21/09/09
Si
cominciano
ad
evidenziare
dei dati
che possono
far pensare
ad una
iniziale uscita dalla crisi, due principalmente: l’aumento della produzione di luglio che ha fatto registrare un +1% ; il ritorno degli acquisti di titoli in borsa.
Sulla base dei dati diffusi recentemente il fronte politico in Italia si divide tra ottimisti e pessimisti: gli ottimisti enfatizzano i dati di ripresa e sono coloro che hanno responsabilità di governo; i pessimisti evidenziano i dati sull’occupazione e sono i politici dell’opposizione.
Un particolare attenzione merita la posizione di Obama espressa a Wall Street il 14 settembre, ad un anno dalla bancarotta della Lehman Brothers ; il presidente ha dichiarato che faticosamente si sta uscendo dalla crisi, ma si vuole uscire dalla crisi come se non fosse mai accaduto nulla, senza alcuna riforma dei meccanismi finanziari che hanno portato alla crisi. Obama parla di necessità di riformare le regole del capitalismo americano; in Europa questa idea pare non sfiorare i politici, come se il capitalismo europeo fosse fatto di altra natura.
Uscire dalla crisi come riprendersi da un banale raffreddore, ancora meno di una influenza, è la linea di tanti banchieri e di tanti economisti che vogliono fare digerire la crisi come un ineluttabile processo ciclico della macchina economica capitalistica.
Dalla crisi del 1929 si uscì con regole dettate al sistema bancario per separare la funzione del credito dalla speculazione e dal rischio d’impresa. Il capitalismo americano aveva già dimenticato la lezione del 1929; i banchieri alla fine del 900 (e in questo primo scorcio del 2000) avevano ripreso ad operare come prima del ’29: costruendo masse di titoli speculativi, spacciati come titoli di rendimento a tutela del risparmio, e immettendoli su tutti i mercati internazionali. La borsa, negli stessi anni, ha inventato titoli speculativi come i derivati trasformando il mercato di borsa in un specie di casinò di Las Vegas. Questa ultima crisi 2008/2009 non ha avuto gli stessi effetti del 1929 grazie all’intervento straordinario dello Stato USA che si è fatto carico dei danni distribuendoli a tutta la massa di cittadini fiscalmente obbligati, gli stati europei hanno seguito a ruota il comportamento degli USA; la crisi è stata pagata dai cittadini più deboli che hanno perso il lavoro e da tutti i cittadini con il peso fiscale.
Oggi dopo i primi segnali di ripresa cominciano a manifestarsi i segnali di chi non vuole nessun cambiamento: la politica di riforme di Obama comincia ad essere osteggiata dai potentati economici come assicurazioni e banche, gli stessi che hanno avuto i benefici salvifici del governo americano; in Europa si cerca continuamente di diminuire il peso dei dati con richiami all’ottimismo, campione di ottimismo è il Governo italiano che non ha certo brillato per proposte sul piano internazionale di controllo del mercato dei titoli e che non ha promosso un efficace sostegno alla disoccupazione.
Si vuole uscire alla crisi 2009 con misure anche più deboli di quelle che sono seguite alla crisi del 1929: le banche vogliono restare con le mani libere per amministrare un capitale finanziario enorme; le assicurazioni private vogliono dettare legge ed osteggiare la mutualità pubblica; le borse non vogliono fare la necessaria chiarezza sul mercato dei titoli; i manager, vestali di un capitalismo senza scrupoli, vogliono continuare a godere di appannaggi esorbitanti.
Se si esce da questa crisi senza avere imparato nulla si costruiscono le premesse future per una crisi di più ampie proporzioni.
francesco zaffuto
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(immagine – “ultimo equilibrio” china © francesco zaffuto link Altre allegorie)
IO VOGLIO DIRE SOLO UNA COSA,che ho aperto il negozio da sette mesi,e non vedo altro che delusione.......si paga troppo di tasse e di inps con la speranza che un male non mi porti via e possa io godere di un pò di pensione...ho due figli a carico e non ho mai chiesto niente a nessuno con la speranza che quello che io non chiedevo andavo a qualcuno ancora più bisognoso di noi,io e miei due figli...non capisco perchè in italia nessuno sta bene,aiutiamo tanto gli altri e che DIO ci dia sempre la forza di farlo,quando però in Italia il 75 per cento si sta tutti male,chi ha delle piccole attività tocca chiudere,perchè tutti i giorni mettono nuove regole,dove in alcuni casi mi sembra troppo eccessivo...abbiamo messo non so quantimiliardi per le macchinette della velocità,qaundo io invece questi soldi li avrein dati alla mia Italia che sta morendo...abbiamo tanti bravi poliziotti carabinieri e vigili che possono fare il loro lavoro come sempre e stato fatto...ci preoccupiamo del danno solo quando ci si trova nella tragedia,come l'Abruzzo Messina e tante altre cose....ci preoccupiamo della fame del mondo quando accanto a noi ci sono delle persone che prendono degli stipendi stratosferici,e magari però quando succede la qualsiasi cosa in televisione,nelle banche trovi scritto dai un piccolo contributo rivolto a noi disperati cittadini...non si fa pari a pagare luce gas spazzatura affitto scuola tasse contributi IVA spese mediche non ti ci provà ad andare senza pagare l'appuntamento e dopo circa tre mesi...si paga per avere tutto meglio ma la sanità lascia a desiderare,ma ci sarà qualcuno che ci ascolterà,ci sarà qualcuno che ci proteggerà come se fossimo dei figli suoi,io dico solo una cosa aiutate prima l'italia prima che affondi e quando stiamo bene noi che tutti hanno una casa un lavoro la pace allora si l'aiuto a tutto il mondo...tutto funzionerà ma fino ad allora no...non posso aiutare un altro se io già sto male,non posso dare la forza ad un altro se io sono abbandonata a me stessa...IL PROVERBIO DICE SEI VUOI CHE I FIGLI STANNO BENE PRIMA DEVONO STARE BENE I GENITORI....
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