Il 24 settembre 09 è stata definita come una data storica per l’ONU: per la prima volta il Consiglio di sicurezza è stato presieduto dal presidente USA ed è stata approvata all’unanimità una risoluzione sul disarmo nucleare proposta dallo stesso Obama. La risoluzione chiama i paesi che ancora non l’hanno fatto a firmare il Trattato di non proliferazione nucleare del 1970; indica agli stati già nuclearizzati di avviarsi verso la strada di una diminuzione degli arsenali nucleari e pone come obiettivo un modo senza armi atomiche.
Questa risoluzione potrebbe essere vista come una delle tante risoluzioni ONU che, dopo avere fissato dei buoni auspici, non hanno prodotto risultati; ma vale la pena di considerare che arriva in un clima internazionale un po’ diverso rispetto al passato: gli USA si stanno appena sollevando da una grave crisi economica e lo stesso presidente Obama ha criticato le regole speculative del capitalismo americano; nell’Assemblea generale dell’ONU lo stesso Obama ha lanciato un allarme sulla situazione ecologica del pianeta; gli USA hanno dichiarato di voler abbandonare la politica di unica superpotenza e gendarme del mondo e propongono vaste intese internazionali; anche nei passi formali si tende a rivalutare l’ONU e il suo ruolo di assise mondiale di confronto e dibattito.
L’Utopia di un mondo senza guerre e di un mondo capace di ragionare insieme sulle scelte produttive e sulle regole internazionali dei mercati, pare entrare nella più importante assise di confronto mondiale. Gli utopisti non sono solo nelle piazze con dei vessilli in mano, ma pare che abbiano indossato le vesti di capi di stato.
E’ vero o si tratta dell’episodico effetto della nuova presidenza americana che presto può spegnersi?
Credo che sia moderatamente vero. Il disastro ecologico che viene vissuto a livello planetario ha determinato uno stato di necessità. La stessa Utopia è diventata una necessità. Con questa tipologia di produzione inquinante non possiamo reggere in un pianeta che continua a popolarsi di esseri umani in ogni angolo della terra. Gli stati sono in qualche modo tutti in condizioni di dotarsi di armi nucleari: lo hanno già fatto grandi stati come India e Pakistan, lo hanno fatto piccoli stati come Corea del Nord e Israele, lo possono fare a breve stati come l’Iran; se non si avvia una vigilanza attenta, potranno farlo tanti altri stati e anche organizzazioni private con fini di sconvolgimento sociale; l’atomica è diventata a portata di tutte le tasche, anche di organizzazioni mafiose. Di fronte a un pianeta che rischia di diventare irrespirabile e potenzialmente esplosivo l’Utopia di un mondo concorde e pacifico diventa l’unica possibile alternativa politica.
Ma questa nuova ONUTOPIA potrebbe rivelarsi fragile se non vengono affrontati altri due problemi: la fame nel mondo e i diritti alla libertà e dignità di ogni singolo uomo. Una pace potrebbe rivelarsi addirittura ingiusta se ci stanno esseri umani che muoiono di fame. Accanto a questa ritrovata linea di Utopia per necessità che cominciano a professare gli uomini di Stato va fatta rivivere l’Utopia nelle piazze e nel mondo della cultura. L’Utopia pragmatica deve essere riempita dai contenuti vitali dell’Utopia di chi lotta ogni giorno per la sua sopravvivenza.
francesco zaffuto
(immagine – “verso il futuro” acquarello © francesco zaffuto link Altre allegorie)