martedì 13 settembre 2011

Un rebus difficile ?


Il tentativo di capirci qualcosa dei quesiti referendari sulla legge elettorale non è facile, le iniziative sono due e improntate a modificazioni differenti:
l’iniziativa 1 referendaria di Passigli e Sartori
l’iniziativa 2 referendaria di Parisi e Morone
In sintesi tutte e due vogliono ripristinare il voto di preferenza; ma con l’iniziativa 1 si ha una svolta verso il ritorno al proporzionale, mentre con l’iniziativa 2 verso il ritorno all’uninominale.
Francamente quello che viene fuori da questi due iniziative referendarie non mi piace; sono tentato di andarli a firmare entrambi, ma solo perché si è capito che questo Parlamento non vuole fare alcuna riforma della legge elettorale attuale e la spinta referendaria diventa necessaria.
La legge elettorale dovrebbe essere la legge più importante per l’impalcatura dello Stato invece è diventata la legge sul “mi tiro i conti su cosa mi conviene”.
La democrazia deve garantire la rappresentatività delle maggioranze e delle minoranze, la governabilità, e l’alternanza. E’ una alchimia difficile ma necessaria, e non vanno lasciate fuori dal Parlamento minoranze portatrici di idee e spesso di rinnovamento.
Se un quantitativo di appena 50 mila voti spesso determina su base territoriale l’elezione di un deputato, non si può accettare che 500 mila voti dati a un partito su base nazionale non bastano per una rappresentanza in Parlamento. La logica dei cosiddetti sbarramenti per determinare la governabilità nei fatti non ha determinato un bel niente, le divisioni restano e anzi si sono trasferite negli stessi gruppi maggioritari.
I collegi uninominali, dove viene eletto il candidato preferito e più rappresentativo su base territoriale, possono assolvere al criterio della rappresentatività delle maggioranze così come sono distribuite a livello territoriale. Accanto deve essere previsto un numero di deputati da eleggere su base di un collegio unico nazionale, in modo che possano avere una rappresentanza in Parlamento anche partiti minoritari.
300 deputati eletti penso proprio che possano bastare.
Una sola Camera per tutti e 300 e con uno stipendio che non superi 3 volte quello di un operaio.
200 parlamentari da eleggere con l’uninominale territoriale e 100 con il collegio unico nazionale. La maggioranza sarebbe garantita due volte dai risultati territoriali dell’uninominale e da quelli ottenuti dal collegio unico. Se non trovano l’accordo per governare, subito a casa (senza prebende e pensioni) e nuove elezioni , tanto, pagando solo trecento e a un prezzo inferiore, veniamo ad avere i soldi necessari per convocare tutte le elezioni necessarie. Troppo semplice!?
14/09/11 francesco zaffuto
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qualche notizia sulla quasi scomparsa iniziativa referendaria di Passigli
04/09/11
lettera di Passigli su facebook
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(immagine “bipolarismo” fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)
nota descrittiva dell'immagine per disabili visivi
lo stesso viso illuminato da un lato da una luce intensa bianca e dall’altro da una luce rossa, il volto pare quello di una donna un po’ angosciata dagli effetti bipolari.

10 commenti:

  1. Comunque, il referendum di Passigli è stato abbandonato dai suoi promotori, che hanno dichiarato che non raccoglieranno le firme, visto che entrerebbe in rotta di collisione con ì'altro, a cui non hanno risparmiato polemiche.

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  2. a Vincenzo Cucinotta,
    ti ringrazio per la precisazione, forse mi aiuta nel tentativo di risolvere almeno una parte del rebus

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  3. Temo che il tuo rebus rimarrà senza una soluzione completa, dato che comunque anche una legge elettorale nuova potrebbe favorire chi la promuove.
    Il vero problema è che anche il nuovo sistema mette una pezza sugli effetti, senza minimamente andare a intaccare le cause dell'inefficienza.
    Io firmerò, poiché tutto è meglio della porcata attualmente in vigore.
    Dopodichè, possiamo anche decidere di diminuire stipendi e numero dei parlamentari, ma se non introduciamo regole che impediscano a corrotti, ricattati, politici di professione e compagnia cantante di mettere radici in Parlamento, non avremo comunque risolto un bel nulla.

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  4. a Bastian Contrario
    l'idea di un primo passo di Bastian Contrario non è un'idea peregrina, e anch'io la sposerò in questi giorni (magari proverò in Comune a firmare anche l'abbandonata raccolta di Passigli, simbolicamente, anche se difficilmente arriverà a totalizzare le 500 mila firme). Poi però occorre il secondo passo, quello più difficile.

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  5. Si è davvero un rebus. Comunque firmerò nonostante tutto, nel tentativo di un minimo di miglioramento

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  6. Ad Ambra,
    vedo che anche tu stai dentro il rebus come me, sto in buona compagnia.
    ciao

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  7. Ciao Francesco, concordo con la tua analisi. Dobbiamo essere nuovi! Certo uno stipendio 3 volte quello di un operaio sti poveri politici faranno la fame. Ahahahah!

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  8. ciao I am
    chissà quando potrà accadere? ma lo vogliamo e continuiamo a ripeterlo

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  9. Io sono per una democrazia partecipativa e non rappresentativa in cui cioè tutti i cittadini discutano e votino le leggi direttamente (attraveso internet e altri sistemi). Naturalmente questa adesso è pura follia. Il referendum (iniziativa 2) ha quasi raggiunto il numero di firme. A me sarebbe piaciuta di più l'inizativa 1 ma ... meglio di niente!
    Lo stipendio dovrebbe essere uguale (e non max il triplo) a quello di un operaio considerato che un operaio lavora mentre un politico non fa nulla dalla mattina alla sera se non leccare e rubare. E non come dice Grillo max 2 mandati; penso che sarebbe più che sufficiente 1 solo mandato dopodichè mai più in politica. Buono pasto a 7 euro. In pensione dopo 50 anni di contributi (per lavoro non usurante ma altamente gratificante).
    Ciao.

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  10. a Gianni
    ma in un il socialismo con la S maiuscola occorre evitare che un dirigente Fiat possa guadagna 500 volte un operaio ...
    ciao

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