Eccome, se ne ha bisogno di quei 10 miliardi di fondi UE; eccome, se possono servire per tirare un po’ su la depressa economia siciliana; ma rischia di perderli per sempre.
I fondi si potevano utilizzare fin dal 2007 e possono essere utilizzati entro il 2013; di anni ne sono passati un bel po’ e non sono stati per niente utilizzati.
Come mai?
Occorre per capire fare riferimento a un vecchio proverbio noto anche molto bene in Sicilia:
AIUTATI CHE DIO TI AIUTA
Il vecchio proverbio, frutto della saggezza popolare; insegna che nei guai e nelle varie difficoltà della vita è bene confidare in Dio, ma non si può pretendere di risolvere i problemi senza darsi da fare. Quando la UE ha stabilito i fondi per lo sviluppo delle regioni depresse ha previsto un minimo di cofinanziamento, se non erro prevedeva che un miliardo lo mettesse la stessa Regione siciliana e questo gesto di buona volontà avrebbe prodotto l’arrivo degli altri 10 miliardi. Ma in questi anni tutto è accaduto nella Regione Sicilia tranne esprimere quel gesto di buona volontà. La Regione autonoma siciliana ha speso a destra e a manca, ha foraggiato con fondi privilegi e clientele, il cofinanziamento non c’è stato; nel frattempo è avanzata la crisi economica e sono arrivate le misure nazionali per fronteggiarla, il cosiddetto patto di stabilità.
Con una lettera aperta indirizzata al Presidente della Repubblica e al premier Mario Monti, l’Ance Sicilia (associazione dei costruttori edili) lancia l’allarme ed auspica l’arrivo di un commissario ad acta per la Regione per intervenire con urgenza e non fare saltare la scadenza prevista dalla UE.
«Se la Regione svincolasse la propria quota obbligatoria di cofinanziamento - osserva l'Ance Sicilia - violerebbe il Patto di stabilità. E per il 2013 ci viene annunciata dalla Regione un'ulteriore contrazione di 1 miliardo negli investimenti in opere pubbliche». E prosegue “… temiamo che il quadro politico che si prevede uscirà dalle elezioni del 28 ottobre sarà frammentato e non metterà il prossimo governo nelle condizioni di assumere decisioni forti e neppure di approvare il bilancio entro aprile 2013. Scatterebbe il commissariamento, a norma di Statuto».
Il colpo di spugna delle elezioni, per ricominciare di nuovo, pare che non possa bastare per l’utilizzo dei fondi UE. E aggiungerei che se i fondi saranno spesi male e solo per cementificazioni non potranno guarire certo i mali della Sicilia. Anche se sono lontano dalla Sicilia da tanti anni, penso che occorra un grande piano per l’acqua, per il riciclaggio dei rifiuti e per le energie alternative; e il tutto convogliato in special modo allo sviluppo delle imprese agricole e manifatturiere.
Auguri alla Sicilia che il 28 ottobre va a votare anche se in tanti non ci andranno. Pare ci sia un po’ di confusione in questa campagna elettorale, allego un link sui manifesti elettorali che ho trovato passeggiando tra i blog: http://lacuriosona.blogspot.it/2012/10/la-sicilia-al-voto.html
15/10/12 francesco zaffuto
Immagine – dati i contenuti del post, ecco per consolazione una stupenda cassata siciliana dal sito http://www.siciliaontheroad.it/
Malauguratamente non posso smentire.
RispondiEliminaLa situazione siciliana è molto critica e complessa.
E’difficile cercare di scoprire e capire le cause dello sfascio in cui ci troviamo.
Le possiamo solo immaginare co¬me la scena noiosa ed interminabile di un film.
In tutto questo piattume, nessuno dei sedicenti politici che abbia il coraggio di dire la verità.
La realtà che le elezioni regionali arrivano dopo un governo Cuffaro seguito da un non governo Lombardo, entrambi finiti prima della loro scadenza naturale per cause ultranote.
Una rappresentazione della situazione attuale può intravedersi nel seguente articolo
http://www.siciliainformazioni.com/sicilia-informazioni/23696/legislatura-dellinciucio-chi-sara-il-perdente-che-governa
I mali della Sicilia sono storici ed hanno ragioni legate alla divisione internazionale del lavoro(crisi delle produzioni agricole, crisi delle miniere) ed allo sviluppo diseguale.Più recentemente hanno contribuito al malessere sociale la diminuzione dell'emigrazione, ma con accentuazione di quella intellettuale,la devastazione del territorio con la localizzazione di imprese ad alta intensità di capitale ed inquinanti...Inoltre le trasformazioni economiche hanno determinato forte espansione del settore terziario, distorsioni dei consumi e deleteri cambiamenti dei valori tradizionali(tipici di una società essenzialmente pre-industriale).Una rappresentazione della situazione attuale può essere compresa valutando il tipo di modello economico diretto essenzialmente dall'esterno con la collaborazione di entità interne, impegnate soprattutto nella gestione del sottosviluppo! Alessandro Mantione
EliminaE purtroppo la Sicilia non è neppure un caso isolato... Già molte volte l'Italia ha perso fondi già stanziati dall'Europa, oppure li ha spesi in modo disastroso... Nemmeno quando riceviamo un regalo non riusciamo ad investire bene :-(
RispondiEliminaE non poteva che capitare in Sicilia...
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