venerdì 11 ottobre 2013

ragionando sul tempo ... 2


A come amnistia
 Beccaria nel suo trattato “Dei delitti e delle pene” la parola amnistia non la pronuncia, ma il capitolo finale del suo trattato, quello che precede le conclusioni porta il titolo “Delle grazie”.
Beccaria dice che la clemenza del sovrano
La clemenza  … dovrebbe essere esclusa in una perfetta legislazione dove le pene fossero dolci ed il metodo di giudicare regolare e spedito. Questa verità sembrerà dura a chi vive nel disordine del sistema criminale dove il perdono e le grazie sono necessarie in proporzione dell'assurdità delle leggi e dell'atrocità delle condanne. 
E sempre nello stesso capitolo aggiunge
Ma si consideri che la clemenza è la virtú del legislatore e non dell'esecutor delle leggi; che deve risplendere nel codice, non già nei giudizi particolari; che il far vedere agli uomini che si possono perdonare i delitti e che la pena non ne è la necessaria conseguenza è un fomentare la lusinga dell'impunità, è un far credere che, potendosi perdonare, le condanne non perdonate siano piuttosto violenze della forza che emanazioni della giustizia.
Beccaria si riferiva alle grazie e una amnistia come grazia generalizzata l’avrebbe considerata capace di fomentare l’impunità.
 Sicuramente Beccaria avrebbe considerato ingiusto e atroce un sistema che tiene in pochi metri quadrati uomini per anni portandoli alla disperazione ed anche al suicidio, dove la carcerazione non ha niente a che fare con la rieducazione. Le carceri spesso diventano una palestra per continuare ad odiare la società.
  L’Italia è il paese del Beccaria ed in Italia venne abrogata la pena di morte prima che in ogni altro paese del mondo. Ma l’Italia non è riuscita a progredire sul piano delle leggi penali. Il codice Rocco fu tutto improntato a un sistema penale con al centro la carcerazione, non furono ipotizzate misure di pena alternative neanche per i reati minori.
 Al sovraffollamento delle carceri non si può rispondere con il criterio di aumentare l’edilizia carceraria, e non si può periodicamente varare provvedimenti di indulto e di amnistia per svuotare le carceri e poi riempirle negli anni successivi.
 La strada maestra è quella di trovare pene alternative per tutti i reati minori, riservando le carceri ai reati più gravi e a quei reati che possono rivestire problemi di pericolosità sociale.  Ma la pena per un reato ci deve essere e deve essere scontata.  Ricordo un intervento del cardinale Martini sul carattere risarcitorio della pena, purtroppo non sono riuscito a reperirlo, l’avrei volentieri citato. Martini poneva l’accento sul necessario risarcimento che deve fare chi ha commesso il reato, un risarcimento verso gli offesi e un risarcimento verso la società. Nel suo saggio sull’utopia Thomas More ipotizzava che coloro che avevano commesso dei delitti fossero obbligati a fare dei lavori pesanti e sgradevoli come risarcimento. Con una riforma del codice penale si può introdurre la pena come un obbligo del fare, obbligo che si può adempiere con un lavoro obbligato e risarcitorio da eseguire in regime di sorveglianza sociale.
 Per seguire questa strada maestra è necessaria “la vitù del legislatore” la sua operosità. L’ultimo indulto risale al maggio del 2006, ebbene di anni ne sono passati, anni inoperosi e litigiosi. Si è continuato a parlare della vicende di B…, si è continuato a parlare di riforma della giustizia, si è approdati al nulla. Per questo la parola amnistia diventa nuovo motivo di litigio e contrasto. In una società meno stupida si potrebbe varare un provvedimento diverso dall’amnistia, si potrebbe varare un generalizzato provvedimento di commutazione della pena, da carceraria in obbligo di fare un lavoro risarcitorio. Ma questa società è così stupida che un lavoro non lo ipotizza neanche per gli onesti.
11/10/2013 francesco zaffuto
L’intera versione del trattato del Beccaria è reperibile in web su

Immagine – Van Gogh – la ronda dei carcerati

1 commento:

  1. D'accordo con te. La filosofia del costruire più istituti (o si dice anche che sono numerose le carceri costruite, ma mai utilizzate) non paga, non risolve il problema. La riforma del codice penale è l'unica strada.
    Mi piace molto, perché molto vera, la frase conclusiva del tuo post.

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