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martedì 26 giugno 2018

AHAHAHAAFRICA, il problema dell’Europa si chiama Africa


 Che l’Italia, e tantomeno la Sicilia, non possa contenere il flusso migratorio dell’intera Africa è evidente. La risposta però non può essere quella di lasciar morire in mare dei disperati; perché una scelta di tal genere stravolge il cuore degli italiani e degli europei, e dall’indurimento del cuore si possono solo generare catastrofi e guerre.
 Il problema della Sicilia, dell’Italia e dell’intera Europa si chiama Africa ed è un problema grande quanto il mondo stesso,  perché l’Africa è una grande parte del mondo.
 Occorre conoscere e vedere qual’ è il cammino dei migranti, occorre andare oltre la Libia che è solo un disgraziato punto di approdo, occorre arrivare nei luoghi da dove partono e conoscere a fondo le contraddizioni  che li spingono a partire. Senza la conoscenza del fenomeno non si può pensare a soluzioni.
  Non va dimenticato che sono stati tanti gli interessi  dei grandi capitalisti che hanno spolpato l’Africa: quelli che hanno guadagnato nella vendita di armi; quelli che hanno guadagnato nel commercio dei diamanti ed altre materie prime; quelli che hanno guadagnato inquinando; quelli che hanno guadagnato ed ancora guadagnano comprando terre e imponendo brevetti delle sementi ecc. ecc.
 Gli interessi  dei grandi capitalisti spesso hanno imposto nei paesi africani dittature locali che hanno portato a Stati amministrati da nuovi predoni locali.
 Questi vecchi interessi vanno spazzati via, e spazzando via questi interessi i nuovi investimenti per lo sviluppo (anche pochi) potranno veramente diventare fonte di sviluppo, altrimenti saranno assorbiti dall’arricchimento di nuovi predoni.
 Il problema dell’ACQUA in Africa è essenziale  ed affrontando il problema dell’Acqua in tanti territori si riuscirà a risolvere  anche quello del pane e della miseria. Ci sono tecnologie evolute che possono affrontare il problema dell’Acqua in Africa. Prima di cercare assurdamente l’Acqua sul pianeta Marte  va risolto il problema dell’Acqua in Africa, mettendo a frutto tutte le tecnologie conosciute e conoscibili.
 In Africa si recano missionari religiosi e volontari laici animati da grandi ideali, e questo è un bene, ma non basta.    I ministri degli esteri europei debbono viaggiare e studiare, e porre ipotesi di soluzione insieme agli stati africani più sensibili alla soluzione del problema.
 Dalla fine della miseria in Africa e dal suo sviluppo ci può guadagnare l’Europa per commercio e benessere, dallo spolpamento dell’Africa ricaviamo solo piaghe e disastri.
 In questa grande impresa per salvare l’Africa l’Europa deve chiamare a collaborare:  l’ONU, gli USA, la Russia e la Cina; perché il continente africano è quasi un terzo dell’intero Mondo.
Francesco Zaffuto

Link
Algeria, migliaia di migranti abbandonati nel deserto


lunedì 6 novembre 2017

In Sicilia il 53,24% non ha votato

Secondo i dati raccolti dalla Regione Sicilia l’affluenza alle urne degli elettori alle ore 22,00 (ultima rilevazione alla chiusura dei seggi)  per le elezioni Regionali del 5 Novembre 2017 è stata del 46,76%, in leggero calo rispetto al dato registrato alla stessa ora alle elezioni del 2012: 47,41% (-0,65%).
Si possono fare tutte le analisi che si vogliono su questo dato, ma si registra una crisi della partecipazione alla democrazia rappresentativa.
AD OSTIA ancora peggio,  non vota il 63,85%

domenica 5 novembre 2017

Scrutari è multu faticusu

In Sicilia, oggi 5 Novembre 2017,  dopo le ore 22,00 i seggi si chiudono e non si farà lo scrutinio. Le urne rimarranno chiuse e lo spoglio sarà fatto il giorno dopo.
In Sicilia: scrutari è multu faticusu

martedì 19 aprile 2016

I dati referendum e la sindrome di Gela


Nell’ultimo referendum del 17 Aprile 2016 ci sono due dati ben lontani e particolari rispetto al panorama Italia, e sono: la regione Basilicata e la città di Gela (in Sicilia). La Basilicata è l’unica regione dove si è raggiunto il quorum, la città di Gela il centro dove si è registrata la partecipazione più bassa al voto 15,19%. Mentre l’elevata partecipazione degli abitanti della Basilicata può essere messa in relazione a una reazione contro il comportamento delle ditte petrolifere che hanno recentemente speculato ed inquinato. La mancata partecipazione degli abitanti di Gela è più difficile da interpretare.
Gela è stata sede di una delle più grandi raffinerie petrolifere d’Italia. Quell’insediamento industriale nella vicina periferia di Gela fu definito “cattedrale nel deserto”, furono spesi un gran quantitativo di soldi pubblici inizialmente per costruirlo;  e ora, dopo tanti anni, si aspetta di spendere un gran quantitativo di soldi pubblici per riconvertirlo o smantellarlo.
 Quel grande insediamento industriale nel bene e nel male diede lavoro agli operai che ci lavoravano, ma non riuscì a far decollare nessun indotto, rimase nel deserto e il deserto restò deserto economico.
 Gli abitanti di Gela accettarono e fecero delle difficoltà virtù, nonostante l’inquinamento investiva aria e territorio, legarono per tanto tempo le loro speranze allo sviluppo di quella cattedrale, negli ultimi anni si sono accorti che dopo tanto predare ora si passava a smantellare i rottami.
 Gli abitanti di Gela sono stati sempre attivi e politicamente impegnati, hanno sostenuto lotte ed accolto le novità politiche che venivano prospettate: hanno dato fiducia a Crocetta che ora è Presidente della regione, hanno dato fiducia al PD per tanto tempo, delusi sono passati a votare in massa per i cinque stelle ed hanno determinato l’elezione di un sindaco pentastellato, ed hanno avuto anche qualche delusione con l’ultimo sindaco a 5 stelle.
 La percentuale bassissima del 15,19% - solo 9112 votanti su 60005 aventi diritto – è stata considerata dall’ex sindaco di Gela Rosario Crocetta, ora Presidente della regione Sicilia, come un suo merito e come dimostrazione del suo appoggio a Renzi seguito dai gelesi.
«La Sicilia è stata compatta, si è schierata con Renzi - ha aggiunto -. La risposta del popolo siciliano è stata netta. E mentre facevo il bagno riflettevo sul fatto che a inquinare il mare a Gela, in passato, non sono state le trivelle ma la raffineria. E oggi l'estrazione petrolifera non c'è più. Guardavo poi l'orizzonte e di trivelle non ne ho vista nemmeno una»
Lascio da parte ogni commento alla rapida  evoluzione di Crocetta verso il renzismo e sulla sua presunzione di ammantarsi di un consenso dell’84% dei gelesi; penso che il non voto dei degli abitanti di Gela sia dovuto ad una grave sindrome di scoraggiamento.
Se questo scoraggiamento invaderà l’Italia la democrazia sarà a rischio.

Francesco Zaffuto

foto Anic di Gela - la raffineria vista dalla strada provinciale

venerdì 17 luglio 2015

Cannonate e non cannoli


 Esistono due tipi di siciliani: quelli che straparlano e quelli che stanno muti. Quelli che straparlano arrivano verbalmente ad uccidere tutto il mondo e riescono a mettere in moto l’intera Apocalisse biblica, anche per una multa per un divieto di sosta. Quelli che stanno muti si esprimono per sillabe che non arrivano neanche al pronunciamento del sì e del no e addirittura usano deboli schiocchi della lingua indecifrabili, tipo gn o ng, ci sono suoni che non si possono scrivere perché la lingua sbatte sul palato schioccando.
 Provate a liberarvi di un amico siciliano e diventate un traditore dell’intera Sicilia. Se è un antico amico fraterno siete un traditore di tutta la fraternità umana. E’ quasi più facile liberarsi di un parente: si trova una giustificazione del tipo “ci fu lite in famiglia”; ma con l’amico non viene compresa la motivazione della lite. Lo stesso amico penserà che non è vero niente e che continuate ad essere suo amico,  anche dopo l’essersi chiamati reciprocamente emeriti coglioni.
 Provate ad avere un amico siciliano di quelli che straparlano, che vi ha telefonato, che voi non volete continuare a sentire le stupidate che vi dice, e sperate che la telefonata finisca subito;  allora non reagite a nessuna delle stronzate che dice, perché sapete che se reagite la telefonata non finisce più e quello continuerà a straparlare per ore aumentando la dose di Apocalisse.
 Il reato di Crocetta pare che sia: non essersi riuscito a liberare di un amico, avere ascoltato una telefonata senza reagire o solo pronunciando qualche indecifrabile schiocco con la lingua.  
 Cosa diceva l’amico?  Apocalissi,  e nelle apocalissi aveva messo dentro anche una vittima della mafia. Le vittime della mafia sono intoccabili e innominabili e Crocetta doveva accettare di prolungare la telefonata dicendo al suo amico che era un coglione.
 Ma chi ha dato via l’intercettazione, l’ha fatta uscire dalle sedi di competenza giudiziaria, l’ha fatta arrivare all’Espresso, ha sicuramente commesso un reato.
Ora proviamo ad immaginare un dialogo tra Mister X e Mister Y.
Mister x = Su Crocetta abbiamo questo, che facciamo?
Mister y = Colpite ad alzo zero.  
Questo quello che posso dire come siciliano su Crocetta, e per quanto riguarda  la sua  futura salute un consiglio: riposarsi dalla politica e cambiare medico
17/07/15 Francesco Zaffuto

mercoledì 20 marzo 2013

Qualche buon limone di Sicilia


Ieri 19 marzo 13 nell’Assemblea regionale siciliana è stata votata le legge di abolizione delle province. Non si faranno le prossime elezioni  provinciali e si avvierà la costruzione di consorzi tra Comuni al fine di eliminare la costosa macchina provinciale sostituendola con un decentramento più snello e meno costoso.
 Si avviato un processo verso il risparmio dei costi della politica che dovrebbe cominciare tra qualche mese a dare i suoi frutti. Il provvedimento legislativo è stato votato dai partiti che sostengono il Governatore Crocetta e dagli esponenti del Movimento 5 stelle. E’ la dimostrazione che se si vuole si può lavorare insieme;  questa testimonianza contrasta con  il clima sciocco e assurdo che si è creato a livello nazionale su un possibile Governo. Le continue dimostrazioni di Grillo di essere più pulito, dove per pulizia si intende non votare con nessuno e non parlare con nessuno, sembrano appartenere alla propaganda di un detersivo prodotto da frati trappisti.
   Solo con il dialogo e con l’avvio di un fruttuoso lavoro parlamentare si può mettere mano a provvedimenti per risollevare le condizioni in cui versa l’Italia.
 ALLORA UN BUON GOVERNO CON L’INDICAZIONE DI UN ESPONENTE DI PRESTIGIO RICONOSCIUTO E CHE DURI TUTTO IL TEMPO NECESSARIO PER COLLABORARE CON IL PARLAMENTO E AVVIARE LE RIFORME; NON QUALSIASI NOVITA’  MA RIFORME PER MIGLIORARE LAVORO E VITA DEGLI ITALIANI.
20/03/13 francesco zaffuto
Immagine – limoni di Sicilia

mercoledì 24 ottobre 2012

26 ottobre Grillo a Caltanissetta

Questa è una vecchia foto degli anni '50 di viale Regina Margherita;  scivola nella sua prospettiva e si perde quasi all'infinito e quando si arriva giù in fondo:  una terrazza si apre a guardare tutta la grande valle, centro e cuore della Sicilia. Questa foto l'ho trovata su facebook a questo indirizzo
Oggi questo viale non è molto cambiato, tranne che giù in fondo è stato collocato il monumento ai caduti, può raccogliere il doppio della popolazione di Caltanissetta; in passato è stato usato per l'organizzazione di grandi fiere e oggi giace un po' abbandonato dall'amministrazione della città.
  Grillo per la chiusura della campagna elettorale in Sicilia ha scelto questo viale e non la piazza principale della città, nessuno lo aveva mai fatto; si aspetta un grande afflusso di spettatori, che teoricamente potrebbero diventare tutti voti per il suo movimento. Non è facile, perché i siciliani amano l'arte della parola ma ci credono anche un po' poco. Comunque, questo viale pieno di persone può far tremare  chi ha governato a sbafo la Sicilia per tanti anni.
Auguri
24/10/12 francesco zaffuto
Il comizio di chiusura della campagna elettorale di Grillo è previsto  il 26 ottobre alle ore 20,30
ecco i link degli ultimi post inseriti sul questo blog per le elezioni in Sicilia
La Sicilia rischia di perdere 10 miliardi di fondi...
tutti gli eleggibili della Sicilia
Nuoto: dopo Mao, Grillo
DOPO IL COMIZIO DEL 26 - qualche link
http://www.ilfattonisseno.it/2012/10/grillo-a-caltanissetta-incanta-e-tuonada-qui-e-partita-la-legalita-illegale/

sabato 20 ottobre 2012

tutti gli eleggibili della Sicilia


Come siciliano lontano dalla sua terra mi è stato difficile capirci qualcosa su queste elezioni regionali. Ero molto preoccupato della possibile perdita dei finanziamenti  UE ed ho inserito nel mio blog il post
 Riguardo alle elezioni del prossimo 28 ottobre so  ben poco e non riesco ad  avere notizie dalla TV italiana che considera  la Sicilia molto più lontana dell’Africa.  A forza di cercare su internet ho trovato un articolo su “blitz quotidiano” che propongo a chi vuole sapere qualcosa delle prossime elezioni siciliane e degli uomini in campo, questo è il link
 Leggendo scopro che tra tanti uomini ci sta una donna, sindacalista della FIOM;  la sigla sindacale mi rassicura un po’ e forse se stavo in Sicilia avrei votato per lei.    In ogni caso a queste elezioni  la sinistra arriva divisa e dai sondaggi  pare che tutto possa ricominciare come prima,  come se nulla fosse mai accaduto, dopo Lombardo qualcosa di simile a Lombardo, con un po’ di confusione in più.  Ma cosa serve ai siciliani? Direi:
Pane ......Lavoro . .....Libertà ..... Uguaglianza
Pace ..... Felicità
  Le stesse cose che servono a tutta l’Italia,  e chi non è in grado di aprire un cammino su queste parole vada all’Inferno  (possibilmente da non eletto). 
19/10/12 francesco zaffuto
Immagine – limoni di Sicilia – un po’ acri, ma sono, in questo momento,  il meglio della Sicilia.

lunedì 15 ottobre 2012

La Sicilia rischia di perdere 10 miliardi di fondi UE


Eccome,  se ne ha bisogno di quei 10 miliardi di fondi UE; eccome, se possono servire per tirare un po’ su la depressa economia siciliana; ma rischia di perderli per sempre.
 I fondi si potevano utilizzare fin dal 2007 e possono essere utilizzati entro il 2013; di anni ne sono passati un bel po’ e non sono stati per niente utilizzati.
 Come mai?
Occorre per capire fare riferimento a un vecchio proverbio noto anche molto bene in Sicilia:
AIUTATI CHE DIO TI AIUTA
Il vecchio proverbio, frutto della saggezza popolare; insegna che nei guai e nelle varie difficoltà della vita è bene confidare in Dio, ma non si può pretendere di risolvere i problemi senza darsi da fare. Quando la UE  ha stabilito i fondi per lo sviluppo delle regioni depresse ha previsto un minimo di cofinanziamento, se non erro prevedeva che un miliardo lo mettesse la stessa Regione siciliana e questo gesto di buona volontà avrebbe prodotto l’arrivo degli altri 10 miliardi. Ma in questi anni tutto è accaduto nella Regione Sicilia tranne esprimere quel gesto di buona volontà. La Regione autonoma siciliana ha speso a destra e a manca, ha foraggiato con fondi privilegi e clientele, il cofinanziamento non c’è stato;  nel frattempo è avanzata la crisi economica e sono arrivate le misure nazionali per fronteggiarla,  il cosiddetto patto di stabilità.
 Con una lettera aperta indirizzata al Presidente della Repubblica e al premier Mario Monti, l’Ance Sicilia (associazione dei costruttori edili) lancia l’allarme ed auspica l’arrivo di un commissario ad acta per la Regione per intervenire con urgenza e non fare saltare la scadenza prevista dalla UE.
 «Se la Regione svincolasse la propria quota obbligatoria di cofinanziamento - osserva l'Ance Sicilia - violerebbe il Patto di stabilità. E per il 2013 ci viene annunciata dalla Regione un'ulteriore contrazione di 1 miliardo negli investimenti in opere pubbliche».  E prosegue “… temiamo che il quadro politico che si prevede uscirà dalle elezioni del 28 ottobre sarà frammentato e non metterà il prossimo governo nelle condizioni di assumere decisioni forti e neppure di approvare il bilancio entro aprile 2013. Scatterebbe il commissariamento, a norma di Statuto».
 Il colpo di spugna delle elezioni, per ricominciare di nuovo,  pare che non possa bastare per l’utilizzo dei fondi UE. E aggiungerei che se i fondi saranno spesi male e solo per cementificazioni non potranno guarire certo i mali della Sicilia. Anche se sono lontano dalla Sicilia da tanti anni, penso che occorra un grande piano per l’acqua, per il riciclaggio dei rifiuti e per le energie alternative;  e il tutto convogliato in special modo allo sviluppo delle imprese agricole e manifatturiere.
 Auguri alla Sicilia che il 28 ottobre va a votare anche se in tanti non ci andranno. Pare ci sia un po’ di confusione in questa campagna elettorale, allego un link sui manifesti elettorali che ho trovato passeggiando tra i blog: http://lacuriosona.blogspot.it/2012/10/la-sicilia-al-voto.html
15/10/12 francesco zaffuto

Immagine – dati i contenuti del post,  ecco per consolazione una stupenda cassata siciliana dal sito http://www.siciliaontheroad.it/

mercoledì 10 ottobre 2012

Nuoto: dopo Mao, Grillo

Oggi Grillo ha attraversato lo stretto di Messina ed ha rilasciato alcune dichiarazioni. Era il 16 luglio 1966 Mao Tse-tung, oramai settantenne, organizzò un evento mediatico per mostrare che era ancora vigoroso e capace di guidare la Repubblica Popolare Cinese.  
Oggi Grillo ripropone la grande iniziativa pubblicitaria a ridosso delle elezioni in Sicilia.
Sicuramente ha dimostrato che gode di buona salute fisica. Auguri e cento di questi giorni.  Ma era necessaria questa dimostrazione per i siciliani che si apprestano a votare in una grande incertezza di prospettive? Non era necessaria quella di Mao e neanche quella di Grillo. Lo dico senza malevolenza, ho votato per il suo movimento nelle ultime elezioni amministrative a Monza. Dobbiamo solo capire quello che dobbiamo fare in questo paese e purtroppo è un compito ben più arduo e non solo fisico, anche di ragionamento. 
Arrivederci Grillo
francesco zaffuto
immagine - antica foto di Mao che nuota - da internet - link indicato

giovedì 19 luglio 2012

Monti, Lombardo, Casini e la Sicilia


L’Immagine, trovata su internet, di una particolare antica cartolina della Sicilia dove ogni città mostra i suoi preziosi monumenti, qua e là piccoli grappoli d’uva e limoni, contornata da un mare pieno di pesci, di navi e di bagnanti – una Sicilia che può essere ricca e serena, se amministrata bene.
Martedì 24, l’incontro tra Monti e Lombardo (governatore della Sicilia) forse potrebbe andare così:
1 : Come state in Sicilia?
2 : Benissimo.
1: Allora perché te ne vai?
2: Magari per tornare con un’altra faccia.
1: E i debiti?
2: Ma quali debiti, tutta colpa delle chiacchiere messe in giro da Omero.
1: Omero?
2: Sì Omero, ma anche Verga, Pirandello e Tommasi di Lampedusa sparlano male di noi.
Nell’aprile 2008 il neoeletto governatore Lombardo fece parlare di sé con delle dichiarazioni su Polifemo di grande “arditezza storica”.
Qui alcuni blog che ancora conservano le dichiarazioni
Successivamente Lombardo iniziò con una campagna contro le assunzione in Regione per fare ordine nel bilancio siciliano; alla fine chiude con una raffica di nomine di suoi uomini e con un aumento della spesa.
Oggi, un personaggio politico come Casini stigmatizza il governatore Lombardo dimenticando che il debito siciliano viene da lontano e che c’è stato il contributo di un esponente del suo partito, Totò Cuffaro (a capo della regione dal 2001 al 2008).
19/07/12 francesco zaffuto
Riporto il commento di Liborio Mastrosimone dal post collegato Noi e quelli di Moody’s
La posizione della Sicilia è molto critica, ma non da default. Il vecchio governo Cuffaro ha lasciato al governo Lombardo un pesante debito. La politica economica Cuffariana è riuscita, come quella di Tremonti, a nascondere grossi debiti di bilancio. La Regione Siciliana non riesce a pagare così come il Governo Italiano. Mancanza di liquidità (Sic!). La grana scoppia per beghe e arrivismo politico.
La Sicilia viene considerata la fucina e/o il banco di prova della nuova castroneria politica di sinistra, di centro e di destra. Purtroppo molti politici siciliani e rappresentanti delle varie istituzioni sono dei …………

Dalle nostre parti si dice “cummanari è megghiu di futtiri”. Allo stato attuale la guerra politica non tiene conto dei bisogni degli uomini e sta sfociando in carneficina. Oggi sta ai Siciliani chiedere con fermezza il rispetto delle condizioni umane, sta ai Siciliani decidere se affrancarsi dalla schiavitù politica o divenirne conniventi.

lunedì 16 luglio 2012

Si avvicina un altro ventennale


Dopo il ventennale di Giovanni Falcone ora arriva il 19 luglio 1992; la data in cui viene messo a tacere il giudice Paolo Borsellino, viene uccisa la sua mente lucida e la sua memoria di tanti fatti; scompare anche l’agenda rossa dove il giudice appuntava qualcosa, ogni traccia della sua memoria è sparita.
I familiari sentono ancora la piaga del lutto ancora aperta perché non è stata fatta luce su quel delitto, al link l’intervista del fratello
ci sarà una manifestazione, ecco il link del programma
L’agenda rossa scomparsa è diventata un po’ il simbolo della nostra stessa memoria
non dobbiamo dimenticarla ci serve per costruire un paese migliore.
16/07/12 francesco zaffuto
immagine - un'agenda rossa

sabato 21 gennaio 2012

I forconi e la Sicilia


Essendo siciliano tendo ad a diffidare dei siciliani; dagli anni cinquanta i siciliani hanno appoggiato con il loro voto le componenti politiche più retrive. Ma i siciliani, quando si svegliano dal lungo sonno della sopportazione, sono capaci di sommovimenti di grande portata; la Storia ci ricorda i Fasci siciliani della fine dell’800 e i Vespri siciliani del XIII secolo.
Cosa accade oggi in Sicilia per me che vivo lontano non è facile da capire e allora mi limito per la cronaca a inserire alcuni link sugli avvenimenti:
Nelle notizie riportate nei link c’è chi parla di infiltrazioni mafiose; riguardo alle possibili infiltrazioni in un movimento tutto è sempre possibile, ma che oggi esiste un movimento che affonda le radici nel malessere dell’isola è un fatto inoppugnabile.
Ma di cosa ha bisogno la Sicilia? Non certo della cura Monti; l’avere strozzato con le accise sui carburanti molte aziende e prepararsi ad un possibile innalzamento dell’IVA che continuerà a strozzarle non è la cura appropriata per risollevare l’economia. La Sicilia ha bisogno essenzialmente di lavoro; è il lavoro può nascere in qualche modo proteggendo e sviluppando l’economia locale.
Non è certo del rinvio delle competenze tra Monti e il governatore Lombardo che la Sicilia ha bisogno; lo stesso Lombardo si deve assumere tutte le responsabilità delle azioni che può svolgere nella pienezza dell’autonomia regionale e Monti di quelle su base nazionale.
Certo non è facile dare ricette; ma sentire che a Palermo si vendono i limoni e pesce della Spagna è una notizia quanto meno inquietante, eppure è la realtà. Se non si possono rivendicare barriere doganali, almeno è necessario promuovere tutta la produzione a km. 0 per favorire lo sviluppo della produzione locale.
21/01/12 francesco zaffuto
Immagine – antica foto di Bernardino Verro uno degli esponenti di punta del movimento dei Fasci siciliani della fine dell’800 - http://it.wikipedia.org/wiki/Bernardino_Verro

sabato 18 giugno 2011

Oltre la crisi




Dalla crisi mondiale iniziata nel 2008 ed esplosa in tutta la sua virulenza nel 2009 ancora non siamo usciti, nonostante tutta la depressione del 2010 e l’insignificante ripresa del 2001. Ma nel nostro paese ci sono sacche di territorio che sono oltre la crisi; sono quelle zone del meridione che già versavano in una crisi atavica, dove quest’ultima crisi sta determinando una condizione di desertificazione economica. Una città simbolo di questo essere oltre la crisi è Caltanissetta.
“La disoccupazione dagli ultimi dati risulta oltre il 60%, ma non vengono conteggiati quelli che un lavoro hanno smesso di cercarlo, consapevoli di non poterne trovare se non sottopagati, in nero o con contratti improponibili ed indegni. Non nascono più bambini, dal’ultimo dato risulta che ogni 69 morti non c’è neanche un nuovo nato. “http://www.ilfattonisseno.it/2011/06/disoccupazione-oltre-il-60-crisi-a-360-gradi/


Il governo pensa oggi per l’Italia un qualche miracolo e prefigura che si possa mettere in moto l’economia tagliando la pressione fiscale di un qualche 0,5; ripresa di consumi e via di nuovo alla grande con il pompaggio del sangue verso il cuore e con la ripresa della circolazione. Ma per chi vive oltre la crisi è necessario un miracolo ben più grande; siamo proprio di fronte alla tomba di Lazzaro. Occorrerebbe ripartire dalla natura costitutiva dell’uomo per fare in modo che possa di nuovo alzarsi dalla tomba; dalla terra, dall’acqua, dal sole, dalle piante, dall’agricoltura, da ciò che si costruisce come essenza di cibo; e tenendo lontani gli sparvieri. Ci vuole la forza delle idee, unico concime possibile per la mente.
18/06/11 francesco zaffuto

Immagine – la statua di San Michele Arcangelo, patrono della città di Caltanissetta, che viene portata in processione dal blog http://caltanissettalibomast.blogspot.com/2009/06/post-3-san-michele-in-castigo-gastone.html

lunedì 1 novembre 2010

I mostri, i santi e i nostri morti


Le zucche, i mostri di Halloween e tutti i santi della chiesa (con festività riconosciuta) tendono a seppellire la tradizione del ricordo dei nostri morti. Stavo per scrivere un pezzo, poi mi sono imbattuto in questo di Ivo Tiberio Ginevra che vi propongo in lettura. Il punto di vista viene dalla Sicilia dove la tradizione era forte e rischia anch’essa di essere persa.

La “festa dei morti”


http://hotmag.me/evasione/2010/11/01/la-festa-dei-morti/?ref=nf
di Ivo Ginevra

Noi in Sicilia abbiamo “i morti”.
Mi spiego meglio. È una vecchissima tradizione dove la notte dell’uno novembre i morti, cioè le anime dei parenti defunti, fanno trovare al risveglio dei bambini, dolci (la frutta di martorana – marzapane), la pupaccena (una statuetta di zucchero solidificato con l’interno cavo a forma di pupo siciliano) dei biscotti secchi (detti ossa di morto) ed un regalo di poco conto (a me regalarono un fucile con i tappi). Poi si va al cimitero e quel cordone ombelicare che lega la famiglia, sebbene reciso dalla morte fisica, vive e si tramanda nelle generazioni.
Quella dei morti è una festa pagana tipica della nostra tradizione. L’origine che si perde nella notte dei tempi è sicuramente tribale e anticamente consisteva nell’offerta simbolica di alimenti di forma umana da parte dei defunti con l’intento di tramandare nei vivi la loro forza e il loro ricordo (riti ancora in vigore in qualche tribù dell’Indonesia e dell’Africa).
La tradizione si è anche rafforzata nel tempo con l’usanza del pranzo offerto dai vicini di casa del defunto ai familiari che avevano subito la perdita del parente, dato che non avevano potuto provvedere ai loro bisogni alimentari.
Questa tradizione grazie ad Halloween rischia ora di scomparire, infatti, i mercati rionali che in questo periodo erano invasi di luci, colori sgargianti, sapori, odori e luccichii di giocattoli stanno per essere soppiantati da una marea di colori neri, lugubri e porcherie di plastica fatti da teschi, pipistrelli e costumi da streghe d’indubbio gusto.
Grazie anche al bombardamento mediatico i nostri bambini al posto della frutta di martorana, adesso vogliono un zucca di plastica. Vogliono un tetro abito nero ed un trucco sanguinolento come se fossimo a carnevale, e in definitiva non vanno più al cimitero a rendere un omaggio ai morti facendo scomparire una buona tradizione.
Anche la scuola e soprattutto quella materna ed elementare, grazie ad un personale poco attento contribuisce molto a soppiantare questa educativa tradizione tipicamente nostra.
La festa dell’attesa del regalo col giorno del ricordo si sta velocemente trasformando in una pacchianata americaneggiante, non sentita, inutile, diseducativa, stupida e soprattutto estranea alla nostra cultura, oramai tesa alla globalizzazione, all’appiattimento del tutto, ed a scimmiottare malamente lo sterile modello americano.
Mi fanno pena i nostri figli che crescendo non avranno come me il ricordo del sorriso mio nonno che nella mattina della festa, regalandomi la frutta di martorana, il pupo di zucchero, ed il fucile di latta mi diceva: “questi te li ha portati la nonna che non c’è più e ti pensa sempre”. Poi andavamo a portarle un fiore al cimitero.
Tenetevi pure Halloween.
Ivo Tiberio Ginevra
01/11/10
(immagine – un pupo siciliano – un paladino realizzato in zucchero e colorato in modo variopinto)

domenica 18 luglio 2010

A 18 anni dall’uccisione di Borsellino


A 18 anni dall’uccisione di Borsellino:
il monumento dedicato a Falcone e Borsellino fatto saltare;
una manifestazione a Palermo in ricordo del magistrato ucciso con poca affluenza di partecipanti;
la recente notizia in Lombardia, sulla ndrangheta che aveva scelto di fare una importante riunione nel circolo di Paderno intitolato a Falcone e Borsellino.
Il monumento saltato pare essere un atto dimostrativo per dire: “ci siamo sempre”. Riguardo alla poca partecipazione alla manifestazione è un sintomo di “stanca”. A Palermo c’erano state tante affollate manifestazioni con tanta speranza di vedere cambiare qualcosa nella vita di ogni giorno. I fatti accaduti in Lombardia dimostrano la tracotanza dei comportamenti e la diffusione del fenomeno su tutto il territorio nazionale.
Tanti anni di lotta alla criminalità organizzata e tutto sembra come prima. Eppure ci sono stati i sacrifici di chi ha lottato e ci sono stati anche i risultati di tanti arresti.
Ma c’è un concime sociale che fa di nuovo ricrescere il fenomeno.
Penso che questo concime sia un composto formato da questi elementi:
il mito capitalistico di un facile arricchimento,
una diffusa disoccupazione che crea marginali forme di sopravvivenza,
una diffusa corruzione politica.
Finché questo concime sarà costantemente diffuso i risultati delle singole indagini verranno annullate da un nuovo sviluppo criminoso.
18/07/2010 francesco zaffuto
Una annotazione
L’amico Liborio mi fa notare che a proposito di disoccupati, si comprano come le Anime morte di Gogol :” in questi giorni il Governatore Lombardo e il Sig. B. hanno acquistato 23.500 anime che considerate come gruppo familiare diventano almeno 100.000 di tutti i colori politici – per un piatto di lenticchie, in un periodo non sospettabile, ma… se… può … anche diventare preelettorale”. E che spesso : “– gli arresti e le confische dei beni sono danni calcolati e sopportabili, come i tiket delle medicine, servono ai potenti per tagliare i ponti con gli scomodi, per eliminare le tracce nel momento in cui il modus operandi sta cambiando.”

giovedì 15 aprile 2010

Il Banco di Sicilia è una banca del Nord

Diamolo a Bossi, visto che recentemente ha detto:
"E' chiaro che le banche più grosse del nord avranno uomini nostri a ogni livello. La gente ci dice prendetevi le banche e noi lo faremo".

In un antico studio Gino Luzzato , “L’economia italiana dal 1861 al 1894”, descrisse il ruolo del Banco di Sicilia come pompa di denaro dal sud verso il nord. Agrari, possidenti e piccoli risparmiatori depositavano presso il Banco di Sicilia, ricevevano come sempre interessi molto limitati, e il Banco di Sicilia nell’operare il credito privilegiava le aziende in decollo produttivo del nord. Non c’era niente di strano, era nella logica del capitalismo, il credito prendeva la strada del migliore investimento; perciò se al sud non c’erano iniziative industriali di sviluppo quel denaro prendeva la via del credito verso il nord, importanti filiali del Banco di Sicilia hanno da circa centocinquanta anni operato nel nord d’Italia, buona parte delle fortune industriali del nord è stata costruita anche con quell’esercizio del credito.

Oggi nell’epoca delle grandi concentrazioni bancarie il Banco di Sicilia è un fantasma di se stesso, già da tempo è caduto nei processi di concentrazione bancaria di Unicredit. Tutti i giornali economici del 14 aprile hanno dato la notizia che il consiglio di amministrazione di Unicredit ha sancito la fusione di sette banche controllate (UniCredit Banca, UniCredit Banca di Roma, Banco di Sicilia, UniCredit Corporate Banking, UniCredit Private Banking, UniCredit Family Financing Bank, UniCredit Bancassurance Management & Administration); si fonderanno nella capogruppo Unicredit S.p.A. Saranno salvaguardati solo per l’immagine tre marchi (UniCredit Banca, UniCredit Banca di Roma, Banco di Sicilia), un modo come l’altro per ricordare ai clienti che stanno continuando a bere la stessa birra.
Nei fatti il Banco di Sicilia smetterà di esistere dal primo novembre 2010, proprio quando sono in scadenza il cda del Banco di Sicilia e i patti parasociali con la Regione Siciliana, che obbligavano il gruppo Unicredit a non intaccare gli organi di autonomia decisionale del banco. Il presidente della Regione siciliana conterà come il due di picche in tema di nomine bancarie presso il Banco di Sicilia.
Nonostante questa realtà che rivela quanto i grandi istituti di credito siano più forti della politica, il leader della Lega Lombarda Bossi ha regalato al suo popolo queste frasi: "E' chiaro che le banche più grosse del nord avranno uomini nostri a ogni livello. La gente ci dice prendetevi le banche e noi lo faremo".
Palenzona vice presidente di Unicredit, ha liquidato ogni polemica con questa battuta: "Non lo so, non ho capito bene, bisogna chiederlo a Bossi. Che vuole fare, un'Opa? Il mercato è contendibile”.
Certo se i leghisti si accontentano della nomina di un nuovo amministratore come Piccini, come ha fatto Luca Zaia che ha detto di apprezzare la scelta di un "uomo del Nord", chi si accontenta gode.
In realtà il potere delle Super banche concentrate è diventato enorme; non sono certo dei controllati, sono in realtà i controllori della realtà economica, politica e sociale: assorbono depositi senza dare un becco d’interessi, chiedono interessi a limite dell’usura per il credito concesso, continuano a comprare immobili, pagano ai loro amministratori cifre da capogiro, finanziano tutte le operazione speculative per le aziende che decidono di operare all’estero e per il commercio delle armi, sono in grado di orientare uomini e decisioni della politica.

Controllo della politica sulle banche non significa mettere qualche proprio uomo nei consigli di amministrazione ma legiferare in materia di credito: limitare le grandi concentrazioni bancarie che hanno potato solo aumento degli aspetti speculativi finanziari; determinare un minimo di interesse per i depositanti; limitare gli interessi usurai; esercitare anche un'attività pubblica nel credito senza nessuno scandalo per questa società capitalista; non si capisce perchè si parla tanto di sussidiarietà e si vuole il dominio incontrastato del privato in campo bancario; riportare le Poste ad ente pubblico in collegamento con la Cassa depositi e prestiti.
15/04/10 francesco zaffuto
Un ricordo di attività bancarie leghiste
link suggeriti da libomast
(immagine “la mano nel piatto” fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)

venerdì 13 novembre 2009

Il ponte, il terremoto e i trasporti in Sicilia

http://nuovosoldo.wordpress.com/2010/01/15/ponte-stretto-corte-dei-conti-verificare-fattibilita-e-traffico/
IL POST DEL 13/11/09
Il 6 novembre 09 il Cipe (comitato interministeriale per la programmazione economica)
ha dato il via al progetto già deliberato con il decreto legge n.78/2009 per il ponte sullo Stretto di Messina, parte di conseguenza l’investimento di 1.300 milioni di euro (è la prima trance dei 6 miliardi di euro previsti). Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, ha annunciato che i lavori del Ponte sullo Stretto di Messina inizieranno il 23 dicembre di quest'anno. (nota aggiornamento: ora si parla del dicembre 2010)

L’8 novembre 09 due scosse di terremoto, la prima di magnitudo 3 e la seconda di magnitudo 4.2, sono state registrate in Sicilia . A tremare è stata la faglia sismica che attraversa i Nebrodi, nella zona nord-orientale della Sicilia. I Nebrodi sovrastano la provincia di Messina. Questo terremoto non ha fatto danni di rilievo e vittime, quindi non ha raggiunto le prime pagine dei giornali, meno male. Ma in ogni caso dà il segnale del continuo spostamento di una faglia sismica nelle vicinanze di Messina.
L’accostamento di queste due recenti date può sembrare arbitrario allo scopo di diffondere un allarmismo ingiustificato per portare avanti la campagna contro il ponte sullo Stretto. Ma il terremoto recente ha dei precedenti storici di notevole portata: il terremoto del 1908 distrusse quasi interamente la città di Messina.

La Calabria meridionale e l'area dello Stretto di Messina sono zone ad elevata sismicità; risultano infatti colpite da almeno 8 eventi sismici di magnitudo pari o superiore a 6 in epoca storica.
Il ponte sarà costruito nella zona più sismica d’Italia.

Il ponte è previsto a campata unica, una struttura lunga 3660 m, la parte in sospensione chiamata luce centrale sarà di 3300 m. sarà largo 60 m e conterrà in tutto 6 corsie autostradali (3 per senso di marcia) e 4 corsie ferroviarie.
Il sistema di sospensione della trave sarà costituito da 4 enormi cavi del diametro di circa 1,24 m, disposti su due coppie a una distanza di 52 m che saranno lunghi ciascuno 5.300 m e partiranno da due ancoraggi (in Sicilia e in Calabria) su due torri alte 376 m l'una (più dell'Empire State Building di New York).
I progettisti assicurano che il ponte di Messina sarà in grado di resistere ad un sisma pari a una magnitudo di 7,1 gradi della scala Richter e di affrontare venti con velocità superiore a 216 chilometri all'ora, avrà una vita di servizio di 200 anni.

In teoria dovrebbe resistere anche ad un terremoto equivalente a quello del 1908 che fu proprio di magnitudo 7,1 gradi Richter. Nel progetto questa indicazione pare inserita allo scopo di rassicurare, non è facile accertarsi su tale impatto trattandosi di un’opera che non ha precedenti in tutto il mondo, i ponti esistenti hanno campate di gran lunga inferiori e sono costruiti in zone che non hanno le stesse caratteristiche di sismicità. Il dato di tale sicurezza è pertanto solo un’ipotesi.

Il ponte è un’opera per accreditare alla Storia un Faraone, poi se il tempo lo conserverà, come la piramide di Cheope ancora in piedi o come il Colosso di Rodi di cui non si ha più traccia, lo potranno valutare i posteri.
Riguardo al presente abbiamo gli interessi delle aziende che lucreranno in questa attività e l’interesse dei politici che vogliono presentarsi come realizzatori di grandi opere per i siciliani e i calabresi, magari a furia di dirlo ci credono pure loro.
Ci sono opere meno rischiose, meno faraoniche, meno costose, ma sicuramente più urgenti per la Sicilia e la Calabria. L’elenco delle priorità è stato fatto più volte dalla sicurezza all’acqua, dalla gestione dei rifiuti alla messa agli interventi per evitare frane. Ma restando sullo stesso tema dei trasporti possiamo citare il necessari interventi per l’autostrada Salerno-Reggio e il necessario ammodernamento del trasporto ferroviario in Sicilia che è attualmente catastrofico.
Se esaminiamo il collegamento di Messina con le altre principali città della Sicilia, sulla base degli orari di Trenitalia, tranne la tratta elettrificata tra Messina e Catania che richiede pur sempre ore 1 e 40 minuti abbiamo i seguenti dati:
Messina – Palermo treni con orari previsti dalle 3 ore e 15 minuti alle 4 ore
Messina – Caltanissetta treni con orari previsti dalle 4 ore alle 4 ore e 45 minuti
Messina – Agrigento treni con orari previsti dalle 4 ore e 45 minuti alle 5 ore e 30 minuti
Messina – Trapani treni con orari previsti dalle 6 ore e 19 minuti alle 6 ore e 45 minuti
Messina – Ragusa treni con orari previsti dalle 5 ore e 42 minuti alle 11 ore e 51 minuti
Messina – Gela treni con orari previsti dalle 3 ore e 44 minuti alle 5 ore e 30 minuti
Messina – Modica treni con orari previsti dalle 5 ore e 15 minuti alle 7 ore e 15 minuti
Messina – Sciacca non ci sono collegamenti ferroviari
Questi gli orari ufficiali, ma se si considera che trattasi di ferrovia con un solo binario, spesso le coincidenze comportano notevoli ritardi. Se andate in Sicilia e dite che per spostarvi state utilizzando il treno vi prendono in giro.

Allora, che senso può avere percorrere lo stretto con il ponte in soli tre minuti per poi impiegare da Messina ad Agrigento, ad essere fortunati, ben 5 ore?Ponte no grazie; ma occorrerebbe evitare che si comincino a spendere i soldi; una volta iniziata la macchina degli appalti sarà capace di succhiarsi tutti i 6 miliardi di euro anche senza realizzare un bel nulla (sicuramente da qui al 2016, data prevista per la realizzazione, riusciranno a spendere molto ma molto di più degli stessi 6 miliardi).
Certo queste posizioni espresse in questo post possono sembrare oscurantiste di fronte ad un’opera di ingegneria che sfida il vento e i terremoti.

francesco zaffuto
immagine, mappa sismica epicentro terremoto di Messina del 1908
Intervento dell'Architetto Giovanni Sirna pervenuto via mail
Ho letto la tua riflessione sul ponte ed anch'io sono molto perplesso sulla decisione del CIPE di autorizzare il primo lotto di spesa. Nutro parecchie riserve sull'effettiva utilità logistica del ponte, qualcuna meno sulla realizzazione tecnica. Maggiori perplessità le ho anche per le opere connese al ponte, (raccordo feroviario interrato per Messina, nuova stazione ferroviaria a sud della città - Tremestieri-, raccordo con le linee ferroviarie ed autostradali per Catania e Palermo)di cui poco si parla e che richiederanno ulteriori significativi finanziamenti. Peraltro, non mi risulta che ci sia ancora un progetto esecutivo del ponte (senza il quale non è possibile fare alcuna credibile verifica d'impatto ambientale). che verosimilmente vedrà la luce solo dopo l'incasso dei fondi autorizzati dal CIPE. Nel complesso sono molto perplesso su tutta la faccenda relativa al Ponte sullo stretto; credo ci siano altre opere più urgenti da realizzare....prime fra tutte la messa in sicurezza del territorio ed il rifacimento/manutenzione degli impianti idrici e di depurazione delle acque.

Si inserisce di seguito il commento di Libomast per rendere operativi i link allegati
Sono d’accordo con te, il post è molto interessante e ben fatto.
Questo è un argomento scottante che interessa e divide non solo i Siciliani e i Calabresi, ma anche il resto degli italiani.
Tratti in modo elegante la questione economica che è molto più grave di quella che descrivi.
Per quanto riguarda il lato economico, credo che andrà a finire come per il tunnel della Manica e tutte le mega strutture simili distribuite nel mondo che lavorano in perdita.
Ti rimando ai seguenti post :
Mario Tozzi e il ponte sullo stretto
http://www.youtube.com/watch?v=eZ5H3yra9J0

Il ponte sullo stretto
http://santagatando.wordpress.com/2009/04/02/il-ponte-sullo-stretto-4/

ma sono di parte…… allora vai

http://www.osteriapadana.net/articoli.php?view=75

Recensione L'Atlante geologico d'Italia
Una grande forra sottomarina grande quanto il canyon del Colorado nel golfo di Napoli fra Capri ed Ischia profonda più di mille metri, il lento sollevamento dell'arco alpino che a tratti provoca frane grandiose, strutture geologiche derivanti dalla rottura superficiale della crosta terrestre presso Messina, oppure l'insieme dei sette vulcani che nel tempo hanno costituito l'unico edificio vulcanico dell'Etna, sono solo alcuni degli esempi macroscopici che attirano l'interesse del lettore scorrendo le pagine dell'affascinante atlante “Mapping Geology in Italy” pubblicato dal Servizio Geologico d'Italia presso l'APAT, l'Agenzia nazionale per la Protezione dell'Ambiente e per i Servizi Tecnici ed edito da S.EL.CA di Firenze.

Aspetti geologici e di stabilità per il Ponte sullo Stretto di Messina
Conclusioni
Lo studio sulla stabilità del versante calabrese interessato dal costruendo Ponte sullo Stretto di Messina, eseguito nel
presente lavoro indica che, in caso di sisma di particolare energia, la struttura potrebbe essere coinvolta in fenomeni gravitativi di importanti dimensioni. Articolo completo su:

http://www.geoitalia.org/upload/home_page/giornale_di_geologia_applicata/GGA.2006-03.0-11.0104.pdf

Ponte, a dicembre il primo cantiere in Calabria
http://www.terrelibere.it/terrediconfine/3858-ponte-a-dicembre-il-primo-cantiere-in-calabria

VERITA' riguardo al ponte sullo stretto di Messina
http://www.youtube.com/watch?v=d1HQiIPkg1c

Report - Ponte sullo stretto di Messina
http://www.youtube.com/watch?v=eHUItU4Sze8

Adesso un mordace momento ludico.
Ficarra e Picone
http://www.youtube.com/watch?v=ZWLoDZidRvg

Come lo vede il novello MOSE’
Il Ponte sullo Stretto di Messina

http://www.youtube.com/watch?v=KAxvtMdMWjA



Per finire la mia opinione.
Quando frequentavo le elementari non erano necessari tanti libri, avevo solo un sussidiario ( per le nuove generazioni “Internet “ senza né alimentatori né rete) dove c’era tutto lo scibile umano, tra questo ricordo la parte dedicata alle leggende una di quelle che mi ha profondamente colpito è stata quella di “Cola pesce”, pertanto ti propongo qualcosa che ho trovato, oggi, su internet.

http://free.imd.it/colapesce/Home.htm

In particolare da leggere “ Cola è stancu e a terra trema” in alto a destra

http://free.imd.it/colapesce/PaginePrincipali/terratrema.htm

La leggenda di Colapesce

http://www.youtube.com/watch?v=_8HVVetmjH4

Colapesce
http://www.youtube.com/watch?v=Z6dpjocJhIM

La leggenda di Cola Pesce di Italo Calvino
http://www.youtube.com/watch?v=_xCt_RVlgWI

Otello Profazio - Cola Pesce
http://www.youtube.com/watch?v=BXOqFD9Szwk

Da quanto sopra si evince che non condivido la realizzazione del ponte, perché il Governo demanderebbe il compito di sorreggere la colonna rotta, delle tre su cui appoggia la Sicilia, al ponte e ai suoi mega cavi di acciaio e pensionando Cola pesce ( la natura ).

venerdì 2 ottobre 2009

Fango e morte in provincia di Messina


02/10/09
si contano i morti seppelliti nel fango e si teme per i tanti dispersi
Una tragedia annunciata? Un cittadino di Gianpilieri ha scritto al quotidiano “La Repubblica” allegando delle foto dell’alluvione del 25 ottobre del 2007. “Già all’epoca – racconta il lettore – si parlò di disastro annunciato, ma per fortuna non vi furono vittime come invece in questo caso. Disastro annunciato perché la situazione morfologica di quelle colline e la speculazione edilizia degli ultimi 20 anni hanno reso la zona drammaticamente simile a quelle già teatro di tragedie in Campania nel recente passato e perché nonostante dell’ottobre 2007, la Regione non ha predisposto nulla affinché si mettessero in sicurezza le aree più a rischio. Anzi, quelle belle colline di macchia mediterranea che scivolano dolcemente verso il mare dello Stretto e che costituivano l'inizio della catena montuosa dei Nebrodi, sono state oggetto, proprio in questi due anni, dell’ennesima cementificazione selvaggia. Ovviamente, ogni estate da che mi ricordo, gli incendi facevano il resto. Che amarezza...”.
Quali considerazioni si possono trarre? Forse bisogna fare riferimento alle parole di Leopardi nella Ginestra, quando si rivolge all'uomo sordo agli avvisi che pure in qualche modo la natura aveva dato.
Magnanimo animale
Non credo io già, ma stolto,
Quel che nato a perir, nutrito in pene,
Dice, a goder son fatto,
E di fetido orgoglio
Empie le carte, eccelsi fati e nove
Felicità, quali il ciel tutto ignora,
Non pur quest'orbe, promettendo in terra
A popoli che un'onda
Di mar commosso, un fiato
D'aura maligna, un sotterraneo crollo
Distrugge sì, che avanza
A gran pena di lor la rimembranza.
(dalla Ginestra di Leopardi)
(immagine – “angoscia del futuro” cera e china © francesco zaffuto link Altre allegorie)