giovedì 10 ottobre 2013

se non ti chiami Sallusti

 Se non ti chiami Sallusti e sei solo un giornalista pubblicista della Calabria condannato per diffamazione, all’età di 79 anni, senza tanti patemi d’animo, ti possono tradurre in carcere.
E’ accaduto a Gancemi Francesco – qui le cronache
 Sallusti, dopo alcuni giorni di arresti domiciliari, ottenne dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano la commutazione della pena detentiva in una multa. Napolitano, all’epoca invitò il Parlamento a cambiare la legge punitiva del 1948. Il Senato discusse  per qualche settimana e poi non si approdò ad alcuna decisione.  
 Interverranno ora Presidenza della Repubblica e Parlamento per Gancemi? Temo di no.
Certo andare ad affrontare la questione libertà di stampa in relazione al reato di diffamazione, è sicuramente un argomento difficile.
 Gli argomenti difficili, specie quelli che possono determinare diversi schieramenti tra  giornalisti, vengono affrontati con difficoltà dal Parlamento, se ne discute un po’ e poi si accantonano, nella speranza che non venga fuori un nuovo caso eclatante. 
La questione reato di diffamazione, accantonata; la questione ordine dei giornalisti,  accantonata. Quando si parla di libertà di stampa in Italia si cita la Costituzione, ma poi giustamente la Costituzione rimanda alle leggi applicative e nelle leggi applicative navigano le contraddizioni, contraddizioni che le forze politiche preferiscono non affrontare.
 La libertà di stampa va tutelata perché riguarda la libertà di espressione del pensiero, ma va anche tutelato il cittadino che con una campagna diffamatoria può essere gravemente danneggiato. Il carcere va considerato come una misura molto grave e da evitare per i reati a mezzo stampa, ma nel contempo il cittadino danneggiato da una diffamazione deve essere equamente risarcito.
 Se la libertà di stampa riguarda l’espressione del pensiero non può essere richiesta l’iscrizione all’ordine dei giornalisti per esercitare tale libertà;  eppure in questo paese anche per pubblicare un periodico che si occupa di cucina è necessaria l’iscrizione all’ordine dei giornalisti.
 I politici che non si vogliono occupare di argomenti difficili  è meglio che evitino di presentarsi per essere eletti.

10/10/2013 francesco zaffuto

Immagine – cella di una prigione

2 commenti:

  1. Bisogna dire che una cosa è voler essere eletti, altra cosa è voler fare il proprio dovere.

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  2. Non so se il Presidente della Repubblica abbia subito ricatti... certo è che ha sbagliato concedere la Grazia a Sallusti. Se pensiamo che i Presidenti sono anche Presidenti del C. S. M. Solo Cossiga (il famoso picconatore) ha onorato questo dovere componendo un suo ufficio in quella sede.

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