L’Istituto
giuridico del patteggiamento da anni fa strage della giustizia nel nostro
paese. Sulla base di questo istituto chi si dichiara colpevole e accetta la
pena ottiene un notevole sconto, un terzo della pena; chi si crede innocente e
vuole un giusto processo rischia di pagarla cara, se gli va male il processo paga al 100 per
cento. Chi si dichiara subito colpevole è ben visto dallo Stato perché fa
risparmiare tempo, chi rivendica la sua innocenza viene considerato come
maggior colpevole.
Il patteggiamento è un istituto giuridico che va cancellato, è
lontano dalla nostra Costituzione, ed è lontano anni luce da ogni minimo senso
della giustizia e della parità di trattamento di fronte alla legge.
Parlando spigliatamente il Presidente Renzi
ha recentemente detto: «Innalzeremo
da quattro a sei anni la pena minima per la corruzione, non è pensabile che
attraverso il patteggiamento uno se ne stia sempre fuori dalla galera. Che vuol
dire? Che se hai rubato puoi patteggiare, ma un po' di carcere lo fai
comunque». A parte ogni considerazione sul linguaggio usato da Renzi, qualsiasi nuova
norma viene ad essere applicata per tutti coloro che commetteranno reati dopo
la nuova norma, quindi i banditi della Cupola di Roma sono esentati da tali
aggravamenti di pena.
Riguardo
al patteggiamento Renzi non parla di una sua eliminazione, pare dia per scontato
che trattasi di una buona idea quella di fare lo sconto a chi si dichiara colpevole.
La nostra Costituzione nel suo articolo 111
dichiara: Ogni processo si svolge nel contraddittorio
tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale. La
legge ne assicura la ragionevole durata.
Accade
però che la ragionevole durata del
processo nel nostro paese non è per niente ragionevole e si inventano istituti
per aggirare il 111: un istituto è quello della prescrizione, passato un certo
tempo il reato viene cancellato; un altro istituto è quello del patteggiamento.
Vediamo come nasce l’istituto del
Patteggiamento, i governi che l’hanno istituito e quelli che non si sono
sognati di toglierlo o metterlo in discussione.
Nasce con il punto 45 dell'art. 2
della legge delega 16 febbraio 1987, n. 81
Chi governava a quella
data? Secondo Governo Craxi (01.08.1986 - 17.04.1987)
Questa “bella pensata” del
Governo Craxi era limitata a procedimenti penali con pene non superiori a due
anni.
Ecco il
comma 45) previsione che il pubblico
ministero, con il consenso dell'imputato, ovvero l'imputato, con il consenso
del pubblico ministero, possano chiedere al giudice, fino all'apertura del
dibattimento, l'applicazione delle sanzioni sostitutive nei casi consentiti, o
della pena detentiva irrogabile per il reato quando essa, tenuto conto delle circostanze e diminuita fino a un terzo, non superi
due anni di reclusione o di arresto, soli o congiunti a pena pecuniaria …..
I governi successivi non mettono mano per togliere questo obbrobrio giuridico e
ne sono passati tanti di governi: Fanfani, Goria, De Mita, Andreotti sesto e
settimo, Amato, Ciampi, Berlusconi, Dini, Prodi, D’Alema primo e secondo, Amato
secondo, ….
Fino a
arrivare a Berlusconi secondo che ha una “pensata super”: ALLARGARE IL
PATTEGGIAMENTO A REATI CON PENE FINO A 5
ANNI, quindi a reati ben più gravi. Ed ecco viene varata la
legge 12 giugno 2003, n. 134. A seguito di detta legge l’articolo 444 del
Codice di procedura penale si legge in questo modo
Art. 444.
Applicazione della pena su richiesta.
Applicazione della pena su richiesta.
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L'imputato e il pubblico ministero possono chiedere al
giudice l'applicazione, nella specie e nella misura indicata, di una sanzione
sostitutiva o di una pena pecuniaria, diminuita fino a un terzo, ovvero di una
pena detentiva quando questa, tenuto conto delle circostanze e diminuita fino a
un terzo, non supera cinque anni soli o
congiunti a pena pecuniaria.
Dopo questa “bellissima
pensata” di “ampie vedute” di Berlusconi ci sono stati altri governi: Berlusconi
terzo, Prodi secondo, Berlusconi quarto, Monti, Letta e ora Renzi.
Chi ha
preparato il sacco di Roma sapeva bene che con il patteggiamento la pena si
sarebbe alleggerita, che magari si riduceva a meno di due anni, che non si
faceva galera, che un po’ di soldi si potevano ben seppellire da qualche parte
e che alla fine li potevi godere.
Ora grande
scandalo, tutti indignati: Renzi parla di misure pesanti ma che non possono
applicarsi all’indietro per un principio generale del diritto; Napolitano si indigna anche lui ma ci mette in
guardia dall’antipolitica; ma l’antipolitica in fin dei conti è quella che abbiamo avuto in
questi anni (almeno a fare il conto dal 16 febbraio 1987).
11/12/14
francesco zaffuto
Patteggiamenti famosi
Quelli del Mose di Venezia
Caro Francesco
RispondiEliminaSono d'accordo con te. Il patteggiamento va cancellato subito!
Invece ti ringrazio per gli auguri di buone feste e ricambio a te e Famiglia.
Stefano di Semplici Conversazioni