venerdì 29 maggio 2015

le Favole Morali

In quali specii, o razza                                  
Di bruti o d'animali,                                   
Si trova una sì pazza,                                    
Chi tanti oltraggi e mali                               
S'impegna a speculari                                 
Contra di li soi pari?                                      

In questo post la lunga e poco conosciuta prefazione in versi di Giovanni Meli alle Favole Morali

mercoledì 20 maggio 2015

La SCUOLA è FANTOZZIZZATA


Approvata la riforma alla Camera, si aspetta solo il finale passaggio al Senato e finalmente, secondo le ambizioni di Renzi e dei Dirigenti scolastici, la scuola sarà
FANTOZZIZZATA
I docenti vengono a perdere:
1       1 la possibilità di chiedere l’assegnazione in una scuola dopo aver conseguito la laurea e vinto un concorso; debbono avere il requisito aggiuntivo di merito, piacere al Preside;
2     2   la possibilità di trasferirsi da una scuola all’altra;
3     3   l’autonomia nello scegliere un indirizzo pedagogico e didattico;
I nuovi docenti saranno dei miseri impiegati, i nuovi Fantozzi
C’è ancora tempo per lottare. Ma solo per qualche giorno, poi addio al vecchio professore e arriva un triste Fantozzi.
20/05/2015 – francesco zaffuto


Immagine dal film: Secondo tragico Fantozzi

mercoledì 13 maggio 2015

Pericolo: avanza la “bad school”

La “bad scholl” è uno strano e pericoloso meccanismo di privatizzazione.
In pratica la scuola pur restando pubblica e pagata con i soldi della fiscalità generale, diventerà un centro di potere privato gestito da: un dirigente scolastico + un paio di genitori vicini al dirigente + un paio d’insegnanti vicini al dirigente + un'azienda locale che sponsorizza la scuola. Mentre in USA la scuola privata se la pagano i privati, in Italia la scuola diventerà privata e i soldi ce li metteremo tutti noi.
“Ma è la scuola dell’autonomia,  e il dirigente è il sindaco della scuola” dice qualche genio di questo Governo. Ma allora vi siete veramente bevuti il cervello?!  Il dirigente non è un sindaco,  non è stato eletto da nessuno, è semplicemente il vincitore di un concorso (a volte un concorso sfigato).  Una sorta di podestà in un meccanismo che tende a privatizzarsi: se sarà forte diventerà un tiranno, se sarà debole sarà nelle mani della cricca dei suoi collaboratori.
 Una delle cose più perverse di questa “bad school”  è quella che l’insegnante non potrà più fuggire, scomparirà l’istituto del trasferimento.  Nessuno potrà dire: mi scelgo un altro tiranno. Perché è il tiranno (o re travicello dei collaboratori) che sceglierà in un calderone provinciale i suoi nuovi insegnanti. La nuova “bad school” si terrà tutti gli insegnanti vecchi fino alla pensione  (o fino all’esaurimento nervoso), e gradualmente opererà un travaso di sangue  con “insegnanti  scelti”, nessuno potrà mettere piedi in quella “bad school” se non sarà gradito al tiranno o alla cricca.

13/05/2015 francesco zaffuto

lunedì 11 maggio 2015

Un voto per la Boschi


La ragazza ministro dice: “La scuola solo in mano ai sindacati funziona?
Ma da quando la scuola è in mano solo ai sindacati? Quando è avvenuta questa misteriosa presa del potere?
Non è un caso che insieme ai sindacati, il 5 maggio,  ha scioperato anche la Gilda degli insegnanti che è nata in antitesi al vecchio sindacato confederale ed è nata come associazione nazionale dei docenti.
Non è un caso che hanno scioperato tanti docenti che non sono iscritti ai sindacati (il dato degli iscritti ai sindacati nelle scuole è molto basso).
Il ministro non si chiede da dove viene la maggior parte dei luoghi comuni di cui è imbastita la cosiddetta riforma. Ebbene, signor ragazza ministro,  viene dal sindacato nazionale dei dirigenti scolastici (Associazione Nazionale Presidi); è la fotocopia di tutte le loro proposte da venti e passa anni. Il quella fotocopia  ci sta il completo affossamento del ruolo docente:  impossibilità di trasferirsi da una scuola all’altra, essere nelle mani del dirigente scolastico per la nomina in una scuola e per ogni attribuzione di merito. E viene disattesa la libertà d’insegnamento prevista dalla Costituzione riducendo la didattica ad una mera responsabilità dei dirigenti scolastici. S’ informi signor ragazza ministro su chi ha veramente scritto gli articoli della “sua riforma”.

11/05/2015 francesco zaffuto

domenica 10 maggio 2015

fermare allevamento criminale


URGE una firma

Animali da allevamento imbottiti di antibiotici anche quando sono sani. Una pratica crudele per farli sopravvivere in condizioni tremende e produrre di più a costi irrisori. E che sta anche generando super-batteri resistenti alle medicine, che possono ucciderci. 

Molti paesi europei hanno già ridotto drasticamente l’uso di antibiotici negli allevamenti, e ora l’Unione Europea potrebbe finalmente imporre queste leggi a noi e al resto del continente. 

Si salverebbero vite umane riducendo al tempo stesso le crudeltà sugli animali: non dovremmo neppure stare a parlarne. Persino McDonald’s ha deciso di non usare più polli cresciuti con determinati antibiotici. Ma le multinazionali farmaceutiche e della carne stanno facendo di tutto per bloccare queste decisioni. 

Domani, lunedì, c’è un incontro tra i ministri europei e molti non hanno ancora preso una decisione. Denunciamo l’abuso crudele e mortale degli antibiotici negli allevamenti intensivi inviando 1 milione di firme a ognuno di loro. Firma ora e condividi la petizione. 

mercoledì 6 maggio 2015

Figurazioni complesse e legge elettorale

Non è facile interpretare un quadro di Kandinsky e non è facile interpretare una legge elettorale come l’Italicum,  ma è necessario farlo.

Ecco l’ITALICUM in sintesi, come approvato, e che probabilmente andrà in uso dal luglio 2016.

PREMIO MAGGIORANZA: l’Italicum è un proporzionale che assegna un premio di maggioranza (340 seggi su 630) alla lista che supera il 40%. Se nessun partito raggiunge tale percentuale, si svolge un secondo turno tra i due partiti più votati, per l’assegnazione del premio. I partiti perdenti si ripartiscono i 290 seggi rimanenti sulla base della percentuale di voti.
SBARRAMENTO AL 3%: entrano alla Camera tutti i partiti che abbiano superato il 3%.
100 COLLEGI: l’assegnazione dei seggi della Camera avviene proiettando le percentuali dei partiti ottenuti a livello nazionale su 100 collegi, in ognuno dei quali sono eletti 6-7 deputati.
PREFERENZE E CAPILISTA: Nei 100 collegi ciascun partito presenta una lista di 6-7 candidati: il capolista è bloccato (cioè è eletto automaticamente se scatta il seggio) mentre le preferenze valgono solo per gli altri candidati.
VOTO DI GENERE: sono possibili due preferenze, purché la seconda sia di genere diverso dalla prima. Se le due preferenze sono entrambe per candidati dello stesso sesso, la seconda preferenza è annullata.
ALTERNANZA UOMO-DONNA: le liste devono esser composte in modo da alternare un uomo ad una donna. Nell’ambito di ogni circoscrizione (Regione) i capilista di un sesso non devono essere superiori al 60% del totale.
MULTICANDIDATURE: E’ possibile che un candidato si presenti in più collegi, fino ad un massimo di 10.
SCHEDA: La scheda vedrà a fianco del simbolo di ciascun partito il nome del capolista bloccato, e due spazi dove scrivere le due eventuali preferenze.
TRENTINO ALTO ADIGE / VALLE D’AOSTA: In Trentino Alto Adige e nella Valle d’Aosta si vota con i collegi uninominali, come il Mattarellum.
Voto per posta: potranno votare per corrispondenza i cittadini italiani che sono all’estero per almeno tre mesi o per motivi di studio (per esempio l’Erasmus), per lavoro o per cure mediche.

Una modesta interpretazione dell’opera

Partiamo dal cosiddetto premio di maggioranza:  viene stabilita una soglia del 40% e un ballottaggio se non si ottiene la soglia. In passato in Italia abbiamo avuto due esperienze di premio di maggioranza:
quello della legge del 1953 (definita legge truffa), http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_elettorale_italiana_del_1953,
 il premio andava alla coalizione e non alla lista e solo se raggiungeva il 50% (percentuale tanto alta che alla fine quel premio non si poté dare);
e quello della legge Acerbo del 1923, voluta da Mussolini appena un anno dopo la marcia su Roma
che stabiliva un premio di maggioranza, di 2/3 dei seggi,  al partito, perciò a una lista, che avesse superato il quorum del 25%.
L’Italicum appena licenziato somiglia alla legge Acerbo, con l’aggiunta del ballottaggio e con la limitazione a 340 deputati su 630.
 Non è una legge come quella del fascismo, e si appella all’istituto del ballottaggio come elemento di una democrazia che vuole ispirarsi al bipartitismo; ma vediamo nei fatti quello che potrà succedere.
Con il premio di maggioranza viene eletto un quantitativo sufficiente di parlamentari che darà la fiducia a un governo che con elevata probabilità sarà guidato dal leader del partito vincente. Il Capo del governo sarà capo dell’esecutico e avrà in Parlamento una maggioranza sicura per fare approvare tutte le sue proposte di legge, in pratica terrà nelle sue mani il potere esecutivo ed anche quello legislativo; potrà influire nell’elezione del Capo dello Stato e nell’elezione dei membri della Corte costituzionale. Se si considera che il Senato non avrà più competenze in materie di leggi ordinarie e non dovrà dare alcuna fiducia, il potere in Italia di un Capo di governo eletto con l’Italicum è ben più ampio del potere di un Presidente negli USA eletto direttamente come persona. La Repubblica presidenziale paradossalmente ha più contrappesi democratici di divisione dei poteri rispetto a un Capo di governo eletto con l’Italicum.
 Il ballottaggio è quell’istituto che dovrebbe garantire la volontà popolare e impedire che vada al potere un partito con una bassa percentuale. Vediamo qualche semplice esempio: nelle elezioni gli astenuti si auto escludono  e quindi la percentuale dei votanti potrebbe essere anche solo del 60%. Di questo 60% di italiani votanti possiamo ipotizzare una prima lista al 25% e una seconda lista al 21% e tutto il resto dei voti sparpagliato su liste minori  (è evidente che il 25 e 21 per cento corrisponde al 15 e al 12,6 degli aventi diritto al voto); si va di conseguenza al ballottaggio, ancora una volta una parte dei votanti si asterrà (difficile da prevedere quanti) ed un’altra parte parteciperà al voto confluendo su quella lista considerata come “il meno peggio”. Nei fatti potrà governare, con un potere estremamente elevato, un partito che gode di effettivi consensi del solo 15% o 12,6% della popolazione e per il resto da meccanismi  derivanti  della legge elettorale. Quanto basta per dire che è molto lontano da una reale rappresentatività della volontà popolare.
 I meccanismi di potere del nuovo Capo di governo vengono accentuati dalle liste che prevedono l’elezione sicura dei capi lista, ed è facile poter prevedere che i capilista saranno uomini molto graditi al leader che si presenta a governare.
 Lo stesso meccanismo di rappresentatività con soglia del 3% per i partiti minori, che rispetto ai meccanismi previsti dell’8% dell’Italicum prima versione, è sicuramente più garantista della rappresentatività;  nel gioco finale porterà i partiti più piccoli a partecipare da soli per garantire le loro basi programmatiche e permetterà ancora di più di selezionare il gruppo dirigente del governo all’interno di un solo partito.
 Ora serenamente: questa legge non è una legge fascista che stravolge tutti gli istituti democratici ma porta in sé tutti gli elementi per stravolgerli, e l’elemento più preoccupante è la mancata separazione tra potere esecutivo e potere legislativo.
06/05/2015 francesco zaffuto
Inserisco qui una vecchia ipotesi di legge elettorale solo accademica

sabato 2 maggio 2015

Di nuovo al 13 %, primo maggio addio

Di nuovo al 13 % il tasso di disoccupazione, nonostante le misure del Jobs Act il mercato del lavoro non riprende, ed aumenta la disoccupazione dello 0,2 rispetto al mese precedente. Sono i dati di Marzo dell’Istat, che abbiamo conosciuto proprio il 1° Maggio.  Dopo i cali registrati a dicembre e a gennaio, quindi, si riconferma l’inversione il trend negativo iniziato in febbraio. In termini numerici un incremento di 52mila disoccupati.
Purtroppo. Si era intravista una piccola variazione positiva in gennaio e in febbraio, e si era subito manifestato ottimismo
ma purtroppo.
Qui non si tratta di essere ottimisti o gufi, si tratta di trovare qualche rimedio per fare ripartire l’economia, perché l’inceppamento sta producendo disastri.
Il lavoro non riparte per tanti motivi:
bassi investimenti pubblici per la stretta sul debito;
mancanza di nuovi prodotti;
forte concorrenza di manufatti prodotti all’estero a costi inferiori;
lavoro mal ripartito con eccessi di straordinari;
la stessa disoccupazione crea altra disoccupazione perché deprime i consumi delle famiglie (i giovani non possono spendere e i vecchi con maggiorenni a carico tendono a risparmiare al massimo);
ricchezza mal distribuita (i ricchi, a differenza dei ceti meno abbienti e dei ceti medi, tendono a tesaurizzare e non riportano nei consumi tutti i loro redditi);
tendenza a ritirarsi dell’imprenditore italiano (c’è una sommatoria: quelli che non ce la fanno e chiudono, quelli che vedono buio e chiudono prima del fallimento; quelli che non riescono a trasferire ai figli l’attività perché i figli non vogliono fare i lavori dei padri; quelli che  chiudono perché hanno deciso di vivere di rendita);
assenza di imprenditoria pubblica (le imprese pubbliche vengono smantellate e quelle private non nascono);
lavoro nero (che non crea condizioni di sicurezza nel farsi una posizione);
malavita, corruzione e pizzo (che in tante parti d’Italia scoraggia l’inizio di una attività imprenditoriale);
mal funzionamento della giustizia civile (che crea scoraggiamento negli imprenditori);
forte pressione fiscale sul lavoro;
All’elenco sicuramente manca ancora qualcosa.
 Il Governo, parlo di quest’ultimo, qualcosa l’ha fatto:
ha tentato di far riprendere i consumi con l’operazione 80 euro;
ha dato dei vantaggi alle imprese che assumono a tempo indeterminato;
ha diminuito le tutele ai lavoratori nuovi assunti per stimolare le imprese ad assumere a tempo indeterminato;
è intervenuto più volte in casi specifici di chiusure di grosse aziende;
ha diminuito l’IRAP sterilizzandola dai costi del lavoro.
 Fatti salvi gli interventi specifici per salvare alcune aziende e la sterilizzazione dell’IRAP, gli altri  interventi si sono rivelati poco significativi: gli 80 euro non sono immediatamente ricaduti in consumi, e sono ricaduti in buona parte nella debole tesaurizzazione delle famiglie spaventate; i vantaggi alle aziende che assumono a tempo indeterminato, fino ad ora,  hanno  prodotto un aumento di contratti a tempo indeterminato di lavoratori che prima venivano assunti a tempo determinato e senza aggiungere nuova occupazione.
L’ampio investimento usato per gli 80 euro se veniva utilizzato per creare una indennità di disoccupazione allargata avrebbe prodotto una maggiore sicurezza e il denaro destinato si sarebbe trasferito tutto sui consumi. Gli incentivi contributivi per le assunzioni andavano date a quelle aziende che effettivamente assumevano lavoratori in più rispetto all’anno precedente.
Allora due investimenti inappropriati con le poche energie a disposizione.
 Un altro elemento che va urgentemente aggiunto:  lo Stato e gli enti pubblici debbono essere promotori per iniziative pubbliche di impresa, se non decolla l’impresa privata deve esserci un cuscinetto di impresa sociale. L’impresa pubblica però non deve diventare una spugna che assorbe energie monetarie pubbliche in continuazione, dopo l’investimento iniziale ogni impresa pubblica deve essere gestita con criteri di pareggio di bilancio.

02/05/2015 francesco zaffuto

venerdì 1 maggio 2015

1° maggio 2015


Questa Torta 1° Maggio non la trovate da Expo, non la 

trovate al Festival dell'Unità, è fuori moda ...si può fare in 

casa ... tanto per ricordare che una volta c'era la festa del

1* maggio ... che quel giorno non si lavorava ... si 

desiderava, forse sbagliando, un mondo migliore: senza

fame per gli uomini più miseri del mondo, con un lavoro per

tutti ...