venerdì 6 aprile 2012

Sono le masse che creano il capo


Oggi sui giornali ci stanno almeno 15 pagine dedicate alle dimissioni di Bossi; un post su questa vicenda diventa una inutile ripetizione, lascio ad altri blog meglio informati il disquisire su ipotesi di colpevolezza o innocenza, in queste righe intendo fare una breve riflessione sulle masse che seguono il capo.
Ci sono capi che si impongono con la forza del potere o del denaro; ma ce ne sono alcuni che nascono in simbiosi con le masse, stanno in relazione con desideri e aspettative delle masse, dicono le cose che le masse si aspettano di sentire, si legano agli istinti primordiali di appartenenza o a vaghi desideri di giustizia, parlano con il linguaggio delle masse stesse, possono portare le masse all’odio o ad atti di eroismo.
Tra il capo e le masse si crea una forma di unità indistinta, una sorta di amore viscerale, l’appartenenza diventa una specie di atto di fede. Il capo vive anche lui legato agli stessi stimoli, si nutre degli applausi e vaga insieme alle masse in una specie di sogno. Il sogno spesso annebbia la ragione del capo, non sopporta i dinieghi e si contorna dei soli uomini capaci di dire sempre sì, da quel momento inizia la sua rovina
La caduta in disgrazia del capo non estingue la fede delle masse, la disgrazia del capo diventa il loro stesso dramma, sono disposti a perdonare tutto al loro capo come lo farebbero a se stessi.
L’esame della simbiosi tra il capo e le masse in questo post è un po’ affrettata, merita ulteriori riflessioni. Sorge la domanda: ma ogni uomo non dovrebbe essere almeno capo a se stesso e servirsi della propria ragione? Finirebbero le masse e finirebbero i capi e forse potremmo capire che siamo tutti uomini fragili su questa terra, bisognosi di solidarietà.
Se avrò tempo e forza ritornerò in questo blog a parlare di questo argomento, qualche anno fa scrissi un dramma sulla fine di un capo, chi vuole leggerlo può trovarlo nella sua versione integrale al link Il potere e la sua ombra
06/04/12 francesco zaffuto
Immagine – la copertina del dramma teatrale Il potere e la sua ombra

6 commenti:

  1. Lo avevo letto, gustato e commentato allora.
    L'ho riletto e gustato oggi. Il commento lo traggo dal messaggio di Andrei a Osep, tramite Iuri.
    "L'autunno arriva per tutti, anche per le foglie più alte che stanno in cima, quelle foglie si renderanno conto che il loro destino era solo quello di concimare la terra".
    Che è poi il destino di tutte le foglie, in autunno.
    E' quel "si renderanno conto" destinato alle foglie più alte, che fino alla fine pare non ci abbiano mai fatto caso, che rende l'autunno una stagione democratica.

    Ciao, che la Pasqua sia con te.

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  2. Hai ragione, tutte le tv, di merda, ops, pardon, a blaterare delle dimissioni di un bugiardo settantenne! E tutti a bocca aperta magari ad ascoltare: c'era bisogno di dirlo che era un ladrone? Mah, l'ignoranza, data dall'analfabetismo, ne parlavo oggi:

    http://fintatolleranza.blogspot.it/2012/04/la-danza-della-luce-e-delle-ombre-di.html

    è a dir poco vergognosa!
    Un saluto e stammi bene

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  3. Di questo imbroglione si parla davvero troppo.Che cuocia nel suo brodo assieme agli adepti, che più che una setta non erano e non sono.
    Cristiana

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    1. A Cristiana,
      che siano una setta non ho dubbi, purtroppo il numero di voti non è irrilevante.

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