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mercoledì 25 luglio 2018

Cinicamente la Borsa specula sulla morte di Marchionne


Nonostante che FCA abbia annunciato  l'azzeramento del debito ed una liquidità netta di 500 milioni di euro,  nel giorno della morte di Marchionne viene avviata una cinica speculazione di vendite in borsa: il titolo di Fca crolla a Milano chiudendo in ribasso del 15,5%, a 13,99 euro, ai minimi dall'ottobre 2017. Male anche Exor (-3,49%), Ferrari (-2,19%) e Cnh (-0,27%). dove arriva a toccare un -10,6% per poi essere fermato in asta di volatilità.  Profondo rosso anche a Wall Street dove i titoli perdono l'11,10% a 17,14 dollari per azione.


martedì 22 novembre 2011

E dire che ho comprato una punto


Un mese fa ho dovuto sostituire la mia vecchia auto, riparazioni e i pezzi di ricambio diventavano onerosi. Da “bravo” italiano ho scelto una punto Fiat con l’insegna del 150 ° simo dell’Unità d’Italia; in un solo colpo ho fatto contenti: Napolitano, gli operai Fiat, e lo stesso Marchionne.
Oggi leggo degli anticipati auguri di Buon Natale fatti da Marchionne agli operai Fiat;
Fiat Group Automobiles ha disdetto, dal primo gennaio 2012, tutti gli accordi sindacali vigenti e "ogni altro impegno derivante da prassi collettive in atto" in tutti gli stabilimenti automobilistici italiani.
In pratica si apre una difficile contrattazione natalizia dove Marchionne imporrà il modello Pomigliano a tutti e forse tenterà anche di peggio.
Ma Marchionne quanto vale in termini di operai come numero? Pare che il contratto di Sergio Marchionne preveda uno stipendio di tre milioni l’anno più un bonus variabile sui risultati; nel 2009 il suo stipendio annuo è stato di 4,7 milioni, come dire che da solo è valso quanto 230 operai. Il manager, inoltre, pare che abbia 10 milioni di stock option, il cui valore dipende dai prezzi del titolo Fiat. In pratica quando ho comprato la Punto ho aiutato parecchio Marchionne.
22/11/11 francesco zaffuto
Immagine – una punto

domenica 6 febbraio 2011

MARCHIONNE USA FIAT e CHRISLER



Nel maggio 2009 mi sono occupato in questo blog dell’accordo Fiat – Chrisler

http://www.lacrisi2009.com/2009/05/fiat-chrysler-spezzoni-di-uno-strano.html

L’accordo prevedeva: risollevare la Chrisler con la fatica dei lavoratori americani e con il denaro di Obama; a risanamento avvenuto dal 2013 la Fiat può esercitare un diritto di opzione per acquistare nei fatti il 51% di Chrisler. E’ evidente che Marchionne sta pensando a quella opportunità e a quella data.
Marchionne fa la sceneggiata su una cosa che già ben conosceva, nuovamente parla di andarsene dall’Italia per succhiare qualche cosa all’Italia e ai lavoratori italiani, e intanto pensa a quattro centri direzionali Fiat nel mondo. Come ogni multinazionale farà quello che vuole nel mondo, con la sola differenza che in Italia è l’unica fabbrica di automobili e detta le sue leggi a Stato e sindacato.
06/02/11
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Immagine – USA, i faccioni del Monte Rushmore, complesso scultoreo che si trova nel Dakota del Sud

sabato 15 gennaio 2011

IL RISUTATO SALVIFICO del Referendum Fiat

Hanno partecipato al referendum Fiat 5.119 lavoratori, oltre il 94,2% degli aventi diritto.
Il sì ha vinto con 2.735 voti, pari al 54,05%.
I no sono stati invece in 2.325 (45,95%)
le schede nulle e bianche sono state solo 59.
Nel conteggio complessivo dei soli operai, il sì ha prevalso per soli 9 voti.
Il sì è stato decisivo nel seggio 5, quello dei 449 impiegati.


Fonte notizia (
http://www.corriere.it/economia/11_gennaio_14/fiat-referendum-risultati_b0c4ce0a-2023-11e0-aeb3-00144f02aabc.shtml)

LA FIAT è salva

Marchionne non dovrà più prendere la sua valigia di cartone ed emigrare in Canada.
Il popolo italiano dopo la parentesi Fiat potrà riprendere a parlare esclusivamente di Berlusconi.
Il PD prenderà coraggio per dire che le primarie non vanno fatte perché spaccano i....
Fassino, che aveva detto che avrebbe votato sì, potrà diventare sindaco di Torino.
Il primo maggio sarà la festa del Papa.
(ma non è finita qui, perché molti hanno votato sì con l’amaro in bocca)15/01/11 francesco zaffuto
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immagine – uomo avvolto ad una ruota dentata con un fiore rosso in bocca
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Urgente per FIAT Marchionne
FIAT tempi moderni

martedì 4 gennaio 2011

FIAT tempi moderni


FIAT
tempi
moderni
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Tutta
la
novità
di
Marchionne è il ritorno alla Organizzazione scientifica del lavoro di Taylor (1911). Quella che con dovizia Chaplin descrive nel suo film Tempi moderni.
Oggi però si ritorna a questa organizzazione del lavoro con l’aggiunta del ricatto della mondializzazione: se non accetti la Fiat va via.
La nuova Fiat di Marchionne vuole anche che gli operai siano meglio pagati e che possano restare consumatori sul mercato per suoi stessi prodotti. Allora tutta l’operazione profitto per la Fiat ricade sui tempi della vita e sulla salute dei lavoratori.

Si stanno facendo un sacco di chiacchiere e si tenta di demonizzare la mancata firma della Fiom. Probabilmente il referendum si concluderà come quello di Pomigliano, il ricatto della disoccupazione è fortissimo. Comunque vada, va riconosciuto alla Fiom l’avere denunciato questi nuovi tempi moderni. Tenere in alta considerazione la qualità della vita e la salute degli operai sta alla base del fare sindacato.
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Ecco il testo integrale dell’accordo Fiat-Mirafiori, chi ha pazienza e voglia può leggerlo tutto
http://www.dirittidistorti.it/images/documents/pdf/accordo_mirafiori.pdf
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Qui, qualche puntualizzazione.

Pause:

“sulle linee meccanizzate con scocche in movimento continuo, un regime di tre pause di 10 minuti ciascuna, fruite in modo collettivo, che sostituiscono le attuali tre pause di cui due di 15 minuti e una di dieci”


Niente di male: hai la possibilità di pisciare tre volte, ma se pensavi di pisciare e mangiare un panino, devi cercare di mangiare il panino mentre sei in fila per andare al bagno.

Ma questo sacrificio di 10 minuti sarà pagato e monetizzato.
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Turni

Quando decollerà in pieno l’accordo si arriverà 18 turni (8 ore x 3 turni x sei giorni continuativi).

Come sarà bello lavorare dalle 22,00 alle 6,00 del mattino per poter produrre macchine a tutta birra. E come sarà facile abituarsi costantemente a nuovi diversi turni.

Ma come funzionerà il tutto?

Semplice: “ pertanto la settimana lavorativa avrà inizio alle 22,00 della domenica e cesserà alle 22,00 del sabato successivo e il riposo settimanale domenicale avrà luogo dalle 22,00 del sabato alle ore 22,00 della domenica”

Ma come passo la domenica se debbo iniziare a lavorare alle 22,00 della domenica?
Semplice: ti puoi alzare alle otto del mattino, prendi un caffè, e tra le 9,00 e le 10,00 vai a vedere una di quelle Messe che fanno di prima mattina, e ti fai benedire; per il pasto ti conviene che non vai oltre 12,00, in questo modo verso le 13,00 ti metti a letto, e mi raccomando devi dormire bene almeno un sei o sette ore, prendi del valium se non ci riesci, perché alle 22,00 devi essere fresco e riposato, non voglio che mi cadi dalla scocca meccanizzata.

Ma se io volessi essere pagato di meno e lavorare solo di giorno?
Non si può, non si può. Preferisco che tu possa guadagnare di più. Circa 3.700 euro l’anno in più. Ci pensi!? Potresti comprare a rate in dieci anni, uno di quei Suv che tu stesso produrrai.

Ma almeno con questi turni le otto ore di lavoro non le supero?

Un momento, almeno 120 ore annue pro capite di straordinario ce li devi dare. Farai magare ogni tanto un turno in più.

Che vuol dire pro capite?
Che ce li devi dare anche tu, anche se non vuoi, guarda che ad essere gentili “di norma” ti comunicheremo che dovrai fare lo straordinario 4 giorni prima.
E se io non posso?
Possiamo accettare la tua impossibilità, ma nel limite del 20%.

Ma così io mi ammalo?

Ma non ti preoccupare per la tua salute, sarai sempre sottoposto a controlli medici da parte dell’azienda con il sistema Ergo Uas.
E che vuol di’?
Vuol dire che sarai monitorato costantemente dai nostri esperti in tutti i movimenti dei tuoi arti.
Però, se ti dovessi ammalare, è meglio che ti ammali gravemente per più di cinque giorni e in periodi non coincidenti con qualche festività, altrimenti il primo giorno non ti sarà pagato.
Nell'accordo ci sono anche altre brutture, chi vuole può approfondire sul testo integrale.
04/01/11 francesco zaffuto
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CHI VUOLE PUO' FIRMARE L'APPELLO SU MICROMEGA

mercoledì 28 luglio 2010

La NEWCO per Pomigliano


Si pronuncia NEWCO,
significa: Nuovamente faccio il C... che mi pare


Appositamente ideata per Pomigliano, forse si chiamerà FIP (Fabbrica Italia Pomigliano)
La NEWCO sarà una società controllata al 100% da Fiat Partecipazioni, con un capitale di 50mila euro.
Ci pensate, solo 50 mila euro, il prezzo di un Box (grande genialità di Marchionne), e potete gestire una fabbrica che ha come oggetto sociale: «l’attività di produzione, assemblaggio e vendita di autoveicoli e loro parti».La stessa società riassumerà, con un nuovo contratto, i 5mila lavoratori di Pomigliano garantendo la gestione dell’intesa non firmata dalla Fiom.
Come farà? Cosa farà?
Gli farà un test anti Aids per vedere se sono affetti da sindrome FIOM?
Vedrà se contengono i geni CISL, UIL, UGL?
Si troveranno senza lavoro quelli che non hanno votato per l’accordo e quelli su cui grava il sospetto di avere votato no?
I “sospettati”, nuovi assunti dalla NEWCO, dovranno fare un atto di abiura esplicito o Marchionne si accontenterà dell’implicita adesione al nuovo contratto?
La NEWCO pare digerita dalle organizzazioni sindacali che hanno siglato l’accordo con la Fiat per Pomigliano, e Marchionne rilancia: ipotizza la disdetta del contratto nazionale, che interesserebbe 25mila lavoratori della Fiat Auto.
Si apre l’ipotesi della fine dei contratti nazionali?
I contratti nazionali nel nostro paese non ci hanno avviato verso la piena occupazione e verso un welfare equilibrato, ma: con questo sindacato malconcio, con un Sacconi che si occupa di tutto e che non si capisce cosa pensa, e con un Marchionne all’attacco che gioca sul piano internazionale; il futuro non promette bel tempo.
28/07/10 francesco zaffuto
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AGGIORNAMENTI SU FIAT
11/08/10 - Il Giudice del lavoro reintegra operai licenziati
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(immagine: vecchia foto dei carusi delle zolfare. Certo con la prossima newco non si arriverà a tanto ma è meglio ricordarci di un passato che non è così lontano. Non si tratta del tempo dei faraoni, stava cominciando il decollo dell’industria in Italia)
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domenica 25 luglio 2010

I convincimenti di Marchionne tra Torino e Belgrado



I convincimenti di Marchionne
Porto il maglione
ma sono un padrone,
se portassi la calzamaglia
sarei la Marcegaglia



Marchionne preferisce la Serbia all’Italia, gli operai serbi che hanno dimenticato Tito agli operai torinesi che non dimenticano la FIOM.
Dopo l’operazione Pomigliano che metteva in alternativa operai campani con quelli polacchi ora Marchionne prepara una nuova operazione per stringere gli operai torinesi.
L’osannato manager in maglione che doveva far dimenticare Romiti rivela tutte le sue qualità di padrone. La differenza tra manager e padrone nella realtà capitalistica moderna, quando si tratta di manager di grandi multinazionali, è irrisoria; si potrebbe arrivare a dire che i manager, visto che anche amministrano, sono più padroni dei padroni.
Il Marchionne, che sicuramente conosce Marx molto meglio di certi leader della sinistra, sa che il massimo profitto è realizzabile attraverso la massima appropriazione del plusvalore.
La FIAT non è da oggi che porta all’estero parti della sua produzione; ma il nuovo metodo Marchionne è: fiutare l’affare all’estero, minacciare lo smantellamento della produzione in Italia, riservarsi la carta estera e anche quella italiana. Dopo la minaccia si apre il tavolo, al tavolo i convenuti (sindacati e governo) debbono digerire la minestra: per il Governo scucire qualche euro, per i sindacati arretrare su retribuzioni e diritti.
La strategia Marchionne può diventare vincente per i seguenti motivi:
i capitali sono rapidamente spostabili sul piano internazionale;
i governi seguono a ruota le scelte delle grandi imprese promettendo vantaggi che poco hanno a che fare con le regole della concorrenza ( esempio, lo stabilimento Fiat in Serbia sarà pagato per tre quarti dall'Unione europea e per il resto da incentivi fiscali del governo di Belgrado);
esiste una povertà mondiale diffusa;
non esiste un sindacalismo internazionale.
Un sindacalismo internazionale in difesa dei diritti dei lavoratori e una vera lotta contro la povertà mondiale, possono arginare la marchionneria mondiale. La marchionneria in Italia potrebbe essere arginata da un governo e da un sindacato unito che... non .... ci sono.
25/07/10 francesco zaffuto
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mercoledì 23 giugno 2010

La marchionneria e i risultati del referendum di Pomigliano

La marchionneria ora deve fare i conti con i risultati del referendum di Pomigliano


Su 4.881 aventi diritto hanno espresso il loro voto 4.642 tra operai e impiegati (239 non si sono presentati al voto, in pratica ci hanno messo la faccia contro lo stesso referendum). Le schede bianche 22 e quelle nulle 59 (altri 81 lavoratori che si sono detti contrari al referendum pur non mettendoci la faccia).
I Sì sono stati 2.888 il 62% dei voti (in pratica sono i lavoratori che hanno detto che sono disposti ad accettare per mantenere il loro posto di lavoro; non hanno detto che sono felici dell’accordo ma che sono disposti a sopportarlo per non perdere il lavoro).
I No sono stati 1.673 il 36% dei voti (in pratica sono i lavoratori che non sono disposti ad accettare il ricatto sui diritti del lavoro; non hanno certo detto che sono felici di perdere il posto di lavoro).
I Sì misurati sul totale dei lavoratori sono solo il 59%.
Su 4881, ben 2000 hanno manifestato una qualche contrarietà all’accordo e 2.881 (molti masticando amaramente) hanno detto Sì. Possiamo dire che gli operai si sono espressi per continuare a lavorare ma non gradiscono i ricatti.Marchionne che si aspettava un plebiscito o almeno il 70% dei Sì, ora si riserva di prendere le decisioni finali, aveva già avvisato che non gli bastava uno striminzito vantaggio. Come a dire: fate pure il referendum ma poi decido sempre io.(per i dati si è fatto riferimento a http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-06-23/pomigliano-dice-marchionne-080100.shtml?uuid=AYv4PN1B )

Si può chiamare marchionneria: la febbre che si manifesta come voglia di fare contratti aziendali capaci di scardinare diritti generali; la nuova febbre comincia a insediarsi negli imprenditori italiani ed è riuscita a coinvolgere alcune componenti sindacali.

Diritto di sciopero e regole per la retribuzione in caso di malattia, non possono essere oggetto di una contrattazione aziendale; gli accordi aziendali possono avere per oggetto salario e tempi di lavorazione. Marchionne poteva ottenere anche un buon accordo se si limitava agli istituti contrattabili, ma si è fatto suggerire da sociologi, psicologi del lavoro e sindacalisti un po’ arruffoni.
Conviene a Marchionne e alla Confindustria, cercare di curarsi dalla marchionneria, smettere con l’idea di dividere gli operai. Gli operai non hanno interesse a proteggere l’assenteismo, ma non possono con la scusa della lotta all’assenteismo rinunciare ai propri diritti. La marchionneria è assurda anche per gli imprenditori, non è possibile pensare ad aziende dove ci sono più diritti in concorrenza con quelle con meno diritti. La stessa Marcegaglia deve convincersi che la strada del cavallo di Troia di Pomigliano è una strada che non porta a buoni risultati.
La cosa migliore è quella di aggiustare l’accordo di Pomigliano, se ne debbono convincere anche alcuni “soloni” del sindacato. Le regole su diritti di sciopero, malattia, sicurezza nel lavoro sono regole che debbono valere per tutti i luoghi di lavoro e debbono avere carattere di norme generali, si possono anche modificare ma per tutti.
23/06/2010 francesco zaffuto

domenica 3 maggio 2009

Fiat-Chrysler – Spezzoni di uno strano socialismo

03/05/09
Che i lavoratori della Chrysler, insieme alle loro
organizzazioni, siano riusciti nell’immediato a salvare il loro posto di lavoro è sicuramente un risultato positivo.
L’accordo Fiat-Chrysler introduce grandi novità sul piano degli assetti societari; sembra una forma nuova di capitalsocialismo, dove lavoratori con i loro sindacati, i nuovi imprenditori con il loro management e Governo, stanno tutti insieme nella gestione di una nuova fabbrica.
Vale la pena di tentare una riflessione su questo accordo che nasce sull’onda della crisi del 2009.
Ci sarà, se tutto fila liscio, la cessione accelerata di tutti i beni di Chrysler alla nuova società; alla conclusione dell'operazione l’assetto societario della nuova società sarà il seguente.
- I lavoratori Chrysler, tramite il loro sindacato e i loro fondi pensione, parteciperanno nella nuova società con il 55% delle azioni. Dunque diventano, a loro spese, i maggiori azionisti ed accettano anche una serie di limiti su paghe e festività (ad esempio forti limiti agli straordinari (pagati solo dopo 40 ore settimanali) e la rinuncia a festività come i lunedì di Pasqua dei prossimi due anni).
- La Fiat viene a partecipare inizialmente con una quota del 20%
- La rimanente parte del 25% viene divisa tra Governo USA, Governo canadese e banche.
- L’assetto andrà cambiando e la Fiat al raggiungimento di determinati obiettivi commerciali potrà gradualmente ottenere un ulteriore 15%, fino al raggiungimento del 35%. Dopo questa operazione ai Governi americano e canadese resterebbe il 10%.
- Sempre alla Fiat viene concessa l’opzione di poter acquistare un ulteriore 16%, opzione esercitabile tra il primo gennaio 2013 e il 30 giugno 2016. Esercitando tale opzione la Fiat verrebbe ad ottenere (se ci trova dal 20013 una convenienza) il 51% della proprietà, diventando il maggiore azionista.
- Infine, immediatamente e per tutto il percorso fino al 2013, la Fiat viene ad esercitare attraverso il suo management il controllo tecnico e amministrativo della nuova società.
Questo strano spezzone di socialismo, che nasce con la crisi del 2009, si potrà concludere già nel 2013. Dunque, una specie di socialismo a scadenza che dura fino a quando durano le difficoltà; superate le difficoltà, quando ci potranno essere degli utili, il socialismo finisce: il socio di minoranza, padrone in pectore, avrà il privilegio di esercitare l'opzione ed acquistare il quantitativo di azioni necessarie per diventare socio di maggioranza. Può essere interessante sapere a che prezzo la Fiat potrà acquistare nel 2013, ma in questo momento sui giornali non si riesce ad avere una informazione più dettagliata sull'opzione.
francesco zaffuto
(immagine – “ultimo equilibrio” china © francesco zaffuto link Altre allegorie)