martedì 28 dicembre 2010

Religione e appartenenza


Nei giorni di questo Natale 2010 è accaduto qualcosa di crudele: in Nigeria e nelle Filippine alcune comunità cristiane che celebravano il Natale sono rimaste vittime di atti di violenza; in Nigeria si arrivati ad 80 morti. Il pontefice ha lanciato l’appello per “abbandonare la via dell’odio per trovare soluzioni pacifiche dei conflitti”. Ban Ki moon ha condannato i "deplorevoli atti di violenza" contro i cristiani in Nigeria; il segretario generale ha aggiunto che l'Onu "sosterrà gli sforzi del governo nigeriano nelle azioni tese ad assicurare alla giustizia i responsabili".
http://qn.quotidiano.net/primo_piano/2010/12/27/433996-papa_basta_odio.shtml
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http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Violenze-in-Nigeria-80-morti-La-condanna-di-Ban-Ki-moon_311459610054.html
Certo ci saranno più motivi alla base di questi atti di violenza, ma questi atti si sono manifestati all’insegna delle diverse appartenenze religiose; l’appartenenza religiosa invece di creare riconoscimento dell’uomo pare che venga a determinare una maggiore distanza e diversità.
Se la religione non viene vissuta come ricerca della verità ma solo come appartenenza a un gruppo sociale di detentori di verità, viene a mancare ogni possibilità di dialogo. Se alla appartenenza religiosa si vengono a sommare le altre appartenenze culturali, di costume, di famiglie, di tribù, di classi, di gruppo, si determina un crogiolo di odio che impedisce di riconoscere l’uomo e la sua sofferenza.
Le contese e le guerre di religione che pensavamo potessero essere un ricordo del medio evo oggi riemergono sotto nuovi aspetti e non meno pericolosi.
Se si aggiungeranno altri fatti gravi e sanguinosi come questi si può determinare per istinto di difesa una pericolosa chiusura a riccio di diverse comunità, per mantenere le appartenenze e tracciare le differenze; questa è proprio la reazione auspicata dai gruppi che spingono verso la radicalizzazione dello scontro. Le proporzioni di uno scontro di portata mondiale non sono per niente prevedibili e quantificabili, saranno comunque gravi e forieri di successive vendette, basta pensare al conflitto israelo-palestinese che dura da oltre 60 anni.
Chi opera nel campo della religione ha il compito di trovare punti di riconoscimento tra i diversi credi religiosi al fine di creare un nuovo dialogo. Chi opera nel campo delle istituzioni sociali deve rafforzare la laicità delle istituzioni pubbliche per determinare condizioni di libertà e di rispetto di ogni singolo uomo. Anche i quotidiani rapporti umani sociali che sono sotto la nostra possibile osservazione debbono improntarsi al dialogo e al reciproco riconoscimento.
28/12/10 francesco zaffuto
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nota di aggiornamento
l'attentato di Capodanno in Egitto dinanzi a una chiesa cristiana
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(immagine – “papaveri rossi tra le colonne dell’Acropoli” foto © maria luisa ferrantelli)nota descrittiva dell'immagine per disabili visivitra alcune colonne spezzate dal tempo dell’acropoli di Atene spuntano dei papaveri rossi, come a testimoniare che la natura creata da Dio, nella sua apparente fragilità, è molto più forte dei Templi che gli uomini hanno costruito per gli dei.

martedì 21 dicembre 2010

La Sacra famiglia, il lavoro, la politica

Roma, 21 dicembre 2010 - Sale all’8,7% il tasso di disoccupazione a ottobre. È quanto comunica l’Istat nell’aggiornamento delle stime mensili relativamente al terzo trimestre 2010. I dati provvisori destagionalizzati, relativi a ottobre 2010, mostrano rispetto a settembre 2010 una stabilità dell’occupazione e un aumento del tasso di disoccupazione (da 8,4 a 8,7 per cento)


http://qn.quotidiano.net/economia/2010/12/21/432199-disoccupazione_istat_sale.shtml


Nella iconografia cristiana della Sacra Famiglia la figura di San Giuseppe rappresenta un modesto lavoratore artigiano che con il suo lavoro di falegname sostiene la sua famiglia. Non credo che quel modesto artigiano aspettasse gli assegni familiari del re Erode (ed oggi non starebbe ad attendere il quoziente familiare di Casini), sicuramente si basava sul suo lavoro quotidiano e sulla sua fatica per mantenere la sua famiglia.
Se si vuole veramente venire in aiuto alla famiglia occorre prima di tutto non fare mancare il lavoro al capo famiglia, non farlo diventare un disoccupato disperato, questo è il minimo compito della politica, compito che ancora non intende svolgere.
Per molte famiglie il Natale 2010 non sarà tanto buono.
21/12/2010 francesco zaffuto
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immagine di un presepe

Parole, pietre e sanpietrini

Il presidente Napolitano oggi 20 dicembre ha dedicato ai giovani che hanno manifestato il 14 dicembre delle misurate parole.
"E' necessario e urgente cercare, e aprire, nuovi canali di comunicazione con le nuove generazioni. Invitando al tempo stesso i giovani che esercitano il diritto di riunirsi, manifestare, protestare, a stare in guardia, a tenere fermamente le distanze da gruppi portatori di una intollerabile illegalità e violenza distruttiva, foriera di sconfitta per le forze giovanili e di un drammatico danno per la democrazia".


http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE6BJ0G920101220

L’esponente politico Gasparri ha usato le parole come pietre:
“Voglio fare un appello: genitori, dite ai vostri figli di stare a casa. Quelle manifestazioni sono frequentate da potenziali assassini. Vanno evitate”.


http://www.altroquotidiano.it/?p=60094&cpage=1

Riceve subito una risposta da Di Pietro
"L'unico vero potenziale assassino é Gasparri: è un assassino della democrazia"


http://www.newnotizie.it/2010/12/20/di-pietro-accusa-gasparri-lui-il-potenziale-assassino/

La giornata del 14 dicembre è da ricordare come una delle più critiche dei 150 anni della Storia d’Italia:
- un Governo nato con un’ampia maggioranza parlamentare si spacca, entra in crisi con la sua stessa maggioranza e viene salvato da tre deputati dell’opposizione che si sono convertiti nel giro di una notte;
- una giornata di lotta esasperata e disperata nelle strade di Roma.

Il fuoco delle macchine bruciate, trasmesso ininterrottamente in tutti i servizi televisivi, ha ridato fiato a un governo cadaverico; ma quello che è accaduto a Roma il 14 dicembre non è il frutto di pochi facinorosi, c’è una disperazione che aleggia per tutto il paese da anni. Non ci si può augurare atti di violenza perché possono generare sofferenze e tragedie, ma ogni evento disperato a cui non si è data risposta si accumula nell’animo: dagli operai sui tetti delle fabbriche agli immigrati sulla gru, dalla grandi masse di giovani precari ai giovani che ancora studiano senza alcuna prospettiva, dai terremotati ai disoccupati.... C’era da meravigliarsi che non fosse accaduto niente fino ad oggi.
21/12/10 francesco zaffuto
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immagine selciato di Roma con sanpietrini

giovedì 9 dicembre 2010

12 dicembre 1969

12 dicembre 1969
data di origine dell’oscurità in Italia

L’elenco che segue delle stragi è incompleto, sono state elencate quelle che si sono caratterizzate per la particolare caratteristica di voler colpire chiunque, al solo scopo di seminare un inspiegabile terrore.

Link di collegamento a Wikipedia

12 dicembre 1969
Strage di Piazza Fontana Milano
17 morti più 88 feriti
Ignoti.

22 luglio 1970
Strage di Gioia Tauro
6 morti
Ignoti

28 maggio 1974
Strage di Piazza della Loggia Brescia
8 morti
Ignoti.

4 agosto 1974
Strage dell'Italicus
12 morti
Espresso Roma-Brennero, presso San Benedetto Val di Sambro
Ignoti

2 agosto 1980
Strage della stazione di Bologna
85 morti
Condannati Giuseppe Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini
Mandanti Ignoti

23 dicembre 1984
Strage del Rapido 904
17 morti, 250 feriti
Rapido 904 Napoli-Milano
Condannati Pippo Calò, Guido Cercola.
Mandanti - mafia
Motivi Ignoti

27 dicembre 1985
Strage di Fiumicino 1985
13 morti, 77 feriti
Aeroporto di Roma Fiumicino
Terroristi palestinesi -Abu Nidal
Motivi di guerra

martedì 7 dicembre 2010

Si accettano scommesse


Si accettano scommesse signori, per il 14 dicembre 2010.

Cade - Non cade ?

Si riprende o no, subito dopo la caduta ?

“Niente ribaltoni” ha detto ieri Fini, qui un riassunto delle sue ultime dichiarazioni in un Liceo di Roma
Il Berlusconi Bis si profila all'orizzonte.

Un B.Bis indebolito dalla stretta soffocante di Fini e Casini, e nei fatti rafforzato da un nuovo patto.

C’è una sola condizione da chiarire: che fine faranno i processi di B.?

Se la Corte costituzionale decide favorevolmente sul legittimo impedimento, il signor B. potrà dormire sogni meno inquieti e la trattativa per il suo Bis la condurrà con un punto di forza.
Se la Corte decide in senso sfavorevole, la trattativa per il suo Bis diventa per il signor B. più spinosa. Ma in ogni caso i suoi “alleati avversari” dovranno trovare un gommone di salvataggio per lui.
Dopo tanti finiani anatemi, il Bis.
Le elezioni al momento sono lontane. Tutti i parlamentari sono interessati a salvaguardare i propri privilegi, specialmente quelli che prevedono di non essere più rieletti.
Si allontanano le strategie di D’Alema.
Pannella incontra Berlusconi per parlare delle “gravi vicende umane” e poi cerca di spiegare le sue ragioni a Bersani.
Renzi per incontrare Berlusconi e parlare con lui della “sua Firenze” va addirittura ad Arcore, e poi cerca di spiegare le sue ragioni a Bersani.

Tutto pare ruotare ancora attorno al signor B.
Bersani non si capacita di capire cosa è il suo PD .
La sinistra cerca una linea per agire, afflitta dal mistero della sua non esistenza. Per agire occorre prima esistere e desiderare qualcosa.
07/12/2010 francesco zaffuto
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immagine – una sezione di una roulette – la pallina sta sullo zero -

lunedì 6 dicembre 2010

Cordoglio per i ciclisti morti

Quella bici

esile

che corre via senza fumi

mossa solo dalla forza del cuore e della mente

che attraversa il vento come il vento

che non chiede alcun prezzo

ci può salvare dalla nebbia del nostro tempo

Ma occorre avere cura di quella fragilità

di quelle ruote trasparenti

di quell’uomo che arranca in salita
http://www.cronacalive.it/incidente-ciclisti-lamezia-terme-gravi-le-condizioni-feriti-domenico-strangis-video.html

E’ stato il più grave incidente che a memoria possiamo ricordare, sette ciclisti morti e uno gravissimo in un solo incidente. Il grave fatto non è isolato, i dati complessivi di incidenti occorsi a ciclisti sono tanti; nel 2009 i ciclisti morti per incidenti sono stati 295 e i ciclisti feriti sono stati 14.804 (dati Aci – Isstat).
Della consapevolezza di tale gravità debbono rendersi conto: automobilisti, ciclisti e autorità preposte alla sicurezza nelle strade. Il rispetto dei limiti di velocità per le auto sono la misura principale per diminuire drasticamente gli incidenti. Gli stessi ciclisti debbono considerare che nelle strade transitate da mezzi pesanti non possono andare in gruppo, specie nei tratti di strada con curve debbono mantenere una andatura in colonna. Chi ha la responsabilità per la sicurezza nelle strade deve dare le giuste proibizioni agli automobilisti e ai ciclisti, ed ha la responsabilità di prevedere per tutte le strade percorsi riservati alle bici, perché la bici è lo strumento di trasporto più puro che si basa solo sullo sviluppo della forza delle gambe dell’uomo.
06/12/12 francesco zaffuto
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immagine: una donna sta insegnando ad una bambina ad usare la bici, delicatamente la protegge con le mani da possibili cadute

sabato 4 dicembre 2010

How do you do Fratelli d’Italia?



How do you do Fratelli d’Italia?Dal recente Rapporto del CENSIS vengono fuori degli italiani
fragili,
insicuri,
spaesati,
indifferenti,
cinici,
passivamente adattivi,
prigionieri di influenze mediatiche,
senza desideri e sregolati nelle pulsioni,
senza memoria,
senza futuro.
Le parole del sociologo De Rita possono sembrare pesanti, ma quello che fanno più impressione sono alcuni dati:
2.242.000 italiani tra i 15 e i 34 anni non sono impegnati in attività di studio, non lavorano, non cercano un lavoro e non sono interessati a trovarlo;
dal 2004 al 2009 sono scomparsi 437.000 piccoli imprenditori, artigiani e commercianti.


Tanti altri dati sono ricavabili diretta mente dal rapporto al link:

l’attuale situazione politica,

l’immondizia di Napoli,

le spinte separatiste della Lega al nord,

il potere forte della criminalità mafiosa al sud e al nord,

il non essere mai venuti a capo delle stragi della nostra recente storia,

come posso rispondere alla domanda?

How do you do Fratelli d’Italia? Stamu muriennu.

Immagine la bandiera Italiana di cui tanti si vergognano, io no.
04/12/10 francesco zaffuto

venerdì 3 dicembre 2010

Chi ricerca non trova



Dopo otto anni di stenti per i ricercatori dell’Università un concreto rischio di rottamazione.


Si apprende che l’approvazione definitiva al Senato della Riforma dell’Università slitta a dopo il fatidico 14 dicembre, una sorta di chi vivrà vedrà. I motivi che hanno portato al rinvio vengono spiegati tecnicamente da vari esponenti politici, ma sicuramente la forte levata di scudi da parte di studenti e docenti è la motivazione principe di questo rinvio; fare approvare una riforma contestata con un Governo in bilico era un rischio elevato che metteva a dura prova la stessa spavalderia di Berlusconi.


Considerato l’intervallo, può essere utile continuare ad esaminare i punti chiave di questa riforma.
Nel post precedente mi ero occupato di nuovi Consigli di amministrazione dell’Università riformata:


qui si vuole fare una riflessione sul destino che riserva la riforma ai cosiddetti Ricercatori.

Il ricercatore, grado più basso dell’Olimpo della docenza universitaria, entrerà con contratti a tempo determinato che possono protrarsi per otto anni. Durante questi otto anni il docente ricercatore potrebbe essere assunto per il suo valore e la disponibilità finanziaria dell’Università. Alla fine degli otto anni se non è stato assunto viene definitivamente rottamato. Non si capisce bene se la sua rottamazione avviene perché si è dimostrata una sua reale incapacità a conservare l’incarico o perché non si sono mai create condizioni finanziarie per la sua assunzione a tempo indeterminato; scade perché è arrivato a scadenza come un qualsiasi prodotto avariato e vengono inseriti nuovi ricercatori che per otto anni staranno in cottura.

Se consideriamo che il giovane ricercatore magari avrà ottenuto l’incarico di ricerca che era un brillante trentenne si troverà ad essere un probabile rottamato vero i quaranta anni. Potrà andare in giro con qualche titolo acquisito da spendere non si sa dove.
Certo si potrà dire: ma chi te lo ha fatto fare? L’Università deve pur svecchiarsi e bisogna aprire al merito dei nuovi. Visto che il tuo primo merito è diventato demerito, cosa vuoi dalla vita? C’è chi sta peggio di te. Il ragionamento cinico pare non fare una grinza.

A conti fatti un ricercatore, con queste condizioni di trattamento, ha tutte le motivazioni per lasciare l’Italia al più presto e approdare ad altre terre. Se gioca il suo merito da trentenne in America, può avere un più spedito successo o essere subito trombato senza aspettare otto anni; e se viene trombato in America, perché capita più spesso di quello che si possa pensare, potrà tornare in Italia dicendo che ha fatto una esperienza mondiale, e qualche azienda magari se la beve; se dice di essere stato trombato in Italia dopo otto anni, sarà guardato come un povero mentecatto.

Per iniziare una carriera Universitaria da ricercatori in Italia occorrono: una famiglia alle spalle mediamente ricca e una buona dose di masochismo (che può essere trasformata in sadismo solo quando si realizzerà il sogno di diventare professore ordinario).
Si parla tanto di merito, ma nei fatti l’Università è oggi un paese per ricchi e con questa riforma lo diventerà ancora di più.

Ma allora che accidenti vuoi?
Poiché sono vecchio, mi limito a dire che non si può scherzare con gli anni della vita dei nostri giovani. Tre anni possono bastare per definire un percorso che porta all’assunzione, se si vogliono veramente fare delle assunzioni. Se chi ha fallito vuole riprovarci ci riprovi pure tutte le volte che vuole e a suo rischio, non si può chiamare fallito nessun uomo.
03/12/10 francesco zaffuto

immagine – aspettando – disegno a matita

nota descrittiva dell'immagine per disabili visiviUna figura bianca vagamente umana sta seduta su una sedia che per la forma è la sua stessa ombra, è in posizione di attesa con le braccia che scivolano sulle ginocchia. L’orizzonte è una striscia nera che incrocia il suo volto, l’orizzonte si spezza con una linea che separa il triangolo destro del foglio, sopra la linea due forme di spermatozoi che giocano con una palla.

mercoledì 1 dicembre 2010

Una nuova razza padrona per le Università


Ma, di che razza è la riforma dell’Università? Razza padrona.

Il solito pregiudizio degli oppositori? Vediamo.

Il rettore può restare in carica per un solo mandato di sei anni.


Perbacco! Finalmente un’alternanza.
Ma come mai una classe politica che non vuole porre neanche il limite del doppio mandato ai parlamentari decide per un solo mandato ai rettori? E’ più semplice di quanto si possa pensare e lo ha detto più volte chiaramente lo stesso Berlusconi: nelle Università ci sono centri di potere della sinistra. Il metodo del mandato unico fa rullare le cose, poi si vedrà, c’è sempre tempo per una modifica.

Ma per vedere se si tratta di razza padrona dobbiamo prendere in considerazione il Consiglio di amministrazione dove con la riforma è prevista l’entrata dei privati:
(dal sito della Camera)
i) composizione del consiglio di amministrazione nel numero massimo di undici
componenti, inclusi il rettore, componente di diritto, ed una rappresentanza elettiva degli studenti; designazione o scelta degli altri componenti secondo modalità previste dallo statuto, anche mediante avvisi pubblici, tra personalità italiane o straniere in possesso di comprovata competenza in campo gestionale ovvero di un'esperienza professionale di alto livello; non appartenenza ai ruoli dell'ateneo, a decorrere dai tre anni precedenti alla designazione e per tutta la durata dell'incarico, di un numero di consiglieri non inferiore a tre nel caso in cui il consiglio di amministrazione sia composto da undici membri e non inferiore a due nel caso in cui il consiglio di amministrazione sia composto da un numero di membri inferiore a undici; previsione che fra i membri non appartenenti al ruolo dell'ateneo non siano computati i rappresentanti degli studenti iscritti all'ateneo medesimo; previsione che il presidente del consiglio di amministrazione sia il rettore o uno dei predetti consiglieri esterni ai ruoli dell'ateneo, eletto dal consiglio stesso; possibilità di prevedere il rinnovo non contestuale dei diversi membri del consiglio di amministrazione al fine di garantire un rinnovo graduale dell'intero consiglio;
L’Università si apre. A chi? Ai privati, ovviamente a un certo tipo di privati: aziende interessate a orientare le università secondo le loro necessità nel campo della ricerca. Non si tratterà di mecenati ma di parecchio interessati.

Fino ad oggi le Università si sono rapportate elle aziende del territorio nell’ambito delle loro scelte di autonomia culturale; da domani le aziende più importanti potranno mettere le mani direttamente in pasta nella ricerca, soprattutto in quella scientifica capace di moltiplicare il denaro.

Che male c’è?
Marchionne non vuole che i sindacati e i politici mettano il becco nei suoi piani industriali neanche per prenderne visione preventivamente, ma sicuramente sarà pronto a mettere qualcuno dei suoi uomini dentro il Politecnico di Torino. I potentati economici dopo un buon controllo sulla politica cominceranno ad avviare un buon controllo sulla ricerca e la cultura. Tutto a fin di bene certamente, dove il bene è il profitto.
Sugli altri aspetti della riforma “Gelmini” si può discutere per la diversa rilevanza, ma i privati nei consigli di gestione penso che siano l’aspetto chiave della riforma; su tale argomento la Gelmini si sarà limitata a scrivere sotto dettatura.
01/12/10 francesco zaffuto
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(immagine - Donna 3 tutta geneticamente modificata - fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)
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nota descrittiva dell'immagine per disabili visiviLa donna geneticamente modificata di Mastrosimone sta seduta su un piano: braccia e avambracci sono formati con quattro zucchine, una grande mela rossa per il pingue torace, due melanzane per seni, pere allungate per le due gambe, l’apparato genitale è un guscio spinoso con due castagne lucenti, la testa è una zucca con un cappellino giallo. Mentre nelle antiche composizioni di Arcimboldo gli elementi della natura diventavano uomini per un puro gioco barocco, nella composizione di Mastrosimone si può trattare del risultato della nuova manipolazione genetica.

martedì 30 novembre 2010

Addio Brancaleone



Addio Monicelli,
nei tuoi film sei riuscito a raccontare tutti i nostri vizi di italiani senza mai disprezzarci, speravi sempre che ce l’avremmo fatta. In questo 2010 ci hai messo in guardia con qualche intervento da vecchio saggio: l’Italia «ha preso sempre più un percorso di rinuncia e di conservazione del benessere, senza solidarietà con il prossimo. Importante è chiudersi in un fortino anche a costo di barare e sopraffare. Ed è quello che sta avvenendo. Stiamo perdendo forza e creatività, un cambiamento che interessa tutto l'Occidente, mentre l'asse si sta spostando verso Oriente. Ma l'Italia è sempre la pecora nera. Noi stiamo applaudendo allegramente. È un continuo di feste in tv, balli, nudità, sesso. Sembrano gli ultimi giorni di Babilonia, come un vecchio film. Poi Babilonia crollava...'. Quello che è oggi il degrado dell'Italia si poteva prevedere già da due generazioni fa. Il fatto è che noi siamo sempre stati un popolo subalterno. Sotto il dominio prima di francesi, poi spagnoli, di tedeschi, sotto lo stesso dominio del Papa. Insomma non abbiamo mai avuto una nostra reale indipendenza, mai davvero avuto il senso della libertà».


Mario, ci proveremo ancora una volta a diventare italiani; abbiamo una bellissima lingua e dei bei colori, abbiamo una cultura un po’ disprezzata, abbiamo qualcuno dei tuoi film che possiamo rivedere.
30/11/10 francesco zaffuto
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immagine – da una scena del film di Mario Monicelli – L’armata Brancaleone

lunedì 29 novembre 2010

Un NOBEL a WIKILEAKS


Un NOBEL a WIKILEAKS
A Frattini un premio di non so che


http://notizie.virgilio.it/notizie/esteri/2010/11_novembre/29/wikileaks_frattini_assange_vuole_distruggere_il_mondo_-2,27227233.html

Ci vorrebbe un Nobel particolare per la Verità - Wikileaks se lo merita come il più grande scavatore di merda segreta.

Eccoli i potenti del mondo, il più sano ha la rogna addosso.

Ecco gli ambasciatori USA che sparano giudizi su tutti, che schedano tutti, che controllano l’ONU, che senza tanti problemi parlano di possibili bombardamenti.

La verità può costruire la pace; ci dimostra la stupidità, le cattiverie piccole e grandi. Tutto l’assurdo di stati armati, e in procinto di fare guerre distruttive, comandati da esseri vanesi e prepotenti.


Presto diranno che non è niente, che non fa niente, che si tratta solo di parole, e aggiungeranno false parole per farci dimenticare tutto. Ma le parole vanno conservate come memoria viva per costruire un nuovo futuro.

L’umanità non merita questa merda di potenti, ha bisogno di liberarsene. Gli uomini di ogni angolo della terra nella loro diversità sono uguali e vogliono essere liberi; non ci porterete a una guerra distruttiva di tutti contro tutti per salvare i vostri privilegi.
Abbiamo bisogno di cibo per tutti gli esseri della terra e questo mondo ha ancora terra in grado di produrlo, non la distruggerete con la merda del vostro inquinamento e delle vostre idee.
Pane, lavoro e libertà per tutti gli uomini della terra.
29/11/10 francesco zaffuto

(immagine “segretato” fotocomposizione © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)
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nota descrittiva dell'immagine per disabili visivi
Una mano sta depositando un teschio dentro una scatola, sono visibili anche i quattro lati laterali interni della scatola, un tutti e quattro i lati si ripete l’immagine del gioco dell’oca.

sabato 27 novembre 2010

SCIENZA e atti di fede



Ma non ci ho capito niente, ma che cosa è?Al momento del Big Bang, all’origine di tutto l’universo c’era questo brodo.E voi l’avete capito?L’abbiamo capito perché l’abbiamo riprodotto.E perché non vi è scoppiato tra le mani?Perché ne abbiamo fatto uno piccolissimo dentro un acceleratore nucleare.E cos’è?Una specie di grandissima pentola dove facciamo ruotare una piccolissima pallina di piombo che facciamo scontrare con un’altra alla velocità “quasi” della luce e a una temperatura di milioni di milioni di gradi.Capperi! E’ così che è nato l’universo?Sì.Volete dire che all’inizio c’era Dio che costruì, come avete fatto voi, una pentola ancora più grande e ci butto dentro un paio di palline.Non abbiamo detto questo.E che avete detto?Sei tosto e non capisci niente come tutti gli umanisti e gli economisti. Prima c’era il brodo, dal brodo nacque l’esplosione e si vennero a creare tutte le stelle e i pianeti, in pratica la materia. Ora noi avendo la materia, cioè le palline, siamo ritornati con la pentola al brodo. Te l’abbiamo detto nel modo più semplice e se non capisci, cazzi tuoi, perché questa è verità. E’ prova provata.E che vuol dire?Vuol dire che è verità perché viene dalla scienza e ce devi credere.Per fede?Nooo, perché è vero, perché è prova provata, e se non ci credi non ce ne importa niente, perché sei e rimani ignorante.Come hai detto?Ignorante.... azzo di prima ero agnostico e ora sono diventato ignorante.E’ così. Per la scienza è così.Va bene, va bene. Ma, voi con quella pentola avete finito?No, continuiamo.Nel senso che continuate a mettere palline e le fate girare per nuove forme di brodo?Certo. Si sono spesi tanti miliardi per costruire la pentola e continuiamo.E potrebbe sempre saltare pentola, palline ecc. ecc. ?Non è saltata.Si, certo, se siamo qua a parlare non è saltata. Ma è completamente esclusa ogni possibilità di saltare?Ma si tratta di un milionesimo di rischio.Come per il superenalotto?Smettila di fare l’ignorante e troglodita.27/11/10 francesco zaffuto
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su questo blog, post sullo stesso argomento:
La mollica di pane e il grande collisore adronico

(immagine – l’uomo vulcano – acquerello)

nota descrittiva dell'immagine per i non vedentiUn vulcano in esplosione, dai fumi dell’eruzione comincia a delinearsi una forma di volto umano. Colori prevalenti il rosso, il giallo e il nero; il volto umano e in nero e di profilo verso la destra del foglio.

venerdì 26 novembre 2010

Strategia per colpire l'immagine dell'Italia


"Strategia per colpire l'immagine dell'Italia" dice Frattini

CHI SONO gli strateghi?????????????????????????

I giornali che fotografano i rifiuti e il crollo della casa dei gladiatori, i magistrati che indagano su Enav e Finmeccanica, un tale Wikileaks che intende rivelare documenti segreti Italia-USA.

SIAMO AL COMPLOTTO GIUDAICO – PLUTOCRATICO – MASSONICO

Le dichiarazioni del Ministro Frattini erano state messe nero su bianco nel comunicato ufficiale di Palazzo Chigi: "Il Ministro degli affari esteri, Franco Frattini, ha riferito su vicende delicate che rappresentano il sintomo di strategie dirette a colpire l'immagine dell'Italia sulla scena internazionale", si legge nella nota diramata subito dopo la conclusione del Cdm. "L'attacco a Finmeccanica, la diffusione ripetuta di immagini sui rifiuti di Napoli o sui crolli di Pompei, l'annunciata pubblicazione di rapporti riservati concernenti la politica degli Stati Uniti, con possibili ripercussioni negative anche per l'Italia".

Subito dopo lo stesso Ministro Frattini si è affrettato a dire: "Non si tratta di un complotto"
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Intanto Berlusconi lo riprende e in conferenza stampa rincara i colpi sui magistrati e giornali.

Giorni addietro a proposito di dimissioni e nuovo governo Berlusconi è arrivato a parlare di guerra civile.

Prima si spara alto, poi si minimizza per tornare a sparare alto il giorno successivo.

Signori, siccome a colpo d’occhio non mi sembrate i ragazzi dei centri sociali che alzano il tono degli slogan; siete adulti (uno diciamo pure abbastanza vecchio), e siete il Governo del paese, avete il dovere di misurare le parole.

Le parole sono pietre, se poi a lanciarle sono gli stessi governanti c’è proprio da preoccuparsi.

Dal parlare di complotto GIUDAICO – PLUTOCRATICO – MASSONICO, chi governò un tempo poi passò alle persecuzioni contro la stampa, gli avversari politici, gli ebrei.

26/11/10 francesco zaffuto

(immagine ragno – dipinto di © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)

nota descrittiva dell'immagine per i non vedenti

un ragno bianco si posa su un dipinto moderno, il ragno è proprio un grande ragno e il dipinto moderno sembra ricordare Pollock – Il ragno di Liborio Mastrosimone come un grande stratega sta pensando a come preparare la sua tela nel caos del colore.

giovedì 25 novembre 2010

IL MISTERO DEL DEBITO



Dopo la Grecia cade l’ Irlanda
(per la serie: il capitalismo per i bambini)
Prima la Grecia, oggi l’Irlanda, si attende lo sfascio del Portogallo, e (chi lo sa?) possono arrivare Spagna e Italia; la caduta per debiti di uno Stato pare un evento misterioso. Anche a me, che per tanti anni mi sono occupato di economia, provoca un certo sconcerto ed ho bisogno di fare un riepilogo; come un bambino ho bisogno di contare con le dita delle mani.

Uno Stato per reperire le entrate per mantenere le sue strutture ricorre alle imposte che fa pagare ai suoi cittadini; in base a quelle entrate deve determinare le sue uscite.
Se lo Stato vuole aumentare le sue strutture o migliorarle prevede più uscite e di conseguenza deve aumentare le imposte da far pagare ai suoi cittadini.
Non c’è alcuna ragione per cui lo Stato debba ricorrere a un debito avendo a disposizione lo strumento principe per sue entrate: le imposte.
Gli unici motivi che possono giustificare un ricorso al debito sono: una provvisoria necessità di cassa (chiedere un prestito solo per il tempo necessario ad incassare delle imposte che sono state già stabilite per legge); chiedere un prestito per la costruzione di specifiche opere capaci di determinare un reale aumento della ricchezza del paese (ad esempio una diga o la bonifica di un territorio).
Tutti gli altri motivi non trovano giustificazioni logiche; quindi tutte le emissioni di debito in Titoli dello Stato con varie scadenze per sostenere le correnti spese dello Stato sono soltanto un “maledetto imbroglio”. STOP.

Andiamo a cercare di capire qualcosa sul “maledetto imbroglio”.
Lo Stato è gestito da governanti e parlamentari che scelgono di ricorrere al prestito come una scommessa sul futuro. Se sono degli stupidi ottimisti fanno questo ragionamento: la crescita economica farà aumentare la produzione e nel futuro l’ammontare delle entrate delle imposte diventerà automaticamente più alto e potremo sanare il debito. Se sono dei cinici opportunisti fanno quest’altro ragionamento: rinviamo il problema del pareggio ai governi successivi e intanto facciamo la bella figura di non aumentare le imposte, “chi vivrà vedrà”.

Quando lo Stato si presenta a chiedere un prestito trova sempre qualcuno disposto a prestargli denaro: i ricchi, i piccoli risparmiatori, le banche private e le aziende con eccessi liquidità. Basta promettere un interesse e i Titoli dello Stato vengono piazzati. Lo Stato rappresenta come sicurezza di investimento la sponda più stabile, anche perché può dividere il suo rischio su milioni di cittadini, ma deve mostrare di poter onorare i suoi debiti. Se ogni volta che arriva il momento di restituire il debito è pronto ad emettere Titoli per chiedere un nuovo prestito ancora più grande che gli permetta di pagare debito ed interessi alla lunga si comincia a sentire puzza di bruciato. I primi a mettersi in allarme sono le grandi banche che fiutano il disastro e poi via via cominciano ad impensierirsi anche i piccoli risparmiatori. Lo Stato non riesce a piazzare i suoi Titoli e cade nelle mani delle banche più propense a speculare e che chiedono interessi sempre più alti fino al suo stritolamento.

Il “maledetto imbroglio” riesce in qualche modo ad essere tamponato dallo Stato con il ricorso alla cosiddetta “Sovranità monetaria”, spesso usando il metodo di fare intervenire la sua Banca centrale che acquista Titoli stampando nuova moneta.
Niente male come trovata. Ma...!
Considerato che la moneta, al pari di qualsiasi bene in circolazione, più ce ne è e meno vale, chi aveva prestato si troverà rimborsato con un valore reale inferiore. Un valore reale del denaro inferiore si traduce in una specie di imposta non esplicita ma generalizzata a tutti quelli che gli hanno prestato denaro.
In un primo tempo si può avere un effetto benefico sulle esportazioni (data la svalutazione gli investitori esteri con le monete più forti potrebbero trovare convenienza ad acquistare beni prodotti nello Stato con la moneta svalutata), ma il rimedio può costare caro: i prezzi dei beni importati cominceranno a salire vertiginosamente, può cominciare a galoppare l’inflazione, non si troverà più facilmente chi è disposto ad acquistare Titoli dello Stato, i tassi per le nuove emissioni di debito tenderanno a salire, tutti i tassi tenderanno ad alzarsi per trascinamento e può avviarsi una nuova stretta creditizia, presto l’iniziale vantaggio per le esportazioni sarà annullato dagli effetti dell’inflazione; infine si può allontanare ogni operazione di rientro per la parte di debito non rimborsata.

Con la strettoia EURO il “maledetto imbroglio” non può essere tamponato poiché la Banca centrale europea è diventata l’unico istituto di emissione del denaro. Le alternative diventano: ridurre il debito o uscire dall’euro. Gli stessi aiuti che sono disposti a sganciare gli altri stati per la stabilità dell’euro impongono allo Stato in difficoltà la riduzione del debito in tempi brevi.
Per ridurre il debito ci sono due sole possibilità: aumentare le imposte o diminuire le uscite (diminuzioni di stipendi agli statali, riduzioni di pensioni, licenziamenti di statali, riduzione drastica di tutti i servizi pubblici come sanità e scuola, riduzione delle spese per la politica, l’esercito, la magistratura, la polizia ecc. ecc.). Lo Stato irlandese, ad esempio, al posto di aumentare le imposte alle Società (che vuole lasciare al 12,5%) preferisce le riduzioni di stipendio e i licenziamenti; vedremo se il popolo irlandese sarà disposto a sopportare la cura.

L’euro non è un tabù, lo si può abbandonare, uscire fuori dalla zona euro e tornare alla Sovranità monetaria; ma non ci si può aspettare un miracolo dalla ricetta di stampare denaro.
Recentemente la Federal Reserve, cioè la Banca Centrale americana, ha deciso l’acquisto di debito di Stato USA per 600 miliardi di dollari, stampando di conseguenza nuovi 600 miliardi di dollari. Nei fatti gli USA pagheranno con un dollaro che varrà molto meno i debiti e gli acquisti che faranno nel mondo.
Irlanda, Grecia, Portogallo, e la stessa Italia, non sono certo come gli USA; gli USA sono ancora i padroni del mondo, la domanda di dollari resta ancora molto alta, possono limitare i danni del deprezzamento della loro moneta. Il dollaro in questi ultimi dieci anni è stato solo insidiato dalla presenza dell’Euro e della fine dell’Euro ne può trarre beneficio solo il domino monetario degli USA nel mondo.

Figuriamoci un’uscita dall’Euro dell’Italia e un ritorno alla Lira. Con una operazione di stampaggio di Lire fatta dalla Banca d’Italia si potrebbe far fronte solo in parte al debito interno; una lira sotto effetto svalutazione verrebbe rifiutata nei rapporti commerciali e gli operatori con l’estero verrebbero nei fatti a trovarsi nella condizione di comprare dollari o euro per effettuare ogni pagamento.

L’Italia a differenza di Grecia e Irlanda al momento ha un solo vantaggio: gran parte del debito pubblico è stato contratto con cittadini italiani e con banche italiane, ma questo vantaggio più deteriorarsi se il debito continua ad aumentare, gli usurai internazionali sono sempre pronti a prestare e a strozzare.

Anche i vincoli di legame internazionale nella UE stanno per diventare strozzanti per i paesi più in difficoltà e la svalutazione monetaria ad un certo punto può essere vista come il male minore e l’uscita dall’euro potrebbe avere un effetto di imitazione a catena per più paesi, per questo ancora continuano gli sforzi di salvataggio. Ma la UE non può limitarsi a imporre vincoli che in definitiva tutelano le grandi banche private prestatrici di denaro, deve avere una considerazione per la vita dei cittadini europei e dare qualche altro indicatore sociale: un tetto di disoccupazione da non superare, un minimo di welfare che gli stati si debbono impegnare a portare compimento, stimolare gli stati membri a tassare speculatori, banche e ricchi. Abbiamo bisogno di una Europa fatta di cittadini europei e non di banchieri.

Euro o non Euro, la difficile ma sacrosanta strada maestra è quella dell’equilibrio tra le entrate e le uscite dello Stato: far pagare le imposte ai più ricchi, evitare gli sprechi, pane e lavoro per tutti.

25/11/10 francesco zaffuto

altri post della serie “il capitalismo per i bambini”

prima puntata Il capitalismo per i bambini

seconda puntata Partecipazione agli utili

terza puntata Ma, cos’è la proprietà?

(immagine – “spaventapasseri e sole meccanico” cera e china)


nota descrittiva dell'immagine per disabili visiviIn primo piano uno spaventapasseri un po’ sbrindellato con una camicia a righe rosse, solleva la mano come a toccarsi la testa, una testa coperta da una cuffia da notte, dietro di lui un sole che tramonta o sorge come una palla meccanica e che delinea una smorfia. La forma grafica è volutamente infantile. Colore in campo giallo, un breve contorno verde attorno allo spaventapasseri, il sole rosso, qualche macchia blu per il cielo.

mercoledì 24 novembre 2010

Ci manca la seconda puntata

Quella che arriva prepotente e sempre l’ultima notizia anche se si tratta di quella più stupida, una sciocchezza detta da un uomo politico è capace di primeggiare sulle prime pagine per qualche giorno. Intanto, cadono nel dimenticatoio fatti gravi, scalzati dal nuovo scompaiono. Poi arriva la terza puntata e si scopre che quei fatti dimenticati sono diventati estremamente più gravi; quella che manca è la seconda puntata quella che doveva essere dedicata ai rimedi.

Di questa mancanza della seconda puntata è emblematico il caso Haiti: nella prima puntata abbiamo assistito ai servizi strazianti del terremoto, alla spedizione di soccorso degli americani che aveva visto la partecipazione dello stesso ex presidente Clinton, alla missione in trasferta del nostro Bertolaso; poi il silenzio .... ora dopo alcuni mesi, alla terza puntata, ci accorgiamo che ad Haiti è scoppiato il colera, tutta quella mobilitazione internazionale non è riuscita neanche a risolvere il problema di un po’ di acqua pulita da bere.
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L’osservazione degli organi di informazione è uno strumento molto più importante di quello che si possa pensare; quando l’attenzione diminuisce o cessa sembrano cessare anche i fatti, e forse si perdono anche i possibili rimedi.
24/11/10 francesco zaffuto

senza immagine

domenica 21 novembre 2010

La crescita


Nessuna crescita senza un minimo di redistribuzione della ricchezza.

Rallenta la crescita del Prodotto interno lordo italiano.
Nel terzo trimestre, in base ai dati preliminari di Istat, il Pil registra una crescita dello 0,2%, ben inferiore allo 0,5% del trimestre precedente. Su anno la crescita del Pil nel terzo trimestre si è attestato a 1,0%. Le altre grandi economie crescono più in fretta ma niente di eccezionale: 0,8% nel Regno Unito, 0,5% negli Usa, Francia e Germania si attestano al +0,7%.

Vendite auto crolla il mercato
si vendono solo macchine di lusso
BMW, Audi, Jaguar, Land Rover, Mercedes, Alfa Romeo
http://www.alvolante.it/news/immatricolazioni_auto_europa_ottobre_2010-363941044

Non è di certo la vendita di pochi prodotti ai super ricchi che può fare decollare l’economia.

La produzione potrà riprendere o per un impulso delle esportazioni o per la ripresa della domanda interna. Un nuovo impulso alle esportazioni con un dollaro svalutato e con una Cina a prezzi concorrenziali è difficile; la domanda interna non può prendere quota se non riprende a consumare la grande massa dei lavoratori.

Senza un impulso pubblico dello Stato la domanda interna non decolla.


Per avviare la domanda interna è necessaria una politica di redistribuzione della ricchezza che può avvenire solo con una manovra fiscale, occorre una imposizione meglio scaglionata sulle fasce di reddito: chi ha deve pagare di più a beneficio di una diminuzione impositiva per i ceti meno abbienti. Il precariato va stabilizzato e la disoccupazione va protetta con un vero welfare per creare una nuova leva di giovani famiglie che sono di impulso all’economia. Le famiglie vanno protette prima di tutto sulla questione lavoro, altrimenti si ingenera una paura che porta a diminuire tutti i consumi.
21/11/10 francesco zaffuto
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(immagine – tante piante grasse che continuano a crescere in piccoli vasi)

sabato 20 novembre 2010

Tolstoj resta scomunicato, niente male



Apprendiamo oggi 20 novembre anniversario della sua morte che:

La chiesa ortodossa ha ribadito il suo rifiuto ad annullare la scomunica a Lev Nikolaevic Tolstoj di cui domani ricorre il 100esimo anniversario dalla morte. «Nonostante il valore altissimo delle sue opere, togliere la scomunica dopo 100 anni dalla morte non è possibile perché Tolstoj si è scomunicato da solo», ha detto Tikhon Sceukunov, il segretario del consiglio del patriarcato per la cultura. Lo stesso ha poi ricordato che il santo sinodo con la sua decisione, nel febbraio del 1901, «ha solo constatato il fatto compiuto perché Tolstoj aveva rotto con la chiesa e in ogni occasione lo ricordava in maniera decisiva». Giacomo Galeazzi
Niente male, Tolstoj appartiene a una chiesa ancora più grande, quella dell’uomo che cerca un rapporto con Dio senza intermediari con il rischio dell’inferno, per superare l’inferno dell’incomprensione umana, l’inferno degli steccati, delle appartenenze, delle guerre.
20/11/10 francesco zaffuto
Lev Tolstoj da Risposta alla deliberazione del sinodo


Io non dico che la mia fede sia l'unica indubbia e autentica in ogni tempo, ma non ne vedo un'altra che sia più semplice, più chiara e che più di questa risponda alle esigenze della mia mente e del mio cuore; se la dovessi scoprire, la accoglierei immediatamente, poiché a Dio non occorre null'altro che la verità. Ma tornare a ciò da cui con tante sofferenze sono appena riuscito ad uscire, questo io non posso farlo in nessun modo, così come un uccello che già vola non può entrare nel guscio di quell'uovo da cui è uscito.

http://it.wikiquote.org/wiki/Lev_Tolstoj#Risposta_alla_deliberazione_del_sinodo_.281901.29

immagine - Lev Tolstoj, ritratto da Il'ja Efimovič Repin nel 1887

Premio ai migliori insegnanti



La Gelmini dopo aver falciato i precari della scuola, con parte dei risparmi ottenuti dalla falciatura intende dare un premio agli insegnanti “migliori”. Considerati i pochi spiccioli il ministro intende avviare il suo progetto in sole due città: Torino e Napoli. In ogni scuola di queste due città verrà fondato un nucleo (composto dal Dirigente scolastico, da due docenti eletti dal Collegio dei docenti e dal presidente del Consiglio di Istituto in qualità di osservatore) che dovrà valutare gli insegnanti che, volontariamente, avranno deciso di aderire al progetto. Le pagelle verranno stilate in base a due fattori: curriculum vitae e documento di valutazione. Inoltre verrà tenuto in considerazione l'apprezzamento dei prof da parte degli studenti ma anche dei genitori. Questi insegnanti riceveranno uno stipendio in più, nei limiti di 70mila euro per istituto ( se sei un bravo docente in una scuola di bravi docenti rischi non prendere alcun premio).

In tanti anni di insegnamento ricordo che ho avuto delle belle classi con cui ho fatto dei lavori eccellenti e anche delle pessime classi con cui era faticoso fare una normale lezione. Il premio forse lo puoi guadagnare quando hai una buona classe e perderlo quando hai una classe cattiva. Il mestiere dell’insegnante si realizza con la collaborazione di altri, di tanti altri: gli studenti prima di tutto, poi i genitori, il preside, i colleghi. Quando qualche elemento non va il processo educativo ne risente. Il premio potrà avere un effetto negativo, quello di generare discordia. Già genera discordia il fondo di incentivazione nelle scuole che premia il lavoro in più, figuriamoci un premio per la qualità.
In quanto poi alla provenienza dei soldi , dai tagli fatti ai precari, fa un po' schifo.

19/11/10 francesco zaffuto
(immagine - un pacco dono, con il suo nastrino)

giovedì 18 novembre 2010

il suicidio di un imprenditore e quello di un operaio



Il 2009 e il 2010, anni di crisi, le cronache ci hanno riportato diversi casi di suicidio di imprenditori e di lavoratori. Le motivazioni individuali che portano al suicidio sono diverse da caso a caso ed è difficile affrontare un argomento così drammatico; ma nei suicidi di questi di questi imprenditori e lavoratori (in questi anni di crisi) sono rintracciabili alcune costanti: la perdita del lavoro, probabile fallimento della ditta, difficoltà economiche, perdita del ruolo sociale.
Si tratta di uomini che si sono sentiti avvolti dalla disperazione poiché la sorte aveva reso insopportabile la vita. Sorte che andava a contrastare con lo stesso tenace impegno che avevano profuso in tanti anni.

Per le scarne descrizioni giornalistiche cito due casi che presentano una particolare crudele affinità.
Treviso - 14 novembre 2010 - Titolare di una azienda calzaturiera, ha chiuso la propria esistenza gettandosi nelle acque del canale Brentella. Anni di sacrificio che vedeva bruciati nella spirale di difficoltà finanziarie insorte per via di ditte che ritardavano i pagamenti. È crollato davanti alla vana attesa di un credito di un milione di euro.
http://www.corriereadriatico.it/articolo.php?id=126747&sez=CRONACHE

Frosinone - 19 settembre 2009 - Laureato in matematica e fisica ma da anni precario e con un’occupazione da muratore, si è tolto la vita dopo essere stato licenziato dalla ditta edile nella quale lavorava. L’uomo, 49 anni, ha deciso di farla finita sparandosi un colpo al petto. Da otto anni si arrangiava con lavori saltuari, contratti a tempo determinato presso il Comune e presso alcune ditte in attesa della chiamata per l’insegnamento.
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/sora-precario-si-uccide-dopo-il-licenziamento-due-lauree-ma-faceva-il-muratore-103682/

In entrambi i casi abbiamo: impegno, fatica, sorte avversa, mancato riconoscimento sociale dei propri sacrifici; l’imprenditore di Treviso poteva essere tirato fuori dalle difficoltà con un credito senza interessi da strozzinaggio; il lavoratore di Frosinone da un lavoro retribuito regolarmente.
In ambedue i casi la sorte è determinata da una organizzazione sociale selvaggia, capace di distruggerti nonostante tutta la fatica prodigata e che arriva a chiamarti fallito come essere umano. Società che continua a propinare luoghi comuni come: non arrenderti mai; la fortuna aiuta gli audaci; chi non risica non rosica. Il successo negli affari o il trovare un lavoro molto redditizio, spesso dovuti a mera fortuna, vengono spacciati come qualità superiori dell’uomo.
Nella fortuna imprenditore e lavoratore sono due entità contrapposte; il primo dà lavoro e si accaparra del plusvalore arricchendosi, il secondo si deve accontentare di una retribuzione ai limiti sella sopravvivenza. Nella sfortuna diventano il primo fallito e il secondo disoccupato, una sorta di uguaglianza nella disperazione. Sono le regole di una società a capitalismo selvaggio tutta consacrata alla dea Fortuna.
La società può costruire strumenti per mitigare l’esercizio tirannico della fortuna, il lavoro è necessario che sia vissuto come una forma di partecipazione sociale e senza esclusione per nessuno. Nessuno chiami fallito un altro uomo, perché altrimenti siamo tutti falliti.
18/11/10 francesco zaffuto

( immagine - l'urlo di Edvard Munch)
.l’ argomento è stato affrontato in questo blog ai link

mercoledì 17 novembre 2010

Ahi Ahi sig. Bondi, occhio al cartello



Nel post BONDI, EX ROSSO POMPEIANO del 09/11/10 scrissi che Bondi non poteva fare cadere la Casa dei gladiatori neanche con mille testate e che il disastro veniva da lontano. Ma oggi c’è una novità “grazie a Google Street View, il servizio di mappe messo a punto dal motore di ricerca più usato al mondo e che permette anche un giro negli scavi, senza muoversi dal pc, rivela che la Schola Armaturarum, crollata poco più di una settimana fa, è stata sottoposta ad un “restauro” appena un anno mezzo fa, nel luglio 2009. “ LA FOTO è VISIONABILE a QUESTO LINK
http://www.ilgazzettinovesuviano.com/2010/11/16/crollo-agli-scavi-google-rivela-%E2%80%9Clavori-alla-schola-fatti-nel-2009%E2%80%9D/
La notizia è riportata oggi anche dalla rassegna.governo.it per la versione di oggi del CORRIERE.
http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=52772937
Allora una testata di BONDI c’è stata, pari forse a quella di un ariete.
17/11/10 francesco zaffuto
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(immagine – due volti romani che emergono da una base di rosso pompeiano)

martedì 16 novembre 2010

Compagni, amici e conoscenti



La vittoria di Pisapia provoca un terremoto nel PD: si è dimessa la segreteria lombarda e ora si dimette lo stesso Penati dalla segreteria politica nazionale.
Ma, scusate ha vinto il compagno Pisapia.
Era solo un amico!?
Bene, ha vinto un amico.
Era solo un conoscente!?
Uno che lo avete messo nelle primarie e che non doveva vincere!
E perché non doveva vincere?
Era addirittura prevedibile che vincesse: Boeri per tanti elettori della sinistra era un o sconosciuto e l’altro candidato Onida godeva di una certa popolarità, i voti si sono distribuiti.
Ma a parte errori prevedibili; tutto questo postumo sconforto perché ha vinto un alleato di sinistra rivela la volontà di usare gli alleati solo in subordine , una sorta di ospite scomodo da tenere a distanza.
Le primarie nazionali sembrano allontanarsi, nel PD si estende la paura per Vendola.
Cari compagni, amici e conoscenti , i vostri nuovi amori per Casini e Fini non vi porteranno i voti dei lavoratori , per trovare 10 voti al centro rischiate di perderne 90 a sinistra, la disaffezione è forte; non solo i voti dei lavoratori rischiano di perdersi a sinistra, ma ci saranno (come già ci sono stati) lavoratori che voteranno Lega e ci saranno sempre più astenuti.
Datevi una regolata, e cercate di trovare un qualche significato per le parole

Pane ......Lavoro . .....Libertà ..... Uguaglianza
Giustizia .... Fratellanza ..... Laicità
Pace ..... Felicità

16/11/10 francesco zaffuto
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(immagine “toccata di Kaciaturian” china e matita © francesco zaffuto)
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nota descrittiva dell'immagine per disabili visiviL’immagine cerca di inseguire la danza musicale di Kaciaturian: una scarpa e una gamba sostengono in danza due volti, uno imbronciato ed uno felice, dal lato del volto felice esce ad arco un braccio e una mano che tiene un fiore; una specie di figura triangolare in movimento.

lunedì 15 novembre 2010

LA VILLA REALE DI MONZA CEDUTA AI PRIVATI

(aggiornamento al 15/aprile 2011 in coda)

Il 16 dicembre 2010, se Monzesi e Milanesi saranno ancora distratti e indifferenti, la privatizzazione della Villa Reale di Monza sarà un dato di fatto, entro quella data ci sarà l’aggiudicazione alla società privata vincitrice della gara. La concessione di gestione al privato durerà 30 anni e riguarderà il corpo centrale della Villa Reale, parte delI’ Ala nord, Giardini e spazi esterni di pertinenza. In tutto circa 9.000 mq2 coperti. Gli interventi prevedono: piano terreno - aree commerciali, laboratori artigianali - spazi flessibili e polifunzionali; sovrastanti piani nobili - eventi e attività culturali; belvedere - bar, caffetteria, ristorante. La concessione per la gestione di tutti questi spazi, opportunamente ristrutturati, prevede un affitto di soli 30.000 mila Euro all’anno più lo 0,5% del fatturato. II costo previsto per la ristrutturazione è gran parte pubblico: 23 milioni di Euro l’importo totale, di cui 18 milioni a carico delle Istituzioni pubbliche e 5 milioni a carico del privato che vincerà il bando. In pratica il pubblico paga gran parte della ristrutturazione; una ristrutturazione congeniale all’uso privato e poi affitta al privato a prezzi stracciati. A fronte di spese pubbliche per la ristrutturazione di 18 milioni si vengono ad incassare in trenta anni solo 900 mila euro. Nei fatti il pubblico (cioè noi) ci perde 17, 1 milioni di euro. Il privato a fronte di 5 milioni e 900 mila euro ottiene in affitto per trenta anni 9.000 mq2 di una pregevole villa storica. Se si ammortizza il costo in trenta anni + l’affitto si ottiene un costo annuo di € 166.667 , se provate a dividere questa somma per 9.000 ottenete € 21,85 al mq2. l’anno. Basta pensare ad un ufficio di 100 metri quadrati, provate a trovare chi vi affitta qualcosa a € 2.185 l’anno, a € 182 al mese. Il prezzo è assurdo ma è ancora più assurdo il vuoto di idee. Monza non ha bisogno di qualche negozio di lusso in più, ubicato dentro la Villa Reale.















Considerato che Monza è stata il centro della pittura lombarda non era più logico che la Villa potesse diventare il centro espositivo della pittura lombarda? Raccogliendo con la collaborazione di Milano e della Regione le opere sparse delle collezioni pubbliche si può realizzare una delle più grandi pinacoteche nazionali.








Niente male se un privato gestisce una caffetteria accanto a una pinacoteca, ma è diabolico cedere a un privato per trenta anni quasi tutta l’intera Villa, è come dar via un pezzo di Storia. 15/11/10 francesco zaffuto

15 aprile 2011
L'ECCO FATTO del Sindaco Mariani e del Governatore Formigoni
http://www.regione.lombardia.it/cs/Satellite?c=News&childpagename=Regione%2FDetail&cid=1213424888971&p=1213424888971&pagename=RGNWrapper

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Immagini foto scattate durante qualche passeggiata in in villa e ai giardini della villa
1) La Villa Reale di Monza in inverno con la neve
2) La parte della Villa che campeggia sul parco
3) La parte del parco che si vede dalla Villa in inverno
4) Giardini della Villa in primavera
5) Laghetto della Villa, ghiacciato in inverno

domenica 14 novembre 2010

Sciolgo la Camera e mi congelo il Senato


Sciolgo una camera
Se lo faceva Prodi nel 2008, avrebbe dichiarato
la.... la.... la ..... la..... guerra civile
Ma a decidere è Napolitano
Da una lettura attenta è vero che la Costituzione tecnicamente tecnicamente lo prevede; ma dalla stessa lettura attenta si desume che in caso di crisi è solo il Presidente della Repubblica che si assume la responsabilità di scegliere tra:
- conferire un nuovo incarico allo stesso Berlusconi;
- conferire un mandato esplorativo a una personalità;
- conferire un nuovo incarico a una personalità politica sulla base di una nuova diversa maggioranza;
- sciogliere le camere.
Va ricordato che in passato fu sciolta una sola camera per costruire la stessa scadenza di rinnovo ; per compiacere Berlusconi ora si dovrebbe fare un passo indietro costruendo scadenze diverse per Senato e Camera, con elezioni che costerebbero il doppio al paese, con l'ulteriore rischio di determinare nuove diverse maggioranze.
L'ultima battuta di Brerluscori rivela nei fatti debolezza e paura per le nuove elezioni.
Si rassegni Presidente Berlusconi, è arrivato il tempo dello squaglio
14/11/10 francesco zaffuto
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(immagine - due coni gelato, uno alla crema e uno alla fragola)
sulla storia delle scadenze dal sito del Senato
http://www.senato.it/istituzione/29374/29387/genpagina.htm

Fin dal 1953 l'equiparazione tra le due assemblee si è andata accentuando con la parificazione della durata, dapprima realizzata in via di fatto con gli scioglimenti anticipati del Senato nel 1953 e nel 1958 (in coincidenza con le scadenze della Camera) e poi anche formalmente con la modifica costituzionale del 1963. Un'equiparazione che viene scrupolosamente rispettata anche nell'alternanza che scandisce la presentazione dei governi al Parlamento ai fini della richiesta della fiducia, ovvero dei documenti che sostanziano la manovra annuale di finanza pubblica.

giovedì 11 novembre 2010

7 + 2 nove parole per la Sinistra

Per la versione cartacea del testo vai a questo link
http://groviglidiparole.blogspot.com/2010/11/72-nove-parole-per-la-sinistra.html

Oggi nella Sinistra si fanno prove e si cercano programmi. Forse è necessario ricominciare dalle parole, da quelle più antiche della sinistra, trovarne il significato per i nostri giorni, iniziare un dibattito su ciò che si vuole. Ci sono in alcune vecchie parole significati profondi e urgenze. Una società migliore la si può costruire se ci si intende su almeno sette parole: pane, lavoro, libertà, uguaglianza, giustizia, fratellanza, laicità. L’intesa su queste prime sette parole potrà farci scoprire il senso delle due parole che l’umanità attende da secoli: pace e felicità.

Link alle parole

Pane ......Lavoro . .....Libertà ..... Uguaglianza

Pace ..... Felicità


Sorge un interrogativo. Ma cosa vuol dire la parola Sinistra?

Ci laviamo con ambedue le mani ed abbiamo tutti bisogno di acqua pulita per il nostro volto che è uno e per la nostra bocca che è una. Riflettendo su questa unità potremmo rivolgerci all’uomo senza fare particolari distinzione tra sinistra e destra che sembrano dividere l’uomo in due entità opposte. Ma la nostra mente è una ed è insieme un universo, è un grande groviglio di figure e pensieri che si attorcigliano, poi si sciolgono per attorcigliarsi ancora. Navigano nella nostra mente le parole e le sembianze dei nostri genitori, dei cari amici scomparsi; navigano insieme a Cristo, Budda, Cesare, Socrate, Napoleone, e tanti che abbiamo in qualche modo conosciuto; ci viene incontro la Venere di Botticelli a consolarci e poi tragicamente ci ritroviamo in Guernica.
La Sinistra è un insieme di desideri e di Storia che si è sedimentato nella nostra mente: già a partire dalla Rivoluzione francese ci fu un tale Buonarroti che ci fece capire che la Rivoluzione borghese aveva dimenticato i più derelitti; poi arrivò Proudhon insieme ad altri, e poi Marx e Bakunin, e continuammo a perdere quasi tutte le battaglie dell’ottocento; poi arrivò il novecento, vincemmo e scontammo tutta la tragicità della vittoria, non pensavamo di potere avere Macbeth tra i nostri fantasmi. Altre vittorie si aggiunsero, ma ben lontane dall’Europa che era stata il centro di tutte le invenzioni teoriche del socialismo.
Poi nuove voci da lidi diversi e nuove dimensioni, che non si identificavano con la sinistra ma che abbiamo sentito vicine, quella di Gandhi, di Martin Luther King; e le milioni di voci dei manifestanti del mondo pacifista ed ecologista.
Nella seconda metà del novecento abbiamo assaporato tutta la tragicità dei dubbi amletici, e oggi viviamo la difficoltà del non capire la difficile lingua cinese che è riuscita a mischiare le parole comunismo e capitalismo all’ombra di una mancanza di libertà di parola.
Molti di noi si sono purgati e pentiti verso il lido del “tutto sbagliato”. C’è ancora una buona fetta di resistenti, litigiosi ma resistenti, attaccati e quelle due o tre cose che ritengono giuste.
Nel quotidiano dei grandi partiti della sinistra abbiamo carrieristi consapevoli e inconsapevoli, ma questo è un male che ci accomuna a tutta l’umanità politica.
Per chi ha navigato in qualche modo in quel mare di memorie, rivolgersi alla sinistra non è un venir meno alla unicità dell’uomo ma è un non volere dimenticare i nostri torti e quelle due o tre cose giuste che servono al mondo.
Siamo ridotti discretamente male, eppure c’è un mondo fuori che ha bisogno di quelle due o tre cose giuste che abbiamo nel nostro bagaglio, c’è sempre un mondo di derelitti come all’epoca di Buonarroti. Per questo ci è necessario ripartire dalle parole e trarne il significato più profondo, non l’uso delle parole come slogan ma come veicolo della comprensione umana.
Nel ripartire dalle parole, capiterà di incontrare uomini che non si considerano di sinistra e che nel sentire due o tre cose giuste si possono affratellare a noi in quella fratellanza che deve essere necessariamente universale.
(nota: come autore di questi appunti sulle parole, debbo precisare che in questi casi difficilmente ci si può considerare autori, le riflessioni appuntate vengono da un lungo percorso di osservazione e di ascolti – francesco zaffuto, nuddu)
11/11/2010

Link alle parole

Pane ......Lavoro . .....Libertà ..... Uguaglianza

Giustizia .... Fratellanza ..... Laicità

(immagine “la mano sinistra” fotografia © liborio mastrosimone http://libomast1949.blogspot.com/)
nota descrittiva dell'immagine per disabili visivi
La fotocomposizione “la mano sinistra” di Liborio Mastrosimone consta della foto della mano sinistra dello stesso autore in contrasto su un piano grigio sgranato e lucente. La mano nera per contrasto avanza come un inquietante ragno nero, le dita poggiano tutte ben fisse sul piano. Può incutere la paura di una presenza spettrale. Bisogna un po’ superare lo sgomento e ci si rende conto che è soltanto la nostra mano sinistra.