lunedì 12 settembre 2016

Roma e la sindrome a 5 stelle


Roma è soffocata dai debiti, che non ha fatto di certo la Raggi; l’incremento mostruoso del debito viene da lontano: Rutelli trovò un debito e non fece che aumentarlo, Veltroni anche, e poi anche Alemanno. Marino è durato poco ed ha fatto meno debiti degli altri.  In questo link del Sole 24 ore una disanima dei fatti pregressi.
E’ un danno strutturale, quello del debito dei Comuni,  perché il Parlamento italiano non ha impedito ai Comuni di indebitarsi.  I Comuni non sono lo Stato e dovrebbero avere una amministrazione di bilancio nei limiti delle loro possibilità e senza pregiudicare il futuro delle successive amministrazioni.
Il nuovo sindaco di Roma, Raggi, ancora annaspa per trovare assessori esperti. E’ un lavoro che doveva fare prima di vincere le elezioni, visto che tutte le previsioni la davano vincente.
I 5 stelle hanno posto come requisito per i loro amministratori l’anima immacolata e assolutamente non macchiata, neanche da un’indagine giudiziaria; come se un’indagine giudiziaria di per sé fosse capace di macchiare l’anima a prescindere da un verdetto di colpevolezza. Di conseguenza diventa difficile trovare anime visto che chiunque può essere oggetto di una indagine. 
 Comunque la Raggi qualcosa l’ha fatta
E qualcosa potrà farla se molti recenti illustri a 5 stelle la lasciano lavorare.
Se Roma soffre della sindrome a 5 stelle, l’Italia soffre della sindrome del PD. Il presidente-segretario ha concluso la festa dell’Unità con pesanti contestazioni. Il suo partito è diviso dal Sì e dal No al referendum, e l’ariete d’Alema è pronto per il colpo di sfondamento. Il giovane presidente-segretario deve fare ricorso al bastone del vecchio Napolitano e prova a rimangiarsi il suo Italicum. (f.z.)  

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