sabato 19 febbraio 2011

Lettera ai fratelli tunisini

Cari fratelli,
ho sentito in diversi reportage televisivi che molti di voi parlano in italiano, forse per via di quella colonizzazione televisiva che arriva tramite l’etere fino alle vostre case. Quella televisione vi fa arrivare una immagine luccicante dell’Italia, tutta piena di lustrini, di programmi dove si regalano migliaia di euro rispondendo a una domanda imbecille; una Italia fatta di sorrisi e governata da un generoso miliardario un po’ stravagante; un’Italia ricca e piena di barche, di Suv, di doppie case. Sì è vero, questo tipo d’Italia esiste, ma è anche accompagnata da un’altra mezza Italia povera, disperata e crudele, dove è difficile trovare un lavoro regolare, dove sono disprezzati la fatica e lo studio. Prima di mettervi su un barcone, spendendo gli ultimi soldi per un viaggio a rischio della vostra vita, considerate che molto probabilmente verrete a cadere nella metà povera dell’Italia e vivrete nella nostalgia del vostro paese. Per anni sarete chiamati clandestini, che significa non esistenti; esisterete solo per qualche padrone che sa di potervi pagare meno di un lavoratore italiano. Qualcuno di voi dopo anni di sacrifici potrà diventare italiano e scoprirete che tanti italiani che lo erano per nascita si vergognano di esserlo. Solo uno di voi su mille diventerà ricco e dimenticherà il barcone che lo trasportò.
Provate a cambiare il vostro paese, forse avete in questo momento una grande occasione. Quando vi abbiamo visto nelle piazze anche noi abbiamo sperato insieme a voi che accadesse qualcosa di nuovo, che si potesse scoprire nel vostro paese la strada della libertà, della giustizia, dell’uguaglianza; quella strada che in Italia in questo momento è offuscata dai lustrini e dalla imbecillità.
19/02/11 francesco zaffuto
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immagine “barca di migranti” © Antonio Pilato; figure leggere stanno su una barca come anime trasportate, emergono in verde marino su un mare tetro blu notte - il pittore ha dedicato un’ampia produzione artistica sul tema visionabile su http://pilatoweb.altervista.org/home.htm

6 commenti:

  1. Mi auguro con tutto il cuore che leggano il tuo messaggio.
    Ciao Francesco!
    Lara

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  2. maaaaaaaaaa, tra l'Italia dei suv e triple case non so perchè ma preferisco quella dei porazzi!

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  3. Sono passata di corsa solo per un saluto. Buona domenica.
    Ho visto un'immagine inquietante. Tornerò.

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  4. Temo di aver fatto casino col commento che ho lasciato poco fa. Ti ripeto che sono di corsa e volevo solo salutarti, ma ho visto una foto, anzi mi sembra un quadro che mi ha molto colpito e tornerò con più calma. Ciao.

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  5. Bellissima l'edea, altrettanto la lettera, quest'immagine data dai media del bel paese illude le speranze di popoli che vivono nella speranza di mangiare quotidianamente.
    Complimenti vivissimi, mi sono commosso cogliendo la nota di sofferenza. Saluti

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  6. La lettera è bellissima, ma, vorrei tanto che questa gente quando scrive ai loro cari, raccontasse realmente qual è la vita di un clandestino; Vorrei tanto che scrivessero che qui i soldi non si trovano per terra e che devono faticare da mattina a sera per vivere peggio di quell’altra metà di italiani che arranca per andare avanti, che spesso non hanno un pasto caldo e neanche un letto per dormire; Forse questo li farebbe desistere.
    Essi dovrebbero capire che il tesoro c’è l’anni in casa e che devono solo saperlo raccogliere.
    Forse , dagli ultimi avvenimenti di insurrezione popolare, credo abbiano capito che il primo tesoro da raccogliere è la “ LIBERTA’”. Che Dio aiuti questa gente nella lotta ed illumini i loro governanti a capire che il tempo della dittatura è ormai FINITO.

    Giovanni

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