Roma è
soffocata dai debiti, che non ha fatto di certo la Raggi; l’incremento
mostruoso del debito viene da lontano: Rutelli trovò un debito e non fece che
aumentarlo, Veltroni anche, e poi anche Alemanno. Marino è durato poco ed ha
fatto meno debiti degli altri. In questo
link del Sole 24 ore una disanima dei fatti pregressi.
E’ un
danno strutturale, quello del debito dei Comuni, perché il Parlamento italiano non ha impedito
ai Comuni di indebitarsi. I Comuni non
sono lo Stato e dovrebbero avere una amministrazione di bilancio nei limiti
delle loro possibilità e senza pregiudicare il futuro delle successive
amministrazioni.
Il
nuovo sindaco di Roma, Raggi, ancora annaspa per trovare assessori esperti. E’ un
lavoro che doveva fare prima di vincere le elezioni, visto che tutte le
previsioni la davano vincente.
I 5
stelle hanno posto come requisito per i loro amministratori l’anima immacolata
e assolutamente non macchiata, neanche da un’indagine giudiziaria; come se
un’indagine giudiziaria di per sé fosse capace di macchiare l’anima a
prescindere da un verdetto di colpevolezza. Di conseguenza diventa difficile trovare anime visto che chiunque può essere oggetto di una indagine.
Comunque la Raggi qualcosa l’ha fatta
E
qualcosa potrà farla se molti recenti illustri a 5 stelle la lasciano lavorare.
Se Roma
soffre della sindrome a 5 stelle, l’Italia soffre della sindrome del PD. Il
presidente-segretario ha concluso la festa dell’Unità con pesanti contestazioni.
Il suo partito è diviso dal Sì e dal No al referendum, e l’ariete d’Alema è
pronto per il colpo di sfondamento. Il giovane presidente-segretario deve fare
ricorso al bastone del vecchio Napolitano e prova a rimangiarsi il suo
Italicum. (f.z.)
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