non viviamo in dittatura, eppure abbiamo il cervello ottenebrato dalle scemenze che ci propinano dall'alto. Forse non siamo nella situazione della Cuba batistiana, ma non credo che oggi, nella nostra Italia, sia ancora possibile una opposizione democratica. Molti si lamentano, ma molti si accomodano meglio in poltrona ed approfittano della situazione per sistemarsi i propri affari. Io, da parte mia, ho smesso con la democrazia. Bisogna prendere una posizione chiara e precisa in un contesto in cui l'opposizione politica non solo è ridicola, ma priva di contenuto.

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  6. ...la democrazia è il potere di una maggioranza in un collettivo. Questa condizione non è di per sé ottimale perché può trasformasi in potere opprimente della stessa maggioranza e l’essere maggioranza non significa di per sé essere nel giusto. Non dico niente di nuovo perché lo stesso Aristotele criticò gli aspetti nefandi della democrazia (nel suo trattato – la politica). Per “una democrazia capace di rispettare l’uomo” e necessaria una condizione fondamentale: garantire (a mio avviso) la libertà di espressione di ogni singolo uomo e la possibilità che ogni uomo possa esercitare un lavoro per ottenere i mezzi necessari alla sua vita. Ho usato la dizione (a mio avviso) perché ci sono pensatori (filosofi o normalissimi frequentatori del bar) che pensano che possa bastare la libertà a digiuno o che possa bastare la sazietà senza libertà; i due elementi sono imprescindibili per far parte di una collettività sociale. Oltre alla condizione di base necessaria, si possono aggiungere altri due requisiti importanti: la garanzia di rappresentatività delle minoranze e la possibilità di alternarsi nella gestione del potere (di conseguenza le regole elettorali e le scadenze dei mandati non sono cosa secondaria) .
    Difficile in una società complessa, formata da milioni di uomini, esercitare forme di democrazia diretta; il ricorso alla democrazia delegata, ad eletti diventa uno strumento dettato dalla stessa complessità. I problema diventa una costante presenza vigile dei cittadini sull’operato degli amministratori eletti.
    Nel nostro paese come dici bene tu, “abbiamo il cervello ottenebrato dalle scemenze”, si ascoltano i messaggi televisivi, si evita di riflettere e studiare, si prendere in considerazione quello che ci può dire un amico o un parente o un vicino, spesso nemmeno li ascoltiamo. Le conseguenze sono nel voto come delega totale data a politici che intendono curare solo i loro interessi.
    Il ruolo di giornali, TV, media in genere, è essenziale per l’informazione e per creare stimoli verso la riflessione e lo studio. Una trasmissione come quella di Santoro è sicuramente necessaria, e lo apprezzo molto come giornalista. Santoro prenda pure quello che gli spetta dal suo contratto, ma l’essere di sinistra, se vuole essere di sinistra, impone quantomeno di dire con chiarezza che si tratta di privilegi di questo tipo di “democrazia”. Non dirlo genera il tuo disgusto per la “democrazia” e il mio disgusto per questo tipo di tipo di “democrazia”.
    L’opposizione come tu dici “è priva di contenuti”, questa è una considerazione essenziale. Direi che nel caso della sinistra (perché ha una sua storia) l’essere priva di contenuti è come rinunciare alla sua storia e vergognarsene. Ci si può vergognare dei gulag di Stalin, ma non delle lotte che hanno potato avanti i lavoratori. Il necessario senso dell’uguaglianza (sociale ed economica) da coniugare con il senso della libertà (di ogni singolo uomo); questo è il compito della sinistra che deve applicare in ogni suo discorso ed in ogni sua proposta di legge. Operando in questo modo troverà anche nuovi leader, ma quando il leader si presenterà, dobbiamo chiedergli che c.... vuoi fare.
    saluti francesco

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