venerdì 14 gennaio 2011

Il denaro e la febbre della crisi


Ma dov’è il denaro?

Pochi giorni fa dall’asta dei Bot annuali, tenuta l’11 gennaio, si sono potuti ricavare questi dati: lo Stato tramite il Tesoro ha chiesto e collocato 7 miliardi di Bot; i risparmiatori e le banche erano disposti ad acquistare Bot per 11,3 miliardi di euro. In pratica 4,3 miliardi in più di domanda di investimento. In questi tempi di crisi risparmiatori e banche hanno visto come una buona scelta investire in Bot ed erano disponibili per un rendimento del 2,076% annuo.
Andiamo ad osservare un altro elemento, l’andamento dei titoli azionari. La Borsa italiana ha chiuso il 2010 con un risultato negativo del 13,23 % per il Ftse – Mib (paniere che racchiude le azioni delle 40 maggiori società italiane ed estere quotate sui mercati gestiti da Borsa Italiana). Il dato negativo si è raggiunto con un andamento a zig zag dal gennaio 2010 al dicembre 2010: una debole ondata di rialzi per qualche giorno sempre seguita da una successiva ondata di ribassi; questo andamento ha rivelato che in borsa si sono presentati puntualmente solo un tipo di investitori quelli che puntavano al ribasso. Non una mancanza di denaro, ma denaro puntato al tavolo del gioco scommettendo sullo sfascio.
In questi anni di crisi (2008/2009/2010/2011) di denaro degli speculatori ce ne è tanto, sta fermo nei bunker, e, se fa fuori qualche capatina, preferisce puntare sullo sfascio dell’economia; di denaro dei risparmiatori ce ne è tanto, sta fermo, prudente, affossato nelle banche, e, se fa fuori qualche capatina, preferisce un investimento sicuro nel debito dello Stato.
Quello che manca è l’investimento produttivo; quando “qualcuno” decide di investire in produzione e lavoro allora non si accontenta di un misero 2%, intende ottenere alti livelli di profitto, diventa una specie di Marchionne.
Per il resto lo Stato, che dovrebbe mettere in campo qualche legge o misura per far riprendere l’economia o indirizzarla, sta ad aspettare che la febbre passi da sola.
14/01/11 francesco zaffuto
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immagine – un tradizionale termometro a mercurio

2 commenti:

  1. E se la febbre tarda a passare si fruga nelle tasche dei cittadini, quelli che a malapena arrivano a fine mese.
    I 'paria', inteso come intoccabili, appunto non si toccano: quelli che puntano sullo sfascio i soldi li hanno e li giocano sul 'peggio? meglio!'; e per averli per queste puntate (a mio parere infami) significa che nessuno (lo Stato) glieli va a rabastare.
    Significa che un raddoppio di capitale così ottenuto sarà pronto per altre operazioni d'ingrasso, mentre le 'caste' dei dipendenti, dei pensionati e dei disoccupati dovranno scendere in piazza per ottenere 'il pane', come in Tunisia.
    Siamo americani come capitali e berberi per sopravvivere.

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  2. @ gattonero
    la tua finale considerazione ben si addice alle nostre caratteristiche

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