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martedì 8 maggio 2018

Il Quirinale non poteva fare altrimenti


Dopo le estenuanti trattative per formare il Governo che non si sono sbloccate e che non hanno lasciato intravedere ulteriori spiragli non c’erano altre possibilità:
-         - il Governo Gentiloni non poteva restare ancora in carica  e non poteva questo Governo restare in carica fino alle prossime elezioni, sarebbe stato irrispettoso del risultato elettorale;
-         - non poteva essere affidato il mandato per il Governo alla coalizione di destra con il solo 36% dei voti, sarebbe stato irrispettoso per il 64% degli italiani;
-         -  non potevano essere sciolte le Camere per la sola indicazione dei segretari di partito, sarebbe stato irrispettoso  nei confronti del Parlamento e di tutti i parlamentari.
Quindi un Governo provvisorio indicato dal Presidente Mattarella che si presenta alle Camere e chiede la fiducia prevista dalla Costituzione. Se la fiducia non arriva il Presidente della Repubblica scioglie le Camere e indice elezioni nei tempi tecnici necessari. Certo con i tempi tecnici necessari si può arrivare a Luglio e con molta probabilità alla seconda metà di Luglio, data non gradevole per tutti i cittadini italiani, che potrebbe determinare un forte aumento delle astensioni al voto. Quindi un appello al buon senso da parte del Presidente Mattarella: dare tempo a questo Governo provvisorio per scongiurare la manovra sull’IVA, continuare nel frattempo a dialogare fino a Dicembre, con l’impegno a far dimettere il Governo  anche prima se venissero individuate maggioranze politiche per un nuovo Governo.  Di fronte a questa proposta di Mattarella, quali sono i rischi per la democrazia? Nessun rischio, perché il Parlamento è insediato con tutte le sue prerogative, una fiducia data in Maggio può essere annullata in qualsiasi momento dal Parlamento successivamente con una mozione di sfiducia. Nel frattempo il Parlamento insediato può lavorare con tutta la sua piena funzione legislativa: se vuole può approvare il reddito di cittadinanza, se vuole può approvare qualsiasi legge di riforma del Paese; ripeto se vuole e se vogliono i suoi parlamentari. Ma se complessivamente non vogliono, allora non ci nascondiamo dietro un dito.
Il nostro paese ha una tara pesante: il Parlamento si è sempre lasciato usare come ostaggio nelle mani di un Governo che ha fatto passare le leggi a colpi di fiducia, fino a far prevalere la funzione esecutiva su quella legislativa. Un esperimento di Governo provvisorio neutrale potrebbe perfino essere un’occasione per vedere se il Parlamento riesce ad esercitare autonomamente la sua funzione legislativa. E quale migliore occasione per gli stessi 5Stelle che hanno la Presidenza di una delle Camere e che possono di conseguenza influenzare l’ordine dei lavori.
Francesco Zaffuto

sabato 25 marzo 2017

Il Parlamento USA e il Presidente USA

Nella giornata di venerdì 24 marzo 2017, Donald Trump ha subìto la sua prima importante sconfitta da quando è diventato presidente degli Stati Uniti. La sua proposta di riforma di Obamacare, la storica riforma sanitaria introdotta dal suo predecessore Barack Obama nel 2014, è stata ritirata.  Non aveva la maggioranza in Parlamento.
La Repubblica presidenziale USA, tutto sommato, è meno forte del cosiddetto Premierato forte,  che ipotizzava per l’Italia il cosiddetto Italicum alla Renzi,  dove con un premio di maggioranza il Premier poteva avere l’Asso pigliatutto in Parlamento.
Per le future strategie di riforma della Legge elettorale italiana questo dovrebbe farci riflettere.

mercoledì 16 marzo 2016

Ecco tornano per succhiarsi acqua e cervello

Ecco tornano per succhiarsi acqua e cervello

Sia ben chiaro che nel 2011 ben 27 milioni di italiani dissero con un Referendum che l’acqua è un bene primario pubblico e che deve essere gestita senza interessi privati.
ALLORA CI SPIEGHINO CON CHIAREZZA COSA STA ACCADENDO IN PARLAMENTO OGGI SULLA PAROLA ACQUA
Nessuno si può nascondere dietro dubbi interpretativi delle normative europee per stravolgere la volontà referendaria.





(immagine – “teschio 1 a” tecnica mista © liborio mastrosimonehttp://libomast1949.blogspot.com/)

sabato 27 febbraio 2016

Qualche parola sulla parola fedeltà


In questi giorni abbiamo assistito a una bagarre parlamentare sulla parola fedeltà; questa parola è stata cancellata come obbligo per le unioni civili, allo scopo di sancire una differenza tra matrimonio eterosessuale e unione civile omosessuale.  
La parola fedeltà presuppone una promessa;  ed in qualche modo la fedeltà diventa il requisito che mantiene la promessa data;  considerare  insignificante la parola fedeltà per le unioni civili è come dire: “la vostra promessa non vale”.
 La promessa di fedeltà può derivare da un contratto ma anche da una semplice stretta di mano; addirittura le norme del codice civile hanno esteso la parola fedeltà  al diritto del lavoro, l’Articolo 2105 del codice civile in materia di lavoro porta la dizione: Obbligo di fedeltà  Il prestatore di lavoro non deve trattare affari, per conto proprio o di terzi, in concorrenza con l'imprenditore, né divulgare notizie attinenti all'organizzazione e ai metodi di produzione dell'impresa, o farne uso in modo da poter recare ad essa pregiudizio.”
Certo è incredibile, avere leggi che considerano infedeltà la concorrenza sleale,  e considerano prassi ordinaria  l’infedeltà nell’unioni civili.
Nella bagarre parlamentare sulla “fedeltà” c’è stato qualcuno che ha proposto di cancellarla dal matrimonio eterosessuale, considerandola un vecchio residuo di maschilismo, insomma un dibattito tra ubriachi l’ha definito Cacciari.  .
Ma alla fine del dibattito la legge  c’è, ed è uno stato di fatto: nelle unioni civili niente adozioni del figliastro e niente fedeltà coniugale.
Le ripercussioni di queste due scelte si avranno tutte sulla magistratura, nelle aule dei tribunali,  e saranno pane e companatico per gli avvocati.
Il problema dei figli lasciati per  l’improvvisa morte dell’unico genitore si presenterà e dovrà essere il giudice che dovrà decidere. I problemi di separazioni nelle unioni di civili ci saranno e sarà un giudice che dovrà decidere cosa significa per la legge  la mancanza della parola fedeltà.
Tutto quello che il Parlamento non ha deciso, e lasciato nel dubbio,  ricadrà sui magistrati. Affollati tribunali e scartoffie come sempre, ma tra le scartoffie vengono distrutte a volte le vite delle persone.
 Per il resto tutto rinviato a un prossimo progetto di legge, e forse tra qualche anno se ne riparlerà.
Francesco Zaffuto

Immagine – il capolavoro dello scultore Piero Manzoni è, forse, simile a quello che con questa legge ha realizzato Renzi. Qualsiasi cosa produce un artista, se ha fama ed un mercato,  è sempre un’opera d’arte.


domenica 10 gennaio 2016

2016, il referendum della consacrazione – seconda puntata

2016, il referendum della consacrazione – seconda puntata
Con ogni probabilità nell’autunno del 2016 ci sarà il referendum sulla riforma istituzionale del Senato. Il premier Renzi ha già annunciato (nella conferenza stampa del 29 dicembre 2015) che sarà determinante per la sua carriera politica. La riforma del Senato combinata con la Legge elettorale porta a un grande cambiamento negli assetti dei poteri istituzionali in Italia. Sul blog Crisidopolacrisi saranno raccolti e segnalati diversi interventi;  
Vi segnaliamo l’intervista a Gaetano Azzariti – ordinario di Diritto costituzionale alla Sapienza di Roma
Intervista rilasciata al Fatto quotidiano 6 gennaio
La trovate a questo link


La prima puntata – l’intervento di Alfiero Grandi su


giovedì 15 ottobre 2015

IL FUTURO SENATO


Il Senato c’è o non c’è.
Il Senato c’è ma non vale.
Il Senato continuerà a costare ma non vale.
Mi chiederanno anche con un referendum cosa ne penso.
Ti piaceva prima? No
Ti piace quello di adesso?No
Ma allora vuoi ritornare a quello di prima? No
Veramente non lo volevo proprio: mi basterebbe una Camera di soli 300 deputati, con uno stipendio per ogni deputato non superiore mai a tre volte quello di un operaio, e con una legge elettorale costituzionale ben diversa …che …
E no, risposte così complicate non sono previste, potrai solo dire di sì a questo che ti hanno preparato o tornare a quello di prima, oppure stare zitto.

mercoledì 20 maggio 2015

La SCUOLA è FANTOZZIZZATA


Approvata la riforma alla Camera, si aspetta solo il finale passaggio al Senato e finalmente, secondo le ambizioni di Renzi e dei Dirigenti scolastici, la scuola sarà
FANTOZZIZZATA
I docenti vengono a perdere:
1       1 la possibilità di chiedere l’assegnazione in una scuola dopo aver conseguito la laurea e vinto un concorso; debbono avere il requisito aggiuntivo di merito, piacere al Preside;
2     2   la possibilità di trasferirsi da una scuola all’altra;
3     3   l’autonomia nello scegliere un indirizzo pedagogico e didattico;
I nuovi docenti saranno dei miseri impiegati, i nuovi Fantozzi
C’è ancora tempo per lottare. Ma solo per qualche giorno, poi addio al vecchio professore e arriva un triste Fantozzi.
20/05/2015 – francesco zaffuto


Immagine dal film: Secondo tragico Fantozzi

giovedì 2 aprile 2015

Ma cosa hanno studiato ... ?

Ci sono senatori che pensano che i magistrati possano intervenire autonomamente negli atti del Parlamento. Ma cosa hanno studiato, se hanno mai studiato???
Un gruppo trasversale di senatori ( il sena­tore socia­li­sta Enrico Buemi, Alber­tini e Conte di Ap, Can­diani della Lega, Longo di Forza Ita­lia, Gio­va­nardi del Ncd, Barani di Gal e Pez­zo­pane e Ginetti del Pd) ha firmato una denuncia contro altri senatori del Movimento 5 stelle per ostruzionismo, chiedendo l’intervento della magistratura; come se la magistratura potesse  intervenire sull’applicazione del regolamento del Parlamento. Prontamente in Presidente Grasso è intervenuto per spiegare che esiste: «il difetto asso­luto di giu­ri­sdi­zione della magi­stra­tura ordi­na­ria sui com­por­ta­menti sena­tori nell’esercizio delle loro prerogative».

lunedì 2 febbraio 2015

Due posti liberi alla Corte costituzionale

Dopo un estenuante numero di votazioni in Parlamento il 6 novembre 2014 fu eletta Silvana Sciarra (con il voto del M5S) e fu accantonata l’elezione del quindicesimo membro mancante, non riuscirono a mettersi d’accordo e lasciarono la Corte Costituzionale zoppa di un membro. Ora, a seguito della elezione di Mattarella alla Presidenza della Repubblica,  si libera un posto alla Corte costituzionale e i posti liberi diventano di nuovo due;  tra poco cominceranno di nuovo le grandi manovre (e visto l’alto quorum previsto si riproporrà nuovamente l’alleanza con Forza Italia o in alternativa con il Movimento 5 stelle).
Da Wikipedia: L'elezione a opera del Parlamento in seduta comune avviene a scrutinio segreto e con la maggioranza dei due terzi dei componenti dell'assemblea. Per gli scrutini successivi al terzo è sufficiente la maggioranza dei tre quinti. L'alto quorum ha spesso determinato ritardi (oltre il termine di un mese previsto da norma costituzionale) nell'elezione dei giudici, pericolosi perché la Corte per funzionare necessita di almeno 11 giudici. Tanto che nel 2002 per la prima volta la Corte ha rinviato la discussione su una delle cause in ruolo per mancato raggiungimento del quorum di 11 giudici.


Immagine – Corte costituzionale dal sito http://www.cortecostituzionale.it/default.do

sabato 31 gennaio 2015

Auguri Presidente Mattarella






Congratulazioni Presidente Sergio Mattarella e auguri per il Suo settennato a Lei e a tutti gli italiani.





Complimenti a Matteo Renzi e soprattutto ai suoi maestri: Andreotti e Machiavelli.

Condoglianze a Silvio Berlusconi e a Matteo Salvini.

No comment al M5S.

31 gennaio 2015 sabato ore 13.28 – Risultato ufficiale: 995 votanti, Mattarella 665 voti, Imposimato 127, Feltri 46, Rodotà 17, Bonino, Martino, Napolitano, Prodi 2. Dispersi 14. Bianche 105. Nulle 13. “Proclamo eletto presidente della Repubblica Sergio Mattarella”. Lo ha annunciato la presidente della Camera Laura Boldrini al termine dello scrutinio dei voti a Montecitorio.

Foto del presidente da Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Sergio_Mattarella

mercoledì 28 gennaio 2015

ITALICUM 2 il risultato finale

Un po’ meglio del porcellum perché con premio di maggioranza e l’istituto del ballottaggio, si accresce la stabilità dei governi (stabilità che verrà potenziata anche per effetto della riforma del Senato che assegna l’istituto della fiducia al Governo ad una sola Camera);  un po’ meglio della prima versione dell’Italicum perché è  stata riconosciuta un minimo di rappresentatività ai piccoli partiti portando la soglia di sbarramento al 3%,  e i seggi in Parlamento che riconoscono questa rappresentatività non andranno ad incidere negativamente sulla stabilità perché il premio di maggioranza viene dato alla singola lista e non alla coalizione.   Si delinea, però,  un grande potere al segretario del partito vincente,  che quasi certamente sarà anche capo del Governo, oltre a guadagnare il premio di maggioranza alla propria lista potrà portare un nutrito staff di capilista eletti senza preferenze. Parte della democrazia (e la democrazia è un  istituto con carattere pubblico) si trasferisce sui partiti che sceglieranno i loro capilista (ed i partiti sono istituti di carattere privato).  Il capo del potere esecutivo avrà un peso  notevole sul potere legislativo, il Presidente del consiglio avrà un potere superiore a quello del Presidente in USA, e se eserciterà il suo potere a colpi di votazioni di fiducia il potere legislativo e quello esecutivo finiranno col coincidere. La democrazia moderna, nata dal pensiero illuminista,  ci basava sulla equidistanza dei tre poteri:  legislativo, esecutivo e giudiziario.
28/01/2015 francesco zaffuto
Al  link indicato i dettagli della legge elettorale licenziata in Senato  il 27 gennaio 2015

venerdì 19 dicembre 2014

ESAME DI STATO, PERCHE' BOCCIARE I CLIENTI?



Il Canale TV della Gilda degli insegnanti http://www.gildatv.it/ mi ha rivolto qualche domanda come vecchio insegnante che di esami ne ha fatto tanti. Il Governo, con la scusa di un magro risparmio, vuole eliminare i commissari esterni. Gli esami sono previsti dalla Costituzione nell'art. 33 - È prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale. 
La Gilda degli insegnanti ha fatto appello al Senato per non approvare questa misura http://www.gildains.it/news/ultima3.asp
L'intervista è stata diffusa anche dai quotidiani nazionali in web sulla scuola:
Orizzonte scuola
http://www.orizzontescuola.it/news/commissari-esami-stato-tutti-interni-sar-esame-facilitato-fino-al-69-lesame-era-tosto
Tecnica della scuola
http://www.tecnicadellascuola.it/item/8306-esami-di-stato-perche-bocciare-i-clienti-il-punto-di-gilda-tv.html
NOTA del 21/12/14
apprendiamo, dalle votazioni sulla Legge di stabilità, che non ci saranno modifiche per quest'anno all'esame di stato.  Meglio così. 

sabato 13 dicembre 2014

Provate a parlare di quello che non c’è

Magritte - ceci n’est pas une pipe  
Chi sa qualcosa sull’ultimo membro mancante della Corte Costituzionale parli????
Dalle ultime notizie del 6 novembre tutto tace
Ogni giorno ci rompevano i timpani dicendo che le votazioni andavano a vuoto per l’elezione dei due membri della Corte Costituzionale; con bocciature in continuazione dei vari candidati.
POI SOLO UNO DEI DUE MEMBRI è STATO ELETTO
Silvana Sciarra, candidata dal Partito democratico e sostenuta anche dal M5s. La docente dell'università di Firenze ha ottenuto 630 voti, incassando sessanta voti in più dei 570 necessari.
Ed ecco il commento soddisfatto:
  Soddisfatti i presidenti delle Camere Pietro Grasso e Laura Boldrini per il "senso di responsabilità" dimostrato dal Parlamento e per la "capacità di ascolto tra posizioni diverse". "Ci auguriamo ora - proseguono - che la stessa attitudine positiva possa portare a breve anche all'elezione del componente mancante della Corte
POI Più niente
Tutto oscurato, non si parla più
Ma dovevano essere due?
Perché non si è proseguito con le votazioni per il componente mancante?
Non più una notizia
Non più una dichiarazione
Alla faccia dell’informazione che informa un popolo pensante

mercoledì 26 novembre 2014

Il quadro del Jobs Act

Malevic: bianco su sfondo bianco

Il Jobs Act è stato approvato dalla Camera,  tornerà al Senato per il via libera definitivo e subito dopo inizierà la stesura dei decreti attuativi che daranno la forma finale al provvedimento. In pratica è stata predisposta una cornice, è stato predisposto uno sfondo, è stato predisposto un foglio bianco con delle misure, poi il Governo dovrà scrivere i decreti attuativi dentro tali limiti.
 Provo ad entrare nei diversi aspetti di questo quadro, mi sono permesso di aggiungere qualche nota in viola.
 Cambiano cassa integrazione e ammortizzatori sociali.
Ci saranno modifiche a costo zero perché gli ammortizzatori sociali saranno finanziati dalla progressiva scomparsa della cassa integrazione in deroga.  Il nuovo sussidio di disoccupazione, che si chiamerà Naspi, dovrebbe coprire tutti coloro che perdono il lavoro, compresi i circa 400mila collaboratori a progetto che oggi non hanno alcun sostegno. Il sussidio pare che spetterà  a tutti coloro che perdono il posto e hanno lavorato almeno tre mesi. I dettagli saranno elencati dai decreti attuativi, ma pare che nelle intenzioni del governo la Naspi durerà la metà dei mesi lavorati negli ultimi 4 anni per un massimo di due anni e al massimo sei mesi, invece per i lavoratori atipici. Se ciò non basta per ritrovare trovare lavoro: l'idea è quella di aggiungere un assegno di disoccupazione a tutela di chi esaurisce la Naspi: un sussidio che dovrebbe essere garantito solo a chi si trova in condizioni di effettivo bisogno sulla base dell'Isee.
Siamo di fronte a un sussidio di disoccupazione ben limitato, che non si può considerare universale, e con una fonte di finanziamento limitata. Certo le risorse che erano disponibili per l’operazione 80 euro non ci sono più, e il Governo per la megariforma chiamata Jobs Act va a grattare il fondo del barile della cassa integrazione.
Agenzia unica e garanzia giovani.
 Agenzia unica federale che dovrà servire a sviluppare la "Garanzia per i Giovani" chiesta dalla Ue che ha invitato tutti gli Stati membri ad assicurare ai giovani con meno di 25 anni un'offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato, tirocinio o altra misura di formazione, entro 4 mesi dall'uscita dal sistema di istruzione.
Attenderemo i decreti attuativi ma fino ad ora Garanzia Giovani è servita a ben poco e le nuove premesse son sono di ampie vedute.   C’è da considerare che con questi anni di crisi i giovani sono invecchiati è hanno superato i trenta anni anche senza aver iniziato un lavoro. Sono necessarie liste di collocamento pubbliche legate a un qualche obbligo di assunzione dato alle aziende almeno per il 50%, e lavori socialmente utili promossi da Stato ed Enti locali per i disoccupati in sussidio di disoccupazione.
Contratto unico di lavoro a tutele crescenti e articolo 18.
Riduzione della giungla dei contratti di lavoro, oggi ne esistono circa 40, e introduzione di un  contratto unico a tempo indeterminato e a tutele crescenti. Come cresceranno tali tutele lo vedremo nei decreti attuativi, attualmente possiamo vedere quali saranno le possibili modifiche all’art. 18. Il lavoratore sarà incoraggiato a non fare ricorso al giudice con  "buonuscite" più ricche. Se ricorre potrà avere un reintegro in caso di licenziamento discriminatorio o in caso di licenziamento disciplinare, se la misura disciplinare non risulta adeguata ai fatti accaduti. Se il licenziamento avviene per motivi economici dell’azienda, non ci sarà reintegro ma solo un indennizzo più o meno cospicuo a seconda degli anni di lavoro.
Anche in questo caso occorrerà attendere i decreti attuativi, ma già si possono prevedere gli effetti. Quale azienda ha mai esplicitato i motivi discriminatori? In futuro per ogni licenziamento si cercheranno giustificati motivi economici. Se i motivi economici sono difficoltà economiche dell’azienda sono comprensibili, ma se i motivi economici sono una qualsiasi ristrutturazione aziendale siamo solo alla ricerca di un maggior profitto o a un camuffato motivo discriminatorio.  Se il giudice non può reintegrare per fasulli motivi economici in effetti si introduce un libero licenziamento.
Controllo a distanza.
Riordino del controllo a distanza "sugli impianti e sugli strumenti di lavoro".
Tema che può entrare in contrasto con la tutela della privacy: può essere utile se trattasi  se trattasi di mappatura degli strumenti aziendali e per intervenire nelle difficoltà  della posizione del dipendente; può essere una forma di violazione della privacy   se diventa una telecamera sulla testa del lavoratore e lo sorveglia ovunque vada. Anche qui i dettagli verranno disciplinati dai decreti attuativi e occorre fidarsi del Governo. 
Maternità e ostacolo alle dimissioni in bianco  
La delega prevede l'introduzione universale dell'indennità di maternità e il diritto per le lavoratrici madri parasubordinate all'assistenza anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro. Per contrastare la pratica delle cosiddette "dimissioni in bianco" sono previste "modalità semplificate per garantire data certa nonché l'autenticità della volontà del lavoratore in relazione alle dimissioni o alla risoluzione consensuale del rapporto di lavoro"
Finalmente e raramente qualcosa di buono
Ferie solidali.
Viene data, infine, ai lavoratori la possibilità di cedere parte delle loro ferie annuali retribuite a colleghi con figli minori malati gravi.
Un po’ come dire: noi non vi diamo un gran che ma  se volte essere solidali tra di voi ve lo permettiamo. Grazie!
Ora dobbiamo attendere i decreti attuativi. Informazioni e commenti non sono certo esaustivi, ma era necessario un primo esame veloce.
26/11/2014 francesco zaffuto

giovedì 9 ottobre 2014

Da Montesquieu a Renzi

« Il potere esecutivo deve essere nelle mani d'un monarca perché questa parte del governo, che ha bisogno quasi sempre d'una azione istantanea, è amministrata meglio da uno che da parecchi; mentre ciò che dipende dal potere legislativo è spesso ordinato meglio da parecchi anziché da uno solo.   ……….
« Il potere esecutivo, come dicemmo, deve prender parte alla legislazione con la sua facoltà d'impedire di spogliarsi delle sue prerogative. Ma se il potere legislativo prende parte all'esecuzione, il potere esecutivo sarà ugualmente perduto. Se il monarca prendesse parte alla legislazione con la facoltà di statuire, non vi sarebbe più libertà. 
Questi sono brani che ho recuperato in fretta dallo “Spirito delle leggi” di Montesquieu.
Cosa potrebbe dire il filosofo, teorico della democrazia moderna,  della seduta di ieri al Senato che si è conclusa in tarda notte con un voto di 165 sì e 111 no, e che ha approvato una Legge delega attraverso il meccanismo della fiducia al Governo???
Sarebbe necessaria una seduta spiritica. Ma non avendo alcuna capacità sullo spiritismo provo ad elencare solo un po’ di fatti.
La Legge delega è un atto con cui il Parlamento si spoglia volontariamente in parte delle sue facoltà legislative.
La Legge delega può fissare dei  paletti all’esecutivo sul suo modo di operare, quindi il Parlamento nell’approvarla non rinuncia in toto al suo potere legislativo.
 Il Governo ha presentato una Legge delega sulla delicata materia del lavoro ed ha  fissato egli stesso i paletti che ha preferito.
In Parlamento sono stati presentati circa 700 emendamenti alla Legge delega.
Il Governo ha posto la fiducia sulla Legge delega, in pratica un: “se non mi date la delega con i paletti che io stesso pongo IO me ne vado”.
 Il Parlamento si esprime non più sulla Legge delega ma sul fatto di avere o non avere il Governo in un particolare momento della vita politica. Si esprime su una possibile crisi istituzionale,  si esprime su una possibile nuova tornata elettorale. Il Parlamento sceglie se morire o continuare a vivere con poteri dimezzati.
Vince ovviamente una maggioranza, piange ovviamente una minoranza.
 La vincente maggioranza, quando in passato era minoranza presentava  qualche volta circa 700 emendamenti.
 Forse la soluzione per la futura Democrazia potrebbe essere di presentare in Parlamento emendamenti limitati e accettare il confronto sui singoli temi, sarebbe necessaria una riunione spiritica di Grasso, Boldrini e capigruppo parlamentari che evochi lo spirito di Montesquieu.
09/10/14 francesco zaffuto

venerdì 3 ottobre 2014

Requisiti per essere membri della Corte costituzionale


Continuano in Parlamento in seduta comune le votazioni per i membri della Corte costituzionale ed è ancora fumata nera. Intanto viene sollevato un problema di non poco conto: uno dei candidati più volte ripresentato, Violante, secondo il Movimento 5 stelle non ha i requisiti per rivestire la carica.
Riguardo i requisiti per la carica di giudici della Corte costituzionale esiste una sola fonte, l’art. 135 della Costituzione che così recita
Art. 135
La Corte costituzionale è composta di quindici giudici nominati per un terzo dal Presidente della Repubblica, per un terzo dal Parlamento in seduta comune e per un terzo dalle supreme magistrature ordinaria ed amministrative.
I giudici della Corte costituzionale sono scelti tra i magistrati anche a riposo delle giurisdizioni superiori ordinaria ed amministrative, i professori ordinari di università in materie giuridiche e gli avvocati dopo venti anni d'esercizio.

Sulla ipotesi di mancanza dei requisiti di Violante ecco cosa appare il 2 ottobre su un quotidiano nazionale.
“Per prima cosa”, spiega Toninelli a ilfattoquotidiano.it, “non è mai stato magistrato di giurisdizioni superiori (Cassazione, Consiglio di Stato, Corte dei Conti o Corte costituzionale), né avvocato. Inoltre lui è stato ma non è più professore ordinario di università in materie giuridiche. Infatti la legge per quest’ultimo caso non specifica l’opzione ‘anche a riposo’. Motivo per cui lui è automaticamente fuori dai giochi”. Violante risulta professore ordinario fino al 2009 presso l’Università di Camerino, anno in cui va in pensione come conferma l’ateneo a ilfattoquotidiano.it. Ma anche precedentemente, risulta essere stato in aspettativa da parlamentare. “È vero”, specifica il deputato, “che alcuni giudici della Corte, anche tra quelli attualmente in attività, non erano in ruolo quando sono stati eletti: ma essi sono professori emeriti, ovvero ordinari che abbiano prestato almeno venti anni di servizio nella qualifica e in virtù di tale titolo essi continuano a svolgere attività didattica e coordinare progetti di ricerca, cioè l’attività propria dei professori ordinari di università”. E la carica di professore emerito deve essere conferita da un’università in base a una legge specifica e Violante non risulta averla mai ottenuta. Né dai suoi curriculum ufficiali pubblici risultano altre docenze in corso.

 Ora visto che la Costituzione prevede in materia di Corte costituzionale prevede ruoli distinti del Presidente della Repubblica, del Parlamento e del consiglio delle magistrature,  viene da chiedere ai Presidenti Boldrini e Grasso, e allo stesso Violante, un chiarimento immediato sul possesso dei requisiti dei candidati prima di procedere a nuove votazioni.
03/10/14 francesco zaffuto


mercoledì 9 aprile 2014

Il miniSenato non renziano

Nel precedente post SPQR o miniSenato  si erano evidenziate le contraddizioni della proposta di modifica del Senato fatta dal Governo Renzi.   Al momento le proposte di modifica del Senato sono diventate due, è arrivata quella di alcuni senatori (capeggiati dal senatore Chiti) con un diverso disegno di legge costituzionale.
Considerata la poca pubblicità data a questo disegno di legge, ecco qui un link che rimanda al testo integrale di questa proposta.
Dal punto di vista del risparmio si ipotizza un risparmio maggiore rispetto alla proposta del Governo Renzi,  perché si prevede il dimezzamento del numero dei senatori e anche di quello dei deputati.
Per quanto riguarda la fiducia al Governo e per le leggi di bilancio si lascia l’esclusiva competenza alla Camera dei deputati correggendo il bicameralismo perfetto.
Il Senato resterebbe elettivo su base regionale con soli 106 senatori e verrebbe a mantenere quasi le stesse prerogative previste dalla proposta del Governo Renzi; ma con la proposta Chiti si eviterebbe la commistione tra organi amministrativi ed organi legislativi.
 Il miniSenato non renziano è quasi meno contraddittorio di quello renziano;  ma toglie peso  alla primogenitura dell’astro nascente, che è riuscito a fare un patto con l’astro calante generando una delle peggiori leggi elettorali .

09/04/14 francesco zaffuto

martedì 1 aprile 2014

SPQR o miniSenato

 Già Cicerone (Grasso) ha cominciato con una prima orazione in danno di Catilina (Renzi) e del suo tentativo di trasformare il Senato SPQR  in un miniSenato
 La tentazione di fare un paragone con il passato è forte ma le condizioni sono ben diverse: siamo nella Roma del 2.014 d.c.,  di Camere ne abbiamo ben due,  sono entrambe elettive e fanno lo stesso lavoro.
 Vediamo un po’ questo miniSenato,  dalle dichiarazioni del Ministro Boschi rilasciate alla Stampa emerge che (si riporta in blu):
“Sarà composto dai presidenti delle regioni, dai sindaci dei capoluoghi di regione e delle province autonome, due consiglieri regionali e due sindaci per ogni regione; più 21 senatori su nomina del presidente della Repubblica per sette anni. I senatori a vita esistenti restano in carica…. Quindi in tutto 148 persone.
Un qualche costo resterà,  queste persone dovranno pur  soggiornare  a Roma e non andranno in un Ostello della gioventù. Una cosa un po’ difficile da comprendere è come dei presidenti di Regione e sindaci di Città metropolitane possano avere il tempo per frequenti trasferte a Roma per partecipare a questo nuovo miniSenato..
Riguardo alle competenze
«Pari poteri alla Camera per le leggi costituzionali e di revisione costituzionale. E anche sull’elezione del Capo dello Stato, dei membri del Csm e della Consulta. …. La Camera approva una legge, il Senato può pronunciarsi entro 30 giorni proponendo delle modifiche. La Camera a quel punto ha 20 giorni per pronunciarsi in via definitiva, accogliendo le modifiche del Senato o confermando il testo iniziale. Ma la parola finale spetta alla Camera e ci sono dei tempi certi per le leggi ….
 Il parere del Senato potrà essere superato solo con un voto a maggioranza assoluta della Camera nelle materie in cui vengono toccati gli interessi di comuni e regioni in maniera diretta.
Ad un organo formato da amministratori e di nominati dal Presidente della Repubblica restano alcuni alcune competenze legislative molto importanti, e se segue a ruota la Camera dei Deputati per i pareri dovrà in qualche modo stare perennemente riunito.  Allora i nuovi orizzonti saranno bel limitati per il risparmio e gravidi di possibili conflitti di competenza.
 La pessima legge elettorale  Italicum, il miniSenato, e le ipotesi di aumento dei poteri al Premier hanno fatto scattare un nuovo fronte di opposizione capeggiato da insigni costituzionalisti. La particolare situazione in cui ci troviamo diventa scegliere tra: fare male e fare nulla. E molto francamente non me la sento di parteggiare tra queste due possibilità.
Resto dell’avviso che il superamento del bicameralismo sia una buona cosa, ma occorre che accada senza la sostituzione con un organo ibrido.  Una sola Camera interamente elettiva può bastare, e i pareri possono essere raccolti nella società civile, non è necessario un organo preposto a pareri come se fosse la summa del pensiero, ma la Camera elettiva deve poggiare su una legge elettorale rispettosa della rappresentatività del paese reale.
01/04/14 francesco zaffuto
Nota:  qui il testo del Governo Renzi approvato in data 31 marzo 14


Immagine – Affresco di Cesare Maccari a Palazzo Madama -  Orazione di Cicerone in denuncia di Catilina - http://it.wikipedia.org/wiki/File:Maccari-Cicero.jpg