sabato 29 novembre 2014

L’EUROPEO CAMERUN

L’europeo Camerun, che da poco si è rincuorato dalla possibile scissione della Scozia,  dice che gli immigrati in Gran Bretagna sono troppi; e quando dice questo ci mette dentro anche gli immigrati europei e i circa 550 mila giovani italiani che hanno scelto il suo paese per migliorare il loro destino.  Camerun pensa  all’introduzione di misure che permettano di non garantire il welfare ai cittadini di altri paesi europei per i primi 4 anni di residenza e di rimpatriare chi è disoccupato da oltre sei mesi.
Dimentica l’europeo Camerun che tanti immigrati,  europei e non,  hanno scelto il suo paese “obtorto collo” per imparare l’inglese,  e che tanti portano anche quattrini al suo paese.  Essere europei quando conviene e non esserlo quando non conviene è lo sport più praticato dai politici europei (italiani compresi).
 Riguardo al welfare, come italiani, non abbiamo niente da insegnare a Camerun, visto che ancora non lo abbiamo ipotizzato neanche per gli italiani; il nostro presidente Renzi ci sta provando, ma intanto l’unica cosa sicura e che si chiamerà con due parole inglesi Jobs Act.
 Riguardo al trovare lavoro c’è da dire che né  Camerun e né Renzi ipotizzano un collocamento ordinato con qualche regola data alle aziende.
 Qualche regola sul collocamento darebbe ai cittadini del proprio paese qualche garanzia nel trovare lavoro e farebbe diminuire quella tensione che si sta cominciando a creare tra lavoratori immigrati e disoccupati del paese ospitante.
29/11/2014 francesco zaffuto

Immagine – il gallo di Trafalgar Square

mercoledì 26 novembre 2014

Il quadro del Jobs Act

Malevic: bianco su sfondo bianco

Il Jobs Act è stato approvato dalla Camera,  tornerà al Senato per il via libera definitivo e subito dopo inizierà la stesura dei decreti attuativi che daranno la forma finale al provvedimento. In pratica è stata predisposta una cornice, è stato predisposto uno sfondo, è stato predisposto un foglio bianco con delle misure, poi il Governo dovrà scrivere i decreti attuativi dentro tali limiti.
 Provo ad entrare nei diversi aspetti di questo quadro, mi sono permesso di aggiungere qualche nota in viola.
 Cambiano cassa integrazione e ammortizzatori sociali.
Ci saranno modifiche a costo zero perché gli ammortizzatori sociali saranno finanziati dalla progressiva scomparsa della cassa integrazione in deroga.  Il nuovo sussidio di disoccupazione, che si chiamerà Naspi, dovrebbe coprire tutti coloro che perdono il lavoro, compresi i circa 400mila collaboratori a progetto che oggi non hanno alcun sostegno. Il sussidio pare che spetterà  a tutti coloro che perdono il posto e hanno lavorato almeno tre mesi. I dettagli saranno elencati dai decreti attuativi, ma pare che nelle intenzioni del governo la Naspi durerà la metà dei mesi lavorati negli ultimi 4 anni per un massimo di due anni e al massimo sei mesi, invece per i lavoratori atipici. Se ciò non basta per ritrovare trovare lavoro: l'idea è quella di aggiungere un assegno di disoccupazione a tutela di chi esaurisce la Naspi: un sussidio che dovrebbe essere garantito solo a chi si trova in condizioni di effettivo bisogno sulla base dell'Isee.
Siamo di fronte a un sussidio di disoccupazione ben limitato, che non si può considerare universale, e con una fonte di finanziamento limitata. Certo le risorse che erano disponibili per l’operazione 80 euro non ci sono più, e il Governo per la megariforma chiamata Jobs Act va a grattare il fondo del barile della cassa integrazione.
Agenzia unica e garanzia giovani.
 Agenzia unica federale che dovrà servire a sviluppare la "Garanzia per i Giovani" chiesta dalla Ue che ha invitato tutti gli Stati membri ad assicurare ai giovani con meno di 25 anni un'offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato, tirocinio o altra misura di formazione, entro 4 mesi dall'uscita dal sistema di istruzione.
Attenderemo i decreti attuativi ma fino ad ora Garanzia Giovani è servita a ben poco e le nuove premesse son sono di ampie vedute.   C’è da considerare che con questi anni di crisi i giovani sono invecchiati è hanno superato i trenta anni anche senza aver iniziato un lavoro. Sono necessarie liste di collocamento pubbliche legate a un qualche obbligo di assunzione dato alle aziende almeno per il 50%, e lavori socialmente utili promossi da Stato ed Enti locali per i disoccupati in sussidio di disoccupazione.
Contratto unico di lavoro a tutele crescenti e articolo 18.
Riduzione della giungla dei contratti di lavoro, oggi ne esistono circa 40, e introduzione di un  contratto unico a tempo indeterminato e a tutele crescenti. Come cresceranno tali tutele lo vedremo nei decreti attuativi, attualmente possiamo vedere quali saranno le possibili modifiche all’art. 18. Il lavoratore sarà incoraggiato a non fare ricorso al giudice con  "buonuscite" più ricche. Se ricorre potrà avere un reintegro in caso di licenziamento discriminatorio o in caso di licenziamento disciplinare, se la misura disciplinare non risulta adeguata ai fatti accaduti. Se il licenziamento avviene per motivi economici dell’azienda, non ci sarà reintegro ma solo un indennizzo più o meno cospicuo a seconda degli anni di lavoro.
Anche in questo caso occorrerà attendere i decreti attuativi, ma già si possono prevedere gli effetti. Quale azienda ha mai esplicitato i motivi discriminatori? In futuro per ogni licenziamento si cercheranno giustificati motivi economici. Se i motivi economici sono difficoltà economiche dell’azienda sono comprensibili, ma se i motivi economici sono una qualsiasi ristrutturazione aziendale siamo solo alla ricerca di un maggior profitto o a un camuffato motivo discriminatorio.  Se il giudice non può reintegrare per fasulli motivi economici in effetti si introduce un libero licenziamento.
Controllo a distanza.
Riordino del controllo a distanza "sugli impianti e sugli strumenti di lavoro".
Tema che può entrare in contrasto con la tutela della privacy: può essere utile se trattasi  se trattasi di mappatura degli strumenti aziendali e per intervenire nelle difficoltà  della posizione del dipendente; può essere una forma di violazione della privacy   se diventa una telecamera sulla testa del lavoratore e lo sorveglia ovunque vada. Anche qui i dettagli verranno disciplinati dai decreti attuativi e occorre fidarsi del Governo. 
Maternità e ostacolo alle dimissioni in bianco  
La delega prevede l'introduzione universale dell'indennità di maternità e il diritto per le lavoratrici madri parasubordinate all'assistenza anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro. Per contrastare la pratica delle cosiddette "dimissioni in bianco" sono previste "modalità semplificate per garantire data certa nonché l'autenticità della volontà del lavoratore in relazione alle dimissioni o alla risoluzione consensuale del rapporto di lavoro"
Finalmente e raramente qualcosa di buono
Ferie solidali.
Viene data, infine, ai lavoratori la possibilità di cedere parte delle loro ferie annuali retribuite a colleghi con figli minori malati gravi.
Un po’ come dire: noi non vi diamo un gran che ma  se volte essere solidali tra di voi ve lo permettiamo. Grazie!
Ora dobbiamo attendere i decreti attuativi. Informazioni e commenti non sono certo esaustivi, ma era necessario un primo esame veloce.
26/11/2014 francesco zaffuto

lunedì 24 novembre 2014

GRILLO E L’ASTENSIONE

I tre Big: Renzi ha già detto che ha vinto e che l’astensionismo è un fatto secondario, Berlusconi sta tardando a parlare, Grillo dal suo blog ci fa sapere
“Un dato per tutti: l'astensionismo non ha colpito il M5S
Poi passa a confrontare i voti ottenuti nelle due elezioni regionali in Emilia Romagna
regionali 2010       6% 126.619 voti
regionali 2014    13,26% 159.456 voti
L’arguto  politico non intende confondere le elezioni regionali con quelle politiche e di conseguenza sentenzia che i suoi voti sono aumentati.
Potrebbe dire che trattasi di aumento anche per i risultati in Calabria dove passa da uno  0 per la lista non presentata a un 5,39% con 14.485 voti.
Ma ci sono state altre elezioni, quelle recenti europee di maggio e quelle politiche del vicino 2013, con ben altra musica.
Ebbene nelle politiche del 2013 i voti in Emilia Romagna erano per il Movimento 5 stelle alla Camera il 24,65% ben 658.475 voti
alle elezioni europee di maggio 2014 erano il 19,23% ben 443.936 voti
In Calabria nelle politiche del 2013  erano il 24,86% ben 232.811 voti
nelle europee del maggio 2014 erano il 21,50% ben 160.828 voti.
Le persone che sono andate a votare in quei due appuntamenti elettorali (politiche 2013 ed europee 2014)  erano persone abitanti dell’Emilia Romagna e della Calabria, non erano altre persone e potevano benissimo votare per le regionali per il movimento 5 stelle, hanno preferito non farlo.
 Quelle persone, se si confrontano i dati con i migliori risultati del 2013 sono:
658.475 (persone emiliane e romagnole)
232.811(persone calabresi)
891.286 (totale persone che nel 2013 votarono M5S)
Gli attuali votanti sono 159.456 + 14.485 = per un totale di 173.941
Quindi 891.286 - 173.941= Il risultato è di meno 717.345 Persone.
Non mi piace di fare il censore del Movimento 5 Stelle, è stato un movimento sul quale in tanti abbiamo riposto speranze. Il risultato del 2013 era straordinario, ma quando si vince e si preferisce rinviare le responsabilità  politiche derivanti dalla vittoria si paga un prezzo. La realtà, dopo le elezioni del 2013,  imponeva un patto per un governo di sinistra con l’appoggio di 5stelle, un patto magari per fare solo una cosa: il reddito minimo per chi è disoccupato. A quella necessità storica non si è voluto rispondere, si è determinato l’isolamento del Movimento 5 stelle, l’operazione di ripescaggio di Berlusconi, il governo Letta, l’elezione di Napolitano e poi la successiva ascesa di Renzi. Oggi è miserrimo dire che l’astensionismo non ci tocca, ne sanno qualcosa quei lavoratori disoccupati che hanno scelto di non votare e ne sanno qualcosa anche quelli che hanno scelto di votare nonostante tutto.
24/11/14  francesco zaffuto

Immagine – struzzo con testa dentro la sabbia

Rottamata l’Emilia Romagna

La regione che si caratterizzava per la partecipazione democratica registra questi dati: votanti 37,7%; astenuti 62,3%. Chi vince, sul piano della legittimità, con il 48% dei voti in realtà, sul piano dei conti della democrazia, rappresenta solo il 18,09%       degli aventi diritto al voto.
La caduta della soglia dei votanti del 50% mette in crisi il concetto di maggioranza democratica;  la maggioranza non si esprime e la minoranza governa per effetto della forza della legge. Si potrà dire che questo già accade in tante democrazie occidentali, ma è la prima volta che accade in Italia in modo così lampante.
Nel limitato scenario dei votanti si legge: una vittoria del PD renziano, una elevata affermazione della Lega di Salvini, un tracollo di Forza Italia, un forte ridimensionamento del movimento a 5 stelle.
Nell’ampio scenario dei non votanti è difficile leggere, si possono fare solo degli interrogativi:
si ripeterà una forte astensione quando ci saranno l’elezioni politiche?
una rinnovata partecipazione al voto potrà determinare scenari politici completamente diversi?
ci sarà un definitivo tracollo dell’esercizio di voto come partecipazione alla politica?
A questi tre interrogativi non si riesce a dare una risposta, è probabile che limitatamente potranno verificarsi tutti e tre gli aspetti.
In un sistema politico dove chi ottiene i voti è legittimato a prescindere dalla percentuale dei votanti, e dove si ipotizza un premio maggioranza, l’astensione paradossalmente rafforza tecnicamente il gruppo vincente e indebolisce gli oppositori.
Il vincente, cinicamente o anche non cinicamente, può tirarsi i suoi calcoli e da quei calcoli sentirsi confortato:  in fin dei conti ho vinto, prendo il potere, “il potere logora chi non ce l’ha”.

24/11/2014 francesco zaffuto

Elezioni regionali, alle urne è rimasto ben poco


EMILIA ROMAGNA l'affluenza alle urne è crollata come mai si era visto. Soprattutto in Emilia Romagna il dato è clamoroso 37,7% contro il 68,1 delle elezioni precedenti. Trenta punti percentuali in meno. 
CALABRIA  solo un po’ meno male,  ma solo perché si partiva da un dato più basso: hanno votato il 43,8% degli aventi diritto, contro il 59 del 2010. Il calo è poco più del 15%.
ore 00,34 Buona notte alla politica


Immagine – teschio 1 a – fotocomposizione di Liborio Mastrosimone

domenica 23 novembre 2014

ETERNIT e i tempi dell’innocenza


E’ difficile …  da qualche giorno che provo a capirci qualcosa su quella sentenza … non so voi … provo un riepilogo …
La Cassazione annulla in modo definitivo la sentenza Eternit e dice che il reato era prescritto già al tempo della sentenza di primo grado; un po’ come dire che i giudici del primo grado e quelli del secondo grado non sanno contare.
 Non si tratta di un calcolo matematico: i giudici della Cassazione contano la prescrizione dal momento che Eternit ha cessato di inquinare l’aria; i giudici di primo e secondo grado contano dal momento in cui sono ci sono stati i morti.
 E’ evidente che gli effetti cancerogeni per dipendenti e popolazione sono stati in continuazione e a seguito di un inquinamento prodotto, ma per la Cassazione resta la data della chiusura della fabbrica.
  Anche i giudici della Cassazione potevano contare come gli altri giudici ma non l’hanno fatto; è evidente che la legge sulla prescrizione e le norme sul disastro doloso permettono più ipotesi interpretative; e alla fine, nel caso specifico,  è l’interpretazione dei giudici di Cassazione che prevale, giusta o sbagliata che sia.
Riguardo al fatto che si possa fare un nuovo processo già la difesa del magnate di Eternit richiama il principio giuridico ne bis in idem  “Non si può essere processati due volte per lo stesso fatto”.
 Riguardo alle reazioni dei politici, siamo al pianto del coccodrillo; si promette una prossima riforma della prescrizione; ammesso che questa riforma venga fatta, varrà per il futuro, per altri fatti, ma non potrà dare giustizia alle vittime di Eternit.
 E’ un pasticciaccio brutto, uno dei più brutti della giustizia nel nostro paese.
 A parte gli anni di galera (per magnati Eternit vivi e già morti), non c’è il riconoscimento dei danni per le vittime,  i costi sostenuti dall’INAIL e quelli per il risanamento ambientale ricadono sullo Stato,  li pagheremo silenziosamente tutti noi con le tasse.  
23/11/14 francesco zaffuto


martedì 18 novembre 2014

IL VASO CINESE

 Le  informazione sul sistema sociale cinese sono abbastanza rare e spesso circolano molti luoghi comuni. Mi è stato segnalato il video di una conferenza tenuta in Scozia tenuta da Eric X. Li, uno studioso cinese che descrive il sistema produttivo cinese. Anche se risale al giugno 2013, è utile ascoltare questa conferenza per avere qualche informazione sulla selezione della classe dirigente cinese.
In merito al contenuto della conferenza aggiungo alcune mie osservazioni.
 E’ sicuramente positivo che il popolo cinese, il più numeroso del mondo, si sia avviato verso il benessere economico; se la Cina fosse nelle condizioni dell’Africa il mondo avrebbe ancora più problemi.    L’idea che il sistema democratico occidentale sia la perfezione a cui tutti debbono tendere è un’idea aberrante.  La società umana si può organizzare  in forme diverse, nel piccolo e nel grande (intendo per piccolo le unità come i Comuni e per grande le unità statali). 
  L’esercizio del voto come metodo per selezionare la classe dirigente spesso fa si che al governo di una nazione vadano  parolai e mezzi busti, che sanno promettere e che parlano alla pancia e agli istinti più bassi. E’ un paradosso che per curasi la salute si cerca il miglior medico e invece si è pronti a dare il corpo sociale malato a qualsiasi leader di partito.  Il modello cinese con l’intervento delle Università e con la carriera di merito per i politici somiglia  per alcuni aspetti alla Repubblica di Platone. Allora nessuno scandalo se la Cina vuole organizzarsi in un forma statuale che esclude il partitismo. Lo stesso voto penso che faccia capo ai diritti sociali dell’uomo e non ai diritti naturali dell’uomo; ma la libertà di pensiero, connessa alla libertà di divulgazione del pensiero,  fa parte dei diritti naturali dell’uomo e va salvaguardata. Su questo punto era necessaria una domanda più precisa nella conferenza,  il giornalista nel video si è solo limitato a una domanda sull’opposizione politica e il conferenziere nella sua risposta ha voluto puntualizzare sulla differente cultura cinese come se fosse tutta caratterizzata per la concordia e l’assenso. Ammesso anche che tale carattere di concordia e assenso esistano non si può proibire  la divulgazione del pensiero;  di casi di persecuzione di pensatori in Cina ce ne sono alcuni che hanno sfondato il muro del  silenzio.
Auguri alla Cina per il suo progresso economico degli uomini, ma occorre qualche passo verso l’uomo, il singolo piccolo uomo con la sua libertà.
francesco zaffuto

lunedì 17 novembre 2014

a Peter Kassig

Questo mandorlo in fiore è dedicato a Peter Kassig, 26 anni, aveva abbandonato la guerra, desiderava la pace e lavorava per la pace.
 I genitori di Kassig, Ed e Paula, hanno chiesto rispetto ed esortato la stampa a non fare "il gioco dei rapitori" pubblicando le foto e i video diffusi dai jihadisti: la famiglia Kassig vuole che Peter sia ricordato solo per "l'importante lavoro svolto" e per "l'amore che ha dato ad amici e parenti".

sabato 15 novembre 2014

INSEGNANTI A FIRENZE il 23 novembre

A Firenze, che non è solo la città di Renzi, ma una delle capitali della Cultura italiana, ci sarà il 23 Novembre una manifestazione dei docenti italiani indetta dalla GILDA degli insegnanti.
"Caro Renzi e cara Giannini, la buona scuola la stiamo già facendo noi!"

"Ai continui attacchi che questo Governo sferra contro i docenti - dichiara Rino Di Meglio segretario della GILDA - bisogna rispondere con tono forte e deciso. Nel piano Renzi-Giannini ci sono aspetti che riteniamo devastanti per la scuola pubblica italiana, primi fra tutti l´assunzione diretta degli insegnanti da parte dei dirigenti scolastici, la carriera basta su mansioni burocratiche e il disconoscimento dell´anzianità di servizio. La scuola pubblica statale non può essere gestita come un´azienda privata".
Per ulteriori informazioni


venerdì 14 novembre 2014

NUOVE CANTINE BUNKER

Ci sono italiani che pensano di salvarsi in un bunker, non solo i grandi ricchi, ma anche piccoli imprenditori e commercianti che comprano ripari blindati, dichiarati come 'cantine' nei piani regolatori,  vedi ultime su …

Uomini e topi

Morirò
“trafitto da un raggio di sole”
ai primi timidi bagliori dell’alba
moriremo guardando il cielo
disintegrati nell’azzurro
Pochi altri vivranno
chiusi come topi nei cunicoli dei loro bunker
contando i giorni
masticando scatolette di vecchie carni
tenendo stretto il gruzzolo d’oro
salvato all’ultimo momento
nascosto tra l’ispida pelle di ratto


francesco zaffuto giugno 1986
dalla raccolta 
Altra età


giovedì 13 novembre 2014

ITALICUM SU MISURA


Stanno per mettere di nuovo mano a quell’abito su misura chiamato Italicum, approvato alla Camera e che avevamo descritto nel post
 Certo una modifica di quella “schifezza” del primo Italicum è necessaria, ma i rimedi sono ricercati sempre con la logica  di cucire un abito su misura per Renzi e Berlusconi.  Con due conti alla mano Renzi vuole introdurre il premio alla lista di partito al posto del premio alla coalizione, vuole trovare un modo per garantire la presenza in Parlamento del suo alleato Alfano; e vuole accontentare quelli che chiedono le preferenze con qualche ridotta possibilità di esprimerla, ma lasciando prevalente la scelta operata dalle segreterie dei partiti.
La legge elettorale che dovrebbe essere lo strumento per assicurare rappresentatività e governabilità è oggetto di contrattazioni e di misurazioni di convenienza.


Immagine – due giacche in sartoria da internet

sabato 8 novembre 2014

Ma dov’è il Lussemburgo?


Quando si parla di evasori fiscali italiani che prendono la strada per la Svizzera, possiamo pure lamentarci,  ma una logica ci sta: la Svizzera non fa parte della Unione Europea.
 Se gli evasori fiscali prendono la strada per il Lussemburgo di che cosa ci dobbiamo lamentare? Il Lussemburgo è uno degli stati che hanno fondato l’Unione Europea. Quell’Unione Europea  pronta a sgridare uno Stato, per infrazione alla libera concorrenza,  se dà un aiuto ad un’azienda per evitare di lasciare sul lastrico gli operai, tollera un paradiso fiscale al suo interno.   Ed è tutto perfetto perché,  in base alle lacunose norme, non v’é traccia di alcun reato.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/11/06/luxleaks-fa-tremare-juncker-elusione-fiscale-in-lussemburgo-per-340-multinazionali/1197107/

mercoledì 5 novembre 2014

Renzi molto er più di Obama

Mentre Obama (presidente eletto e vittorioso) con le ultime elezioni perde il Senato e troverà difficoltà notevoli per portare avanti la sua politica di riforme…
Renzi (presidente mai eletto) con il metodo del voto di fiducia imprigiona il Parlamento e lo costringe a votare le sue riforme senza apportare la ben minima modifica …
Ho denunciato il pericolo per democrazia con il post …
Non posso che riconfermare il pericolo,
la democrazia si esercita sulla base della divisione dei tre poteri: esecutivo, legislativo, giudiziario, così come ci hanno insegnato gli illuministi, altre scorciatoie portano a forme di assolutismo.  Anche l’assolutismo illuminato comporta i suoi danni.
05/11/2014 francesco zaffuto

Immagine – profilo di Montesquieu

martedì 4 novembre 2014

Operatori del mondo lavoro

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Operatori del mondo lavoro
“C'è l'idea di fare del mondo del lavoro il luogo dello scontro. L'idea di mettere gli uni contro gli altri gli operatori del mondo del lavoro. È una delle idee - aggiunge - che ha bloccato l'Italia in questi anni. Dividendo magari l'Italia del lavoro e quella dei padroni. Io sono qui a dire che non c'è una doppia Italia. C'è un'Italia una e indivisibile.
Sono frasi pronunciate a Brescia, nella giornata del 3 novembre 2014,  da Matteo Renzi  Presidente del Consiglio e Segretario del più grande partito della sinistra.
Se quello che viene prodotto non viene venduto operaio e imprenditore si possono trovare nella stessa barca e arrivare ambedue alla disperazione.
Si può negare che un imprenditore sia anche un lavoratore? Certo che no, ma c’è una piccola differenza: l’operaio lavora per il salario e l’imprenditore lavora per il profitto. Se il salario cresce il profitto può anche diminuire.
 Non c’è più il padrone?  Diciamo che esistono più figure:
abbiamo ancora qualche imprenditore che è il padrone in toto di una fabbrica;
abbiamo manager (amministratori delegati e quadri di alto livello) che guadagnano più dei padroni e comandano più dei padroni;
abbiamo azionisti che controllano attraverso i pacchetti azionari tante società e riescono a nominare gli amministratori che vogliono,  e abbiamo tantissimi piccoli azionisti che pensano di essere padroni e che si possono ritrovare con azioni che valgono meno di un pugno di mosche;
abbiamo finanziatori (spesso banche) che possono togliere il finanziamento da un momento all’altro e lasciare le aziende in grave difficoltà;
abbiamo finanzieri che trasferiscono ricchezze ogni giorno in base ad uno scostamento di borsa determinando disastri, e abbiamo anche quelli che si trasferiscono  in paradisi fiscali;
abbiamo anche usurai collusi con la mafia;
abbiamo imprenditori che pagano le tasse e i contributi e imprenditori che evadono,  tra gli evasori stessi abbiamo quelli che evadono per sopravvivere e quelli che evadono per aumentare le proprie ricchezze.
Tra gli operai è più semplice: ci sono quelli che guadagnano un po’ di più e quelli che guadagnano poco ma trattasi sempre di salario. Ma la distinzione più grossa è tra quelli che il lavoro ce l’hanno e quelli che non ce l’hanno. Tra quelli che possono percepire un minimo di cassa integrazione e quelli che non percepiscono nulla. Poi ci sono quelli che non sono mai riusciti a trovare un lavoro, quelli che sono disoccupati da giorni e quelli che lo sono da anni, e infine ci sono quelli che se ne sono andati.
La situazione nel mondo del lavoro è complessa, le differenze esistono, gli appelli retorici  non portano da nessuna parte, e non è fondando una nuova ideologia panpatriottica  che si può uscire da questa crisi.
 Si può concordare Presidente con la sua idea di modificare l’IRAP togliendo il peso del costo del lavoro, è una buona scelta; ma Lei si è giocato diversi miliardi per l’operazione 80 euro ed è pronto a giocarsi altri miliardi con il bonus bebè (operazioni elettorali), in pratica ha speso tutti i soldi che potevano servire per fare un primo passo per un welfare generalizzato. Di che cosa sta parlando Presidente quando dice di commuoversi per i disoccupati?

04/11/2014 francesco zaffuto

sabato 1 novembre 2014

Siamo tutti giornalisti di Google

Per il Senato, che ha recentemente approvato il disegno di legge in materia di diffamazione, saranno Google e i gestori degli altri motori di ricerca – a decidere se e quali informazioni continueranno ad essere accessibili online e quali scompariranno, dietro semplice richiesta dell’interessato e senza bisogno che sia un giudice a pronunciarsi.
 Guido Scorza, attento osservatore della normativa per il web,  ne dà notizia sul Fatto quotidiano
 La norma ritornerà alla Camera per l’approvazione definitiva e se non ci sarà un aggiustamento nei fatti tutti noi blogger diventiamo Giornalisti (non pagati di Google e gestori vari). Il Gestore avrà le stesse prerogative di un editore o ancor di più di un direttore responsabile di un megaquotidiano.
 Quali potranno essere gli effetti, Guido Scorza ce ne evidenzia quelli più pericolosi:  “E’ facile, infatti, immaginare che quando domani il politico o il personaggio famoso di turno, scriverà a Google per chiedere di disindicizzare un articolo che lo riguarda perché diffamatorio, Google, salvo eccezioni, accoglierà la richiesta per sottrarsi ad ogni possibile contestazione senza, naturalmente, perdere troppo tempo a valutarne la fondatezza o l’infondatezza.”
L’autore o l’editore di un contenuto, infatti, è in grado di difendere la legittimità del proprio operato e, dunque, la permanenza online del contenuto mentre il gestore di un motore di ricerca, per un verso non è in grado di farlo e, per altro verso, non è competente a farlo visto che il suo obiettivo non è quello di fare informazione, cronaca o storia ma, semplicemente, quello di indicizzare le storie e le notizie da altri prodotte e pubblicate.”
 Sul Web il dibattito su questa legge langue, il blogger sono dei Giornalisti distratti, con una legge così è facile diventare tutti curatori di blog che si occuperanno di ricette,  ricami … e altre utili notizie che non disturbano eccessivamente.

 Occorre trovare una norma capace di tutelare i privati dalla diffamazione e nel contempo di tutelare la libertà di stampa ed di espressione.