venerdì 13 aprile 2012

SCHIAVI NELLA MENTE


Al Politecnico di Milano dal 2014 si parlerà in inglese. Studenti e docenti del biennio finale e dei dottorati, terranno e seguiranno lezioni solo in lingua inglese
L’operazione sarà portata a termine con un investimento di 3,2 milioni di euro per attrarre anche un corpo docente internazionale.
Il rettore del politecnico Giovanni Azzone (che ha ricevuto la benedizione del ministro Profumo) così si esprime : “ Sapere che nelle nostre università si studia e si parla in inglese incentiverà gli stranieri a investire e a collaborare con noi. Non solo, aiuterà i nostri studenti ad essere più connessi con le università estere”.
E non è solo il Politecnico di Milano su questa strada: quello di Torino negli ultimi sei anni ha chiuso corsi in italiano per riaprirli in inglese; a Roma in inglese ci sono corsi di Medicina e Farmacia; a Pavia corsi di Ingegneria e ed Economia; a Bologna lauree magistrali in Agraria, Scienze e Tecnologia, Scienze Politiche. Quello che era all’inizio una novità di alcune università private ora diventa prassi di diverse università pubbliche.
In pratica l’università italiana per tutti i rami scientifici rinuncia alla sua lingua madre, rinuncia alla sua lingua pensiero; la formulazione concettuale non sarà più fatta in italiano ma in inglese. Nelle università italiane del futuro la lingua di italiana sarà relegata alle facoltà umanistiche; anzi forse solo a quelle di lettere che diventeranno una specie di riserva indiana. Galileo si dovrà esprimere per forza in inglese e Dante sarà utile solo per qualche viaggio all’inferno.
Qualche intellettuale sta cominciando ad intervenire contro questa assurda scelta; nell’articolo del Corriere di oggi sono riportate alcune dichiarazioni.
Solo una mentalità da schiavi poteva arrivare a simili conseguenze. Qui non si tratta di imparare bene una lingua veicolare utile; un buon insegnamento in tutte le scuole di ogni ordine e grado può adempiere a questo compito; qui si tratta della eliminazione della lingua italiana dai più alti livelli di comunicazione del pensiero scientifico. Cancellando la lingua madre come lingua pensiero si determinerà un indebolimento nel pensiero stesso; gli studenti italiani avranno nei fatti uno svantaggio, chi studia sarà costantemente sottoposto allo stress continuo di più passaggi mentali che non favoriranno il fluire e la profondità della riflessione e della ricerca. All’estero le nostre eccellenze non si sono certamente segnalate per la loro brillante conoscenza della lingua inglese, ma per la loro genialità e per le effettive conoscenze scientifiche.
13/04/12 francesco zaffuto
Immagine – profilo di Dante Alighieri dipinto da Botticelli

18 commenti:

  1. Che schifo!!! Come si chiama il rettore? (C)Azzone??? E questo genio d'un Profumo???
    Siamo proprio schiavi di un sistema. Morte del pensiero libero!
    Si sa che l'inglese è una lingua tutt'altro che speculativa!!!
    Buona giornata

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  2. Quanto prima arriveremo a una Gazzetta Ufficiale in lingua inglese, come non fosse già illeggibile in italiano, per espressioni e termini desueti, che la rendono comprensibile solo agli addetti ai lavori; i quali, agevolati da questo velo impenetrabile, la interpretano di solito in maniera soggettiva.
    E' vero, l'inglese è lingua universale e prenderne atto non è un delitto di lesa maestà alla nostra lingua: sia insegnato meglio, più a fondo, con lo scopo di internazionalizzarci sempre più, ma farla diventare lingua preminente mi pare sia una forzatura quantomeno antistorica.
    Con il nostro italiano non riusciamo talvolta a capirci tra di noi, pensa con l'inglese di traverso che baraonda...
    Babele docet.

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  4. Sono d'accordo. Il punto è che abbiamo una classe dirigente inadeguata allo scopo, che immagina di affrontare i problemi come se si trattasse di una decisione con un unico effetto, senza cioè una visione di assieme.
    Quel CdA del politecnico aveva l'obiettivo di attirare studenti stranieri, e non voleva affrontare le connesse spese di duplicare gli insegnamenti, così ha minimizzato le spese, sperando nel contempo di aumentare le entrate.
    Tutto ciò ha una sua logica a livello aziendale, ma si tramuta in una logica diabolica su un piano più generale.
    Purtroppo, è vero, a livello globale siamo ormai vittime di un'ideologia che trasforma tutto in un'azienda, e così anche il luogo della conoscenza per eccellenza, l'università è stata coinvolta.
    Si tratta di una svolta epocale, per cui gli otto secoli di storia che ci separano dalla stessa fondazione dell'università terminano qui, quel modello dell'università che ha fatto da supporto al sogno della modernità viene ucciso dalla logica implacabile e suicida della stessa modernità.

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  5. Questa ancora non la sapevo.
    Ma qui, di giorno in giorno, stiamo precipitando sempre più in basso...
    Altro che schiavi, siamo già fantasmi.
    Scusa Francesco, ma sono furiosa.
    Ciao!
    Lara

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  6. Certo che in Francia, dove computer si chiama ordinateur e file fichier, una cosa del genere non potrebbe succedere.

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  9. ma voi non avete mai lavorato in azienda!
    li se non sai l'inglese sei 'fottuto' ormai tutti comunicano in inglese
    quindi ritengo giusto che chi prosegue gli studi parli in inglese. Questo non vuol dire necessaqriamente rinnegare lam propria cultura la prorpia lingua che è e deve restare, per noi , l'italiano.
    Ma il mondo viaggia cosi' non e' una nostra scelta, ma sei vuoi comunicare con lui devi parlare in inglese, che piaccia o no!
    ciao Michele

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  10. Corsi e ricorsi storici...siamo di nuovo alle Leggi Razziali. La lingua è identità nazionale, è pensiero, è cultura. Va bene studiare sui libri in inglese, va bene pubblicare articoli in inglese, ma insegnare nelle università ESCLUSIVAMENTE in inglese è un atto abnorme.Intollerabile. Spero che i comitati studenteschi si muovino compatti senza se e senza,semmai non disdegnando di utilizzare le vie legali quali ricorso al TAR Lombardia e finanche alla Corte Europea.
    E' una vergogna, una palese violazione dei Diritti Umani. Ribellarsi è l'unica soluzione a quest'atto di violenza culturale!

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  11. Sono appesantito negli intenti, indebolito nelle movenze...la nonnina ha ragione. :-/

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  12. Beh, era tempo che ciò avvenisse. A che serve parlare italiano nelle università quando le migliori eccellenze sono poi costretti ad andare all'estero per avere qualche riconoscimento? Ciò forse è sintomo di un decadimento/scadimento della ricerca universitaria italiana, dove non esiste ricambio e dove l'unico ricambio è quello parentale, amicale, dove la mediocritas prevale a tutti i livelli. Forse è della causa che occorre discutere, e non indignarsi dell'effetto.
    brunocorino

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  13. @Moscone
    Mis cusi, ma proprio non capisco quale sarebbe la causa. A me pareva fosse la delibera di quel CdA, lei ha un'opinione differente in proposito?

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  14. @ Moscone e @ Cucinotta
    Che i difetti hanno lontana origine è una giusta considerazione; ma questo non significa che a un nuovo difetto non si possa porre un rimedio. È indubbio, come dice Cucinotta, che la causa è un atto amministrativo del CdA del Politecnico. Mi auguro che questo atto amministrativo possa essere impugnato (penso che la competenza sia del TAR) da studenti dello stesso Politecnico o da una associazione di difesa della lingua italiana come la Dante Alighieri che già ieri ha preso posizione. Nel prossimo post di questo blog continuerò sull’argomento. Saluti

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  15. Va bene insegnare e bene anche l'inglese, ma così é una pazzia.

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  16. Se le nostre cosiddette eccellenze devono prepararsi ad emigrare per trovare ascolto e accoglienza, mentre i "mediocri" restano a insegnare nelle università, non è meglio che imparino a parlare in inglese?
    La causa è lo scadimento/decadimento dell'insegnamento universitario. Far finta di non vederla non è miopia, ma ben altro. Vada a vedere le classifiche delle migliori università del mondo e mi dica a che posto stanno quelle italiane.
    Le associazioni in difesa della lingua di Dante (sic!) fanno semplicemente ridere.
    brunocorino

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    1. A brunocorino
      la conoscenza buona dell'inglese va data in tutte le scuole ogni di ordine e grado e nelle stesse università, come disciplina specifica. Qui si tratta della tracotanza di insegnare tutte le materie in inglese in Italia.

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