lunedì 24 novembre 2014

Rottamata l’Emilia Romagna

La regione che si caratterizzava per la partecipazione democratica registra questi dati: votanti 37,7%; astenuti 62,3%. Chi vince, sul piano della legittimità, con il 48% dei voti in realtà, sul piano dei conti della democrazia, rappresenta solo il 18,09%       degli aventi diritto al voto.
La caduta della soglia dei votanti del 50% mette in crisi il concetto di maggioranza democratica;  la maggioranza non si esprime e la minoranza governa per effetto della forza della legge. Si potrà dire che questo già accade in tante democrazie occidentali, ma è la prima volta che accade in Italia in modo così lampante.
Nel limitato scenario dei votanti si legge: una vittoria del PD renziano, una elevata affermazione della Lega di Salvini, un tracollo di Forza Italia, un forte ridimensionamento del movimento a 5 stelle.
Nell’ampio scenario dei non votanti è difficile leggere, si possono fare solo degli interrogativi:
si ripeterà una forte astensione quando ci saranno l’elezioni politiche?
una rinnovata partecipazione al voto potrà determinare scenari politici completamente diversi?
ci sarà un definitivo tracollo dell’esercizio di voto come partecipazione alla politica?
A questi tre interrogativi non si riesce a dare una risposta, è probabile che limitatamente potranno verificarsi tutti e tre gli aspetti.
In un sistema politico dove chi ottiene i voti è legittimato a prescindere dalla percentuale dei votanti, e dove si ipotizza un premio maggioranza, l’astensione paradossalmente rafforza tecnicamente il gruppo vincente e indebolisce gli oppositori.
Il vincente, cinicamente o anche non cinicamente, può tirarsi i suoi calcoli e da quei calcoli sentirsi confortato:  in fin dei conti ho vinto, prendo il potere, “il potere logora chi non ce l’ha”.

24/11/2014 francesco zaffuto

1 commento:

  1. è quel che penso anch'io in questa miserabile situazione: con politici "democratici" che affossano la partecipazione, svilendo la cittadinanza attiva

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