domenica 12 giugno 2011

Il paradosso del quorum




Con il quorum nei referendum si determina un paradosso: non esiste il non fare, in pratica chi intende astenersi determina nei fatti un fare.
All’atto della legittima astensione di un cittadino viene attribuita una volontà sostanziale, la sua libertà di astenersi nei fatti è totalmente vanificata.
A parte i quesiti che oggi sono in votazione e ragionando in astratto; un referendum potrebbe porre al cittadino un quesito su cui il cittadino si può trovare nelle condizioni di: non conoscere l’argomento, ritenere l’argomento poco influente per la sua vita di cittadino, avere forte indecisione sull’argomento e preferire che siano altri meglio informati a decidere. In mancanza di un quorum, per la sua astensione, verrebbero a decidere i cittadini che si intendono informati e vogliono manifestare una volontà di fare in direzione di un Sì o di un No. Con la presenza del quorum il suo non fare nei fatti è un fare, le non idee diventano idee, la indecisione e il dubbio diventa decisione, la sua libera volontà di astenersi diventa appoggio a una delle parti in contesa.
Un referendum per essere valido dovrebbe garantire la libera partecipazione al voto e un’ampia libera informazione; il suo risultato dovrebbe avere valore indipendentemente da un quorum.
12/06/11 francesco zaffuto


immagine - un urna elettorale

8 commenti:

  1. Sono in perfetto accordo.
    C'è una discussione appena iniziata sul blog di Antonio - Cose che non dimentico -
    Astenersi dal voto è sicuramente un diritto, ma in casi come questo o in altri simili, la non scelta, diventa necessariamente una scelta.
    E a favore di chi? Forse almeno questo dovremmo chiedercelo, quando pensiamo che astenersi sia un diritto.
    Ciao Francesco,
    Lara

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  2. a Lara,
    passo anche dall'altro blog, grazie, ciao

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  3. Francesco, sollevi argomenti che meritano attenzione ma come dico nel mio post i paradossi che si aprirebbero con l'assenza di un quorum sarebbero ancora più gravi di quelli che dici tu. Tutto ruota intorno a quella irrinunciabile informazione che ancche tu metti al centro del tuo discorso, a mio avviso la politica deve essere inchiodata, ripeto inchiodata, al dovere di formare e informare dal quale a deliberatamente abdicato. Non avere un quorum significa che sono sufficienti pochi cittadini informati per decidere.

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  4. ad Antonio
    Concordo sul fatto che l'ampia informazione è necessaria e che sia un dovere per il politico dare ampia, ma c'è anche un aspetto bilaterale, il cittadino ha il dovere di informarsi e spesso non lo fa per pigrizia o per poca attenzione all'argomento o per abitudine alla delega. Il fatto che in un referendum con una bassa persentuale di affluenza si possa determinare il destino di una norma non lo trovo deleterio, piuttosto penso sia deleteria una partecipazione forzata o l'attuale ruolo attivo dell'astensione che si viene a sommare con il ruolo attivo di chi ha fomentato l'astensione. La mancanza del quorum metterebbe tutte le forze politiche dinanzi alla responsabilità di spingere verso una partecipazione attiva. A queste considerazioni ci sono arrivato con fatica, penso che valga la pena rifletterci e ragionare ancora.
    ciao

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  5. Sono d'accordo asolutamente con il tuo ragionamento.

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  6. Prima di disquisire filosoficamente sui referendum, bisogna riflettere sulle modalità con cui ogni legge viene pubblicata in Italia.
    Un non addetto ai lavori per informarsi su una semplice legge si ritrova davanti una selva di rimandi ad articoli e commi di almeno altre 10 leggi, sigle incomprensibili ecc. . Si è visto quanto cavolate ha commesso il Ministro delle semplificazioni, coadiuvato sicuramente da addetti ai lavori. Quindi conviene un “fai da te” per essere informati?
    Nel caso odierno siamo di fronte a referendum abrogativi: per abrogare leggi esistenti, rimuo-vendole dall'ordinamento. Per cui per dire Si / No bisogna saper di legge, economia, scienza in generale e altre diavolerie, quindi molti preferiscono non esprimersi. La colpa è solo di chi è al potere che non ha permesso una giusta informazione? Mi sorgono dei dubbi.
    I promotori dei referendum e i loro comunicatori, nelle trasmissioni Tv/Radio che ho seguito, mi sono sembrati molto poco informati e/o disinformati. In ogni caso poco convincenti e/o dubbiosi. Le grandi manifestazioni canore con schieramento hanno fatto sicuramente molto rumore, ma scarsa informazione.
    Scusandomi della mia irruenza, un saluto a Cicco ed ad Antonio.

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  7. Caro Liborio,
    sono convinto che anche in sede parlamentare molti onorevoli quando votano per una legge sanno ben poco di quello che stanno votando e si limitano alle indicazioni di schieramento. Comunque sono d'accordo con te, le leggi nel nostro paese sono un rebus, prevedono sempre un collegamento con una miriade di altre norme, il legislatore non riscrive leggi complessive e fa agganci su agganci che suscitano anche conflitti di interpretazione. Comunque la questione del quorum rimane come aspetto determinante dello stesso istituto.

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  8. Ma a livello più generale diventa una sottigliezza non compresa, purtroppo!

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