I truffatori sono quelli che hanno venduto azioni ed
obbligazioni ad ignari risparmiatori, i truffati sono quei risparmiatori che
non si accontentavano di essere solo risparmiatori.
Una cosa sono gli azionisti, un’altra cosa sono gli
obbligazionisti ed un’altra cosa ancora
sono i risparmiatori con solo depositi in banca e con qualche titolo del debito
di Stato.
Cerchiamo di capirci: se
si comprano azioni di una banca si diventa proprietari della banca. Ora se un
piccolo risparmiatore si è fatto convincere a compare azioni di una banca non
si trova nella posizione di risparmiatore, ma si trova nella posizione di
padrone delle banca con tutto quello che ne può derivare in termini di profitti
e di perdite. Il piccolo azionista nei fatti non è un padrone perché, con poche
azioni, non controlla un bel nulla; e non è neanche un risparmiatore, è solo uno che pensava di fare un buon affare
o che si è illuso di aver fatto un buon affare.
Passiamo agli
obbligazionisti: questi soggetti a fronte di un interesse un po’ più elevato si
sono assunti il rischio di prestare somme ad una singola società; è un rischio
meno forte degli azionisti ma è pur sempre un rischio, sono dei prestatori di denaro
che si sono legati al rischio di una società.
Ben diversi sono i
risparmiatori che si sono limitati a depositare i risparmi in una banca su un
conto corrente o su un deposito a risparmio; e che si sono limitati ad
acquistare qualche titolo del debito
dello Stato. Queste persone hanno solo depositato il denaro, per quel deposito
non hanno ricevuto interessi o hanno ricevuto un interesse insignificante, ed
hanno anche pagato la banca per le operazioni e per i servizi bancari; queste persone non si sono volute legare ad
alcun rischio dell’impreditoria bancaria.
La Banca d’Italia e lo
Stato hanno l’obbligo di tutelare il sistema bancario per evitare ripercussioni
su tutto il sistema economico. La Banca d’Italia doveva vigilare sui
comportamenti delle banche. Cosa ha fatto? Evidentemente ben poco e male. Se
una banca opera con il criterio delle prudenza non può fallire.
Se una banca si trasforma in venditrice di titoli di aziende
spericolate, e in venditrice di titoli propri che assistono gli spericolati, non
fa il lavoro di vera banca che esercita
il credito, ma solo quello di un’impresa
speculativa. Se i suoi impiegati stanno lì a convincere i risparmiatori ad
investire in forma non prudenziale li stanno nei fatti truffando approfittando
delle propria ignoranza.
La Banca d’Italia è lo Stato
debbono intervenire per tutelare i risparmiatori, ma c’è una gerarchia: i primi ad essere tutelati nella completezza
debbono essere i risparmiatori che non si sono esposti al rischio dell’impresa
bancaria e si sono limitati al comportamento di effettuare depositi sui propri
conti. (f.z.)
La mia simpatia va ai truffati, quei poveretti che non sapendo muoversi nel mondo della finanza o bancario come preferisci, per ignoranza della materia, si sono fidati dell'azzimato bancario che li ha avvoltolati di illusioni.
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