martedì 20 marzo 2012

Ecco la riforma del mercato del lavoro


Spesso la sorpresa che possiamo trovare nell’uovo di Pasqua è deludente: un ciondolino, una spilletta, un giochino di plastica da montare. L’accordo sul mercato del lavoro di cui tanto si è parlato da più di un mese somiglia alla sorpresa dell’uovo di Pasqua, tante aspettative e poca cosa. Le diverse chiocce che hanno covato le uova (governo, sindacati e confindustria) ci hanno fatto capire ben poco dei contenuti della riforma, tutte le loro dichiarazioni si sono limitate a descrivere le difficoltà della trattativa. Ora, a pochi giorni dalla conclusione della covata, apprendiamo che tutto sommato sarà una sorpresa di ben poco conto.
Vediamo un dato positivo: forse il Governo renderà più onerosi i contratti a termine per stimolare le aziende ad assumere a tempo indeterminato.
Altri dati positivi? Difficile trovarne: a partire dal 2014 (o 2016) dovrebbe realizzarsi una indennità di disoccupazione per tutti per 12 mesi, estendibili a 18 mesi per i disoccupati over 55 anni (tutti si intende: coloro che hanno realizzato in 2 anni almeno 52 settimane di lavoro). Si chiamerà ASPI, forse un diminutivo di CASPITA! Restano fuori chi non ha mai trovato lavoro, chi non riesce a provare 52 settimane, e in ogni caso dopo i mesi indicati si ritorna alla miseria più nera. Questa novità in qualche modo andrà a spazzare vie le tutele ben più elevate che hanno gli attuali lavoratori protetti dalla cassa integrazione straordinaria e dalla attuale mobilità. Si parla poi di un possibile ruolo del collocamento, ma non si è sentito minimamente parlare di un ruolo pubblico del collocamento.
Riguardo poi al famigerato articolo 18: è diventata una questione di principio, occorre dimostrare di averci messo mano; occorre inserire la paura del licenziamento per i lavoratori e la sensazione salvifica di poter licenziare per i possibili nuovi imprenditori, specie per quelli “esteri”. Come se gli imprenditori “esteri” non venissero in Italia per paura dell’art. 18 (nei fatti non vogliono mettere piede in Italia per ben altri motivi: non sanno quanto debbono pagare di pizzo alle mafie e di mazzette ai partiti politici).
In ogni caso occorre dimostrare che la riforma c’è, che è accettata, e che si farà. Certo lo stato di stasi dell’attuale malattia del mercato del lavoro in Italia non può far ben sperare; ma una medicina scadente non può fare miracoli.
20/03/12 francesco zaffuto

11 commenti:

  1. Caro Francesco, vorrei gridare in tutti i modi che si sta distruggendo quello che era rimasto dello stato sociale, che siamo governati dal più sottile neoliberismo eppure non riesco a trovare più la voce, davvero. E' come se fossi stanco di dire l'ovvio, non ho più la stessa voglia di prima di dire che così non va. Non so davvero cosa dire di più.

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    1. Caro Antonio,
      sono anche io stanco di dire e in questo periodo mi sto limitando a fare qualche fotografia ...

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  2. Concordo che, alla fine, poiché nulla cambia e non si fa che ripetere gli stessi concetti, si arriva allo sfinimento. Pericoloso, perché induce a subire senza nulla opporre.

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  3. noooooo non sfinianiamoci ma chi c...o sono questi che non hanno più un briciolo di rispetto per noi cittadini, Antonio Francesco non vi conosco personalmente ma da quello che scrivete credo che abbiate lottato e urlato tanto, continuate a dirlo a chi vi passa vicino
    che così non và bene non possiamo continuare a subire la vista delle loro denuncie dei reditti come che fosse la cosa più normale di questa terra mentre nella mia città e penso in tante altre al 15 del mese molte famiglie non hanno più i soldi per acquistare il pane, e altri che avendo perso il lavoro finita la proroga per il mutuo ora come faranno? i suoceri ti danno un pasto caldo ma 450euro per il mutuo non possono è il totale della loro pensione....ma chi diavolo sono questi?

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  4. Come se non fosse già sufficiente l'aumento delle tasse, l'assenza di lavoro e l'utopia di un futuro...

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  5. Giù le mani dai diritti dei lavoratori e basta alla carneficina sociale.
    Saluti a presto.

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  6. mah, staremo a vedere tra poco realmente cos'hanno realmente "migliorato", il problema rimane solo uno per me: che paghi chi ha rubato, eppure lì dentro ce ne sono tanti che non sono degni di quegli stipendi (uno? scilipoti). se una regione ha debiti, ce li mettesse il governatore, idem per i comuni, in primis il governo.
    invece ho saputo che addirittura l'enel spalma su altre bollette, quelle di chi paga regolarmente, le bollette non pagate da altri: insomma chi paga son sempre gli onesti, e questo dovrebbe finire per me

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  7. Una riforma voluta, sembra, dai mercati, quei mercati finanziari che, non paghi di abituali dissipazioni speculative, sono anche preda di ciechi furori ideologici. E l'Europa, in questo caso codina come non mai, si fa pretoriana di quella voluttà.

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  8. ad Adriano,
    certo se i committenti sono i mercati non potevamo aspettarci altro. I sindacati dovevano presentarsi con proposte forti e innovative e invece sono andati ad ascoltare le proposte del Governo ... ciao Adriano non vado oltre ...

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  9. Non ci sono storie, il lavoro (e non dico il mercato del lavoro perché mi sembra una bestemmia) ritorna a uno sfruttamento senza regole. Indietro, stiamo ritornando indietro.

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  10. Riflessioni postume del 21/03/12
    Se si aggiunge che tutto l'impianto del nuovo welfare (impianto scadente) dovrebbe partire dal 2017. Viene da chiedersi ma dove è la riforma e perché un governo a scadenza nel 2013 dovrebbe condizionare futuri governi del 2017?

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