giovedì 3 gennaio 2013

Ospedale San Giovanni Bianco a rischio chiusura reparto ostetricia


Ricordo bene che nella conferenza di fine anno Monti parlò della necessità “di dare agli italiani nuova fiducia perché scelgano di tornare a fare bambini”.  Ma osservando le notizie di oggi viene il dubbio che sia Monti che Formigoni forse pensano che i bambini possano nascere sotto i cavoli.
 Tra gli effetti delle  misure finanziarie del Governo Monti  sulla sanità,  collegate alle stesse scelte della Regione Lombardia,  c’è la possibile chiusura di diversi reparti ospedalieri di ostetricia. Le nuove regole prevedono che per restare in funzione debbono avere una quota annuale di 500 parti.  A cadere sotto la mannaia della nuova disposizione può essere perfino il reparto ostetricia di San Giovanni Bianco che serve tutti i piccoli paesini della Valle Brembana e che presenta un quantitativo di parti che non supera i 200 l’anno.
 La chiusura di questo reparto metterebbe a grave rischio le partorienti di quella valle; se già da un paesino come Branzi per arrivare all’Ospedale di San Giovanni Bianco ci vuole quasi mezzora, la scomparsa del reparto di ostetricia presso San Giovanni Bianco comporterà di dovere arrivare a Bergamo e nei fatti potrà significare più di un’ora di spostamento. Un’ora di spostamento può significare partorire per strada, ma se ci sono complicazioni può significare anche la morte per la madre o per il nascituro.
 Spero che il nuovo Governatore della Regione Lombardia e il nuovo Presidente del Consiglio si accorgano dell’assurdità e pongano subito rimedio.
03/01/13 francesco zaffuto
Immagine – Veduta di San Giovanni Bianco – in un mio vecchio acquerello del 1992

3 commenti:

  1. Credo che la crisi sia veramente arrivata ed è insopportabile.
    Tomaso

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  2. Qui da me hanno chiuso del tutto un ospedale, trasferendo pronto soccorso, ginecologia e ostetricia, pediatria e neonatologia, medicina, chirurgia a ottanta chilometri dalla zona. Qui hanno lasciato un posto di primo intervento, che è soltanto un freno a cure immediate, non avendo la copertura per il post pronto soccorso; dopo una rapida visita i pazienti traumatizzati vengono ricaricati su un'ambulanza (quando questa, una sola, è disponibile) e avviati a questo spoke, su una statale già malandata di suo che d'estate, correndo lungo la costa, deve attraversare paesi che ospitano migliaia di turisti, con l'intasamento ben noto dei paesi di mare.
    La sanità, come il lavoro, hanno la priorità su tutto, dicono (e diranno a gran voce in campagna elettorale), senza specificare che hanno (e avranno) la priorità nelle operazioni di taglio.
    Visto che parli di ginecologia, tagli cesarei senza cautela alcuna.
    Ciao.

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  3. Sapessi già adesso, o da anni, i tempi di percorrenza per casi analoghi in provincia di Imperia!

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