lunedì 7 dicembre 2015

BANCHE: truffatori e truffati


 I truffatori sono quelli che hanno venduto azioni ed obbligazioni ad ignari risparmiatori, i truffati sono quei risparmiatori che non si accontentavano di essere solo risparmiatori.
Una cosa sono gli azionisti, un’altra cosa sono gli obbligazionisti ed  un’altra cosa ancora sono i risparmiatori con solo depositi in banca e con qualche titolo del debito di Stato.
Cerchiamo di capirci:  se si comprano azioni di una banca si diventa proprietari della banca. Ora se un piccolo risparmiatore si è fatto convincere a compare azioni di una banca non si trova nella posizione di risparmiatore, ma si trova nella posizione di padrone delle banca con tutto quello che ne può derivare in termini di profitti e di perdite. Il piccolo azionista nei fatti non è un padrone perché, con poche azioni, non controlla un bel nulla; e non è neanche un risparmiatore,  è solo uno che pensava di fare un buon affare o che si è illuso di aver fatto un buon affare.
 Passiamo agli obbligazionisti: questi soggetti a fronte di un interesse un po’ più elevato si sono assunti il rischio di prestare somme ad una singola società; è un rischio meno forte degli azionisti ma è pur sempre un rischio, sono dei prestatori di denaro che si sono legati al rischio di una società.
 Ben diversi sono i risparmiatori che si sono limitati a depositare i risparmi in una banca su un conto corrente o su un deposito a risparmio; e che si sono limitati ad acquistare  qualche titolo del debito dello Stato. Queste persone hanno solo depositato il denaro, per quel deposito non hanno ricevuto interessi o hanno ricevuto un interesse insignificante, ed hanno anche pagato la banca per le operazioni e per i servizi bancari;  queste persone non si sono volute legare ad alcun rischio dell’impreditoria bancaria.
 La Banca d’Italia e lo Stato hanno l’obbligo di tutelare il sistema bancario per evitare ripercussioni su tutto il sistema economico. La Banca d’Italia doveva vigilare sui comportamenti delle banche. Cosa ha fatto? Evidentemente ben poco e male. Se una banca opera con il criterio delle prudenza non può fallire.
Se una banca si trasforma in venditrice di titoli di aziende spericolate, e in venditrice di titoli propri che assistono gli spericolati, non fa il lavoro di vera  banca che esercita il credito,  ma solo quello di un’impresa speculativa. Se i suoi impiegati stanno lì a convincere i risparmiatori ad investire in forma non prudenziale li stanno nei fatti truffando approfittando delle propria ignoranza.

 La Banca d’Italia è lo Stato debbono intervenire per tutelare i risparmiatori, ma c’è una gerarchia:  i primi ad essere tutelati nella completezza debbono essere i risparmiatori che non si sono esposti al rischio dell’impresa bancaria e si sono limitati al comportamento di effettuare depositi sui propri conti. (f.z.)

1 commento:

  1. La mia simpatia va ai truffati, quei poveretti che non sapendo muoversi nel mondo della finanza o bancario come preferisci, per ignoranza della materia, si sono fidati dell'azzimato bancario che li ha avvoltolati di illusioni.

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