La Gelmini dopo aver falciato i precari della scuola, con parte dei risparmi ottenuti dalla falciatura intende dare un premio agli insegnanti “migliori”. Considerati i pochi spiccioli il ministro intende avviare il suo progetto in sole due città: Torino e Napoli. In ogni scuola di queste due città verrà fondato un nucleo (composto dal Dirigente scolastico, da due docenti eletti dal Collegio dei docenti e dal presidente del Consiglio di Istituto in qualità di osservatore) che dovrà valutare gli insegnanti che, volontariamente, avranno deciso di aderire al progetto. Le pagelle verranno stilate in base a due fattori: curriculum vitae e documento di valutazione. Inoltre verrà tenuto in considerazione l'apprezzamento dei prof da parte degli studenti ma anche dei genitori. Questi insegnanti riceveranno uno stipendio in più, nei limiti di 70mila euro per istituto ( se sei un bravo docente in una scuola di bravi docenti rischi non prendere alcun premio).
In tanti anni di insegnamento ricordo che ho avuto delle belle classi con cui ho fatto dei lavori eccellenti e anche delle pessime classi con cui era faticoso fare una normale lezione. Il premio forse lo puoi guadagnare quando hai una buona classe e perderlo quando hai una classe cattiva. Il mestiere dell’insegnante si realizza con la collaborazione di altri, di tanti altri: gli studenti prima di tutto, poi i genitori, il preside, i colleghi. Quando qualche elemento non va il processo educativo ne risente. Il premio potrà avere un effetto negativo, quello di generare discordia. Già genera discordia il fondo di incentivazione nelle scuole che premia il lavoro in più, figuriamoci un premio per la qualità.
In quanto poi alla provenienza dei soldi , dai tagli fatti ai precari, fa un po' schifo.
19/11/10 francesco zaffuto
In tanti anni di insegnamento ricordo che ho avuto delle belle classi con cui ho fatto dei lavori eccellenti e anche delle pessime classi con cui era faticoso fare una normale lezione. Il premio forse lo puoi guadagnare quando hai una buona classe e perderlo quando hai una classe cattiva. Il mestiere dell’insegnante si realizza con la collaborazione di altri, di tanti altri: gli studenti prima di tutto, poi i genitori, il preside, i colleghi. Quando qualche elemento non va il processo educativo ne risente. Il premio potrà avere un effetto negativo, quello di generare discordia. Già genera discordia il fondo di incentivazione nelle scuole che premia il lavoro in più, figuriamoci un premio per la qualità.
In quanto poi alla provenienza dei soldi , dai tagli fatti ai precari, fa un po' schifo.
19/11/10 francesco zaffuto
(immagine - un pacco dono, con il suo nastrino)
Il premio migliore per i docenti, e di riflesso per gli studenti, sarebbe metterli in condizione di operare al meglio delle loro proprie capacità.
RispondiEliminaE dovrebbe essere un premio a pioggia, nel senso che tutti, tutti, i docenti dovrebbero sentirsi apprezzati, sostenuti, attrezzati in modo adeguato ed ugualitario.
Si fanno "esperimenti", manco fossero pillole abortive, con la gestione affidata a specifici ospedali, privando gli altri del necessario per operare.
Il prof che opera nel paese di Pinco deve avere le stesse opzioni tecniche e strutturali del prof di Torino, in modo che gli studenti di queste due località abbiano lo stesso identico supporto educativo.
Dividere la classe docente in serie A, B o C, sa un po' di campionato di calcio, e, come questo, si presterebbe a errate valutazioni arbitrali (probabilmente arbitrarie), per cui i tre punti saranno assegnati da commissari perloppiù di parte o di addirittura di partito.
Primeggeranno i leccaculo o i più opportunamente politicizzati.
Una musica già ben nota in questa nostra povera Italiotta.
Concordo, inoltre, sullo schifo che questi "premi" provengano dal sangue dei precari: mi ricorda la leggenda dei denari di un certo Giuda; che, comunque, alla fine pare si sia impiccato...